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Autore: Kiron_River    19/02/2019    1 recensioni
Ciao gente! Con questa serie (nel caso piaccia, se no evito di andare avanti) intendo utilizzare l'ambientazione narrativa di Yu-Gi-Oh per mettere in scena una storia completamente inventata e con personaggi non appartenenti alla serie classica in cui si recupera l'atmosfera dark della prima versione dell'anime mettendo qualche regola in più al concetto di Gioco delle Ombre. Nel capitolo di oggi avremo un prologo della storia (rassicuro che i prossimi capitoli non intendo farli così lunghi), inserendo i personaggi principali della vicenda, a cui se ne aggiungeranno altri in seguito, l'incipit della vicenda e l'atmosfera che si respirerà da questo momento in avanti. Grazie a tutti e buona lettura
NB: Per chi non fosse pratico del gioco di Yu-Gi-Oh si consiglia una rapida ricerca delle carte citate per comprendere meglio i passaggi della storia
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao gente! Ben tornati con un nuovo capitolo de I Maestri delle Ombre. Siamo agli sgoccioli della prima stagione, questo è l'ultimo capitolo prima dell'inizio delle finali e vi assicuro che ho previsto delle belle sorprese per allora.
Le carte sono ormai giocate, i giocatori avvisati, tutto è pronto per le fasi finali del torneo e perché tutti possano mettere in moto i propri piani. Tutti quanti si stanno muovendo per fare i propri interessi, ma alla fine chi tra loro riuscirà a spuntarla? Tutto verrà deciso con le finali del Torneo Mondiale di Duel Monsters.
  Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

Malverik e Sally scesero dall’autobus proprio di fronte al negozio di carte ed entrarono immediatamente nel negozio. Puntata immediatamente la teca principale in cui si trovavano le bustine di carte di Duel Monsters si trovarono davanti a una figura di spalle molto familiare.
“Pavel” lo chiamò Malverik.
Pavel si voltò verso i due. Il suo sguardo non aveva più niente nella folle violenta che aveva pochi giorni prima, sembrava invece molto più profondo e mansueto.
Il ragazzo rivolse ai due un sorriso amichevole.
“Ehilà, Malverik e… Sally, ricordo bene?”
Sally si fece avanti e gli strinse la mano.
“È un piacere rivederti, Pavel. Come ti senti?” chiese Sally.
“Stanco” rispose sorridente Pavel.
Si capiva in effetti. Lo sguardo di Pavel era decisamente stanco e le occhiaie che aveva di natura sotto gli occhi erano ancora più accentuate.
“Sembra che durante i momenti in cui non ero in me abbia fatto delle cose che il mio corpo ha trovato troppo faticose, poi in ospedale mi hanno tenuto a stecchetto per un giorno e mezzo e questo è il risultato”
“Ricordi niente di quando ai incontrato Elzer?” chiese Malverik.
Sally lo guardò male. Era quantomeno indelicato chiedere una cosa del genere a uno che aveva subito uno shock simile.
Pavel, dal canto suo, non batté ciglio.
“A tratti. Ricordo che abbiamo duellato e che mi ha sconfitto, dopo di che o un vuoto di memoria finché non sono tornato al parco per procedere con il torneo” rispose Pavel “E da tutta questa storia mi ritrovo con ancora 60 punti da fare e solo 15 posti rimasti. Questo torneo è stato davvero troppo competitivo, i giocatori sono andati giù come mosche”
Mal e Sally risero. Pavel era un ragazzo molto forte, nonostante quello che aveva passato si era ripreso completamente.
“Siete in campagna acquisti?” chiese il cadaverico ragazzo ungherese.
“Yep, anzi, se hai qualche espansione di Zombie figa da consigliare alla biondina, qui, fai un favore”
Sally rispose alla provocazione di Malverik con una gomitata che l’Imperatore Nero accusò sotto la risata di Pavel.
I tre scelsero attentamente le bustine da prendere e alla fine strapparono due espansioni a testa dato che Pavel impose ai due nuovi amici di farsi offrire una bustina a testa per ripagarli di averlo salvato.
Al momento dello scarto delle bustine, un’altra faccia nota fece capolino dalla porta del negozio. Si trattava di Kadhim, che entrò di corsa e si precipitò al bancone e riconobbe subito Mal e Sally.
“Ehilà, ciao Kadhim” lo salutò Sally.
“Ciao…” salutò indietro il ragazzino, ma sembrava non sapere come proseguire.
I ragazzi gli fecero spazio perché arrivasse al bancone e lui sorrise, allungò poco delicatamente una manciata di banconote all’uomo dietro di esso e scelse alcune espansioni.
“Anche te in cerca di fortuna?” chiese Malverik sorridendo.
“Si…” rispose Kadhim stringendo a se i pacchetti appena acquistati.
“Vedo che hai seguito il consiglio di Alex”
“Già… Ormai ho deciso di combattere fino alle finali, quindi devo fare in modo che il mio deck si rafforzi”
“Dove hai trovato i soldi per queste bustine?” chiese ancora Mal.
“Giocando” rispose Kadhim con una nota di vergogna “Ho giocato d’azzardo con alcuni avversari e sono riuscito a mettere da parte qualche soldo”
Tutti intorno a lui si sorpresero per quelle parole.
Kadhim si guardò intorno passando lo sguardo sui tre.
“Lo so, non è molto sportivo, ma…”
Pavel fu il primo a muoversi mettendo la mano scheletrica sulla spalla del ragazzino.
“Non è un problema. Fa parte del gioco provare tutto quello che si può per rafforzarsi, non hai da vergognarti per questo”
Kadhim gli sorrise rincuorato.
Fatte le dovute presentazioni tra Kadhim e Pavel procedettero tutti e quattro all’apertura delle loro bustine e dopo qualche scambio tutti furono più o meno accontentati di quanto trovato.
Quando uscirono dal negozio Mal si rivolse a Pavel e Kadhim.
“Voi tornate al parco?”
“Io si, ho ancora dei punti da recuperare per arrivare alla finale” rispose Pavel.
“Anch’io. Con queste nuove carte dovrei riuscire a accedere alla finale già da oggi” aggiunse Kadhim.
“In bocca al lupo allora, ci vediamo direttamente in finale” li salutò Sally.
“Certamente. Anche perché mi devi una rivincita” la squadrò Pavel.
Sally sorrise in risposta alla sfida.
Kadhim si incantò un attimo a guardare un punto imprecisato e parlò di nuovo.
“Mi è venuta in mente una cosa. Se tutti e quattro accederemo alle finali vorrà dire che siamo tra i giocatori più forti del mondo” fece il ragazzino “Insomma… avremo gli occhi di tutto il mondo del Duel Monsters puntati su di noi. Vi immaginate di quanto sarebbe bello essere? Lasciando perdere i soldi… Tutto il mondo del Duel Monsters starà a guardare. Dopo questo torneo nulla di questo gioco sarà più come prima”
Mal rimase senza parole e non poté che scambiarsi uno sguardo con Sally che gli sorrise.
“Ovvio che ci abbiamo pensato” rispose Pavel “Possiamo inventarci qualsiasi scusa per motivare la nostra presenza qui, ma alla fine l’unico motivo valido è che siamo qui perché si sta facendo la storia di questo gioco e vogliamo tutti esserne partecipi”
Dopo i dovuti saluti, i due ragazzi si avviarono verso il parco lasciando soli Mal e Sally.
Sally guardò beffarda Malverik.
“Allora? Ancora dubbi su quanto significhi questo torneo?”
Malverik finalmente sorrise di nuovo con quella luce negli occhi che aveva quando stava per cominciare un duello. Quella luce che aveva quando si preparava ad affrontare una sfida.
“Nessun dubbio. Anche se comunque sono tutti discorsi inutili” rivolse lo sguardo fintamente altezzoso verso Sally “Perché questo mondiale lo vincerò io”
Questo commento gli valse un’altra gomitata meno decisa delle precedente e i due si avviarono a piedi verso l’hotel di Mal per controllare se veramente lo avrebbero buttato fuori.

Mandato a Gilbert il cambio di piani, i tre ragazzi si trovarono davanti all’hotel di Malverik. Una volta entrati trovarono due sorprese: la prima era che il personale dell’albergo aveva già fatto i bagagli al ragazzo e li aveva lasciati nella hall, l’altra era che Alex li aveva anticipati li e si era offerto di tenerli d’occhio.
“Ti devo un favore, Alex” disse Mal una volta capita la situazione.
“Nessun problema, ero venuto qui proprio per parlarti” rispose Alex “Ho saputo che avete parlato con Kygranerd”
Mal, Gilbert e Sally spiegarono ad Alex le intenzioni di Kygranerd così come gliele aveva spiegate lui.
Alex si prese qualche momento per rifletterci su e disse la sua.
“Dubito fortemente che Kygranerd si arrenderà. Non dopo aver investito così tanto su questo progetto. Sicuramente cercherà di portare a termine l’esperimento”
“Ma gli serve che siamo tutti insieme per portarlo a termine” disse Sally “Quindi se gli neghiamo il consenso di andare non potrà fare nulla e se dovesse cercare di costringerci a collaborare si metterebbe nei guai da solo”
“Dimentichi un particolare, Sally” rispose Alex “Lui non ha bisogno di costringerci a stare tutti insieme, ha già organizzato tutto per averci tutti nello stesso momento”
Sally ci pensò su e le venne in mente a cosa Alex si stesse riferendo.
“Se Kygranerd vorrà dare il via al suo esperimento dovrà farlo durante le finali del torneo mondiale” aggiunse Malverik “Per lui sarà l’unico momento disponibile”
“Non so cosa ci sia in quel piano sotterraneo, ma se Kygranerd ha un modo per trasportarlo nel luogo dove si terranno le finali non sarà per niente da ridere” concluse Alex.
“Scusatemi” si intromise Gilbert “Siamo tutti d’accordo che Kygranerd sia una persona poco affidabile, ma in fondo questo esperimento che sta portando avanti potrebbe portare a qualcosa di buono”
Tutti si voltarono in direzione del giovane giornalista che proseguì.
“Pensateci, non sappiamo cosa sia il Gioco delle Ombre in realtà. Se Kygranerd ne sapesse davvero più di noi e la sua ipotesi fosse corretta si potrebbe utilizzare l’energia del Gioco a fin di bene”
Mal comprese subito il punto di vista di Gilbert ed era una cosa che non andava sottovalutata. Sulla carta il piano di Kygranerd poteva sembrare geniale e con pochi rischi, ma dall’interno del Gioco delle Ombre chi lo giocava davvero sapeva che qualcosa nei calcoli di Kygranerd non tornava, anche se non avrebbe saputo dire che cosa.
“C’è qualcosa di più nel Gioco delle Ombre di una semplice energia ultra-dimensionale” fece Mal.
Sally in qualche modo capiva a cosa Mal si stesse riferendo, anche se non le era chiaro come. Alex al contrario lo sapeva benissimo.
“Non so Mal, ma io sono dentro al Gioco delle Ombre da molto tempo e posso assicurarti che è qualcosa con cui non si deve scherzare” aggiunse Alex “La teoria dell’energia ultra-dimensionale può anche essere vera, ma non c’è solo questo. Il Gioco non è qualcosa che si può controllare, puoi solo assecondare le sue regole, sfruttarle a tuo favore, ma se provi a forzarle finisci male”
Un velo di preoccupazione si era alzato intorno ai tre duellanti delle ombre.
Mal aggiunse del suo.
“Senza contare che c’è anche l’incognita di Zorc”
Il demone del Gioco delle Ombre. Il suo garante, come lo aveva definito Malverik. Appariva in ogni Gioco delle Ombre o comunque faceva sentire la sua presenza. Non era chiaro se avesse o no una coscienza di se stesso o che ruolo potesse effettivamente avere, ma era sicuramente qualcosa da tenere in considerazione.
“Pensi che Kygranerd abbia in mente qualcosa a proposito di Zorc?” chiese Alex a Mal.
“Quello non ha mai affrontato un duello serio in vita sua, è possibile che non abbia neanche idea che ci sia Zorc” rispose schifato.
“Nessuno di noi rinuncerà alle finali” disse Sally “E non abbiamo intenzione di permettere a Kygranerd di giocare col Gioco delle Ombre. Quindi che facciamo?”
Alex pensò sul da farsi. Un esperimento del genere avrebbe avuto bisogno di un apparato tecnico impressionante. La chiave di tutto era ciò che si trovava nel piano sotterraneo.
“A questo penso io” esclamò Alex all’improvviso “Vi avvertirò se ci sono novità, intanto voi preparatevi per le finali e non pensate ad altro. Avete già subito troppo questa faccenda”
Alex si sollevò dalla sedia dove era rimasto per tutto il tempo mostrando un largo sorriso.
“Mal, tu hai dove stare in questi giorni?”
Mal arrossì leggermente e si scambiò un’occhiata imbarazzata con Sally.
“Lo ospito io” disse Sally con lo sguardo basso e trattenendo una risata isterica.
“Ah” fece Alex trattenendo a sua volta una risata.
“Eh?!” fece Gilbert, ancora all’oscuro della novità.
Mal implorò con lo sguardo Alex di non dire altro e il gigante si limitò ad alzare le mani e andarsene per la sua strada mentre Gilbert chiedeva che storia fosse questa.

Quella sera stessa Alex si mise in moto. Aveva recuperato qua e là attrezzatura elettronica per manomettere i sistemi di sicurezza della K.Tower, aveva studiato a fondo i sistemi di allarme, le telecamere e i turni della sicurezza della sede della Kygranerd Corporation e aveva capito che se avesse agito rapidamente nel momento del cambio di turno in serata, dopo l’uscita da lavoro di Kygranerd e della Wyvern, sarebbe riuscito ad arrivare non visto fino al secondo piano sotterraneo. Da li, se non ci fossero state grosse sorprese, avrebbe avuto accesso al piano misterioso.
Alex entrò alla K.Tower dall’ingresso principale dopo una mezz’ora che Kygranerd e assistente furono usciti.
Coperto da un cappello per non farsi vedere dalle telecamere all’ingresso, Alex entrò spedito oltre la porta scorrevole accedendo alla hall, quindi si tolse il cappello e proseguì verso le scale.
La sua faccia era già abbastanza nota in giro, quindi non gli fu difficile passare inosservato tra i dipendenti che si erano attardati negli uffici. Con circospezione arrivò alle scale per scendere ai laboratori.
Era il momento del cambio dei turni delle guardie di sicurezza, quindi se non aveva incontrato nessuno di familiare all’ingresso non avrebbe incontrato nessuno neanche sotto.
Si avviò svelto per le scale mettendo il cappello in testa ogni volta che sapeva esserci una telecamera puntata nella sua direzione, e togliendolo quando stava per incrociare qualcuno.
Con pazienza arrivò fino al secondo piano sotterraneo, che a quell’ora era quasi deserto, e si guardò intorno controllando che nessuno lo guardasse.
Tranquillo sul fatto si essere solo, Alex prese la direzione del terzo piano sotterraneo procedendo fino alla fine della prima rampa di scale, dove trovò i laser di sicurezza e le telecamere che aveva visto il giorno in cui era sceso la prima volta.
Alex mappò mentalmente le aree delle scale coperte dalle telecamere.
Kygranerd era un tipo prudente, aveva fatto in modo che le telecamere coprissero tutti i punti di partenza dei laser in modo che se qualcuno avesse provato a disattivare i laser sarebbe stato inquadrato. D’altro canto le telecamere erano poste oltre una barriera di almeno due laser in modo da non poter essere raggiunte.
Alex aveva già visto quel corridoio prima e si era già fatto un’idea di come superarlo: montò rapidamente un circuito elettrico mezzo rotto su un’asta e con un lancio preciso colpì il punto di partenza del primo laser che andò in corto circuito e si disattivò.
Rapidamente Alex avanzò e attaccò alla prima telecamera un dispositivo che fece entrare un virus in tutto il sistema in modo che trasmettessero in loop sempre lo stesso fotogramma.
Disattivate le telecamere, Alex doveva agire in fretta prima che qualcuno si accorgesse che mancava un laser dall’inquadratura.
Con freddezza e calma Alex disattivò nello stesso modo gli altri laser aprendosi la via di fuga, quindi proseguì oltre una seconda rampa di scale dove non trovò nessuna brutta sorpresa.
Sceso fino alla fine della rampa di scale, si trovò davanti un lungo e stretto corridoio leggermente in pendenza che comincia a percorrere stando attento che non ci siano sensori o telecamere di alcun tipo.
Ad Alex scoprì facilmente i sensori laser invisibili e le telecamere nascoste e li disattivò proseguendo indisturbato per il corridoio fino ad arrivate quasi in fondo dove vide una porta.
Avvicinandosi alla Alex notò un tastierino numerico in cui era necessario inserire un codice.
Alex ripassò mentalmente tutti i numeri importanti per Stephan Kygranerd, ma non avendo nessun indizio su quante cifre avrebbe dovuto inserire, non c’era modo di capire quale di quelli fosse quello giusto.
Con un rilevatore spray rivelò quali dei pulsanti del tastierino fossero sta stati premuti in precedenza. Da ciò e dalle sue precedenti ricerche, Alex capì quali fossero le 10 cifre che gli servivano e il portone di metallo si aprì scoprendo un altro corridoio dove Alex trovò un’altra brutta sorpresa.
“Buona sera, vostra maestà” sogghignò Elzer facendo un profondo inchino “Suppongo che il viaggio per arrivare fino a codesta corte sia stato lungo e stancante, ma se permettete il vostro umile clown saprà intrattenere a dovere vossignoria”
Elzer era esattamente al centro del corridoio circondato da robusto metallo che si allargava sullo sfondo fino verso un’uscita buia.
“Non metterti in mezzo, Cosky, sono di fretta e non ci penserò due volte a metterti KO e proseguire per la mia strada” minacciò Alex.
“Ehi, calma, Re Dragone” rispose Elzer facendo un passo indietro “Non ho disattivato tutti i sensori di pressione di questo corridoio, se provi a fare un altro passo avanti, io ne farò uno indietro e quel corridoio dietro di te sarà pieno di guardie della K. Corp pronte e metterti sotto chiave”
Alex arrestò il passo. Elzer non scherzava, aveva notato il pannello staccato che nascondeva i circuiti dei sensori sul pavimento e non era inverosimile che un genio pazzo come Elzer sapesse come mettere fuori uso un intero impianto tranne un singolo pannello.
Una volta appurato che Alex non sarebbe avanzato, Elzer continuò parlare cominciando a passeggiare sul bordo del pannello attivo del corridoio.
“Ci tenevo a chiacchierate un po’ con te, Re Dragone. Alla biblioteca non abbiamo avuto modo di intrattenerci l’un l’altro causa situazione. A proposito, non mi è piaciuto come tu abbia interrotto la mia sfida, il tuo amico stava giocando bene” continuò lo psicopatico con voce squillante e giocoleggiando con il suo cappello “Se te ne fossi rimasto fuori come da programma senza farmi quello scherzetto della doppia breccia avrei tenuto tutti li abbastanza perché Kygranerd fosse costretto a intervenire e non ci sarebbe stato bisogno di tutto questo piano sconclusionato per arrivare alla finale”
Alex ascoltò con attenzione soppesando ogni parola.
“Non hai mai seguito le direttive di Kygranerd per far avverare il suo progetto. Non ti interessa ne la ricchezza ne tanto meno il torneo, quindi mi chiedo perché tutto questo? Cosa ne ricavi tu se Kygranerd riuscirà a sfruttare l’energia del Gioco delle Ombre”
“Non prendermi per un idiota, Re Dragone, sai bene quanto me che quel progetto non ha futuro” rispose Elzer.
Il bluff di Alex non aveva funzionato.
“L’esperimento di Kygranerd parte dai presupposti sbagliati e per questo era destinato a fallire fin dal principio. Tuttavia una cosa buona è uscita fuori da quel progetto: il torneo ha fatto in modo che tutti i giocatori delle Ombre si riunissero qui e questo ha fatto il mio gioco”
Elzer fece due passi in avanti accompagnando le sue parole con un crescendo del volume delle voce.
“Tra due giorni al massimo ci saranno le finali, e quando arriverà quel momento il duello tra me e l’Imperatore Nero sarà il rituale che mi permetterà di rivolgermi a Zorc l’Oscuro faccia a faccia…
“Ma stavolta sarò pronto” concluse quasi sussurrando.
Alex ammutolì. Per quanto i deliri di Elzer sembrassero non avere senso, il fatto che lui si fosse battuto faccia a faccia con Zorc era tutt’altro che inverosimile.
Elzer si ricompose e si calmò rimettendosi in posizione eretta.
“C’è un punto in cui hai torto, Re Dragone. Io sono interessato a questo torneo”
Elzer fece un passo indietro.
“Solo il più potente di noi può affrontare Zorc l’Oscuro nel suo dominio, ma solo due creature oscure possono contendersi questo prestigio”
Altro passo indietro.
Alex capì dove il pazzo volesse andare a parare e immediatamente gli girò le spalle lanciandosi in una corsa su per le scale per uscire.
“Io e l’Imperatore Nero saremo la finale” Aggiunse Alezer urlando contro Alex.
“Tu non sei contemplato”

Il terzo passo indietro di Elzer aveva fatto scattare immediatamente l’allarme, ma per fortuna Alex riuscì ad essere abbastanza veloce da superare il lungo corridoio prima che le guardie della sicurezza gli fossero addosso.
Ne superò una al secondo piano sotterraneo con una spallata e correndo a rotta di collo su per le scale riuscì a raggiungere l’ingresso della torre, dove mise KO altri due agenti della sicurezza a pugni in faccia e sfondò la vetrata della porta scorrevole con un tuffo e si dileguò nella notte più velocemente che poté.
Alex continuò a correre fino al parco della Fondazione Kygranerd, scavalcò il recinto chiuso del parco e continuò a correre fino a un punto riparato nel piccola foresta di pini della parte nord.
Una volta certo che nessuno lo avesse seguito fin li, Alex riuscì finalmente a sedersi e riprendere fiato.
Era furioso. Aveva messo in conto che fosse Elzer Cosky a tirare i fili della vicenda, ma non si aspettava che potesse avere libero accesso al piano sotterraneo visto che Kygranerd non si fidava di lui.
Tutto quella sera era andato storto, ma una cosa era certa: Elzer Cosky, qualunque cosa avesse in mente, aveva bisogno di ciò che si trovava nel piano sotterraneo della K.Tower, per nessun altro motivo di sarebbe disturbato a difenderlo di persona.
L’obbiettivo adesso era chiaro: Alex doveva in tutti i modi prendere tutti i punti di cui aveva bisogno per partecipare alle finali e tentare un nuovo attacco al piano sotterraneo della K.Tower il giorno stesso delle finali.

Una fase preliminare come quella organizzata da Kygranerd aveva dato luogo a uno strana specie di duellanti: i cacciatori notturni.
Alcuni dei duellanti iscritti al torneo, specie quelli che vivevano vicino alla città e che di giorno dovevano lavorare si avventuravano in cerca di sfide di notte, forti del fatto che il torneo non aveva nessun limite di orario.
Inutile dire che per costoro il torneo non era questione di molta importanza, ed erano facili prede di duellanti ben più forti e aggressivi che decidevano consapevolmente di andare a caccia di questi bersagli di notte. Per l’appunto, cacciatori notturni.
Manuel era uno di loro. Un duellante in gamba, capace utilizzatore di potenti mostri Demone, ma non abbastanza coraggioso da rischiare il confronto con i più potenti tra i duellanti già durante le fasi preliminari.
Cacciando duellanti di notte e convincendoli a mettere in palio tutti i loro punti era arrivato alla vetta di 90 punti e con un ultimo duello sarebbe riuscito ad accedere alle finali.
Saettando gli occhi in ogni direzione cercando una possibile vittima, Manuel si aggirava dalle parti del chiosco centrale del parco dove la vista era agevolata dall’abbondanza di lampioni.
Lo sguardo si Manuel si posò infine su un normalissimo dueling disk che brillava alla luce di un lampione.
Colui che lo portava era un giovane uomo che stava guardando distrattamente le carte del proprio deck seduto su una panchina.
Tutto faceva pensare a un ingenuo giocatore inesperto.
Manuel si avvicinò baldanzoso alla panchina e approcciò il suo prossimo e ultimo avversario.
“Ehi, tu”
Il giovane alzò la testa incrociando lo sguardo di Manuel.
“Dici a me?” disse l’altro.
“Si, a te. Vedo che partecipi al torneo mondiale. Ti sfido a duello, con i punti che guadagnerò con te accederò alla finale” fece Manuel a mento alto.
L’altro si mise una mano sulla nuca e rispose.
“Certo, accetto volentieri. In effetti speravo proprio di fare un altro duello. L’unico che ho fatto fin’ora l’ho perso”
Manuel quasi non ci credeva. La finale era già sua.
“Beh, allora se vincessi io questo duello sarei io ad arrivare in finale, no?” chiese il giovane.
Manuel sapeva che le regole non erano proprio queste, ma la minaccia di quel duellante così ingenuo gli sembrò talmente insignificante che valeva la pena rischiare. Difficilmente avrebbe avuto un’altra occasione simile con i posti per le finale in rapida diminuzione.
“Ma certo, se vincessi avresti i miei 90 punti” rispose Manuel.
Il giovane si alzò dalla panchina e Manuel per un attimo si spaventò vedendo come il suo avversario lo superasse, e di parecchio, in altezza, sarà stato alto due metri.
Manuel mise il suo deck nel dueling disk mentre il suo avversario si metteva in posizione.
“Sono Manuel. In genere ci si presenta prima di iniziare un duello”
“Mi chiamo Alexandross” Alex mise il deck nel suo dueling disk “Ora duelliamo”

Manuel aveva avvertito che qualcosa non andava, da quando il suo avversario aveva acceso il dueling disk l’atmosfera era cambiata, ma non avrebbe saputo dire in che modo.
Il sorteggio concesse a Manuel la prima mossa.
“Evoco Arcidemone Soldato in posizione di attacco e termino il mio turno”
Il demone pedone di Manuel comparve sul campo di battaglia ringhiando da sotto la sua armatura di metallo violacea e puntando la sciabola contro Alex, che non fece una piega.
“Evoco Drago delle Caverne in posizione di attacco” disse Alex ed evocò io suo paffuto drago verdognolo, steso sul terreno di gioco e dall’aspetto tutt’altro che aggressivo, ma con una potenza di ATK di 2000, che superava i comunque abbondanti 1900 dell’Arcidemone Soldato.
“Posiziono due carte coperte e termino il turno” fece Alex.
Manuel conosceva la carta del suo avversario e sapeva bene che il Drago delle Caverne non poteva attaccare se era da solo in campo, quindi proseguì col suo duello.
Il suo avversario voleva senza dubbio aspettare il prossimo turno per lanciare un attacco congiunto con un altro mostro Drago, quindi decise di preparare una sorpresa per lui.
“Posiziono due carte coperte e metto un mostro in posizione di difesa. Termino il turno”
Toccava di nuovo ad Alex.
“Adesso evoco Drago Minore in posizione di attacco”
Un altro Drago apparse sul terreno di Alex, uno decisamente meno imponente del Drago delle Caverne, dall’aspetto decisamente più aggressivo, ma con un potere in attacco di appena 1200 ATK.
A Manuel scappò una risata.
“Tra tutti i Draghi che esistono nel Duel Monsters dovevi sceglierne proprio uno così debole?”
Alex lo squadrò in modo severo e Manuel subito si zittì.
“Attivo Polimerizzazione” si limitò a dire Alex.
La carta Magia di Alex causò un movimento d’aria virtuale che però Manuel accusò come se fosse reale, tanto da spaventarsi.
I due Draghi di Alex vennero risucchiati dalla carta Polimerizzazione che si disintegrò in un’esplosione luminosa.
Dalla grande luce che vi successe comparve l’ombra di un nuovo drago più grande degli altri due, con sei zampe e due grandi ali, dal collo lungo e i lunghi denti aguzzi e iniziò a ruggire contro i mostri di Manuel.
“Ti presento Drago Teschio-Demone” affermò Alex, che dritto di fianco a quel drago sembrava essere ancora più grosso “Colui che ti sta per per far pentire di aver mancato di rispetto al mio drago”
Manuel fece un passo indietro spaventato.
“Drago Teschio-Demone, attacca e distruggi l’Arcidemone Soldato!” ordinò Alex.
Il Drago Teschio-Demone si lanciò all’attacco spalancando le sue fauci contro l’Arcidemone Soldato.
“Attivo Armatura Sakuretsu” fece Manuel con un ghigno mentre scopriva la sua trappola.
L’armatura fatta di lame uscì dalla sua carta, ma il Drago Teschio-Demone ci passò semplicemente attraverso e con un morso al collo distrusse il mostro di Manuel, che si ritrovò con 100 LP di meno.
“Cosa…?”
“Il Drago Teschio-Demone è immune alle carte Trappola che lo bersagliano” lo anticipò Alex “Tocca a te”
“Prima di tutto attivo la carta Agnelli Dispersi” disse Manuel.
Dalla carta Magia di Manuel uscirono due batuffoli di lana colorata dalla vaga forma caprina che presero posto sul campo di battaglia.
Manuel pescò una carta. La cosa si era fatta decisamente seria. Quello che aveva davanti non era un duellante qualunque, probabilmente era uno che dal principio mirava alle finali, ma non si spiegava perché il suo punteggio fosse così basso.
Manuel guardò la carta che aveva pescato e sorrise. Stava per ribaltare la situazione.
“Adesso sacrifico il mio mostro coperto e uno dei due Agnelli dispersi per evocare Zoa Il Mostro”
I due mostri sparirono in due colonne di luce azzurra e al loro posto si impose la carta di Zoa Il Mostro, un enorme demone dalla pelle cerulea e l’enorme cranio deforme, che ringhiava minacciando il suo nemico con i grandi artigli appuntiti.
“Zoa, attacca il Drago Teschio-Demone!” ordinò Manuel al suo mostro.
Zoa gridò carico d’odio verso il drago di Alex che gli ruggì contro, ma poco poteva fare il Drago Teschio-Demone contro i possenti 2600 ATK di Zoa Il Mostro.
“Attivo Terremoto” affermò Alex.
La terra sotto i piedi dei mostri iniziò a tremare sotto l’effetto della carta trappola di Alex, che costrinse tutti quanti in posizione di difesa.
Manuel digrignò i denti e passò il turno all’avversario.
“Perdonami, ma ho una certa fretta di arrivare in finale” disse Alex con una certa solennità “Il duello termina qui”
Manuel non ebbe il tempo di capire che Alex fece la sua mossa.
“Attivo De-Fusione”
Il Drago Teschio-Demone divise in due informi luci gialle che ripresero al forma del Drago delle Caverne e il Drago Minore.
Confuso, Manuel fece per parlare, ma di nuovo Alex lo anticipò.
“Sacrifico Drago delle Caverne e Drago Minore” I due mostri sparirono dal terreno di gioco “Per evocare il potente Drago Tiranno”*
Se il Drago Teschio-Demone era grande e minaccioso, il Drago Tiranno era un vero e proprio incubo. Le ampissime ali membranose, il corpo robusto, il lungo collo coperto da scaglie color rosso fuoco, il corpo massiccio e le quattro zampe muscolose lo rendevano la creatura più grande e che incuteva più timore che Manuel avesse mai visto. Il suo ringhio iracondo e accompagnato dall’alito incandescente riempì l’aria di zolfo e di calore, persino il possente Demone Zoa sembrava costretto a un inchino di fronte a tanta potenza.
“Adesso attivo la carte Trappola Rabbia del Drago” proseguì austero Alex “In questo modo il Drago Tiranno potrà infliggere danno perforante attraverso i tuoi mostri in posizione di difesa”
Manuel indietreggiò di un passo.
“Il Drago Tiranno può attaccare uno alla volta tutti i mostri sul tuo terreno. Come dicevo prima: il duello termina qui”
Il Drago Tiranno lanciò un ruggito talmente forte che Manuel si spaventò e crollò a terra.
Quello che aveva davanti non era un duellate normale, era un sovrano.
“Drago Tiranno...” fece Alex con solennità spietata “… Attacca”
Dalla bocca del drago uscì una potente colonna di fiamme che investirono contemporaneamente sia Zoa Il Mostro che il piccolo Agnello Disperso.
Entrambi i mostri vennero annichiliti in pochi secondi mentre il loro padrone, investito dal cono di fiamme, prese una tale paura che svenne sul prato.

Alex vide i punti sul suo contatore salire istantaneamente a 100 e dopo un ultimo sguardo pietoso al suo avversario se ne andò.

   
 
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