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Autore: Vero_Chan96    16/02/2019    0 recensioni
"Al tramonto i cavalieri tornarono ognuno nei loro alloggi.
Mu si levò l'armatura sospirando e stiracchiando le braccia indolenzite, quella maledetta copertura pesava e anche molto.
Le ancelle gli avevano preparato la vasca, si levava il fumo dall'acqua il che era ancora calda.
Il cavaliere levò i vestiti, senza dare importanza alle ragazze che ancora erano nella stanza, le donne non erano di suo gradimento, come invece lo era per Milo il cavaliere dello Scorpione, ogni sera lo vedevano in compagnia di una donna diversa.
Mu si immerse nella vasca, appoggiando la testa sul bordo e chiudendo gli occhi. L'unico momento di pace della giornata." -Tratto dal capitolo 1.
Genere: Erotico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Aries Mu, Virgo Shaka
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Mu...
Una voce chiamava il cavaliere dell'Ariete da lontano.
Non capiva il punto esatto del richiamo, era come un' eco lontano che si perdeva nel vento.
Una flebile voce, ma di timbro maschile.
-Mu...
La voce lo chiamò ancora.
Si trovava da qualche parte nel buio. Non aveva punti di riferimento, se non la direzione indicata dalla voce.
Rumore di metallo smosso che veniva dalla medesima direzione del richiamo.
Mu tentò di muoversi verso i rumori, ma non poteva muoversi. Indossava l'armatura, ma pesava più del dovuto, non poteva nè alzarsi da terra, dove capiva di essere inginocchiato, nè strisciare. Era immobilizzato al suo posto.
-Mu... A-Aiutami...
La voce era diventante ansante, come se il proprietario fosse ferito.
Il rumore di metallo era più vicino e continuava ad avvicinarsi.
Mu alzò lo sguardo. Quello che si trovò davanti gli bloccò il respiro. Davanti a lui Shaka completamente grondante sangue, con lo sguardo implorante.
Lo vedeva in mezzo al buio come se ci fosse una luce che puntava solo su di lui.
-M-Mu... T-Ti prego... A-Aiutami...
Voleva dirgli che avrebbe voluto farlo, ma non poteva muoversi, aprì la bocca, ma non ne uscì nessun suono.
Le lacrime cominciarono a scendere dal volto del cavaliere d'Ariete.
Shaka venne inghiottito di nuovo dal buio e uno schizzò di sangue imbrattò l'armatura di Mu.
-NO! SHAKA!
L'urlo uscì invadendo la stanza, mentre Mu si metteva seduto sul letto, con ancora le lacrime a rigargli il viso.
-Fratellone... Che c'è?
Il cavaliere si sbrigò a pulirsi il viso con i dorsi delle mani, mentre Kiki si sedeva a gambe incrociate sul letto osservando il fratello.
-Niente...
Aveva ancora il fiatone e Kiki lo guardò storto, non credeva che fosse ridotto così per nulla, ma alzò le spalle e scese dal letto, avviandosi alla stanza da bagno.
Gli cadde lo sguardo sul calendario, rimase un attimo a fissarlo sbigottito, si era dimenticato che fosse proprio quel giorno e dire che attorno ci aveva fatto un segno rosso enorme.
Era il 14 febbraio.
Scese di corsa dal letto, vestendosi in fretta.
-Kiki! Io devo uscire!
Non aspettò nemmeno che il ragazzino rispondesse e imboccò la porta.
Fece le scale del tempio quasi non toccando terra e poi si diresse verso il paese.
Intanto alla casa della Vergine un fattorino si guardava intorno curioso. Era la prima volta che vedeva una delle famose Dodici Case.
-Ecco qui i soldi...
Shaka consegnò le banconote al fattorino, che poi gli mise in braccio un boquet di rose rosse.
Ad Atene intanto il cavaliere di Ariete aveva girato tutte le fiorerie, ma le rose sembravano essere state esaurite. Doveva immaginarselo, la gente le ordinava da giorni prima e anche lui doveva farlo, ma aveva perso la cognizione del tempo.
Sconsolato si sedette sul bordo della fontana della città.
-E ora che faccio?
Era assolutamente certo che Shaka sarebbe arrivato come tutti gli anni con qualcosa per lui e non osava immaginare la delusione che avrebbe provato nel vedere la sua dimenticanza.
Voleva mettersi a piangere.
-Ma lei è il Sommo Mu...
Mu alzò lo sguardo, davanti a lui c'era una ragazzina con un cesto di vimini, contenente delle scatole rosse, chiuse da un fiocco dello stesso colore.
-Sì, sono io.
-Mi sembra triste, cavaliere... Cosa la turba?
Il cavaliere sorrise dolcemente a quella ragazzina.
-Mi sono dimenticato che giorno fosse oggi... E non ho trovato nemmeno una rosa da regalare.
-Vuole regalare i miei cioccolatini?
Al cavaliere si illuminò lo sguardo. Si alzò dalla fontana estraendo i soldi.
-Potresti darmene due scatole?
La giornata passò lentamente.
Nel tardo pomeriggio, Shaka scese alla casa dell'Ariete. Si era tolto l'armatura e indossava una camicia bordeux , aperta sulla scollatura, che metteva in risalto i pettorali, e un paio di pantaloni neri.
-Mu? Sei qui?
Da dietro una colonna, Mu si diresse verso il suo ospite.
Lui indossava una camicia bianca chiusa fino all'ultimo bottone e un paio di pantaloni beige.
Si guardarono entrambi dalla testa ai piedi, apprezzando la visuale.
-S-Sei bellissimo, Shaka...
-Senti chi parla. Queste sono per te...
Il cavaliere della Vergine offrì le rose a Mu.
-Non le avrai chieste a Aphrodite, vero?
Shaka sorrise scuotendo la testa.
Mu con l'altra mano dalla schiena estrasse due scatole rosse, adornate di fiocco del medesimo colore.
-E questi sono per te... Spero ti piaccia il cioccolato.
-Spero piaccia anche a te, perché non intendo mangiarli da solo.
Lo sguardo di Shaka era invaso dal desiderio, mentre guardava Mu negli occhi.
Ma una domanda lo tormentava...
-Kiki è ancora nei tuoi appartamenti?
-No, è tornato a Nuova Luxor...
Il cavaliere della Vergine non ci pensò due volte, prese Mu per mano, superando la sua casa e dirigendosi alla strada che portava ai suoi appartamenti.
-Shaka... Aspetta...
-No! E' da ieri sera che aspetto... Non ho così tanta autonomia...
Entrati dalla porta e dopo averla richiusa, Mu si ritrovò con le spalle su di essa e Shaka che lo bloccava con il suo corpo, mentre le labbra di quest'ultimo gli baciavano intensamente il collo.
-S-Shaka...
-Shhhh...
Si alzò a guardare il cavaliere dell'Ariete, le sue guance si erano arrossate e il respiro fatto più pesante.
Shaka mosse una mano fino all'elastico che teneva legati i capelli di Mu, glieli sciolse facendoglieli ricadere sulle spalle, spostandogli poi una ciocca dietro l'orecchio che gli era caduta sul viso.
Avvicinò le labbra a quelle del patner, le loro labbra si unirono senza alcuno sforzo, le lingue si cercarono, trovandosi e cominciando ad accarezzarsi, uniti in quel bacio si spostarono per la casa.
Raggiunsero il tavolo della cucina, dove Mu appoggiò la schiena trovandosi per metà sdraiato, Shaka si mise con il torso su di lui, prendendo la camicia e facendo saltare i bottoni.
Mu lo guardò sorpreso, sapeva che quella camicia avrebbe dovuto buttarla.
Si avvicinò con le mani alla camicia di Shaka, lo libero dell'indumento, osservando le linee del suo torso nudo, così asciutto, ma muscoloso e di un colore candido che sembrava risplendere.
Le labbra del cavaliere della Vergine tracciarono la linea del costato dell'Ariete, a cui sfuggì un gemito.
Sentiva che i pantaloni cominciavano a dargli fastidio.
-S-Shaka...
-Si?
-Non ce la faccio più... I-I pantaloni...
A Shaka venne da ridere, ma si trattenne.
Fece alzare Mu e tenendolo per mano si ritirarono nella camera da letto.
Finirono di spogliarsi a vicenda, lasciando i vestiti sparsi per terra.
Il letto di Mu era a due piazze, con le lenzuola di un bianco candido che faceva quasi paura a toccarle e dormirci sopra.
Mu sotto, Shaka sopra.
Fu un susseguirsi di mani, labbra, gemiti.
Prima Shaka diede piacere a Mu, come quest'ultimo aveva immaginato un sacco di volte quando era nella vasca da solo a darsi piacere.
Poi Mu a Shaka, prendendo coraggio e usando tutta la delicatezza che solo lui poteva avere.
Quella fu la loro notte, la notte in cui capirono che non c'era nessun altro che volevano tra le loro lenzuola.
 
   
 
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