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Autore: LaMacchiaNera    12/02/2019    1 recensioni
Pandòria, la città degli USA dove ogni anno registra il più alto tasso di eventi paranormali al mondo e dove, sempre secondo le dicerie, governi, servizi segreti, organizzazioni criminali, Illuminati e misteriosi culti esoterici si danno battaglia nell'ombra per assumerne il controllo.
Ma cosa desta così tanto interesse in questa città? Quali segreti nasconde? Chi si cela dietro agli intrighi per cui Pandòria è diventata famosa? Qual è il suo scopo ultimo?
Sette abitanti della città molto diversi tra loro si impegneranno a svelarne i segreti e a portarne alla luce le verità sepolte, intraprendendo un percorso di maturazione che li renderà in grado di compiere il destino per cui sono nati.
Si tratta di un ciclo di racconti per la maggior parte autoconclusivi ma con elementi comuni che andranno a alimentare la trama orizzontale dell'opera. Saranno pubblicati stagionalmente, perciò rimanete sintonizzati!
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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1x07 - La Maledizione più Terribile




Esiste una maledizione così terribile che nessuno ne parla, persino i sacerdoti e gli esperti di esoterismo migliori la temono e sperano di non averci mai a che fare nella loro vita, anche a costo di negare la verità a loro stessi e agli altri perché così potente che ancora oggi non si è trovato un rito cristiano o delle formule magiche abbastanza potenti da spezzarla.

L'unica cosa che può salvare il soggetto colpito è la sua sola volontà di uscirne ma il problema è che spesso il maledetto non se ne accorge e gli effetti della macumba posso protrarsi per anni, logorando il soggetto dall'interno e spiegare per filo e per segno ad una persona colpita la sua condizione non basta; uno degli effetti dell'incantesimo è proprio quello di far credere a chi ne è colpito di star bene e reagendo con frasi tipo:-"Ma no, è solo una tua impressione" "Ma non dire assurdità, le maledizioni non esistono" e più il tempo passa, più sarà propenso a negare e meno forza di volontà avrà per reagire. Questo effetto secondario però non si limita a manifestarsi sulla vittima, ma, proprio come per una malattia contagierà anche le persone vicine rendendo ancora più difficile contrastare questa terribile piaga, rendendo il numero di persone colpite in crescita quasi esponenziale.

Non sappiamo chi sia stato a scoprire per primo le parole da usare per lanciare questo osceno incantesimo ma tutt'oggi siamo quasi certi che non esistono persone che possono lanciarla o che ne conoscono le formule da pronunciare, e la teoria più accreditata sulla sua origine è che più persone, secoli e secoli fa, abbiano deciso di provare a usarla in modo estremamente sconsiderato. La maledizione, però, era così potente che non ha colpito solo lui ma anche tutte le persone nel raggio di diversi chilometri e che non si sia conclusa con la loro morte ma si sia tramandata di generazione in generazione fino ad arrivare ai giorni nostri e ancora oggi, ogni giorno, migliaia di persone nel mondo vivono senza sapere della condizione che li opprime.

Agisce così: quando il maledetto nasce, non sembra avere nulla che non vada, anzi, in quel momento si può ancora dire che è libero dalla maledizione. A giocare un ruolo fondamentale nell'attivazione del maleficio è l'interagire con persone che possiedono l'anatema come lui. Queste sotto l'influsso malefico inizieranno a compiere involontariamente determinati gesti e pronunciare parole che faranno si che la maledizione nel bambino si manifesti e da quel momento il tracollo ha inizio.

Al primo stadio, il malocchio rende pessimista chi ne è affetto rendendogli quasi impossibile vedere il lato positivo di ogni cosa, di conseguenza il soggetto diventerà depresso, apatico e incapace di essere felice ma questo è solo il principio perché al secondo stadio, l'energia negativa andata ad accumularsi distruggerà le speranze per il futuro portando il soggetto a non credere più in nulla e al fare scelte che gli causeranno solo altra infelicità, spesso consigliategli da altre persone maledette. Viene a questo punto il terzo stadio, forse quello più curioso perché, se nel secondo si basava sul togliere speranze, ora la maledizione gliene lascerà un po' e il soggetto, intravedendo questo barlume di luce, deciderà di combattere per essa, non sapendo che in realtà farà solamente il suo gioco perché con il 2° stadio il malocchio gli ha spianato la strada che voleva percorresse e così facendo sprona l'infetto a percorrerla senza che si renda conto di essere entrato in un tunnel senza fine che lo porterà a un lungo e inesorabile logorio mentale che porterà chi ne è affetto, con il quarto stadio, a diventare cinico, anaffettivo, sempre arrabbiato o triste, e a trascurare gli altri e se stesso. E infine il quinto stadio, quello finale, una volta che la maledizione avrà consumato il soggetto su più piani passerà a quello fisico, manifestandosi come una vera e propria malattia simile a quelle causate da un accumulo di stress e portando nella maggior parte dei casi alla morte.

Dopo anni di prigionia, però, posso finalmente dire di stare cominciando a spezzarla; ma lasciate che vi racconti la mia storia in modo che possiate comprendere meglio di cosa parlo: mi chiamo Andrew Goldenapple, ho sempre amato la meccanica e la robotica e fin da bambino sognavo di diventare ingegnere e lavorare per la Anderson Robotics, che nonostante le piccole dimensioni è da sempre una delle compagnie più all’avanguardia del settore. A 18 anni, ottenni il diploma in elettrotecnica, iniziai a frequentare l’università ma gli esami erano troppo difficili e a metà del percorso abbandonai e andai a lavorare per una piccola azienda che produce aspirapolveri. Mi trovavo bene, al punto che in più di una occasione mi sono chiesto per quale ragione volessi provare a lavorare per la Anderson, che assurdità.

Le mie giornate si svolgevano così: sveglia alle 6 del mattino, colazione con caffè. Alle 6:30 prendevo il treno che faceva la tratta Pandòria-Boston su cui incontravo spesso una signora anziana sulla sessantina che indossava una gonna verde marcio e un maglione rosso fuoco che mi salutava e ricambiavo, più per gentilezza che per un vero motivo, dato che prima di allora non l'avevo mai vista. Arrivava in stazione alle 7 e 30 circa e io avevo tempo sufficiente per attraversare Boston e arrivare in ufficio entro le 8 in punto. Lavoravo fino a mezzogiorno, ora in cui c’era la pausa pranzo e chiacchieravo con i miei colleghi spesso della partita di baseball che c’era stata il giorno prima, poi si torna al lavoro. Alle 17 la giornata lavorativa si concluse e dovevo correre per non perdere il treno delle 17:15. In compenso però Pandòria era il capolinea e non c’era molta gente a differenza dell’andata. Rientravo a casa alle 18:30, cenavo in solitudine e facevo un po’ di zapping in TV, per poi andare a dormire alle 22.

Andò avanti così per circa un anno, e mi resi conto che avrei voluto rimanere in casa tutto il giorno e non fare nulla perché tanto a cosa serviva? Sarei andato a quella schifosa compagnia per quel giorno, quello successivo, quello dopo e così per sempre, ma poi tornai in me, dovevo lavorare e continuai a farlo anche se di malavoglia. Poi un giorno, mentre uscivo dal lavoro, mi accorsi che non volevo prendere il treno delle 5 e un quarto. Non perché non volevo correre o altro, solo, non volevo prendere quel treno. Così decisi di assecondare quella assurda richiesta del mio cervello e presi la corsa dopo. Non cambiò nulla a parte il fatto che tornai a casa con quasi un’ora di ritardo rispetto al solito. Quella notte riflettei sulla stranezza ma non gli diedi molto peso.

Ricordo che la mattina dopo bevvi forzatamente il mio solito caffè, sentivo che stavo cominciando ad odiarla quella bevanda ma non sapevo che altro bere. Poi sul treno una voce femminile “Ciao!” “Oh, ciao!” ancora la solita signora anziana che mi saluta ma che non conosco per poi andarsene, ma che diavolo vuole da me! Il resto del giorno tutto normale. La mattina dopo mi accorsi di essermi addormentato sul divano con la TV ancora accesa e la tavola ancora apparecchiata dalla sera precedente, ma come? E mi accorsi che mi ero dimenticato, la mia mente lo aveva completamente rimosso! Cominciai a pensare che avevo un problema ma subito dopo inizia a negare, insomma, una volta può capitare no?

E poi avevo dei problemi molto più urgenti come cercare di capire cosa fare per poter superare questo periodo nero, riflettei e giunsi alla conclusione che era un problema di denaro e che sicuramente impegnandomi di più al lavoro lo avrei risolto. Il giorno dopo aver preso questa decisione fui subito più sollevato e affrontai la giornata con uno spirito diverso, tant'è che per tutto il mese feci gli straordinari e riuscì a trasmettere positività a tutti i miei colleghi che ora mi guardavano con occhi diversi. Anche le mie voglie assurde cessarono. Finalmente ero felice. Tutto questo fino al giorno di paga. Ricevetti più soldi, ma non quanti me ne sarei aspettati, ne rimasi molto deluso, ma non mi scoraggiai e nei mesi successivi mi impegnai ancora di più ma la paga non arrivava mai a quanto desideravo e con il tempo l'eccitazione iniziale sparì lasciando spazio a trascuratezza, rabbia e apatia.

Ero arrabbiato con me stesso e il mondo che per tutto il tempo dovetti trattenermi dal dire in faccia quello che pensavo alle altre persone, cioè, alla signora che doveva smetterla di salutare gente che non conosceva. Al mio capo che volevo la smettesse di prendermi in giro con la storia che presto mi avrebbe promosso e ai miei colleghi di parlare di altro dato che al mondo ci sono una miria di altre cose oltre al baseball! Inutile aggiungerlo, le mie voglie assurde sono tornate più forti di prima una volta, addirittura, non volevo tornare a casa la sera ma starmene tutta la notte sul treno e tornare al lavoro domani!

Con il passare del tempo mi ammalai, avevo sempre dolori articolari, tosse secca e febbre. In più avevo capito che con quell'ammontare di denaro mensile non avrei mai raggiunto i miei obiettivi e mi rassegnai alla mia solita routine. Era come vedere una profezia avverarsi, sapevo già quello che sarebbe successo e io non potevo fare altro che lasciare che la vita lo facesse.

Arrivò un giorno in cui volli parlare a quella signora che mi salutava sempre in treno, non era una mia strana voglia, era una decisione che avevo preso io con la mia testa. Aspettai quel momento della mia routine e la donna arrivò.
A.:-"Ciao, scusa posso sapere per quale motivo mi saluta tutti i giorni?"
D.:-"Veramente ti ho salutato solo una volta in tutta la mia vita, eccetto questa, forse!"
A.:-"Ma come? E' da quando ho iniziato a prendere questo treno che ci salutiamo?!"
D.:-"Si, ma un'azione che si ripete sempre uguale non è come se alla fine la avessi fatta una volta sola nella vita?"
A.:-"Ehm... Sinceramente credo di no, ma volevo chiederle una cosa!"
Le raccontai gli ultimi accadimenti della mia vita e poi chiesi:
A.:-"Perché ho queste strane voglie che mi rendono sempre insoddisfatto? Ormai tutto questo sta diventando una maledizione!"
D.:-"Non hai mai pensato che la tua vita sia stata colpita dalla maledizione e che questi desideri di scappare siano la cura?"
Rimasi un po' inebetito.
D.:-"Scommetto che tu ogni giorno ti alzi sempre alla stessa ora, fai colazione sempre con la stessa bevanda, e dopo aver preso questa corsa vai al lavoro, durante le pause pranzo chiacchieri con i tuoi colleghi sempre delle solite cose, poi torni a casa, ceni, guardi la cosa più decente che danno alla tv e poi vai a dormire; o sbaglio?"
A.:-"Si, ma..."
D.:-"Andrew, se ci siamo incontrati c'è un motivo e il motivo è che non sai dove vuoi che la strada della vita ti porti, o meglio sai dove vuoi andare ma ti sei smarrito e allora continui a girare in tondo nel tentativo di ritrovarla!"
A.:-"Si, ma che importanza ha se alla fine non la ritrovo!"
D.:-"Vedi quello che stai vivendo oggi è un giorno. 30 di questi giorni formano un mese. 12 mesi formano un anno e 80 anni formano una vita! Quindi tu è come se rivivessi ogni giorno la stessa vita!"..."Andrew Goldenapple trova qualcosa da fare che ti appassioni, che ti sembra di essere nato per farlo, che è utile al mondo e anche retribuito. Non sarà facile, fallirai molte volte, spesso troverai passioni a cui mancherà solo una di queste caratteristiche ma non devi demordere o a 80 anni l'unica cosa che sarai in grado di fare sarà illuderti di aver vissuto veramente! Detto questo..."
Abbozzò un inchino.
D.:-"Spero di esserti stata d'aiuto e a presto!"
Il treno arrivò in quel momento ad una fermata intermedia e scese. Io invece rimasi seduto al mio posto a riflettere. Ogni giorno. Sveglia, caffè, treno, lavoro, pausa pranzo di nuovo lavoro, casa e qualcosa in  TV.

E tu, a che punto sei della tua routine? Hai idea di quante volte l'hai ripetuta?
   
 
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