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Autore: BrunaS    11/02/2019    1 recensioni
"Quando tutti furono stramazzati al suolo, Charlie uscì, stravolta, dal suo nascondiglio. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con il verde innaturale dei suoi occhi: “Beh, non ringraziarmi.”
Lei lo guardò attentamente. In teoria, sapeva cos’era quello che aveva appena visto ma non vi aveva mai assistito dal vivo prima di allora: “Tu sei… un vampiro?”
Lui le sorrise, ma di un sorriso che faceva paura."
Storia a più capitoli, romantica e a volte crudele, che si svolge nell'immaginaria cittadina americana di Inverary, dove vive una giovane cacciatrice di vampiri. La mitologia è originale ma, sicuramente, strizza l'occhio a tanti romanzi e serie tv sull'argomento. Buona lettura, a chi vorrà!
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tornati ad Inverary dovettero subirsi la predica di Pete e quella di Sean. I due erano molto arrabbiati per il rischio che Charlie aveva corso. Sean soprattutto. Il ragazzo, oltretutto, non riusciva ad accettare questa nuova alleanza. Charlie comprendeva le sue motivazioni: Sean era diventato cacciatore quando suo fratello era stato ucciso da un vampiro, era molto legato a Frank e provava una speciale simpatia per Lily che, però, da quando Blake e Jack erano arrivati, sembrava troppo concentrata su di loro. “Non sono un bene queste mescolanze” aveva commentato più volte. E Charlie sapeva che in fondo aveva ragione. Era anche preoccupata per Sean perché la sua intolleranza a Blake e Jack era troppo palese e i vampiri – soprattutto uno!- avrebbero potuto trovarlo indisponente.
Quella sera il gruppo pensò di passare una bella serata al pub, con gli amici di sempre. Sean aveva bisogno di un po’ di normalità, tutti loro ne avevano. Ad un certo punto della serata Jack e Blake fecero la loro comparsa al locale. Si presentarono come due ragazzi normali e ordinarono da bere. Charlie si accorse che le ragazze presenti erano, ovviamente, tutte impazzite per Blake e in men che non si dica era praticamente circondato da uno stuolo di corteggiatrici. Jack e Lily, nel frattempo, chiacchieravano amabilmente. Charlie notò che Sean era nervoso. Più tardi, mentre lei e Ryan prendevano qualcosa da bere, capitarono vicino a Blake che flirtava con due ragazze che Charlie conosceva di vista. Il vampiro la salutò e, indicando Ryan, le chiese: “È il tuo ragazzo? Non me lo presenti?”
Charlie notò una punta di ambiguità ma non volle cedere alla provocazione. Sorrise e disse: “Certo, lui è Ryan… Ryan, questo è Blake, fa parte del gruppo di ricerche di Pete”.
Ryan strinse la mano che l’altro gli porgeva e cercò di apparire simpatico: “Anche tu sei un appassionato del soprannaturale?”
Blake guardò Charlie con aria interrogativa e lei si rese conto di non avergli spiegato qual era la scusa ufficiale della loro squadra di cacciatori. Sperando che il vampiro le reggesse il gioco spiegò: “Già, anche Blake è uno di quei fissati che si divertono a fare ricerche sull’occulto cosicché Pete possa scrivere un altro dei suoi strampalati romanzi horror…” poi, con una scusa qualsiasi, trascinò via il suo ragazzo.
La serata proseguì tranquilla fino a che Sean, che aveva un po’ bevuto, avvicinò Charlie e le disse: “Che fine ha fatto il tuo amico vampiro?”
La ragazza notò che Blake e le ragazze non erano dove li aveva visti l’ultima volta.
Sean insisté: “Dobbiamo permettergli di fare del male a qualcuno solo perché fa parte della squadra?” e detto questo barcollò verso l’uscita del pub.
Charlie ebbe un brutto presentimento e, dopo qualche minuto, tentò di raggiungerlo. All’esterno c’erano poche persone ma non c’era ombra né di Blake né di Sean. La ragazza si diresse verso il parcheggio dove si trovò di fronte una scena raccapricciante: Blake stava mordendo le due ragazze del pub. Dopo un attimo di smarrimento Charlie gridò: “Non puoi farlo, Blake!”
Lui si girò controvoglia e ordinò alle ragazze di andarsene e dimenticare tutto, poi rivolto a Charlie disse: “Non dovresti impicciarti, Charlie. Sai benissimo che questo è il mio modo di vivere e non cambierà solo perché lavoriamo insieme”
Lei sapeva che aveva ragione ma si sentiva in dovere di continuare a proteggere gli abitanti della città: “Non posso permettertelo. Anche se siamo alleati io sono pur sempre una cacciatrice”.
In quel momento Sean spuntò fuori da chissà dove, esclamando: “Proprio così!”. E, prima che né Charlie né Blake avessero avuto il tempo di razionalizzare, il ragazzo si mosse in maniera fulminea e piantò un paletto nel petto di Blake.
Charlie assistette alla scena inorridita. Corse verso il vampiro con il terrore che lui non ci fosse più. Ma Blake era vivo ed arrabbiato: Sean era troppo ubriaco per colpirlo al cuore o forse l’altro era troppo esperto per farsi sorprendere. Afferrò il ragazzo e lasciò emergere i canini. Era ad un passo dal liberarsi di lui ma Charlie gridò: “No, Blake, ti prego!” Blake si voltò verso di lei, senza mollare la presa e, con gli occhi più rossi che mai esclamò irritato: “Charlie!”
“È un mio amico, ti scongiuro!” implorò la ragazza.
“Voleva uccidermi!” si giustificò il vampiro.
“Lo so, lo so… ma cerca di capire… io gli voglio bene. Non voglio che muoia”.
In quel momento a Charlie tornò in mente il discorso della sera prima: “Anche tu non volevi che Jack morisse… Ti prego, Blake… Io tengo a te. Non so come sia potuto succedere, ma anche tu, in fondo, sei mio amico… Non voglio vedere un amico che uccide un altro amico. Non rovinare tutto”.
Incredibilmente le parole di Charlie ottennero l’effetto voluto. Blake gettò Sean a terra poi disse alla ragazza: “Non voglio vederlo mai più. O lo ucciderò”.
Charlie sapeva che diceva la verità ma si sentì comunque di ringraziarlo per aver risparmiato la vita del suo amico. Non si aspettava un “non c’è di che” ma nemmeno quello che Blake le disse a quel punto: “Non provarci mai più, Charlie”.
Lei non capiva: “A far cosa?”
“A ricattarmi!” esclamò duramente il vampiro.
“Non ti ho ricattato!”
“Eccome! Non so come ci sei riuscita ma hai avuto controllo su di me. Non mi piace, Charlie”.
Non riusciva a credere alle sue orecchie, così sbottò senza pensare: “Vuoi sapere come ci sono riuscita? Dicendoti che tengo a te!”
Lui non reagì alla provocazione. La guardò dritta negli occhi e chiese: “Ed è la verità?”
Lei annuì, arrossendo appena.
Blake sembrava molto irritato: “Ora sono molto confuso, Charlie. E arrabbiato. È meglio che tu te ne vada”. “Cosa vuoi dire?”
“Quello che ho detto. Sparisci e portati via il tuo amico!”
Stavolta fu Charlie a prendersela: “Sei arrabbiato con me perché siamo diventati amici? Ti fa rabbia? Sai cosa ti fa rabbia? Che anche tu tieni a me!”
Lui rispose a denti stretti: “Stronzate… non mi importa niente di te, ok? Tutta questa premura, questa cura nei tuoi confronti… è cosa da niente… potrei romperti il collo, ora, e neanche te ne accorgeresti…”
Charlie non aveva intenzione di cedere: “E lo faresti solo per dimostrare che non te ne frega niente? Ti farebbe star meglio. Fallo. Fallo, forza. Uccidimi!” aggiunse avvicinandosi a lui.
“Non provocarmi…”
Fu lei a guardarlo dritto in faccia mentre diceva: “Tu non mi ucciderai, Blake. Né ora né mai. Tu provi qualcosa. Non sei davvero cattivo”.
Si sentì forte e fiera di sé ma il vampiro riuscì a spiazzarla ancora una volta. Senza abbassare lo sguardo, si avvicinò al suo viso e sussurrò: “Sappi solo una cosa… il fatto che io non sia davvero cattivo porterà solo male… a me… e a te… e quando lo capirai rimpiangerai di non aver lasciato che uccidessi Sean…”
Dopo un istante non c’era già più. Charlie si riprese dallo stupore e soccorse Sean ma un problema più grosso la attendeva: Ryan era lì, a pochi metri da loro, con il viso stravolto. Lei lo guardò spaventata, poi chiese: “Da quanto tempo sei lì?”
Lui rispose con prontezza: “Il tempo necessario per pretendere delle spiegazioni”.
 
Charlie non avrebbe mai creduto di doversi ritrovare a dare quel tipo di spiegazioni. Quella sera parlò a tu per tu con Ryan ma il giorno dopo chiese il coinvolgimento dell’intera squadra. Il ragazzo era sconvolto ma, paradossalmente, anche eccitato. L’unico moto di vero spavento lo ebbe quando Blake e Jack varcarono la soglia di casa di Pete, e Ryan seppe di trovarsi di fronte a dei veri vampiri. Blake comprese al volo la novità e subito ironizzò: “Bene, anche tu ti unisci alla squadra di ricerche sul soprannaturale? Accidenti, Pete! Stavolta scriverai un best-seller!”. Ryan balbettò qualcosa e Pete spiegò a grandi linee l’accaduto. Jack cercò di tranquillizzare il ragazzo: “Non devi preoccuparti, Ryan. Non vogliamo farvi del male…” “Lo so” disse Ryan. “State aiutando la squadra.” Jack sorrise e Lily cercò di rompere l’imbarazzo: “Sì, Ryan! Puoi far finta che siano due ragazzi normalissimi. Ripartiamo da zero: Ryan Beckett, ti presento Jack Wallace e Blake Sullivan…” Jack si affrettò a tendere la mano al ragazzo che la accettò più fiducioso. Poi guardò Blake che sembrò cadere dalle nuvole: “Ci siamo già presentati, mi pare”. Ryan guardò Charlie come a chiedere aiuto. Lei gli fece un sorriso incoraggiante e il ragazzo sembrò sollevato. Blake non aveva voglia di temporeggiare: “Abbiamo cose importanti di cui parlare… Che ne facciamo di lui? Addestramento-lampo?” Charlie rispose prontamente: “No, no, Ryan se ne stava andando. È solo che… meritava delle spiegazioni”. Il vampiro fece un sorrisetto falso e riprese ad ignorarli. Charlie abbandonò la riunione con il suo ragazzo; non voleva lasciarlo solo in un momento del genere. Parlarono ancora per molto, passeggiando all’aria aperta poi Ryan accennò a Blake: “è davvero strano e… spaventoso! Quello che gli ho visto fare ieri sera…”
Lei lo interruppe: “Hai visto anche che non è davvero cattivo”.
Il ragazzo si rabbuiò: “Già, grazie a te”. Charlie si sentì arrossire e lui proseguì: “Hai un grande ascendente su di lui”.
Lei rise in maniera nervosa: “Diciamo che mi rispetta”.
Ryan non rispose al sorriso: “Non mi piace come ti guarda. Mi fa paura”. La ragazza tentò di tranquillizzarlo ma notò che lui rimaneva molto teso. Pensò fosse normale viste le straordinarie rivelazioni che gli erano capitate tra capo e collo e lasciò che andasse a casa.
 
 
Anche quella sera Blake e Jack raggiunsero la squadra al pub. Sean commentò sprezzante: “Devono per forza far finta di essere vivi?” Lily lo zittì e rispose che era un modo come un altro per passare inosservati. Charlie notò che Ryan fissava continuamente Blake e sperò che lui non se ne accorgesse ma, naturalmente, non fu così. Ad un certo punto della serata il vampiro si avvicinò al ragazzo e disse tranquillamente: “C’è qualche domanda che vorresti farmi?” Charlie non capì il perché avesse chiesto una cosa del genere ma vide la mascella di Ryan serrarsi e lui che, dopo un attimo di esitazione, rispondeva di sì. La ragazza ebbe timore che il suo fidanzato si lasciasse andare a qualcosa che avrebbe irritato il vampiro ma Ryan, con sua grande sorpresa, gli chiese: “Sei originario di qui?” Blake sorrise con complicità e annuì. Ryan continuò a fissarlo senza parlare. Alla fine fu il vampiro a spiazzare tutti: “Dovrei offrirti da bere solo perché sei mio nipote?” Un enorme punto interrogativo sorvolò le teste dei presenti e Charlie riuscì solo a balbettare: “Come?!”
Ryan, sebbene un po’ stravolto, cercò di dare spiegazioni: “Assomiglia molto a mio nonno materno e… beh, quando oggi ho saputo il suo cognome… anche mio nonno si chiama Sullivan. William Sullivan”. Charlie sentì un tuffo al cuore: il nonno di Ryan si chiamava come il fratello di Blake, quello che l’aveva ucciso. Fece velocemente i suoi calcoli mentali e tirò un sospiro di sollievo realizzando che non poteva trattarsi della stessa persona: Blake era morto a metà dell’Ottocento e, a occhio e croce, il nonno di Ryan doveva essere nato tra le due guerre mondiali. Eppure avevano appena dichiarato di essere parenti. Si rivolse direttamente a Blake: “Ryan è un tuo discendente?” Lui buttò giù un sorso di birra poi disse: “L’ho intuito. Tengo d’occhio la famiglia…” Charlie era l’unica a conoscere la sua storia: “In che modo siete imparentati?” Il vampiro guardò Ryan e spiegò: “Il suo trisavolo era figlio di mio fratello” E di Isabel, pensò Charlie. Inorridì al pensiero che questo potesse essere un problema per Blake ma le sembrava che lui fosse totalmente rilassato al riguardo. Il vampiro finì la sua birra e disse: “Ci vediamo domani alla festa di fine estate, ragazzi!” E se ne andò. Ryan non poteva crederci: “Discendo da un vampiro!” “Non è esatto” nicchiò Lily. “Hai un pro-zio vampiro, o qualcosa del genere”. Il nonno di Ryan era morto da qualche anno ma il ragazzo aveva voglia di vederci chiaro. Il giorno dopo, dopo essere passato a prendere Charlie per portarla alla festa di fine estate, le rivelò di aver chiesto informazioni a sua madre: “Mio nonno le aveva raccontato qualcosa in proposito di un antenato bizzarro: un donnaiolo, progressista, molto rinomato per la sua bellezza che, da un giorno all’altro, era sparito nel nulla! Mia madre non ne ricorda il nome ma non ci sono dubbi! È Blake!” “Incredibile” commentò Charlie. Ryan ci pensò su poi disse: “Non ti andrebbe di saperne di più su Jack e Blake? Potremmo fare delle ricerche. Mia madre dice che mio zio Daniel possiede molti cimeli di famiglia, anche antichissimi. Ti va di venire con me a darci un’occhiata?” Charlie sapeva già ciò che c’era da sapere sui due vampiri ma la curiosità era forte. Acconsentì, proprio mentre facevano il loro ingresso alla festa. Gli amici li salutarono, molti li guardarono con benevolenza, altri con invidia: Charlie e Ryan erano considerati la coppia più bella del liceo. Ballarono, scherzarono, riuscirono quasi a dimenticare per un attimo tutte le cose strane che popolavano la loro vita, almeno fino a che Blake in persona li avvicinò, offrendogli da bere. Charlie si ritrovò, suo malgrado, a preoccuparsi per il suo aspetto. Si sistemò i capelli e il vestito e Blake se ne accorse e le lanciò uno sguardo ammiccante. “Parliamo di lavoro” ironizzò il vampiro. “Sono tornato alla Congregazione e una cosa è certa: non tutto il gruppo partecipa alla ricerca del Codice. C’è una specie di sottoinsieme che se ne occupa segretamente, non sappiamo per conto di chi.” Charlie notò che Ryan si sentiva un po’ escluso e tagliò corto: “È una festa, Blake. Possiamo dimenticarci dei vampiri per una sera e far finta di avere una vita noiosa?”
Lui aveva alzato le spalle: “Possiamo”.
Aveva guardato lei, poi Ryan e gli aveva chiesto: “Me la presteresti per un ballo?”
Charlie non l’aveva neanche lasciato rispondere: “Perché dovrei ballare con te?”
“Per far parte della mia vita noiosa” e così dicendo l’aveva trascinata in pista.
A lei era scappato da ridere: “Non immaginavo che ti piacesse ballare…”
Lui l’aveva presa in giro: “È una festa, Charlie!”
Afferrandole una mano l’aveva spinta lontana e, subito dopo, attratta nuovamente a sé, vicinissima. Si erano guardati negli occhi e lei aveva sussultato sentendosi premere contro il suo petto. Il sorriso le era morto sulle labbra ed aveva lasciato posto ad un leggero imbarazzo: il suo profumo era così buono, così maschile. Si era scostata di qualche centimetro e si era accorta che due pettegole della sua scuola li fissavano e ridacchiavano, parlandosi all’orecchio.
Istintivamente si girò verso Ryan che, da un lato della pista, li guardava indispettito.
Blake se ne accorse e commentò: “Il tuo ragazzo sembra un po’ geloso…”
Lei si affrettò a rispondere: “Non ha ragione di esserlo…” ma lui ridacchiò, molto sicuro di sé.
Poi ci pensò su: “Il fatto che lui sia un mio discendente fa di te una parente acquisita, non trovi? Potresti chiamarmi… zio!”
Lei decise di stare al gioco: “Pro pro pro zio, forse…”
Continuarono a danzare pensierosi poi lui commentò: “Divertente…”
“Davvero…” disse lei cercando di sembrare distaccata.
 
Il giorno seguente, dopo la scuola, mentre si dirigeva con Ryan a casa di suo zio Daniel, Charlie pensava ancora con fastidio all’attrazione che provava per Blake. Non le piaceva ammetterlo, ma quel pallone gonfiato riusciva sempre a metterla in imbarazzo. Cercò di consolarsi pensando che subirne il fascino fosse più che normale: era bello, soprannaturale e aveva accumulato secoli di esperienze.
Mentre lo zio Daniel li accoglieva nella sua antichissima villa, Charlie era ancora persa nelle sue riflessioni ma, ad un tratto, sia lei che Ryan, si bloccarono ai piedi di una grossa scalinata: davanti ai loro occhi, enorme e appeso alla parete, campeggiava il ritratto ad olio di un giovane bruno dagli occhi verdi. Charlie e Ryan si guardarono in silenzio ma i loro sguardi espressero più di mille parole. La ragazza si avvicinò di più al quadro e lo zio Daniel, ignaro di tutto, disse bonariamente: “Restano tutti abbagliati dal ritratto dello zio Blake…”
 
 
 
Pochi minuti dopo, davanti ad una tazza di tè, lo zio Daniel mostrava loro una rudimentale fotografia che ritraeva un ottocentesco Blake Sullivan. “Abbiamo solo questa” commentò. Charlie si girava tra le mani la foto e non riusciva a staccargli gli occhi di dosso: quello era Blake! Il vero Blake, ancora in vita. Non il vampiro Blake, ma un ragazzo di poco più di vent’anni, perfettamente a suo agio nei suoi abiti e nella sua acconciatura. Lo zio Daniel spiegò che lui non aveva molto tempo da dedicare alle loro ricerche ma che avrebbe lasciato la sua intera biblioteca a loro disposizione. Dopo qualche minuto si era dileguato.
Rimasti soli, Charlie e Ryan non poterono fare a meno di esprimere quanto tutto ciò che stava succedendo fosse incredibile, poi si misero all’opera, alla ricerca di chissà cosa. Non trovarono molto, in realtà: qualche vecchia corrispondenza del padre di Blake in cui si accennava alla misteriosa scomparsa del figlio e poco altro. Ad un tratto Ryan disse: “Leggi qua. È una lettera del 1843. Annuncia la morte del giovane Jacob Wallace, avvenuta dopo una penosa malattia. Parla di onoranze funebri. Ma cosa hanno seppellito?”
In quel momento lo zio Daniel tornò. Sembrò stupito nel cogliere l’ultima frase del nipote poi disse: “Volete vedere la tomba di Jack Wallace?”. Charlie e Ryan si guardarono esterrefatti. Lo zio Daniel li accompagnò ad un antichissimo cimitero poco distante, proprio davanti alla tomba di Jack.
Charlie osservava la lapide in pietra e non riusciva a togliersi dalla testa che quelle persone avevano messo in scena un falso funerale, quindi forse sapevano qualcosa. Lo zio di Ryan sembrò accorgersi che c’era qualcosa che non andava: “Non mi avete ancora detto il motivo delle vostre ricerche”
“Semplice curiosità” si affrettò a dire il nipote.
Ma lo zio li spiazzò: “Curiosità verso i vampiri?”.
I due ragazzi rimasero con un palmo di naso. Lo zio Daniel spiegò che, in famiglia, erano circolate sempre storie inquietanti a partire dal ritrovamento di uno strano diario. La verità è che la scomparsa di Blake Sullivan e, subito dopo, del moribondo Jack Wallace avevano fatto sorgere dei sospetti. Qualcuno dichiarò di averli rivisti, molti, troppi anni dopo, esattamente uguali all’ultima volta. Charlie si focalizzò sul diario: “Ce l’ha lei? Sarebbe possibile dargli un’occhiata?”
Lo zio Daniel, seppur in modo circospetto, promise che le avrebbe prestato il diario. Tornati a casa, l’uomo lo tirò fuori da una cassaforte e lo mise in mano alla ragazza.
Charlie aprì quelle pagine ingiallite e lesse il nome della persona a cui il diario apparteneva: Isabel Thomas Sullivan. La moglie di William. La donna amata da Blake.
  
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