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Autore: Apollonia Storie    20/02/2019    1 recensioni
Ho iniziato a scrivere questa storia quattro mesi fa. La leggo e la rileggo, e mi inghiotte sempre di più. Finalmente mi sono decisa a pubblicarla.
Parla di una ragazza di diciassette anni, dal cuore nero, l'anima a pezzi e lo sguardo dannato.
Ravenna Blackwood.
La spina nel fianco di Minerva McGranitt.
E poi c'è lui, l'ex Mangiamorte più famoso del Mondo Magico.
Draco Malfoy.
Da sempre dipinto come l'animo scuro da salvare.
E se stavolta fosse lui a salvare l'animo di qualcuno?
Genere: Erotico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Signorina Madden posso sapere cosa ci fa nella camera di Malfoy mezza svestita? –
Ginny Weasley si affacciò alla porta della camera di Malfoy, ancora mezza schiusa come lui l’aveva lasciata la sera precedente.
Alissa Madden sbiancò di colpo mentre, sbadigliando placidamente nel letto di Malfoy, si ritrovò di colpo il biondo e la Weasley a fissarla dalla porta.
 
- Pr…professoressa Weasley ehm… io, beh ecco… -
- Beh, ovviamente è chiaro che non volevi cantargli la buonanotte. Chi ti ha aperto la porta? –
- Oh nessuno… ieri pomeriggio ho trovato una busta con la chiave e un messaggio da parte sua che mi invitava a… -
- Non ti ho mandato nessun messaggio, ragazzina. Vestiti e torna in camera tua. –
 
Draco sospirò lanciando un’occhiata d’intesa alla Weasley. Probabilmente stavano pensando la stessa cosa.
 
- Malfoy, se la Blackwood si è presa tutto questo disturbo non devi essergli molto simpatico. –
- Dio santo Weasley, è una scolaretta! Ha solo rubato la chiave della mia stanza e ci ha fatto entrare una ragazzina arrapata. Dovrei davvero preoccuparmi di lei? –
- Si, dovresti Malfoy. Tre anni fa ha fatto saltare per aria la statua di Silente il giorno dell’inaugurazione, perché ne voleva una altrettanto bella per Piton.
L’anno precedente invece, ha chiuso uno del suo anno in uno stanzino per le scope e non ha detto dove fosse per almeno tre giorni. Per non parlare dei continui duelli che scatena nei corridoi –
- Ma perché non è stata subito espulsa se è tanto fuori di testa? –
- Non te lo so dire il perché, ma non gliene frega niente di nessuno. Ti consiglio di farti cambiare camera, o potresti trovare qualcos’altro nel letto domani sera. -
 
Draco si diresse subito dalla McGranitt e le spiegò l’accaduto, chiedendogli una nuova stanza.
La preside allora lo condusse verso una camera disponibile, che il fato volle si trovasse nelle segrete.
 Lo guidò verso delle grandi porte in acciaio che lui non aveva mai notato.  Sul ferro lucido vi erano impressi dei disegni in bassorilievo e non vi era alcuna maniglia sulla porta.
 
A vederla così sembravano quasi una prigione.
- Che sarebbe questo posto professoressa?  Sono sfuggito ad Azkaban e volete rinchiudermi qui? -
 - Non sia sciocco Signor Malfoy . Queste qui erano le camere di Salazar Serpeverde in persona.  Ottanta anni fa sono state sigillate per paura che fossero l’ingresso alla Camera dei segreti  . Ora ovviamente sappiamo che sono null'altro che delle semplici stanze. -
 
Tirò fuori dal mantello un mazzo di chiavi in ottone dall'aspetto molto vecchio. La polvere sembrava aver mangiato tutto il materiale.
Ne prese una, quasi a caso e la inserì nella serratura della porta che con non poca fatica venne aperta.
 
Draco si affacciò nella stanza scura, e delle fiaccole ad olio appese alle pareti si illuminarono di colpo.
 
- Mica male-  sorrisa divertito
 - Dirò gli elfi di pulire un po' e di far trasferire le sue cose… Il camino deve essere sturato,  ma non credo sia una cosa irrisolvibile.  La porta in fondo è il bagno e qui a destra c'è la camera da letto.-
- Fantastico… - mormorò Draco avanzando nella stanza.
 
Quel posto era fighissimo. Un ambiente tutto suo in perfetto stile Serpeverde.
Una piccola scrivani in mogano con diversi serpenti di legno che si avviluppavano intorno alle gambe anch’esse in legno. Cornici di ottone, alcune vuote, altre no, appese al muro. Drappeggi e tessuti in verde smeraldo, nero lucido e argento.
 
- Mi ricordi di ringraziare la Signorina Blackwood, professoressa. Questo posto sembra fatto apposta per me.-
-  Blackwood?  Cosa c'entra la signorina Blackwood? Mi aveva detto che è stata la Signorina Madden ad intrufolarsi in camera sua-
-  Sì beh,  in tutta onestà tutta onestà credo fosse un regalino della Blackwood... -
 - Questo cambia le cose. La sua presenza nelle segrete allora non è consigliabile. Il dormitorio dei Serpeverde è proprio dietro l’angolo e… -
 
Draco  la guardo con le braccia conserte è un'espressione spazientita.
 Era davvero stanco di sentirsi dire da chiunque di guardarsi le spalle da una sciocca ragazzina psicopatica dagli occhi verdi e le manie di grandezza.
 
 - Mi scusi preside ma non credo di dovermi rintronare come un topo per scappare da una serpe,  quando io sono più serpe di lei -
- Come vuole Malfoy… Ma le suggerisco di tenere entrambi gli occhi ben aperti.  -
- Ah,  professoressa volevo chiederle un'altra cosa.  Sarebbe possibile far soggiornare con me il signor Zabini e il signor Nott  per qualche giorno?  Potrebbero darmi una mano a gestire i Serpeverde -
 
 
 La McGranitt lo guardò con severità .  Alzò un sopracciglio come era solita fare quando qualcosa le creava disappunto.
 
- Crede che Hogwarts sia diventato un albergo ? –
- No pensavo solo che… -
- Possono venire per un giorno e una notte, non di più, e glielo concedo in via del tutto straordinaria. E glielo ripeto, si guardi bene da Ravenna Blackwood. Non è così innocua come crede.–
 
 
 
 
Il giorno dopo, i suoi mobili vennero trasferiti direttamente dal quarto piano a quella stanza. Gli studenti Serpeverde che passavano dal corridoio fissavano interdetti quel via vai di roba. In particolare una persona.
 
- Non posso crederci. –
- Si è trasferito nei sotterranei? Non ha capito niente quello lì allora. –
- Sai come ci divertiremo Rav? Quello ti sta mancando di rispetto, forse ancora non gli è arrivato bene il messaggio. –
- Io direi, diamogli il benvenuto questa notte stessa. Una bella fiammata mangia legno, e si ritrova con appena le mutande addosso… -
 
Ravenna si alzò dal tavolo della biblioteca, lasciando che i suoi amici continuassero a complottare. Lei aveva i nervi a fior di pelle.
Si morse le guance, con gli occhi infuocati.
 
Draco Malfoy.
Anche prima che lo vedesse ad Hogwarts aveva sempre avuto scarse simpatie per quel ragazzo.
Si era venduto l’anima al diavolo due volte, prima al Signore Oscuro per salvarsi le penne, e poi al Ministero, per lo stesso motivo. Uno che cambiava bandiera a seconda di come tira il vento.
 
E ora, nonostante lei gli avesse educatamente chiesto di starle lontano, quello la ignorava del tutto . Nessuno si comporta così con Ravenna Blackwood.
Nell’intero istituto anche i professori avevano capito di non tirare troppo la corda con lei. I fantasmi, gli elfi, le statue, i quadri. Anche le pietre dentro quella sapevano che lei era una capace di tutto, e a le stava benissimo così.
 
In realtà, quella fama le era stata attribuita ancor prima di arrivare ad Hogwarts.
Una Blackwood, una figlia del male, un mostro! La gente l’aveva guardata malevolmente ancor prima che ce ne fosse motivo. All’inizio ne aveva sofferto, tutti la evitavano, la additavano. Poi il suo cuore era stato torturato per due anni dalla scomparsa di tutta la sua famiglia, e un mostro lo era diventata sul serio.
 
- .. allora? Che vogliamo fare Rav? –
- Niente, Flynn. Non faremo niente. Per il momento. –
- Oh, ma come io mi stavo già gasando. –
- Quello vuole farmi espellere. E io quest’anno non ci penso proprio a passare la sessione di Quidditch in panchina o peggio, a casa. –
- No cazzo, quest’anno devi giocare! Serpeverde non vince il campionato da… -
- Da otto anni. –
- Anche Malfoy era cercatore sai? –
- Davvero Debbie? Sai anche che taglia di mutande porta? – obiettò Flynn
- In realtà si… -
- Beh non dirmelo. –
- E quanti boccini ha preso il principino? Tre in tutti i suoi anni ad Hogwarts? Farò la brava, fino a quando non sarò riconfermata nella squadra. E una volta dentro, gli faccio vedere io come si gioca a Malfoy. Sia in campo che fuori. –
- Cazzo quanto sei minacciosa quando fai così. Me la sto facendo sotto per lui. –
- Piantala Flynn, poi dici che si incazza e ti tratta male e vieni a piangere da me. –
- Davvero, io ti tratto male Flynn? –
- Certe volte si. Sei un po' puttana Rav, qualcuno deve pur dirtelo. –
- Me lo dicono in tanti in realtà... Andiamo a mangiare comunque, sto morendo di fame. –
 
 
 
 
Blaise e Nott arrivarono il giorno dopo.
Una volta ottenuto il consenso della Preside, Draco non aveva aspettato un secondo per mandare un Gufo ai due vecchi amici.
I due non se lo fecero ripetere due volte e si catapultarono al castello nel giro di due ore.
 
- Caaaazzo Draco non pensavo sarei mai tornato in questo posto. –
- Mi dovete un favore . –
- Ma anche due… guarda là! Dietro quella statua ci abbiamo appeso Paciock una volta, ti ricordi Drà? E quante porcate c’ho fatto in quello sgabuzzino… –
- Cazzo Nott, quanto sei nostalgico.  Se hai intenzione di agitarti ad ogni angolo ti rispedisco a casa prima del tempo. –
- Sei insensibile Drà. E’ tutto esattamente come me lo ricordavo. -
 
Un gruppo di ragazze del sesto anno passò davanti a loro, sorridendogli e ridacchiando concitate e i due amici di Draco le seguirono con lo sguardo.
 
-  Io invece non me la ricordavo così… Ti stai divertendo immagino eh. –
- Divertendo? E’ uno strazio. Passo almeno sei ore a settimana sorbirmi le sciagure degli altri. –
 -Io intendevo con tutte queste belle ragazze attorno. Voglio dire, non sono poi così piccole. O ti fai il problema per cinque anni di differenza? –
- Blaise, se mi mettessi a scopare tutte le ragazzine che mi vengono appresso ad Hogwarts che figura ci farei con la stampa? –
- Tu ti fai troppi problemi. –
- Invece no Blaise, Draco ha ragione. Immagina i genitori… Il rappresentante del Ministero chiamato ad Hogwarts per trapanare  le nostre figlie. –
-Quanto sei grezzo Theo, e per questo che sei ancora single e nessuna ti vuole. –
- Anche tu sei ancora single Draco. –
- No, io sono scapolo, è diverso, vuol dire che tutte mi vogliono ma io non voglio loro… mi stai ascoltando? -Ma Theo pareva essere totalmente indifferente alle sue parole.
Si era bloccato nel bel mezzo delle segrete e fissava con aria concentrata un punto in particolare, stringendo gli occhi.
 
- Theodore Nott, sto parlando con te! –
- Si scusa Draco, ma credo di aver visto una persona…quella non sarà mica… HEY RAVENNA! –
 
A Draco si gelò il sangue, sentendo il suo amico urlare quel nome.
Seguì con lo sguardo quello di Theo, e con grande sorpresa, vide proprio Ravenna Blackwood, spalleggiata come sempre dai suoi cagnolini, voltarsi verso Theo. Per qualche secondo si aspettò di vederla andare su tutte le furie per quelle urla schiamazzate a prima mattina, sfoderando la bacchetta per fronteggiare quel disturbatore.
Ma non fu così.
Ravenna si voltò  verso Theo, i suoi occhi lo riconobbero in pochi secondi, e inaspettatamente, sul suo bel viso pallido, si allargò un sorriso.
Si signori, Ravenna Blackwood sapeva anche sorridere. Un sorriso vero, genuino, abbagliante, che si estese agli occhi.
Un gran bel sorriso, tutto per Theo.
Draco sentì qualcosa bruciargli dentro… invidia, forse?
Perché Theo si meritava un sorriso del genere? Come cazzo la conosceva Ravenna Blackwood?
Ma non vi fu modo di chiederglielo, perché un urlo quasi di battaglia rimbombò nelle pareti fredde interrompendo il contatto visivo.
 
- BLACKWOOOOD –
La parte finale di quel cognome maledetto si prolungò in un verso stridulo, mentre una Grifondoro dai capelli rossicci e l’aria folle camminava furiosamente nelle segrete.
Ravenna si voltò verso di lei con aria impassibile, quasi scocciata, nonostante quella brandisse la bacchetta con tutta l’intenzione di saltarle addosso.
 
Flynn si buttò velocemente davanti a Ravenna, bloccando quell’altra con il proprio corpo, a mo’ di guardia.
 
- Fammi passare Caliadro. LEVATI SUBITO DA DAVANTI.- sbraitò quella a gran voce, dimenandosi per spingere via Flynn.
- TU! Ravenna Blackwood sei la rovina di Hogwarts, sei un essere patetico e insensibile e … -
 
Di colpo una terza figura corse nelle segrete.
Draco lo riconobbe. Era Aston Cull, un Grifondoro dell’ultimo anno che gli aveva chiesto l’autografo qualche giorno prima.
Era un ragazzo alto e di bell’aspetto, dai capelli biondi e  gli occhi scuri. Con il respiro smorzato dalla corsa, Cull si affiancò a Ravenna, evitando con lo sguardo la Grifondoro urlante.
 
- Rav… Ravenna. Senti, lasciala in pace, lei… è fuori di sé e… -
 
Aveva il fiatone e alzava le braccia come in segno di resa, tentando di placare l’ira di Ravenna che in realtà pareva calmissima.
Ravenna guardò lui, che continuava a farneticare timoroso, poi si voltò verso la ragazza.
 
- Sta passando un brutto periodo, è solo un po' agitata e… ti prego, me la porto via io. –
 
Ci fu qualche secondo di silenzio in cui Ravenna parve pensare. Poi si voltò verso la Grifondoro e sospirò.
 
- Flynn, vieni via. – ordinò freddamente.
Flynn si scostò subito, lasciando che la rossa fronteggiasse Ravenna, mentre tutto intorno la gente si fermava a guardare.
 
- Dimmi pure Selma. C’è qualcosa che ti turba? –
- Tu mi turbi, Blackwood, lurida viscida puttana! –
La folla intorno a loro tirò il fiato. Persino Draco avvertì si sentì in ansia per la Grifondoro, dopo quelle parole. Ma guardando Ravenna, lei pareva ancora calmissima.
 
- …predichi tanto contro i Grifondoro ma poi ti infili nel letto di chi non dovresti nemmeno guardare… -
 
La voce di Selma tremava, deformata dalla rabbia e dal disgusto e di qualcosa di ben più forte della gelosia. Sembrava una pazza, pronta ad ucciderla.
Ravenna alzò un sopracciglio, parve ragionare un attimo.
 
- Di quale letto stai parlando Selma ? - disse inclinando il capo -… del suo? –
Con tutta la calma e del mondo, passò una mano dietro la nuca di Aston Cull, e senza alcun ritegno fece scivolare la lingua sulle sue labbra, in un gesto così sensuale da far seccare la gola a tutti i presenti.
Tutto ciò, con gli occhi puntati in quella di Selma.
 
 
Selma rimase qualche secondo pietrificata, poi i suoi occhi si riempirono di lacrime, il respiro le si fece affannoso, le guance si colorarono di rosso, e la sua bacchetta schizzò in aria accompagnata con un urlo.
I presenti tirarono il fiato mentre un raggio di luce celestina si scagliava contro Ravenna, di spalle. Sfortunatamente (o fortunatamente) per Selma, le sue mani tremarono troppo e l’incantesimo colpì Debbie, l’amica di Ravenna che le camminava di fianco, scaraventandola di un paio di metri più avanti.
Ravenna si bloccò di colpo.

Da dove si trovava Draco, potè chiaramente vedere un guizzo di ira pura attraversarle gli occhi alla vista del corpo dell’amica che volava. Per un attimo giurò che le sue iridi avessero persino cambiato colore.
Ma non ci fu il tempo di esaminare oltre, perché un secondo incantesimo partì dalla bacchetta di Selma.
Questa volta non ebbe la stessa fortuna.

Al fruscio della bacchetta nell’aria, Ravenna sfoderò la sua, voltandosi di scatto. Il getto azzurrino di Selma venne inghiottito da un sottile filamento bianco, accecante, quasi fosse fatto di corrente pura proveniente dalla bacchetta biancastra di Ravenna.
Il filamento inghiottì il getto azzurro, e si scagliò contro Selma, si infilò nella punta della sua bacchetta che parve per un attimo pulsare di luce.
Poi da lì, lo spettacolo si fece orribile.
Quella sorta di elettricità passò dalla bacchetta alla mano di Selma.
I nervi si tesero, le vene si ingrossarono, l’intero corpo si irrigidì di colpo. Prese a tremare, ma in maniera ambigua, come se fosse in preda alle convulsioni ma contemporaneamente qualcuno la tenesse bloccata per braccia e gambe.
La bacchetta cadde di mano, ticchettando sul pavimento. Anche Selma cadde, come un sacco di patate, prima in ginocchio e poi di faccia mentre tutto attorno la gente tirava il fiato, pietrificata.
 
- CHE DIAVOLO SUCCEDE QUI?  Oh, mio dio… -
 
Lumacorno fissò a quello spettacolo con gli occhi sbarrati correndo nelle segrete.
 
- finite incantatem-  biascicò puntando la bacchetta contro Selma, i cui muscoli parvero di colpo rilassarsi.
Lumacorno alzò lo sguardo, inorridito.
 
- Blackwood. – sussurrò con sguardo duro, inquadrando subito la responsabile di quello scempio.
- Ravenna non c’entra niente professore, Winston mi ha colpito alle spalle. Ha iniziato lei… -  si buttò avanti Debbie, un rivolo di sangue che le scorreva dal naso.
- Non mi interessa chi ha iniziato, ma chi ha finito. Blackwood, subito nell’ufficio della preside. Conto vivamente che questa sia la sua ultima angheria ad Hogwarts. –
 
Lumacorno la fissava con un misto di odio e severità che Draco non gli credeva possibile. Dov’era il professore rumoroso e bonaccione che pizzicava le guance a (quasi) tutti?
Ravenna, in ogni caso, sorrise, riponendo elegantemente la bacchetta nella tasca della divisa, come se fosse assolutamente abituata a quel tipo di situazioni.
 
- Dopo di lei, professore. – sussurrò
 
Lumacorno prese a camminare, e Ravenna lo seguì. Passò vicino Selma, ancora a terra e ora soccorsa dalle sue amiche. Non troppo casualmente, calpestò la sua bacchetta, fissandole divertita e soffermandosi vicino a loro per un secondo.
 
- Si riprenderà… oh, non bagnatela con l’acqua per le prossime tre ore. Potreste friggerla. –
 
Con un ultimo sorrisetto seguì Lumacorno, scomparendo ben presto dalla loro vista.
 
 
 
 
 
   
 
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