Titolo:
A Box Human
Life
Autore: SHUN DI ANDROMEDA
Fandom: Katekyo Hitman Reborn
Personaggi: Human!Box Heiki (Natsu,
Uri, Gyuudon, Jiro, Kojiro, Garyuu, Mukurou, Roll)
Genere: Sentimentale, Slice of Life
Rating: Verde
Avvertimenti: AU, What-If, Raccolta
Note: Dedicato a G, il mio
meraviglioso Braccio Destro
A
BOX HUMAN LIFE
CAPITOLO
1
NON
DA SOLO
“Roll?”
Seduto
a gambe incrociate sotto il porticato di casa Hibari,
col viso rivolto verso il sentiero di pietre che conduce al cancello
principale
e una spessa vestaglia sulle spalle, Roll non si era subito accorto
della
presenza di Kusakabe che - apparso in piedi accanto a lui –
portava un vassoio
con una tazza e un piatto di dolci: “Kyo-san mi ha detto che
non puoi
riprendere le energie con il cibo e che servono le sue Fiamme, ma ho
pensato
che qualcosa di dolce poteva comunque farti piacere.” sorrise
lui, prima di
inginocchiarsi per poggiarlo accanto al ragazzino.
“Grazie.
Kyoya-dono quando torna?” chiese questi, mentre
Hibird andava a posarsi sulla sua spalla cinguettando: era tardo
pomeriggio,
presto il giardino sarebbe stato illuminato dalle lucerne e la casa si
sarebbe
riempita degli uomini del Comitato Disciplinare per la riunione serale
con il
Guardiano della Nebbia.
Kusakabe
scosse la testa: “Non ne ho idea.” rispose
sinceramente
il ragazzo più grande, allungando una mano a scompigliargli
i capelli, “Kyo-san
si è raccomandato perché mi occupassi di te e ti
tenessi compagnia, con lui c’è
Kuwabara al momento.”.
“Mi
dispiace, magari avevi altro da fare.” disse Roll chinando
il capo in segno di scusa: “Kyoya-dono si preoccupa troppo
per me, non è
necessario.”.
Con
un sospiro, Kusakabe si sedette accanto a Roll e restò a
osservare il giardino che, rapidamente, diventava sempre più
scuro per il
crepuscolo che avanzava: “Siete uguali, tu e
Kyo-san.” disse improvvisamente,
dopo qualche minuto di silenzio.
L’affermazione
fece scattare Roll, che sollevò il capo e puntò
lo sguardo sul luogotenente: “Sì, voglio
dire… Kyo-san è abituato a cavarsela
da solo, da che lo conosco difficilmente si lascia aiutare se non in
casi
estremi, e anche in situazioni simili non è felice della
cosa. E voi siete
proprio uguali, pensate di potercela fare da soli in tutti i
frangenti.”
Roll
non rispose.
“Però…”
“Però?”
“Non
siete tenuti a farlo, lo sai?”
Roll
lo guardò con gli occhi sgranati.
“Non
ho molte informazioni, anche perché Kyo-san non ama
parlarne, ma tra le immagini che ho visto,” Roll era certo si
riferisse ai ricordi
del Kusakabe del futuro, “le parole di Romario-san e le
lettere del Nono penso
di essermi fatto un’idea abbastanza precisa di quello che sta
accadendo attorno
a voi. Quello che voglio dire è che non siete soli ad
affrontare tutto,
Sawada-san… il Decimo non è forte fisicamente ma
ha un grande cuore e ho grande
fiducia in lui perché si occupi di Kyo-san se io non posso
essere lì a
supportarlo. E così Dino-san e tutti gli altri. E lo stesso
vale per te, Roll.
Hai anche tu dei compagni che ti sono vicini. Avete solo bisogno di un
po’ di
tempo per capirlo appieno.”
Gli
occhi del ragazzino, rimasto in silenzio fino a quel
momento, si riempirono di lacrime, dalla sua gola eruttò un
singhiozzo ma
Kusakabe fu veloce a passargli un fazzoletto di stoffa per asciugarsi
gli
occhi; senza guardarlo per dargli il tempo di riprendersi, il
luogotenente di
Hibari spostò lo sguardò sul cielo ormai violaceo
sopra gli alberi: si stava
facendo tardi.
Il
timer della casa scattò e, un istante dopo, le luminarie
del cortile si accesero, illuminando la veranda ormai buia.
Calmatosi,
Roll poggiò accanto a sé il fazzoletto e, con
mano
tremante, prese la tazza di tè ancora tiepido: ne bevve
qualche sorso mentre
Hibird sbocconcellava i daifuku sul piattino.
“Grazie,
Kusakabe-san.” disse il ragazzino con un filo di
voce: “Grazie di cuore.”
Il
maggiore sorrise prima di scompigliargli nuovamente i
capelli: “Che ne dici di aiutarmi a cucinare la cena dopo
aver finito qui? Cosa
pensi possa far piacere a Kyo-san?”