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Autore: BrunaS    18/02/2019    1 recensioni
"Quando tutti furono stramazzati al suolo, Charlie uscì, stravolta, dal suo nascondiglio. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con il verde innaturale dei suoi occhi: “Beh, non ringraziarmi.”
Lei lo guardò attentamente. In teoria, sapeva cos’era quello che aveva appena visto ma non vi aveva mai assistito dal vivo prima di allora: “Tu sei… un vampiro?”
Lui le sorrise, ma di un sorriso che faceva paura."
Storia a più capitoli, romantica e a volte crudele, che si svolge nell'immaginaria cittadina americana di Inverary, dove vive una giovane cacciatrice di vampiri. La mitologia è originale ma, sicuramente, strizza l'occhio a tanti romanzi e serie tv sull'argomento. Buona lettura, a chi vorrà!
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La domenica successiva Charlie non vedeva l’ora di passare una giornata di puro relax: niente scuola, niente squadra, niente vampiri! L’atmosfera fu, però, rovinata verso sera da una chiamata di Pete che le dava appuntamento al cimitero. “Sean è stato preso in ostaggio dalla vampira” spiegò.
Uscì di volata e, al cancello del cimitero, trovò gli altri che la aspettavano. “Lo ucciderà se non le diamo il Codice?” chiese ansiosa, sapendo che, in quel caso, non avrebbero potuto contrattare.
“Per il momento si accontenta di incontrarci” disse Pete.
“D’incontrare me” specificò Blake a denti stretti. Charlie gli chiese se la conosceva ma lui rispose di non averne idea, visto che non sapeva neanche che aspetto avesse. Quando però si recarono al luogo dell’appuntamento e si ritrovarono di fronte una vampira bionda e bellissima, Charlie vide Blake impallidire. Sean aveva i polsi legati ma, all’arrivo del gruppo, la vampira, con una stoccata decisa, lo liberò dalle corde e lasciò che il ragazzo raggiungesse la squadra.
Lei mostrò un sorriso profondamente sensuale e disse: “Beh, la prima cosa che volevo l’ho ottenuta… Ciao Blake”.
Charlie vide che il vampiro restava completamente attonito e che lo stesso Jack sembrava non credere ai suoi occhi. “Ma chi diavolo è?” chiese allora. La risposta che Jack le fornì fu quanto di più assurdo avesse mai udito: “Isabel”. Charlie strabuzzò gli occhi. Guardò attentamente la bellissima donna che le stava davanti e cercò di immaginare come potesse essere arrivata fino a quel punto. Isabel, dal canto suo, si preoccupava solo di Blake: “E allora? Dopo 177 anni non hai nulla da dire?”
Il vampiro finalmente sembrò riprendersi. La guardò con durezza e le chiese: “Cosa ti è successo?”
Lei sorrise: “Sei stato tu ad ispirarmi. Mi mancavi così tanto… L’ho fatto per te. E sono venuta a cercarti…” “Evidentemente non mi hai trovato…” commentò lui aspramente riferendosi al fatto che era la prima volta dopo secoli che si trovavano faccia a faccia.
“Adesso sì” disse lei con dolcezza.
Lui ironizzò: “Volevi per caso farmi partecipe del tuo piccolo segreto?” poi la sua espressione divenne durissima: “Io avevo un figlio…”
“Tu eri un vampiro. Cosa avrei dovuto dirti?” si giustificò Isabel.
“La verità”
Lei scosse la testa: “Non sapevo niente sui vampiri. Non li conoscevo, ero così superstiziosa…”
“E poi cos’è cambiato?”
”Ho avuto voglia di entrare nel tuo mondo” disse lei guardandolo intensamente.
Blake però aveva un solo pensiero in testa: “E il bambino?”
Lei si strinse nelle spalle: “William ha pensato a lui…”
A quelle parole Blake perse completamente il controllo e le si avventò contro gridando: “Maledetta!” Charlie non seppe spiegarsene il motivo ma si ritrovò a cercare di bloccarlo, gridando: “Blake, fermati!” Incredibilmente lui, che aveva afferrato Isabel per il collo, mollò la presa e questo fece sì che la vampira commentasse: “Guarda, guarda… interessante… non solo fai combriccola con gli umani ma tutto ciò che si dice in giro è vero. È lei la tua famosa fidanzatina viva?”
“Non essere ridicola…” rispose lui toccato nel vivo.
Isabel guardò Charlie con superiorità: “È una ragazzina, Blake. Non è il tuo tipo”
A quel punto fu Jack ad intromettersi: “Che cosa vuoi Isabel?”
Lei lo guardò con finta tenerezza: “Oh, il fedele Jack” poi tornò improvvisamente seria. “Voglio sapere dov’è il Codice. E voglio Blake. Rivoglio Blake” Si avvicinò a lui più che poteva:  “Ora mi odi, lo capisco. Ma mi hai amata… non hai mai smesso… Possiamo recuperare il tempo perso…”
Lui reagì: “Il tempo perso? Mio fratello mi ha assassinato, tu mi hai tolto la vita e un figlio. Non c’è più niente tra noi, Isabel… Se non il rancore eterno. E ora sparisci. O ti pentirai di esserti trasformata”
Lei non sembrò scomporsi: “Ma sì, voglio darti il tempo di superare il trauma. Vediamoci tra due giorni allo studio di Pete Sanders così parleremo dei nostri interessi comuni” Gli lanciò un’occhiata azzurrissima e disse: “Arrivederci amore mio”.
 
Dopo quell’incontro Blake non sembrava più lo stesso. Era irritato e freddo. Rivedere Isabel aveva davvero messo in moto qualcosa di grande in lui. Continuava a ripetere di non volerci avere nulla a che fare ma gli altri premevano sul fatto che potesse essere pericoloso ignorarla. Alla fine arrivò il giorno tanto atteso, quello in cui lei si sarebbe presentata da Pete. Charlie fu di nuovo colpita dalla sua bellezza: i suoi occhi azzurri erano incredibilmente accattivanti e la sua bocca rotonda estremamente sexy. Era molto sicura di sé ma non ispirava fiducia. Spiegò che lei non aveva cattive intenzioni verso il Codice, anzi, era lì per fornire il suo aiuto. C’era un’altra linea d'intervento, quella riunita attorno a Damian, uno dei Progenitori Maledetti che, come Sophia, teneva alla preservazione degli equilibri. Isabel sapeva qualcosa che loro ignoravano e, per conto dei Maestri della Notte vicini a Damian, era lì per riferirlo.
“Perché proprio tu?” chiese Jack scettico.
“Io mi sono offerta per un motivo ben preciso. Entrare in contatto con Blake”.
Il vampiro non aveva nessuna voglia di ascoltare le sue falsità così tagliò corto: “Cos’è che dobbiamo sapere?”
“Nell’ultimo millennio Damian si è dedicato allo studio di un solo ed unico incantesimo ed ora è pronto: Damian è in grado di sigillare il Codice. Può renderlo inaccessibile ai vampiri, per sempre”.
Tutti rifletterono sul se crederle o meno. Lei lo capì e disse a Blake: “Ti permetto di leggermi nel pensiero. Non mi schermerò”. Lui decise che ne valeva la pena. La afferrò e la fissò dritta negli occhi. Poi confermò che diceva la verità.
“Il problema” spiegò Isabel “è che per fare il sigillo Damian ha bisogno di una combinazione alfanumerica molto lunga e complessa che Grigoria scrisse col proprio sangue sul retro del Codice.”.
Pete chiese quale fosse allora il loro compito e Isabel rispose che sarebbe bastato che lui, essendo il solo conoscitore del nascondiglio del Codice, trascrivesse la combinazione da far avere a Damian.
“Tra qualche giorno lui in persona sarà qui” concluse la vampira.
Decisero come muoversi: Isabel, Charlie e Blake avrebbero accompagnato Pete nei pressi del nascondiglio, per proteggergli le spalle. Gli altri sarebbero rimasti a tenere d’occhio la Congregazione.
Il mattino dopo partirono di buona lena. Charlie trovava a dir poco assurdo dover viaggiare nella stessa macchina con Isabel e Blake che, perdipiù, non si parlavano. Cercò di immaginare cosa doveva significare per lui ritrovarsela davanti dopo secoli, sapendo tutto ciò che era successo. Era impossibile da comprendere per lei. Dopo qualche ora fecero sosta in un rifugio di montagna. Mentre si rifocillavano Charlie notò che Blake osservava Isabel di nascosto. Forse davvero l’amava ancora. Se ne stupì gelosa e si arrabbiò con sé stessa solo per il fatto di esserlo. Poi finalmente arrivarono a destinazione. Si trattava di una serie di grotte nascoste dietro un’imponente cascata.
Pete disse che sarebbe dovuto andare da solo e loro risposero che lo sapevano bene e l’avrebbero aspettato fuori. L’uomo spiegò che ci sarebbero volute delle ore perché il tragitto era lungo fino alla stanza del libro, poi partì.
Le ore passarono e calò la notte. I tre decisero di oltrepassare l’imbocco della grotta e accendere un piccolo fuoco. Appena varcata la soglia, però, si sentirono precipitare nel vuoto. Caddero per alcuni metri e si ritrovarono in una specie di piscina naturale: per uscirne, solo una lunga parete da scalare a mani nude. “Maledizione!” imprecò Isabel scostandosi i capelli bagnati dalla faccia.
“Cos’è successo?” chiese Charlie spaventata.
“Chi ha ficcato il libro in queste grotte ha anche pensato a delle trappole contro i vampiri ficcanaso” spiegò la vampira. Era decisamente così: uno di loro aveva messo un piede in fallo e si era creata una specie di voragine in cui erano caduti. Durante queste riflessioni Charlie si accorse che Blake non aveva detto una parola: se ne stava in un angolo e sembrava sofferente. La ragazza gli si avvicinò quel tanto che bastava per accorgersi che il vampiro aveva una profonda ferita che gli tagliava in due una gamba. Si allarmò ma lui disse: “Ti dimentichi che sono un vampiro? Si rimarginerà in fretta…”
“Quanto in fretta?” chiese Isabel. “Perché non credo che avremo molto tempo…”
Gli altri due non capirono subito a cosa si riferisse ma poi uno scroscio di un liquido scuro si riversò da una conduttura e la vampira gridò come se si fosse ustionata. Girandosi verso gli altri due gridò: “Sangue di morto! Questo posto tra poco sarà pieno di sangue di morto e noi due saremo fottuti! Dobbiamo scalare la parete! Subito!”
Blake disse che non riusciva ancora a muoversi e Isabel dichiarò che ci avrebbe pensato lei, tirando su prima lui poi Charlie. “Prima Charlie, poi me” specificò lui. Isabel sembrò stupita ma acconsentì. Afferrò Charlie che comunque si aiutava come poteva con mani e piedi e, con destrezza, scalarono la parete di roccia. Isabel stava per tornare a prendere Blake quando un’ondata peggiore di sangue avvelenato lo avvolse, ustionandolo. Il vampiro gridò ma il liquido era tanto e rimase comunque quasi al livello delle ginocchia del vampiro.
Isabel disse: “Non posso tornare laggiù!”
Charlie la guardò infuriata: “Cosa? Vorresti lasciarlo così?”
La vampira rispose: “Non ho mai parlato di lasciarlo laggiù. Ho solo detto che io non posso tornare a prenderlo. Ci andrai tu”
“Ma io non sono abbastanza forte” protestò Charlie.
“Lo sarà lui per tutti e due se fai come ti dico”. Charlie non aveva compreso cosa Isabel intendesse ma sapeva di non poter abbandonare Blake, così, con l’aiuto dell’altra, si calò di nuovo nella grotta. Lui protestò ma Charlie non lo ascoltava. Con un piccolo salto finale raggiunse Blake immergendo le gambe nel sangue, poi chiese ad Isabel cosa fare arrivati a quel punto.
La vampira rispose con fermezza: “Dagli il tuo sangue!”
Charlie raggelò: era una richiesta terribile. La vampira, dall’alto, la incitava: “Forza, razza di stupida, è l’unico modo per fargli recuperare istantaneamente le forze!”
Charlie guardò Blake: non l’aveva mai visto provare tanto dolore. Si convinse che dargli una goccia di sangue non era niente se serviva a salvargli la vita. Gli si avvicinò con decisione, scostandosi i capelli dal collo ma lui, sofferente, fece cenno di no. “Ma Blake, Isabel ha ragione. È l’unico modo…”
“No, non lo è. Cerca di tornare su. Voi due siete perfettamente in grado di andarvene senza di me. Io me la caverò” disse lui con decisione.
Isabel, dall’alto, commentò solo: “Io non ho aspettato 177 anni per lasciarti crepare in una grotta” e Charlie, al fianco del vampiro, aggiunse: “Io non posso lasciarti qui. Mi hai salvato la vita troppe volte”
Lui non perse la sua freddezza: “Il tuo tempo sprecato e la tua patetica riconoscenza non servono a niente. Andatevene… e basta!”
Ma ormai Charlie aveva deciso: “Il mio sangue serve eccome, Blake. Ne basteranno poche gocce…” aggiunse avvicinandogli il collo alle labbra.
Lui rifiutò quasi spaventato: “No, Charlie. Non posso bere il tuo sangue…” La ragazza non capiva. “Fidati di me. Sarebbe sbagliato e pericoloso” continuò il vampiro.
Isabel, dall’alto, intervenne spazientita: “Ci sono io ad evitare qualsiasi pericolo…”
“Non mi fido di te…” gridò lui.
“Pensi che te lo lascerei fare così poi mi odieresti ancora di più?”
“Perché no?”
Isabel si arrabbiò sul serio: “Non ti sfiora neanche per l’anticamera del cervello che sia un sacrificio anche per me? Il vostro legame è già opprimente così…”
Charlie era stanca di non capire: “Ma insomma, di cosa diavolo state parlando? Blake, spiegami, ti prego!” Di fronte alla sua determinazione Blake ammise: “Se io bevessi il tuo sangue mi sarebbe difficile controllarmi… Potrei ucciderti…”
Charlie continuava ad essere confusa: “Ma perché? Bevi continuamente sangue umano e non uccidi nessuno. Ti bastano poche gocce…”
Lui divenne ancora più serio: “Cercherò di essere più chiaro, Charlie… In questo momento io sono molto debole e tu… Come ben sai, tu mi piaci. Non posso bere il tuo sangue. In questi casi l’attrazione sessuale si confonde con il richiamo del sangue e, per tua sfortuna, la mia attrazione verso di te è molto forte… potrei non essere in grado di fermarmi…”
“Ma io non lo permetterò! Forza!” incitò Isabel.
“C’è dell’altro...” aggiunse lui e la vampira sembrò perdere la pazienza: “Oh, è irrilevante!”
“Non lo è!” disse Blake ma, in quel momento, una nuova ondata lo colpì e il vampiro gridò di dolore. Charlie capì che non c’era più tempo: “Me lo dirai dopo! Devi salvarti”. Avvicinò con forza il suo collo alle labbra di lui e visto che il vampiro si sforzava di trattenersi lo implorò:  “Avanti! Blake non mi farai del male, lo so. Ti prego, ti prego, andiamocene di qui. Insieme”. A quelle parole lui finalmente si decise e affondò i canini nella sua carne. Charlie sussultò in un misto di piacere, dolore e paura. Dopo pochi secondi lui stesso si staccò da lei e, rinvigorito, la afferrò per la vita e la trascinò in salvo.
“Ti ho fatto male?” le chiese quando furono al fianco di Isabel. Charlie si toccò la ferita con la mano ma fece cenno di no. Proprio in quel momento sentirono la voce di Pete che gridava allegramente: “Missione compiuta! Sapeste che faticaccia!” ma si bloccò quando si rese conto della condizione dei compagni: li guardò uno a uno, bagnati, feriti e sporchi di sangue, e disse: “Mi sono perso qualcosa?”.
Dopo qualche ora erano di nuovo a Inverary, a casa di Pete, a mettere in cassaforte la combinazione. Charlie, Blake e Isabel uscirono nella notte.
Era finalmente ora di tornarsene a casa. “Beh, è stato un piacere condividere quest’avventura con voi… Vieni con me, Blake?” chiese la vampira con fare suadente.
Blake scosse la testa e indicò Charlie: “La porto a casa. È ferita”.
Una volta giunti davanti alla porta di casa di Charlie, Blake si accertò ancora delle condizioni della ragazza. Lei non sapeva cosa rispondere e spiegò: “È stato molto diverso da come me lo aspettavo…”
“Come te lo aspettavi?”
“Mostruoso”
“E invece?”
Charlie sentenziò: “È stato strano. Coinvolgente”
A quel punto Blake sentì il bisogno di dare spiegazioni: “L’altra cosa che volevo dirti è che… il contatto di sangue, donato spontaneamente…” Esitò come se avesse paura di dirlo.
“Cosa?” chiese lei allarmata. Lui continuò:
“Se tra noi due esisteva già un legame ora… è rafforzato. Sarà più difficile da gestire. Per questo non volevo che succedesse”
Lei annuì e disse: “Ce la faremo”. Lui annuì a sua volta. Si guardarono incerti. In realtà erano entrambi consapevoli del loro strano rapporto e la cosa li preoccupava un po’. Ma nessuno dei due voleva che l’altro lo notasse. Per questa ragione si augurarono tranquillamente la buonanotte.
  
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