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Autore: Leatessa    13/02/2019    2 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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CAPITOLO OTTO
 
Lily prima di lasciare Hoqwarts aveva stilato una scaletta con tutti i programmi per le vacanze di Natale. Aveva dei piani lei, anzi, avevano dei pani loro.
Purtroppo però il destino ha sempre qualcosa in serbo. Quel Natale, per quanto Lily fosse contrariata, era stato molto generoso con il clan Potter-Weasley.

La nascita di Florence Apolline Lupin aveva finalmente riunito la famiglia ad un unico tavolo. Dopo più di due anni la Tana era tornata ad essere quel luogo confortevole che i Weasley avevano costruito con innumerevoli sforzi, tanti sacrifici e indubbiamente molto amore.
Florence era un essere minuscolo, pensava Teddy mentre la cullava tra le braccia, sperando che non si svegliasse con tutta quella caciara. Era una bambina bellissima, con le sue stesse capacità di metamorfomago. Alla nascita Audrey aveva affermato fosse rossa, marchio made in Weasley. In quel momento, mentre la poggiava nel portanfan, quei pochi peletti che si ritrovava sulla testolina erano di uno sconvolgente biondo platino, proprio come la madre.

Teddy lasciò nonna Molly alla cura della neonata e con passo spedito si diresse verso il suo padrino. Per come la vedeva lui il ministero non era un posto sicuro. Ora che Harry era stato eletto Primo Ministro molte incongruenze iniziavano a venire a galla. Forse avevano una pista. Solo una settimana prima lui e la sua squadra, composta da Molly, Louise e due uomini anziani, prossimi alla pensione che non erano riusciti a far carriera, erano risaliti ad una donna: Leta AplleWhite. Peccato che questa donna non si trovasse da nessuna parte. Il suo appartamento aveva fatto pensare a Teddy che quella donna centrasse con la sparizione dei bambini. Su un’intera parete centinaia di fotografie di bambini illuminavano la stanza. E nemmeno la metà di quei bambini erano vivi. Quella donna era di sicuro un’assassina. “Harry, hai letto la documentazione che ti ho mandato?”.

Harry aveva letto e come la documentazione e con lui Hermione. Avrebbe veramente voluto che ci fosse anche lei alla tana, sarebbe riuscita a spiegare la conclusione a cui erano arrivati molto meglio di lui. “Abbiamo ipotizzato…” tutta la famiglia ora ascoltava lui. Quelle informazioni erano assolutamente riservate ma, si era reso conto che chiunque ci fosse dietro quella storia aveva esteso una ragnatela infinita per tutta la Gran Bretagna se non oltre. Per questo motivo Harry credeva bene che informare la sua numerosa famiglia avesse solo potuto aiutarlo in questa situazione. “…con Hermione che tutto ciò, tutti questi rapimenti, siano frutto di un piano che è in atto da diversi anni.” Silenzio.

“Molti dei bambini nelle foto risultano morti nel periodo della seconda guerra magica, anche bambini purosangue. Ed è al quanto strano non credi?”. Bisognava venire a capo della faccenda, il più presto possibile. “Con Hermione abbiamo anche notato la presenza di un intervallo di tempo, tra la fine della guerra fino a cinque-sei anni fa, ciò vuol dire che esiste un arco di tempo in cui nessun bambino è stato rapito. Per questo motivo non risultano denunce al ministero. Per di più i primi casi di rapimento erano sporadici, tre quattro l’anno e i bambini non venivano restituiti, ora nel giro di una settimana li ritroviamo nei pressi delle loro case…”
“Senza Magia!” Completò suo nipote Louise per lui. “Harry, i bambini morti fin ora sono stati usati come cavie. Per distruggere la magia?” Teddy era senza parole. Quello che stava accadendo era un grande schifo. La magia faceva parte di loro. Come poteva qualcuno decidere per loro? Come era possibile che la magia venisse risucchiata dai corpi di quei bambini?
“Se fossero i babbani? Forse ci hanno scoperto e siamo in aperta caccia alle streghe.”

“Potrebbe essere un gruppo di estremisti, magari dei maganò arrabbiati con il mondo magico per le poche possibilità che ha da offrirgli!”
Qualsiasi cosa fosse, avrebbero dovuta risolverla in fretta o il mondo magico avrebbe perso un’intera generazione. “Teddy, tu e la tua squadra siete formalmente in congedo. Alla fine delle vacanze insieme a Franz andrete in missione nel continente, farete riferimento a me e ad Hermione. A nessun altro, ci siamo capiti?!”. Bisognava scoprire in fretta se nel resto dell’Europa stava capitando la stessa cosa. I giornali non ne parlavano e alle riunioni Harry non aveva sentito parlare di sparizioni da nessun capo di stato. Ma non parlarne non voleva dire che non stesse accadendo nulla.          “E per quella donna? Credi sia andata via dall’Inghilterra?”
“Sarà un’altra squadra ad occuparsi della donna. Mi spiace ma vi tocca un lavoro più sporco!”. Harry, in quel preciso momento pensò a Silente. Era nato così l’ordine della Fenice? Con Silente che mandava in missione per lui amici fidati? Harry sperava di cuore che non si arrivasse ad una guerra per Merlino solo sapeva cosa, ma quel clima uggioso che da mesi lo perseguitava, gli dava come l’impressione che il peggio dovesse ancora capitare. Mandare Ted all’estero, come Silente aveva mandato Hagrid a parlamentare con i giganti, era il primo segno di declino della loro società. Fortunatamente era il ministro della Magia e, come tale avrebbe evitato gli sbagli del passato.

 
***

Lily aveva prestato sufficiente attenzione alle parole di suo padre quel pomeriggio per capire che la situazione non era delle più floride. La villa in campagna dove da anni vivevano Teddy e Vicky era stata munita delle migliori protezioni a sentire Lucy e per di più, suo padre aveva insistito per rendere Grimmal Place inespugnabile. Il luogo più sicuro di Inghilterra in poche parole. Per quanto la faccenda la preoccupasse, lei, sua cugina Rose e Sophia Zabini, di buona lena erano dirette a casa di Lucas. Albus e Malfoy si erano rifiutati di accompagnarle, peggio per loro.

Sophia si era ritrovata lì per pura casualità del fato. Di tutta quella storia non sapeva nulla fino a poche ore prima. Nessuno dei suoi amici si era preso la briga di informarla, poco male, si disse: di finire in punizione perché quella combriccola di matti non riusciva a tenere fuori il naso dagli affari altrui non era una faccenda che la riguardava.
Così, in compagnia della sua migliore amica e di una Lily Potter sopra eccitata, si stava dirigendo a casa di un babbano. Che Salazar la salvasse, cosa le era passato per la testa? Tutta quella storia la intrigava, i risultati delle analisi condotte da Lily e Rose erano sorprendenti. Possibile che il casato dei Black non fosse estinto? Che ci fosse un babbano discendente da quella famiglia? Secondo Lily sì e, lei stava andando a conoscerlo.

La casa di Lucas era proprio come la ricordava: fatiscente ma confortevole. Pensò Lily una volta arrivate a destinazione.

Quando Lucas intravide Lily dalla finestra quasi non ci credette. Quella ragazzina non faceva altro che rinviare i loro appuntamenti da mesi. A pensarci bene si erano visti si e no due volte e pure una strana sensazione, quando pensava a lei, lo coglieva di sorpresa. Quella ragazzina l’aveva stregato. Non riusciva a togliersela dalla testa. Con Lily c’erano altre due ragazze. Una non l’aveva mai vista: alta, pelle color caramello e occhi terribilmente limpidi; l’altra era la cugina di Lily, la tipa antipatica.
“Sei riuscita a passare per un saluto!” Fu la prima cosa che disse dopo averle fatte accomodare in casa. Aveva cercato di dare una parvenza di ordine. Non c’era riuscito un granché bene! “Sono stata impegnata. Lei è Sophia e lei, mia cugina Rose!”. Le tre ragazze si accomodarono innanzi al camino, spento, e con occhio clinico si porsero una strana domanda, almeno era quello che pensava Lucas non capendo quel giro di sguardi che era appena avvenuto.

“Piacere mio. Siete tutte compagne di collegio?” Chiese per smorzare la situazione che gli sembrava più tosto tesa. Perché Lily si era portata quelle due ragazze al seguito? “Si, le nostre famiglie frequentano il collegio da generazioni!” gli rispose Rose, la cugina antipatica di Lily. “Siamo qui per un altro motivo comunque!” Lucas, non capì bene a cosa si riferisse la ragazza. Lily sembrava sul punto di esplodere, per l’impazienza?! “Subito al sodo tu” disse, di fatti, alla cugina.
“Perché potarla per le lunghe? Non abbiamo tutta la serata!” le due cugine, a detta di Lucas non se la intendevano un gran che bene. La terza ragazza non aveva detto una parola. Seduta sulla poltrona, sembrava più terrorizzata che altro. Che non fosse mai entrata in una casa di un povero mortale? Poteva anche essere per come la vedeva lui. Quelle tre erano schifosamente ricche. Punto. Per quale motivo, stavano spendendo il loro tempo con lui? “Vi ascolto, allora.” Tanto valeva scoprirlo.

Lily lasciò la parola a Rose. Non perché non volesse essere lei a spiegare la faccenda ma, perché Rose per quanta puzza sotto il naso avesse, era la più diplomatica delle tre e questo faceva si, che Merlino l’ascoltasse, riuscisse in modo semplice a spiegare quello che avevano scoperto.
“Vorrei iniziare con il porti una domanda, posso sperare in una risposta più che veritiera?” Lucas non sapeva bene come sarebbe andata a parare, la situazione era diventata di colpo seria. Troppo seria. “Farò il possibile!” rispose ghignando. Tanto valeva cercare di smorzare la tensione. Di nuovo.
“Un tuo antenato, ci interessa il suo nome. Sei per caso imparentato con un certo Marius Black?” Rose, Lily e Sophia sapevano già la risposta. Ovviamente.
“State per caso facendo una ricerca sul mio albero genealogico?”
“Lucas, su rispondi …” Erano le prime parole che Lily gli rivolgeva. Era seria. Tutti loro erano incredibilmente seri in quel momento. “Si, mio padre si chiama Marius come suo nonno, in realtà pare lui non volesse che gli venisse dato questo nome, ma mio nonno non volle sentire ragioni. Marius non è poi un nome tanto male, comunque! Poteva andargli peggio e chiamarsi Orione o che so io …” Lucas, si rese conto, che per il nervosismo, aveva iniziato a parlare a vanvera. Decise di fermarsi, prima di fare la figura dello stupido. Non che non lo si sentisse già.

“Lily ha fatto una ricerca” Iniziò Rose. Da qualche parte doveva iniziare. Non avevano parlato a nessuna della famiglia della loro scoperta. Se qualcosa fosse andato storto, se Lucas ne fosse rimasto scioccato o avesse iniziato a darle delle matte o peggio ancora se avesse voluto una prova sull’esistenza della magia, avrebbero infranto centinai di leggi. Tra cui la legge di segretezza. Benissimo. “Su di me? Volevi essere certa che non fossi un criminale prima di chiedermi di uscire?” Cercò di sdrammatizzare il ragazzo che in quel momento sedeva dinnanzi a lei. Sua cugina arrossì e Rose dovette ammettere a se stessa che Lucas fosse davvero un bel ragazzo. Eccessivamente bello. 
“Dopo averti incontrato questa estate, Lily ha avuto la netta sensazione che tu fossi imparentato con una famiglia di nostra conoscenza…” Aspettò due minuti prima di riprendere, Lucas finalmente taceva, aveva smesso con le sue battutine smorza tensione e forse le stava prestando ascolto. Finalmente o tutta quella tiritera l’avrebbe fatta scoppiare.

Lucas osservò tutte e tre sperando che Rose ricominciasse a parlare. Cosa avevano scoperto sulla sua famiglia in così poco tempo? Lui era da anni che cercava informazioni su di essa. Precisamente da quel lontano pomeriggio di dieci anni prima.
“Abbiamo senza chiedere il tuo permesso, per questo scusaci, analizzato il tuo DNA, comparandolo con quello di due nostri coetanei, discendenti dalla famiglia Black, il riscontro è stato positivo.” Rose cessò di nuovo di parlare. Doveva dire qualcosa. Merlino Santissimo.
“Avete trovato dei miei parenti? Vivi?”. Lucas voleva sapere di più di tutta quella storia. Molto di più. Com’era possibile che ci fossero dei suoi parenti ancora in vita? Suo padre e suo nonno erano figli unici. E non aveva mai sentito parlare di cugini o zii. L’unica persona che forse, poteva essere ancora in vita era sua sorella. Ma lei, la sua sorellina era stata rapita dieci anni prima. E non era mai stata ritrovata per quanto Scotland Yard si fosse impegnata nelle ricerche. “Non è possibile, non c’è nessuno della mia famiglia ancora in vita, solo io, solo…”.

“Ascolta, è complicato. Marius Black, fu diseredato dalla sua famiglia. O abbandonato, questo non lo sappiamo neanche noi. Non siamo riuscite a trovare informazioni su di lui, ad esclusione della data di nascita. Marius aveva un fratello e due sorelle e una moltitudine di parenti. La famiglia Black era una famiglia importante nella nostra comunità perfino io sono imparentata con te, pensandoci bene, molto alla lontana comunque …”. Rose sperava vivamente che fosse riuscita a far interessare Lucas all’argomento. Che le credesse o avrebbero solo perso tempo.

“Che tipo di comunità? Religiosa? Siete una di quelle famiglie dove si vive tutti insieme e si procrea senza pensarci due volte?” Sophia dovette ammettere che quel Lucas non si era poi tanto discostato dalla verità. Sorrise, osservando le due rosse un po’ accigliate per quell’ultima affermazione.
“No, niente del genere. Lucas vorremmo mostrarti qualcosa sempre che tu non stia pensando che siamo completamente matte. Vorremmo anche fare delle altre analisi. Nostra zia lavora in ospedale, potremmo parlarne con lei …”
Lucas Black accettò la proposta. Voleva veramente saperne di più su tutta quella storia. Così si diedero appuntamento per il giorno dopo, a casa di Lily. Lucas voleva scoprire un sacco di cose. Chi era? Chi aveva preso sua sorella? E soprattutto voleva scoprire qualcosa su quella malattia… forse aver incontrato Lily quel giorno era stato un dono del destino. Il Karma. Non si sarebbe fatto scappare questa possibilità.
 
***

James e Dominique stavano passeggiando tranquillamente per le vie di Diagon Alley. Vicky li aveva mandati a comprare degli infusi di erbe da somministrare alla piccola, causa colichette che non riuscivano a farla riposare tranquillamente.
In quegli ultimi mesi James aveva passato parecchio tempo con la cugina. Quando usciva dall’accademia Auror, stanco morto, la rintracciava e lei non si era mai rifiutata si passare del tempo con lui. Capitava che andassero a cena fuori o che si fermassero a casa degli zii a giocare a spara schiocco. Nulla di compromettente. James aveva la sensazione che fossero perennemente controllati. Da tutti.

Nicky, aveva deciso di restare. Con l’aiuto di Lucy che aveva quasi finito i lavori a Grimmauld Place, aveva trovato e acquistato, con l’aiuto dei genitori, una villetta a Diagon Alley. Due piani di casa, molto piccola in realtà ma, per quello che aveva in mente di fare sarebbe andata più che bene. Lucy le aveva promesso che appena avesse avuto tempo l’avrebbe aiutata nel progetto, avrebbe solo dovuto aspettare un altro po’.
Era grata a Lucy. Erano sempre andare molto d’accordo, entrambe smistate a Rawenclaw, avevano condiviso diversi momenti nella loro sala comune; avevano giocato insieme a quiddicht questo almeno finché non fu costretta ad abbandonare la scuola. Anche distanti, le scriveva spesso, all’insaputa di James. Amava la sua indiscrezione per questo era stata la sua confidente in tutti quegli anni. La sua confidente su James. Proprio per questo, in quel momento, mentre stava lì, a pochi passi da James non riusciva a non pensare a ciò che la cugina le aveva detto.

“James tutto bene? Sei parecchio silenzioso!” prese parola, giusto per smorzare il silenzioso imbarazzante che si era venuto a creare. James, da quando Tessa era andata via, era silenzioso e tendeva ad isolarsi. Anche quando era andata via lei, si era comportato nello stesso modo? Era il suo modo di gridare aiuto per l’ennesima delusione? “Potrebbe andare meglio. Sai Tes mi ha scritto una lettera, è arrivata l’altro giorno. Non sono riuscito a leggerla!” si confidò con la cugina.
“Vuoi che te la legga io?” Non sapeva nemmeno lei perché si stesse mettendo in quella situazione. Voleva un gran bene a James, ma non riusciva proprio a perdonare Tessa. Sentiva di provare un profondo odio per quella che un tempo era stata la sua migliore amica. Se dopo la morta di Alberiga aveva pensato che avrebbero potuto sistemare le cose, si era sbagliata di grosso. Tessa era sparita. Merlino solo sapeva dove. Forse avrebbe avuto una risposta leggendo la lettera che James le stava porgendo.

 
Ciao James
Come stai? Come te la stai passando in quest’inverno? Come ti trovi all’accademia? Sono riuscita a
rintracciare la gazzetta del profeta sono stati molto duri con te. So quanto sei bravo e credo sia colpa
mia se tu non sei riuscito a dare il massimo. Scusami.
Ho letto anche della nascita di Florence, auguri e della carica a Ministro di Harry, è stato un anno di
eventi per la famiglia Potter. Beh si sa da voi ci si diverte sempre.

Io sto abbastanza bene, sono stata in Russia e poi in Italia, ho provato a cercare mio padre ma
dopo averlo trovato sono solo riuscita a guardarlo da lontano. Non sono abbastanza forte.
Se lo fossi stata, una donna forte, non sarei qui a scriverti questa lettera. Sarei lì con te.

Ho trovato un posto, una specie di scuola, sto imparando delle cose. Credo proprio che mi aiuterà a
migliorarmi stare qui per un po’. Ci sono tante persone speciali.

Beh questo James, non ho molto altro da dire. Manchi.
Con affetto Tessa.
 
Dominique finì di leggere la lettera. Fissò James. A lungo. “Dopo tutti questi mesi, ha scritto solo questo? Non c’è nient’altro??”. Anche Dominique si aspettava qualcosa di più, una lettera corposa, sui suoi spostamenti, un indirizzo, un indizio per poterla trovare. Nulla. Non aveva scritto nulla. Tessa continuava ad innervosirla sempre più. Come poteva trattare così James? Poteva trattarlo così dopo averglielo rubato sotto il naso? Erano mai state amiche? Erano mai stati amici lei e James?
“Di poche parole, ammettiamolo! James, non tarlarti troppo. Se né andata. Chiusa la faccenda. Ti accompagno a casa su.”
Si smaterializzo con James al seguito e lo mollò lì, davanti alla porta di casa. Non sapeva cosa dirgli. Era la persona più sbagliata con la quale confidarsi. Non era pronta a sentire le pene d’amore di James. Non lo sarebbe mai stata.

 
***

Rinchiusa in quella torre non si dava pace. Era ad un passo dallo scoprire la verità. Era stata così sciocca da farsi catturare? Dove l’avevano portata? Chi erano in realtà? Com’era potuto succedere. Doveva scappare. Dov’era la sua bacchetta? Dov’era la luce? Era viva?

“Acqua” aveva sete. Un’incredibile sete. “Acqua, per favore!” non ottenne nessuna risposta.

Erano passate ore? Giorni? Era ancora in Italia? Sete? Doveva scappare. Recuperare le forse. Trovare un modo.

“Smettila di agitarti! Non uscirai mai da qui!” la voce di una donna. Una donna che parlava la sua lingua. L’avevano riportata in Inghilterra? “Chi sei? Dove sono? Liberatemi?”

“Non credo tu abbia capito la situazione in cui ti sia cacciata.” Le rispose la donna. Aveva le lacrime agli occhi. Non sarebbe mai uscita viva da lì. Quanto era stata sciocca. “Voglio sapere chi siete!” avrebbe dovuto arrendersi?

“Non sentirai altro che me, fino alla fine dei tuoi giorni.”
Non aveva via di scampo. Era lì da sola. Con una voce. Per sempre. 
   
 
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