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Autore: Shadow Eyes    11/02/2019    1 recensioni
“Draco, Draco, non sei un assassino.”
{Raccolta terza classificata al contest “Catene”, indetto da _Freya Crescent_ sul forum di EFP e vincitrice del premio “Sorpresa”}
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Corvonero, Draco Malfoy, Helena Corvonero, Hermione Granger, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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3 Auguria | {Hogwarts, novembre 1997};




Uguale raggio mi chiude
in un centro di buio
ed è vano ch’io evada.
Salvatore Quasimodo, “Spazio”





La falce di luna era uno strappo bianco nel cielo senza stelle.
In piedi davanti alla finestra, Draco la scrutò fino a imprimersene il colore dietro le palpebre; le ombre dei crateri disegnavano un volto serpentino. Rabbrividì. Col polso stretto tra le dita, chinò lo sguardo, tentato di sollevare la manica della camicia, di toccare la pelle una volta liscia, ora marchiata come quella di una bestia da macello. Non osò.
Un rombo primordiale scosse la terra, risalendogli lungo le gambe, comprimendogli il cranio. Rivoltato, Draco si portò una mano al petto; qualcosa, dentro di lui, stava vibrando in risposta.
«Ma che…?»
Alzò lo sguardo: la luna stava— no, non era possibile, eppure… Più la osservava, più aveva la sensazione che si stesse avvicinando. Guidato dall’istinto, s’avvicinò alla finestra: voci, sussurri, parole incomprensibili stavano filtrarono attraverso il vetro. C’era qualcuno, là fuori?
Una nuova scossa squassò la stanza e Draco cominciò a tremare, le lacrime cenere negl’occhi.
«Non capisco…»
In preda al panico, incespicò verso la porta— doveva scappare, doveva trovare una via di fuga ma le voci erano come vespe impazzite nella sua testa e fu costretto a fermarsi, le mani strette contro le orecchie.
«Per favore, per favore…»
L’oppressione al petto aumentò e le ossa della cassa toracica cominciarono a fare rumori orridi, come se stessero per spezzarsi. La luna incombeva come una lama tesa sul suo collo. Sarebbe morto lì, sarebbe— con un singhiozzo, Draco cadde in ginocchio e vomitò fino a sentire le pareti erose della gola pulsare. Nella pozza scura davanti a lui c’era una cosa che si muoveva, piccola, deforme: aveva l’odore dolciastro della carne che sta per putrefarsi.
Una parte di lui ebbe l’impulso di schiacciarla. L’altra di rimangiarsela.
Si svegliò di soprassalto, gli spettri dell’incubo ancora vivi nelle iridi grigie; era nel Dormitorio e tutti stavano dormendo.
Senza fiato, scostò le coperte, correndo alla finestra: distorta dall’acqua, l’ultima luna di novembre era nera e priva di forma. Fece per allontanarsi ma qualcos’altro catturò la sua attenzione; riflesso sul vetro, c’era un viso talmente smunto che la pelle non era che una tela tesa attorno a un teschio.
Guarda in cosa ti sei ridotto per loro.
Si toccò le guance, incapace di riconoscersi.
«No…»
Con il cuore che stava per scoppiargli in petto, Draco afferrò una pergamena vuota, la bacchetta e sgattaiolò nella Sala Comune, accolto dalla luce smeraldina delle lampade. Non poteva andare avanti così, doveva fare qualcosa.
Tentando di controllare i tremiti, colpì bruscamente la pergamena con la punta della bacchetta. Filamenti d’inchiostro gli comparvero davanti, delineando una lista di nomi: “Augustus Rookwood, Corban—”.
Ora, se solo avesse trovato un modo per raggiungere la voliera col favore delle tenebre…
La gravità di ciò che stava per fare lo colpì come uno schiaffo; tese il braccio verso il camino, pronto a gettare la pergamena tra le fiamme. Era impazzito?
Inspirando ed espirando lentamente, chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. No, non era quella, la soluzione.
Ritrasse il braccio e toccò la pergamena con la punta della bacchetta, mormorando a denti stretti per non farsi sentire.
L’inchiostro svanì come se non fosse mai esistito.

[499 parole]










.:~*~:.

Chiedo venia per le descrizioni inquietanti ma preferisco non censurarmi nella composizione di una scena, quand’è necessario.
Dunque! La psiche provata di Malfoy finalmente capitola durante il suo settimo anno ad Hogwarts. Silente è morto e la presenza di Voldemort diventa sempre più soffocante. Sono certa che, da quando casa sua è diventata un avamposto per i Magiamorte, Draco abbia assistito a scene orride che hanno aggravato la sua crisi interiore.
Per descrivere l’incubo, sono andata alla ricerca dei vari significati simbolici assegnati alla luna, da sempre depositaria di follia, mistero, passività e quant’altro. Tra gli astri, credo che ciò che rappresenti sia molto vicino alla personalità di Draco. In particolare, dato che le ho inserite nella flash, la falce di luna calante è simbolo d’introspezione, di raccoglimento mentre la luna nera rappresenta un nuovo inizio, oltre alle componenti più oscure e inquietanti della nostra personalità. Quelle che bisogna affrontare e distruggere prima che riescano ad avere la meglio su di noi; in questo caso, si tratta della creatura rigurgitata da Draco. Il suo aspetto indefinito è un richiamo a quell’essere misterioso che Harry trova sotto una panchina quando viene quasi ucciso da Voldemort.
Per quanto riguarda il titolo, uno dei significati della parola “auguria” è: “presagio”.
Ah, e l’incantesimo non verbale che Draco usa per scrivere la lista di Mangiamorte (il mini elemento what-if di questa storia), l’ho preso da una scena del quinto libro, in cui la Umbridge lo usa per scrivere sulla lavagna. ˙ᘧ ͜ ˙

See ya,

Shadow Eyes
  
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