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Autore: BrunaS    13/02/2019    1 recensioni
"Quando tutti furono stramazzati al suolo, Charlie uscì, stravolta, dal suo nascondiglio. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con il verde innaturale dei suoi occhi: “Beh, non ringraziarmi.”
Lei lo guardò attentamente. In teoria, sapeva cos’era quello che aveva appena visto ma non vi aveva mai assistito dal vivo prima di allora: “Tu sei… un vampiro?”
Lui le sorrise, ma di un sorriso che faceva paura."
Storia a più capitoli, romantica e a volte crudele, che si svolge nell'immaginaria cittadina americana di Inverary, dove vive una giovane cacciatrice di vampiri. La mitologia è originale ma, sicuramente, strizza l'occhio a tanti romanzi e serie tv sull'argomento. Buona lettura, a chi vorrà!
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Charlie non riusciva a credere a ciò che aveva letto nel diario. Avrebbe voluto tenere il segreto ma, alla prima occasione in cui lo incontrò allo studio di Pete, non riuscì a trattenersi dal confidarsi almeno con Jack.
L’unica frase che il vampiro riuscì a pronunciare fu: “Distruggi il diario, brucialo, seppelliscilo, qualsiasi cosa purché Blake non lo scopra!”
Malauguratamente, per uno strano scherzo del destino, Blake era abbastanza vicino per sentire distintamente che qualcosa non andava: “Che mi sono perso?”
Nessuno osò alzare gli occhi su di lui.
“Volete costringermi a leggervi nel pensiero?” disse Blake facendosi molto serio. Il silenzio che ne seguì sembrò eterno poi il vampiro afferrò la mano di Charlie e le strappò letteralmente l’anello dal dito, ma lei gridò: “Te lo dico, te lo dico!” Lui mollò la presa e la fissò dritta negli occhi con un fare minaccioso. Lei sospirò: “Ok, Blake… A casa dello zio di Ryan abbiamo trovato qualcosa… tra i cimeli di famiglia…”
Blake sembrò allarmarsi: “Riguarda me? Cosa c’è?” Guardò Jack che, però, rimase in silenzio.
Charlie continuò: “Hai tutto il diritto di saperlo... Isabel era la trisavola di Ryan… ma William non era il suo trisavolo… “
Jack abbassò lo sguardo, mentre Charlie tirava fuori dallo zaino il vecchio diario per mostrarlo a Blake: “Questo è il diario di Isabel…”
Il vampiro sussultò: “È davvero suo?”
“Sì e parla di te, anche di te… Del prima e… del dopo. Racconta anche di quando tu andasti a trovarla un anno dopo la tua sparizione…”
Blake scosse la testa, confuso, e Charlie riferì la spiegazione che lei si era data: “I ricordi le erano riaffiorati, probabilmente eri ancora troppo debole per soggiogarla del tutto e…” A quel punto la voce cominciò a tremarle: “Beh, tu non ti sei accorto… del bambino… Lei aveva partorito da poco, c’era una culla nella stanza… Ma quel bambino, il bisnonno di Ryan… non era di William…”
Charlie guardò Blake in attesa di una sua qualsiasi reazione. Lui aveva lo sguardo vitreo. Dopo qualche istante di smarrimento sussurrò solo: “Non è possibile…”
Charlie continuò: “Lei ne era sicura… Non aveva avuto rapporti con suo marito per molto tempo… lo fece solo quando si accorse di essere incinta… per sviare ogni sospetto. Quel bambino fu chiamato Blake…”
Ryan aggiunse piano: “Anche il secondo nome di mio nonno era Blake…”
Per la prima volta Blake apparve davvero sconvolto.
Charlie lo implorò: “Dì qualcosa…”
Lui ci pensò su poi chiese: “Cos’altro ha scritto… di me?”
“Beh… che eri una persona speciale… bello, sensuale…” disse Charlie cercando di sembrarne entusiasta ma lui la interruppe: “Ma non mi amava, vero?”
Lei si zittì. Non poteva dirgli che Isabel l’aveva amato perché nulla in quel diario faceva presagire nulla del genere. Blake comprese cosa significavano quei silenzi e, improvvisamente, ebbe un forte impeto di rabbia e, con gli occhi iniettati di sangue, prese a distruggere qualsiasi cosa fosse a portata di mano. “Blake! Sta’ calmo!” gridò Charlie mentre Jack cercava di afferrarlo per il braccio. Con un’espressione terribile il vampiro esclamò: “Voglio stare solo! Solo!” e lasciò la stanza in fretta e furia.
Gli altri restarono in silenzio, costernati. “È un brutto colpo per lui” commentò Pete. “Sapere solo ora di aver avuto un figlio… Anche se adesso è un vampiro dev’essere comunque un brutto colpo”.  Charlie era davvero affranta: la storia personale di Blake, già così contorta, aveva preso una piega ancora più dolorosa. Quasi si pentì di averne voluto sapere di più.
“Vado a cercarlo!” esclamò ad un tratto. Nessuno osò trattenerla.
 
Non dovette andare troppo lontano. Blake sedeva su una panchina del campus, con lo sguardo fisso davanti a sé e le sopracciglia aggrottate. Lei si sistemò al suo fianco. Non sapeva proprio cosa dire e, infatti, senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte, fu lui a parlare: “Devi smetterla di fare la dolce crocerossina, Charlie”.
Lei capiva che la sua aria sprezzante era solo una difesa e disse, più decisa che mai: ”Non riuscirai a ferirmi. Io da qui non me ne vado”.
Passarono interminabili minuti in totale silenzio poi lui si convinse a parlare: ”Io sento, in qualche modo, di aver dato la vita per lei… Non è esattamente così, lo so… Ma io sono morto per lei, giusto? E lei non mi ha mai amato… E ora vengo anche a sapere che avevo un figlio…” cercò di minimizzare ma tutto suonava orribilmente stonato: “Oh, ma che importanza ha? Eppure… Pensare che…” Ci pensò su poi chiese: “Quanti anni aveva quand’è morto?”
“Beh, secondo Ryan più di ottanta…”
Blake sorrise amaramente: “Ho avuto ottant’anni preziosi della mia maledetta eternità per conoscere mio figlio. L’ho lasciato invecchiare e morire senza neanche sapere della sua esistenza. Ho saputo di averlo perso, quando? Quasi un secolo dopo la sua morte… È così assurdo…”
“Mi dispiace…” disse Charlie sinceramente. Si rese conto di avere ancora il diario tra le mani:  “Vuoi leggere il diario di Isabel?”
Lui scosse la testa.
“Ryan però ha trovato una foto di Blake… se vuoi vederla…” sussurrò lei porgendogli un vecchio ritratto sbiadito. Blake non si mosse. Solo dopo qualche secondo girò gli occhi in direzione della foto, in bianco e nero, di un arzillo vecchietto dagli occhi chiari e lo sguardo malinconico. L’espressione di Blake cambiò completamente e per la prima volta il vampiro sembrò abbandonare qualsiasi difesa: “Oh Dio…“ balbettò prendendo la foto tra le mani. “Ha i miei occhi… Assomiglia a me, a come sarei stato se fossi…” a quelle parole Blake esitò e, per la prima volta da quando lo conosceva, a Charlie sembrò che i suoi occhi verdi si inumidissero. Poi finì la frase che aveva lasciato in sospeso: ”…Sopravvissuto”.
Charlie lo guardava e stentava a riconoscerlo. Aveva davanti un Blake completamente diverso: stravolto, con gli occhi lucidi e luminosi, incredibilmente triste. Le lacrime scesero silenziosamente sulle guance di lei che sperò che lui non se ne accorgesse. Ma Blake disse: “Non c’è bisogno di essere dispiaciuti, Charlie… non la voglio la tua pietà”.
Lei sbottò e gli diede un pugno sulla spalla: “Non è pietà, idiota! Sono solo… commossa!”
Lui finalmente sorrise: “Sei la classica donna da non portare al cinema”.
 
I giorni passarono e Charlie cercava di concentrarsi su altro. Cercava di non pensare a Blake. Voleva riappropriarsi di una dimensione normale. Era troppo difficile stare vicino a qualcuno come lui. E forse era anche pericoloso. Nel frattempo era arrivata la notte di Halloween e al loro solito locale avevano organizzato una grande festa a cui Charlie si sarebbe sforzata di partecipare. Si travestì da Emily, la Sposa Cadavere di Tim Burton e si recò alla festa con Ryan. Appena arrivati furono avvertiti da Lily di una specie di riunione a sorpresa che si sarebbe tenuta immediatamente nel magazzino sul retro che era, al momento, uno dei pochi posti che non pullulavano di ragazzi mascherati. Sean aveva delle novità che andavano affrontate subito. Ryan andò con loro, tanto ormai non avevano segreti per lui. Appena entrata nella stanza Charlie vide Blake che, con aria indifferente sgranocchiava patatine. Si avvicinò a Jack e bisbigliò: “Come sta?”
“Credo che lo stia superando… o perlomeno finge…”
”Più probabile…” sentenziò lei.
Blake passò loro davanti e li redarguì con un sorrisetto acido: “Vi sento!” poi proseguì:  “È tempo di parlare di cose molto più serie…”
“Già…” disse Pete prendendo la parola.  “Ragazzi, a quanto pare sono in molti a cercare il Codice”. “Altri della Congregazione?” chiese Lily.
Ebbene sì” esclamò Blake.
Pete continuò: “E non sappiamo per conto di chi, né perché…”
“Se per distruggerlo o… per servirsene?” chiese Charlie.
“Il tuo ottimismo è fuori luogo” le gracchiò contro Blake.
Pete spiegò che una vampira sconosciuta si era messa in contatto con Sean per informarlo delle sue intenzioni. “Sean dice che sembra molto potente” concluse.
Il ragazzo si affrettò a darne testimonianza: “Lo è. Mi ha letto nel pensiero con una facilità pazzesca…”
“Tutti i Sacerdoti lo fanno…” minimizzò Blake che aveva qualche conto in sospeso con Sean.
Il ragazzo non si lasciò intimidire: “Mi ha letteralmente strappato dal cervello tutti i ricordi che riguardano il Codice. Letteralmente. Come se, sia io che lei li rivivessimo in contemporanea. Tutti i vampiri sono capaci di una cosa del genere?”
Blake sembrò sorpreso poi disse pensieroso: “Quasi nessuno”
“È una Maestra della notte” sentenziò Jack.
Charlie tagliò corto: “Ok, cosa si fa?”
Pete spiegò qual era il piano: “Le tendiamo una trappola. Sean le darà un appuntamento. E noi saremo tutti lì a sapere cosa vuole…” poi li lasciò andare: “Per stasera divertitevi. È Halloween!”
Cercarono di seguire il consiglio di Pete e si buttarono, chi nelle danze, chi negli alcolici.
Charlie sorrise alla vista di Lily e Jack che ballavano insieme, scatenati. Dopo pochi minuti lui tornò sfinito al tavolo delle bevande e disse a Charlie, indicandole l’amica: “Non bastano secoli d’esperienza per contenerla!”
Lily lo raggiunse in un attimo: “È perché sei debole! Sono i risultati dell’ascetismo!”
Lui la guardò sconcertato: “Mi stai invitando a nutrirmi?”
Lei precisò: “Dico solo che in questa stanza c’è gente molto più simile ad un vampiro di quanto non lo sia tu!” e indicò una serie di ragazzi che avevano scelto Dracula come travestimento. Lui fece finta di offendersi e l’ambiente sembrò davvero amichevole. Forse amici lo erano davvero.
Blake era l’unico che rimaneva in disparte e preferiva scolare alcolici e ballare discintamente con un paio di ragazze che se lo mangiavano con gli occhi. Charlie vide distintamente che le baciava entrambe con la lingua e provò una punta di gelosia. Lui tornò al bancone per riempirsi il bicchiere e lei, approfittando dell’assenza di Ryan, impegnato a parlare di sport con dei compagni di scuola, gli si avvicinò facendo l’indifferente. Si versò da bere a sua volta e, senza guardarlo, commentò: “Ti stai dando da fare, eh?”
“Gelosa?” la punzecchiò lui.
“Ubriaco?” fece lei di rimando.
Lui disse esplicitamente: “Ho solo voglia di fare sesso. Non è vietato…”
Charlie si finse indifferente: “Fa’ pure. Certo… È strano come un morto si mantenga ancora tanto attivo…”
Blake non si scompose: “Il sesso mi piaceva da vivo… e mi piace ancora di più da morto! Ricorda: le sensazioni si amplificano!” disse alzando il bicchiere come per brindare con lei. Lo scolò tutto d’un fiato e le disse: “È un peccato che tu ti ostini a non voler provare…”
“Ad essere un vampiro?” chiese lei scettica.
“A venire a letto con me…” disse lui con semplicità; dopodiché se ne tornò dalle ragazze lasciando Charlie con un palmo di naso.
  
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