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Autore: Stephen97    13/02/2019    2 recensioni
Questa storia è composta da una poesia e da quattro dialoghi tra quattro muse che personificano le stagioni
Genere: Malinconico, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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un altro bicchiere è quasi vuoto, ancora una volta provo ad annegare questo dolore.
Il fuoco di un camino è l'unica cosa che mi riscalda ma per quanto queste fiamme tendono le loro mani verso il mio cuore di me, il mio cuore rimane freddo come il vento gelido che batte contro la mia finestra, ad un tratto un'ombra  appare alle mie spalle, non voglio vedere di chi sia, tutto ciò che voglio è perdermi nella tiepida atmosfera di questa stanza ma ben presto quelle mani escono dall'ombra e sono su di me.
Una voce melanconica lentamente comincia il suo canto

MUSA: gioisci figlio mio, perché ti porto in dono l'anima dei poeti che prima di te e come te vissero nel dolore, lo stesso che tutto accoglie tra le sue lunghe mani e da esso fa nascere parole che incantano e affascinano coloro che non hanno preso.
Chi finisce in questo divino dolore grida con quanto fiato ha in corpo una richiesta d'aiuto e cerca in ogni modo un modo per sfuggirne ma quelle grigie parole, sono una gioia per chi non capisce i sentimenti di colui che soffre ed ogni strada è chiusa.
Come il pellicano che di ritorno da un lungo viaggio per poter sfamare i suoi figli i quali alla ricerca del pasto si gettano famelici nella sua bocca e accidentalmente  finiscono col ferirlo gravemente ma egli trova sempre la forza per tornare a volare ed una volta nel cielo, vede quanto è vasto il mondo,quante sono le meraviglie le sensazioni che nasconde da lassù ma la prole chiama ed egli è costretto ad abbandonare quei fantastici luoghi e tornare giù.
Tu sei come lui doni le tue parole e le tue sofferenze e chi le ascolta aggiunge ancor più dolore con il quale trovare altre parole...
Per quanto ancora dovrai farti sbranare da ciò che tieni dentro?
Per quante volte ti rialzerai prima di capire  che non c'è uscita.
  e accarezzando il mio volto aggiunse:
MUSA:non ti rimane che accettare questa tristezza falla tua, cantane ancora, intrattieni coloro che non possono comprendere il tuo dolore e più in basso andrai più ti renderò celebre come ho fatto con altri prima di te 
IL PERSONAGGIO: stai pur certa che se potessi prendere  i miei sentimenti e farci una poesia sarebbe carta straccia e sarei il primo ad odiarla.          
   
 
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