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Autore: BrunaS    21/02/2019    1 recensioni
"Quando tutti furono stramazzati al suolo, Charlie uscì, stravolta, dal suo nascondiglio. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con il verde innaturale dei suoi occhi: “Beh, non ringraziarmi.”
Lei lo guardò attentamente. In teoria, sapeva cos’era quello che aveva appena visto ma non vi aveva mai assistito dal vivo prima di allora: “Tu sei… un vampiro?”
Lui le sorrise, ma di un sorriso che faceva paura."
Storia a più capitoli, romantica e a volte crudele, che si svolge nell'immaginaria cittadina americana di Inverary, dove vive una giovane cacciatrice di vampiri. La mitologia è originale ma, sicuramente, strizza l'occhio a tanti romanzi e serie tv sull'argomento. Buona lettura, a chi vorrà!
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Charlie tremava di freddo e di paura. Sapeva che la sua vita non valeva il Codice e non era neanche sicura che Blake si sarebbe preoccupato di salvarla. Invece lui arrivò. Fece il suo ingresso calmo e sorridente. Scosse la testa più volte e disse: “Ahi, Thomas, Thomas… prendersela con una ragazzina… che cosa disonorevole…”
Thomas sorrise a sua volta: “Ecco il principe che viene a salvare la sua bella”.
Blake gli si parò davanti e incrociò le braccia: “Che cosa vuoi?”
“Lo sai…”
“Lei cosa c’entra?”
“È solo un modo per ricattarti. Quando mi consegnerai il Codice potrai portartela a casa”.
Blake fece un sorrisetto sghembo: “Cosa ti fa pensare che io possa essere ricattabile?”
“Tu ci tieni alla sua vita…”
Di quella frase Charlie ebbe paura. Paura della risposta. Blake lo disse con una naturalezza che le spezzò il cuore: “Non abbastanza da cedere”.
Thomas cominciò a preoccuparsi: “Stai bluffando… non la lasceresti morire…”
“Mi spiace deluderti amico mio… Cos’è una vita umana di fronte al Codice?”
Blake guardò Charlie senza nessuna particolare espressione:  “Uccidila pure”.
La ragazza si sentì svuotare completamente. Sapeva che il Codice veniva prima di tutto ma la facilità con cui Blake rinunciava alla sua vita la stava già uccidendo. Thomas era sconvolto. Non si aspettava una reazione del genere. “Non è possibile…” mormorò. 
“Pare proprio che tu abbia fatto un buco nell’acqua stavolta. Hai avuto dei pessimi consiglieri… Se vuoi il Codice devi trovare dei metodi più efficaci…”
Thomas, rosso in viso, si voltò verso Charlie e la guardò con rabbia, pronto a colpirla ma, proprio in quel momento, il pugno forte di Blake gli penetrò la schiena e ne riemerse stringendo il cuore pulsante dell’altro vampiro: “Mai abbassare la guardia” commentò in maniera sprezzante rivolto al cadavere.
Poi si affrettò a liberare Charlie: “Tutto bene?”
La ragazza era sconvolta: “No”
“Sei ferita?”
“No…” ma le gambe non le reggevano. Lui la sorresse, poi la prese in braccio e le disse: “Andiamo via di qui…”
In macchina nessuno dei due disse una parola per molto tempo. Blake guidava e Charlie guardava fisso davanti a sé con gli occhi lucidi e arrossati. Alla fine parlò con voce rotta: “Credevo che mi avresti lasciata uccidere davanti ai tuoi occhi”.
Il vampiro non si scompose: “Molto acuto da parte tua”
“Ci ho creduto sul serio” gridò lei.
Lui restò ancora imperturbabile: “Evidentemente non era così.”
Lei non era affatto soddisfatta e si rinchiuse nel mutismo. Blake le chiese: “Charlie, che cos’hai?”
“Niente”
“Mi stai tenendo il muso…”
A quel punto lei sbottò: “E non dovrei vero? Perché per l’ennesima volta il grande Blake mi ha salvato la vita! Che eroe! Il punto è che, prima di conoscerti, non avevo mai rischiato di morire così tante volte! Cosa voleva quel vampiro da me? Perché tutti mi usano per arrivare a te? Cosa c’è tra noi? Tu non vuoi neanche essermi amico e altri vampiri mi rapiscono come se io fossi la chiave di tutto. È assurdo!”
Lui sembrò sciogliersi un po’: “Lo so. Ultimamente mi sono comportato in modo strano con te. Ma stavo cercando di proteggerti, Charlie. L’hai visto tu stessa: il nostro rapporto mette in pericolo la tua vita”. Mentre diceva queste parole aveva accostato davanti casa di lei. Charlie sembrò calmarsi. Aprì lo sportello e disse: “Certo. Per questo finisce qui” Lo guardò dritto negli occhi: “Io non voglio avere più alcun rapporto con te Blake. Mai più”
Stava per sbattergli la portiera in faccia quando il telefonino di lui squillò e la chiamata partì in viva voce attraverso il Bluetooth della macchina. Era Pete: “Vieni subito, Blake! Hanno rubato la combinazione!”
Charlie rientrò svelta in auto e si precipitarono da Pete. La cassaforte era divelta e gli altri del gruppo, compresa Isabel, erano già lì. Lei era davvero furiosa “Come facevano a saperlo? Devono esserci delle spie nelle file di Damian!” “Ma perché l’hanno fatto? Cosa se ne fanno della combinazione?” chiese Jack. “Probabilmente vogliono prendere tempo… O vogliono impedire a Damian di mettere il sigillo al Codice.” ipotizzò Pete.
“Bisogna tornare al nascondiglio e trascriverlo di nuovo, subito!” gridò Isabel. In quel momento un uomo abbastanza anziano, dall’aria solenne, si affacciò alla porta d’ingresso dell’abitazione: “Non è sufficiente trascriverlo nuovamente”.
I presenti lo fissarono con aria interrogativa fino a che Blake parlò: “Pete, per favore, invitalo ad entrare. Credo sia sconveniente lasciare Damian sulla porta”.
Il vecchio entrò, avanzando lentamente, scortato dallo stesso Pete e tutti gli umani osservarono la scena ammutoliti: per la prima volta si trovavano di fronte un Progenitore Maledetto.
Poi Damian parlò con estrema calma: “Abbiamo un grosso problema”.
Finalmente fu chiarito chi c’era dietro la spasmodica ricerca del Codice: Alexis, il Progenitore più crudele e meno affidabile dei Nove, che si era risvegliato da un sigillo Parziale del Sonno lanciatogli dallo stesso Damian durante la Quarta Guerra dei Progenitori 99 anni prima e, naturalmente, si era subito rimesso alla caccia del Codice.
“È ossessionato dal Codice. Ed è ossessionato dal potere. Voi umani siete troppo giovani per aver dovuto avervi a che fare ma vi dico, con grande rammarico, che ora che è sveglio la vostra vita è in grave pericolo. Non sappiamo esattamente con quali mezzi stia cercando di arrivare al libro ma so con certezza che, durante il Sonno di Alexis, i suoi Maestri della Notte hanno studiato nuovi incantesimi e c’è in ballo qualcosa di grosso. Temo che anche loro possano in qualche modo utilizzare la combinazione e che quindi non l’abbiano rubata solo per impedire a me di sigillare il Codice. Per questo non basta tornare a trascrivere la combinazione. Dobbiamo intercettare chi l’ha rubata”.
Corsero tutti nell’unico posto dove sapevano di poter tentare: a qualche ora di distanza da Inverary, direttamente nel cuore della Congregazione.
I Sacerdoti legati a Damian accolsero il Progenitore con sommo rispetto e lo informarono che, effettivamente, il gruppo discendente da Alexis era sparito qualche ora prima. Poi si ritirarono in stanze segrete a parlare, escludendo i quattro umani e lasciando solo un Sacerdote di guardia.
Nel frattempo, però, Charlie ebbe un’idea. Si fece coraggio ed interrogò direttamente il vampiro: “Anche Thomas fa parte della genia di Alexis?” Quello confermò. Al che lei ebbe assoluta certezza sul da farsi e chiese di poter parlare con Blake o con Jack. Il Sacerdote le negò l’accesso e le disse con fermezza che non avrebbe potuto, per nessuna ragione, disturbare la conversazione in corso tra i vampiri. Charlie allora si rivolse ai compagni: “Penso di sapere dove recuperare la combinazione” e si avviarono tutti nel posto da lei indicato: Regent Street.
Lì, nello scantinato dove giaceva il cadavere di Thomas, i cacciatori trovarono altri tre Maestri della Notte, tra cui la donna dai capelli scuri che Charlie aveva già visto alla Congregazione. Lei la riconobbe e sorrise:
“Pensavamo di trovarti cadavere, invece il morto è Thomas”
Charlie serrò la mascella e non rispose. La bruna continuò: “In realtà non ho mai creduto che Thomas avesse una sola, minima, possibilità contro Blake Sullivan.”
A quel punto la cacciatrice parlò: “Allora perché avete incaricato lui?”
“Non l’hai capito? Non siamo mica così stupidi da credere di poter avere il libro… Ci bastava rubare la combinazione e tu ci servivi come distrazione per Blake… Oggettivamente è l’unico tra voi a poterci dare problemi…”
“Ora non più” si intromise Lily “Ora abbiamo Damian in persona!”
I vampiri si guardarono tra loro, abbastanza sorpresi.
“È già qui?” mormorò quasi tra sé la vampira. Prese subito un telefonino dalla propria tasca e, con fare sbrigativo, indicò agli altri due il gruppetto degli umani: “Fateli fuori”.
Cominciarono così un duro combattimento ma Charlie comprese che la vampira bruna doveva essere, senz’altro, la chiave di tutto. Le corse dietro, sul retro della casa, e cercò di attaccarla a tradimento con un paletto in una mano ed un pugnale d’argento nell’altra. Riuscendo a schermarsi, come le avevano insegnato Blake e Jack, riuscì a non farle avvertire la propria presenza e a prenderla alla sprovvista. La vampira sembrò sorpresa ma riuscì ad evitare i colpi. Afferrò Charlie per il collo e la immobilizzò contro le mura della casa. La ragazza vide distintamente che il foglio con la trascrizione del Codice le spuntava dalla tasca della giacca e, raccogliendo tutta la propria forza, caricò il più forte calcio che riuscì a sferrare, riuscendo a far perdere l’equilibrio alla vampira; poi, più svelta che poté, le sfilò di dosso il foglio e cercò di tornare indietro ma quella, velocissima, le si parò davanti. Charlie pensò che stavolta l’avrebbe davvero uccisa ma la vampira si immobilizzò, come spaventata da qualcosa, e, improvvisamente, sparì nel nulla. Al posto suo si era materializzato il vecchio Damian e, dietro di lui, c’era Blake, molto allarmato.
Il Progenitore tese la mano a Charlie che, senza dire una parola, gli consegnò il foglio con la trascrizione.
Il vecchio la guardò con benevolenza e se ne andò senza aggiungere altro. Blake, invece, la fulminò con lo sguardo. Furono raggiunti dagli altri e Lily, col fiatone, commentò: “Per fortuna che anche Blake ha pensato alla storia di Thomas, altrimenti stavolta saremmo stati proprio fregati!”
Pete invece si complimentò con Charlie: “Sei stata molto coraggiosa. Se non fosse stato per il tuo intervento ora la trascrizione non sarebbe al sicuro”. La ragazza sorrise compiaciuta ma vide che Blake continuava a guardarla in cagnesco, senza proferire verbo. Le disse solo: “Adesso ti riporto dove dovresti essere da un bel pezzo: a casa.”
 
Appena giunti a casa di Charlie, Blake, sempre in silenzio, volle scortarla fino in camera sua. Mentre salivano le scale rimuginava su quanto il coraggio di lei avesse praticamente salvato tutta la baracca ma su quanto le sue azioni fossero comunque state avventate. Appena chiusa la porta della stanza, lei incrociò le braccia sul petto e chiese: “Allora? Si può sapere che cos’hai? Possibile tu debba avercela con me anche quando risolvo la peggiore delle situazioni?”
Blake aveva scaricato la tensione repressa con un risolino isterico: “A dirla tutta sei stata ad un passo dal rimanerci secca… anzi… Se non fosse arrivato Damian a far scappare quella vampira a gambe levate, adesso starei ricomponendo il tuo grazioso cadavere!”
La ragazza provò un attimo di stupore di fronte al fatto che il vampiro, nonostante tutto, trovasse ancora la voglia di recriminare: “Ma non sono morta, anzi, ho recuperato la trascrizione e Damian mi è molto grato… Ti dà fastidio per caso? Per una volta, l’eroe non sei tu!”
Lui non si scompose: “Ah, è così che ti senti? Un’eroina? A dirla tutta stasera mi sei sembrata solo una stupida, e una sprovveduta!”
Lei non credeva alle sue orecchie: “Una stupida?!”
Lui corresse un po’ il tiro: “Non voglio dire che tu sia stupida ma, sicuramente, quella di stasera è stata la cosa più stupida e pericolosa che tu abbia fatto in vita tua…”
Lei alzò il tono della voce: “Tu credi? Secondo me invece la cosa più stupida che ho fatto è stata farti entrare nella mia vita e lasciare che tu sia ancora qui a sputare sentenze!”
Lui sghignazzò, ma era colmo di rabbia: “Oh la bambina è risentita! Povera piccola Charlie, dalla vita resa impossibile dal vampiro cattivo!”
Impossibile, già, complicata! Troppo! Io non riesco a sopportare questo peso, va bene?” confessò lei.
 “Nessuno ti obbliga a cacciare mostri…” minimizzò lui come suo solito, ma questo fece sì che Charlie si alterasse maggiormente: “Non parlo di quello, idiota!”
“Allora di cosa parli, razza di stupida?!”
Glielo gridò con quanto fiato aveva in gola: “Di te, Blake!”
Lui, stavolta si bloccò e Charlie poté continuare: “Pensavo di reggere ma non ce la faccio! Ti odio ma non riesco a starti lontana, sei un mostro ma io…” ebbe un attimo di esitazione ma poi lo disse con la massima sincerità:  “…Io ti capisco! Anche se tu sei così distante… e ti chiudi, continuamente. E io… è così stupido, ma io vorrei fare tanto per te perché vedo del buono in te e poi… poi mi ricordo che non posso… perché tu non sei più tu… e io non ti conosco neanche.”
La rassegnazione che lei mise in quell’ultima frase fece sì che Blake si calmasse. Sebbene rabbuiato riuscì a sfogarsi con lei: “Cosa vorresti che facessi, Charlie? Non posso tornare indietro di 178 anni. A volte lo vorrei, sai? Vorrei non aver mai tradito mio fratello, vorrei che lui non mi avesse ucciso, vorrei aver avuto una vita normale, essere morto di vecchiaia, nel mio letto, con la mia famiglia. A volte preferirei essere morto dissanguato quella notte, senza nessuna Sophia venuta in mio soccorso. Sarebbe stato meglio. Ma la mia vita è andata così, è dovuta essere una non-vita… non posso farci niente. E poi a volte, se penso a queste cose, penso anche che Jack sarebbe morto, che io non avrei fatto tutte le mie esperienze, che non sarei qui. E ho paura. E allo stesso tempo mi manca la vita che ho perso…” La guardò con la massima intensità e concluse: “Mi manca l’amore che potevo dare.” 
Lei era rimasta ipnotizzata dalle sue parole e, abbassando ogni difesa, gli si era avvicinata dicendo: “Non riesci a darne più neanche un po’?”
“Non è la stessa cosa.” Mormorò lui senza guardarla negli occhi.
“Non puoi provare amore?”
“Il problema è un altro…” rispose Blake posando lo sguardo su di lei. “Posso, ma non devo.”
L’aveva detto quasi in un sussurro e, senza riuscire a fare altrimenti, le si era avvicinato più che poteva. Lei si era ritrovata a pochi centimetri dalle labbra di lui e aveva mormorato: “Se tu fossi umano io ti odierei comunque…”
“Se io fossi umano…” cominciò a dire il vampiro fissando la bocca della ragazza, poi un pensiero lo disturbò. Si allontanò bruscamente.
“Non lo sono. Buonanotte Charlie.” tagliò corto prima di scomparire attraverso la finestra aperta.
Charlie restò sola nella stanza e si rese conto di essere stata ad un passo dall’irreparabile. Ancora un attimo e l’avrebbe baciato. E la cosa peggiore era che era arrabbiata e delusa. Perché se n’era andato, perché si era tirato indietro. Lo voleva quel bacio, come nient’altro al mondo ma, allo stesso tempo, quella era la prova che stare accanto a Blake Sullivan era troppo, troppo complicato. E lei era stremata, da quella giornata e dai sentimenti che provava per lui. Si passò le mani tra i capelli e le fece scivolare sopra gli occhi, serrandoli forte. Quando li riaprì Blake era di nuovo a pochi centimetri da lei. Charlie sussultò lievemente e lui disse tutto d’un fiato: “Se io fossi umano vorrei passare ogni minuto della mia vita a fare l’amore con te” Esitò solo un attimo per misurare la sua reazione di fronte a quelle parole, poi aggiunse solo: “Perdonami per questo” e l’attirò a sé, labbra contro labbra, in un bacio che entrambi aspettavano sin dal primo momento.
  
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