Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Giulia K Monroe    20/07/2009    4 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve a tutti!

Ecco un nuovo capitolo della Storia che procede più a rilento di tutte.
Vi chiederei di scusarmi per i miei ritardi e per i miei aggiornamenti maledettamente discontinui, ma l’ho fatto talmente tante volte che credo che ormai anche voi siate stufi di leggere le mie scuse tra le presentazioni.

Per cui, bando alle ciance e apriamo le danze.
Spero che questo capitolo vi piaccia^____^
Il prossimo –e questa volta dovrei riuscire a postare con un margine di tempo decente- sarà molto più movimentato, per cui se ne prospettano delle belle!
Intanto, accontentatevi di questo, come al solito abbastanza lungo, così da farvi perdonare la mia assenza prolungata xD

Fatemi sapere che ne pensate, come sempre, mi raccomando!^.-

Un Bacione =*

Vostra affezionatissima Ada Wong.

PS: Prima di lasciarvi alla storia, vorrei ufficialmente ringraziare le 53 persone che hanno aggiunto la mia storia alle loro preferite e che –mi auguro – mi seguano, anche se non lasciano commenti!

Grazie di tutto, sul serio!

1 - 13ste
2 -
13_forever
3 -
19sunflower88
4 -
AdelinaBlaBla
5 -
alice brendon cullen
6 -
ArY_EnGeL
7 -
Ashley Snape
8 -
BabyAle92
9 -
bella95
10 - bluesky
11 - cartoon95
12 - cesarina89
13 - Cullen_is_a_hero
14 - dark angel of silence
15 - delfina
16 - DiNozzo323
17 - elita
18 - Elly 11
19 - gareggiare
20 - gargi89
21 - HelenaDB
22 - HermioneForever92
23 - hikari92
24 - kairi4ever
25 - kamura86
26 - kirapotter
27 - Lars Black
28 - la_regina
29 - lella23

30 - leo miao
31 - Mae
32 - MaryLisa
33 - Melikes
34 - miao13
35 - mikelina
36 - nina92
37 - piccola_puffola
38 - pulcino
39 - ros46
40 - rosanna90
41 - sackiko_chan
42 - samuel87
43 - Sathia
44 - scheggia94
45 - sesshy93
46 - temmyKaos
47 - themina
48 - whitewolf88
49 - writerprincess

50 - Yaku
51 - zanna
52 - _bambolina_
53 - _kristy_








~Un Particolare In Più~






























[ You're not alone
together we stand
I'll be by your side
you know i'll take your hand
when it gets c
old
and it feels like the end
there's no place to go you know i won't give in.

Keep holding on ]




Quando le loro labbra si lasciarono, lentamente, avevano entrambi il fiato corto.
Si scrutarono per qualche istante.
Lo sguardo di lui deciso e soddisfatto.
Quello di lei ancora leggermente confuso e imbarazzato.
Alexis chinò il capo, prima di avvicinarsi di nuovo a Draco e nascondere il viso in una spalla, mentre le mani, chiuse in due pugni tremanti, andavano a posarsi su quel petto liscio e marmoreo.
Lui la strinse a se, con un gesto di protezione automatico, passandogli entrambe le braccia intorno alla vita, così forte da strapparle un piccolo gemito soffocato.
- Me la pagheranno cara, lo giuro. Non permetterò a nessun altro di torcerti anche solo un capello…o di sfiorarti con una carezza. Tu sei mia!
Le sussurrò all’orecchio, con un tono così freddo e carico d’odio, da farla rabbrividire.
- La pagheranno. –
Ripetè, stringendosela ancora di più al petto, mentre andava a sfiorarle, con la punta delle dita, il dorso arrossato di quella mano che era stata malamente torturata e che ora si stringeva timidamente in un pugno, stropicciandogli lievemente la camicia.
Tornò a stringerle la vita, mentre con l’altra mano le spingeva il viso contro il petto.
Alexis rimase immobile, quasi incapace di respirare, mentre quell’inconfondibile e freschissimo odore di pioggia le invadeva le narici, scaldandole il petto. Lo sentì lasciar scivolare una mano lungo il suo fianco, soffermandosi sul cinturino della gonna. Afferrò la bacchetta e fece per estrarla, quando lei, allarmata, fece correre la mano su quella di lui, fermandolo. Si scostò dal petto quel poco che bastava per riuscire a vederlo in viso.
Quegli occhi d’argento – freddo metallo della consistenza di specchio – erano fissi su un orizzonte lontano e immaginario, quasi fossero ciechi e non riuscissero a vederla, nonostante la stesse stringendo possessivamente tra le sue braccia.
Si voltò lentamente, per seguire la traiettoria di quello sguardo rabbioso, e incontrò la figura ancora svenuta di Claire, addossata alla parete.
Sentì la mano di Draco irrigidirsi sotto la sua, e stringersi di più attorno alla bacchetta con rabbia, il fuoco negli occhi che, se avessero potuto, avrebbero incenerito la rossa.
Alexis si voltò di nuovo verso di lui e lo guardò dal basso, con espressione angosciata.
- Draco…-
Cercò di richiamare la sua attenzione e sembrò riuscirci. Lo sguardo argenteo scese su di lei e si incatenò a quello smeraldo, provocandole un brivido.
Lui sembrò leggere la paura nei suoi occhi, perché la presa intorno alla bacchetta si fece meno intensa. Tuttavia, non la lasciò.
- Sta tranquilla. –
Le disse, con voce carica di dolcezza, tuttavia semplicemente atona. Dolcezza che, non andava a scaldare quello sguardo di ghiaccio, ancora cieco, ancora folle.
- No, Draco…Non farle del male…-
Gli sussurrò, con una nota di supplica nella voce. La mano di lui si strinse di nuovo attorno alla bacchetta, convulsamente, e lei fu allontanata leggermente, mentre il braccio che la teneva stretta in vita, scivolava via, raggiungendo il fianco del ragazzo.
La guardò con un’espressione indecifrabile, un sopracciglio lievemente alzato, le labbra tirate, lo sguardo ancora cieco. Alexis si morse il labbro, facendo uscire altro sangue dalla piccola spaccatura. Draco allungò una mano verso la sua bocca e vi poggiò l’indice sopra, con delicatezza, per impedirle di farsi ancora del male. Ve lo passò sopra, con lentezza, bagnando il polpastrello di sangue. Poi se lo portò alle labbra e succhiò il liquido rosso, ancora con la stessa espressione atona.

Con la stessa espressione così ferma, da mettere paura.
Si leccò le labbra con la punta della lingua, e poi sorrise, senza riuscire tuttavia ad illuminare lo sguardo.
Eppure, il suo sorriso, così bello, così dolce, così gentile, riuscì quasi a rassicurarla.
Draco avvicinò di nuovo la mano al suo viso e le accarezzò una guancia, sfiorandola con la punta delle dita.
L’indice ancora umido, tracciò una scia rovente.
- Non avere pietà di loro, Alexandra…Quando loro non ne hanno avuta per te…-
Mormorò, scendendo ad accarezzarle la mandibola e proseguendo poi per tutto il profilo del collo. Alla fine, lasciò cadere di nuovo il braccio al suo fianco, inerme.
- Impara ad essere una vera Serpe…-
Aggiunse, mentre finalmente, lo sguardo si accendeva e bruciava in quello di Alexis, che perse letteralmente il controllo del suo cuore.

Sarebbe esploso, lo sentiva.
La guardava con un’intensità tale, da farla sentire come se stesse per morire.
Lentamente, la Black lasciò cadere la sua mano, lasciando quella del ragazzo libera di prendere la bacchetta. Lui le sorrise ancora, prima di allargare l’altro braccio.
- Vieni qui. –
Le ordinò poi, con un sussurro carico di dolcezza.
Lei lo guardò per qualche secondo, e poi si lasciò stringere di nuovo tra le sue braccia.

In quel luogo caldo e protettivo. Rassicurante.
Draco le pose di nuovo la mano sul capo, spingendola delicatamente contro il suo petto, mentre l’altra estraeva la bacchetta dal cinturino della gonna e la puntava in direzione di Claire, che si stava, piano piano, riprendendo.
Abbassò il viso, fino a ritrovarsi con la bocca vicina al suo orecchio.

- Impara a difendere ciò a cui tieni di più…Anche a costo di ferire chi ti circonda…-
Le sussurrò, prima di stringerla ancora di più a se, e fissare lo sguardo sulla rossa, che aveva ormai aperto gli occhi e lo guardava allarmata.
La paura dipinta sul viso.
- Oblivion.
Mormorò Draco e un fascio di luce trasparente andò a colpire direttamente la fronte di Claire, che dopo un urlo strazianze, cadde a terra, come un sacco vuoto.
Alexis chiuse gli occhi, spaventata da quell’urlo che le aveva fatto accapponare la pelle. Nascose di nuovo il viso contro il petto del ragazzo e quello la strinse con una presa ferrea, bloccandole quasi il respiro nello sterno.
- Tranquilla. E’ tutto finito. –
Le sussurrò all’orecchio, prima di lasciarle un bacio a fior di labbra sulla tempia.
Lentamente, le ripose la bacchetta nel cinturino e la lasciò andare, allontanandola con delicatezza dalle sue braccia.
Alexis lo guardò dal basso, cercando di leggere oltre quello sguardo di ghiaccio, che seppur fosse tornato quello di sempre, non permetteva ad alcuno di fare altro che non fosse specchiarsi. I suoi occhi vacillarono leggermente, mentre sceglieva le parole più adatte da dire.
- Che…Che le hai fatto?-
Gli domandò poi, con un sussurro. Lui le sorrise, rassicurante, e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
- Nulla, non preoccuparti. Non le ho fatto alcun male. –
Le rispose e la vide corrugare la fronte. Passò un dito su quella piccola ruga, cercando di lisciarla, per poi regalarle un’altra carezza sulla guancia.
Alexis fece per voltarsi, lentamente, per vedere cosa fosse realmente successo. Ma lui non glielo permise. Le portò una mano sotto il mento e, prendendolo tra due dita, la costrinse a fissare lo sguardo su di lui.
- Sta tranquilla. Fidati di me. Sarà come se non fosse successo nulla.
- Ma…-
Tentò lei, la voce ridotta a poco più che un timoroso sussurro.
- Niente ma. Non preoccuparti. E ora andiamo a mangiare, ho fame. –
Sentenziò perentorio, mentre la lasciava finalmente libera e si voltava, con una disinvoltura spaventosa.
La ragazza rimase a fissarlo allontanarsi, indecisa. Fece per girarsi, e controllare quello che era successo a Claire, ma fu bloccata di nuovo.
- Alexandra: andiamo! –
La riprese Draco, voltandosi a lanciarle un’occhiataccia. Lei tornò a fissarlo e annuì debolmente, decidendosi a seguirlo.


Quando Harry, Ron ed Hermione fecero la loro comparsa in Sala Grande, questa era già abbastanza piena, nonostante fossero solo le nove e mezza di un Sabato mattina invernale.
Sembrava che nessuno fosse riusciuto a dormire.
Draco Malfoy li aveva appena superati a gran velocità, senza nemmeno degnarsi di fermarsi a fare le solite battutine di scherno.
Ron ed Hermione lo fissarono allontanarsi, con un’espressione tra lo sconcertato e il sollevato.
-Sta tramando qualcosa, quello lì.-
Proferì Ron sospettoso, tornando a concentrare l’attenzione sul tavolo dei Grifoni, sopra il quale c’erano, come sempre, tante leccornie per sfamare il suo stomaco senza fondo.
-Mh…Sì lo penso anch’io.-
Rispose Hermione, un po’ pensierosa, mentre guardava Harry, cercando di decifrare la sua espressione: era misto tra sconforto e rabbia.
- Non c’è neanche stamattina…-
Mormorò il Bambino Sopravvissuto, lasciando scorrere lo sguardo sul tavolo di Serpeverde e riuscendo a scorgere solo il viso di Blaise Zabini, piuttosto sconcertato.
-Chi?-
Domandò curioso Ron, cercando di seguire la traiettoria del suo sguardo. Harry si riscosse subito, sorridendo un po’ imbarazzato, mentre si sistemava gli occhiali sul naso.
-No, nessuno: riflettevo tra me e me!-
Si affrettò a rispondere, con una risatina nervosa.
-Su andiamo a mangiare!-
Esclamò poi, trascinando i due amici alla tavola rosso oro, mentre Hermione gli lanciava un’occhiata penetrante carica di significato.
Lei aveva capito eccome a chi si riferiva: sempre lei, Alexandra Walburga Black.
Il trio si sedette al tavolo e, subito, Ron cominciò a riempirsi il piatto di qualsiasi cosa, come se non mangiasse da settimane. Più Hermione lo guardava, più si chiedeva come fosse possibile che uno stomaco umano riuscisse a digerire tanta roba.
Scosse la testa, rassegnata, mentre prendeva la brocca con il the al lampone e ne versava un po’ a se e un po’ ad Harry.
-Tieni, ti farà bene.-
Gli disse, porgendogli la tazza. Il ragazzo le sorrise e la prese, soffiandoci un po’ prima di bere.
-Hermpiogne…Ne pversi un pfò anche a mep..?-
Ron stava parlando, come al solito, con la bocca piena. La ragazza lo guardò con un cipilgio disgustato.
-Ronald: quante volte devo ripeterlo che non si parla con la bocca piena? Prima ingoia e poi chiedi!-
Esclamò esasperata, alzando gli occhi al cielo e riempiendogli la tazza di the. Gliela porse e si prese un biscottino da un vassoio. Incominciò a mangiarlo mentre leggeva un libro che si era portata con se, lanciando, di tanto in tanto, qualche occhiatina verso Harry, per scorgerlo, ovviamente, con espressione assente, mentre si girava ansioso, qualche volta, ad osservare la porta per vedere se Lei arrivava.

Niente da fare, lo avevano perso ormai.
Hermione non approvava per niente quello strano sentimento - molto più simile all’amore che all’amicizia, ma ben lontano dal primo in effetti- che l’amico provava per quella stupida serpe. Non che fosse gelosa: lei ed Harry erano solo amici. Ottimi amici, sia chiaro. Ma niente di più. E se lui era felice, anche lei ovviamente lo era. Eppure, non riusciva a farsi piacere la Black. Forse perché era una Serpeverde. Forse perché era sempre in compagnia di quell’odioso, viscido di Malfoy. Forse perché aveva paura che lei, da brava Serpe qual era, avrebbe potuto ferirlo. Insomma, per un motivo o per l’altro, non riusciva affatto a farsi piacere quell’Alexandra, nonostante Harry continuasse a ripeterle che lei era diversa, che lei era sì, una Serpeverde, ma il cappello doveva aver sbagliato, perché lei aveva decisamente un cuore e un animo da Grifondoro. Impossibile! Si diceva Hermione: il cappello non sbagliava mai.
-Hermione?-
Qualcuno richiamò la ragazza, distogliendola dai suoi pensieri.
La brunetta alzò lo sguardo dorato, per notare Ron che la osservava: questa volta aveva ingoiato prima di parlare.
-Si?-
Le domandò accigliata, non sicura che la frase del rosso fosse partita da lì.
-Ehm…Mi chiedevo se oggi potevi aiutarmi con il tema di erbologia…-
Le chiese poi, abbassando lo sguardo.
No, non si era persa neanche una parte del discorso.
-Ron! Quel tema ci è stato assegnato ben due settimane fa! Possibile che tu debba sempre ridurti all’ultimo?!?-
Lo rimproverò contrariata, lanciandogli un’occhiata mista tra l’esasperato e l’infuriato. Andava sempre a finire così: lui oziava tutto il tempo e rimandava i compiti fino alla fine e poi, lei era costretta ad aiutarlo. Non che la cosa le desse fastidio, era sempre un ottimo ripasso per la lezione, però così non avrebbe mai imparato a cavarsela da solo! Lei ai G.U.F.O e ai M.A.G.O non ci sarebbe stata per aiutarlo, e nonostante mancassero ancora tre anni per il primo e cinque per il secondo, lei già se ne preoccupava e avrebbero fatto bene a preoccuparsene anche Ron ed Harry e ad imparare a diventare un po’ più responsabili, invece che fare sempre affidamente su di lei!
Avrebbe voluto dirgli queste cose, ma quando sollevò lo sguardo su quello scuro di Ron, che la guardava con occhi da cucciolo bastonato, evidentemente rosso in zona guance e zona orecchie, si limitò a sospirare sconfitta.
-Mi aiuterai…?-
Domandò speranzoso. Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Ma si, certo Ron.-
Rispose infine e lo sguardo del ragazzo si illuminò, insieme ad un sorriso sulle labbra.
-Oh grazie Hermione! Sei la migliore!-
Esclamò il rosso, riprendendo a mangiare.
-Si, si…-
Mormorò la brunetta, tra l’esasperato e il divertito, mentre scrollava la mano.
Poi tornò a guardare Harry.
-Serve una mano anche a te, Harry?-
Gli domandò, sicura che la risposta fosse affermativa. Quando mai Harry si anticipava i compiti? Certo, non era pigro come Ron, ma di certo non poteva vantarsi un così grande studioso!
Ma Harry non le rispose, troppo preso a contemplare qualcosa – o meglio qualcuno – che stava varcando le porte della Sala Grande.
Draco Malfoy fece il suo ingresso attirando, come al solito, lo sguardo sognante di molte ragazzine. Senza degnarle di un’occhiata, si diresse, con quel passo lento e strascicato, al tavolo di Serpeverde.
Subito dopo di lui, ecco Lei seguirlo, varcando con passo lento e un po’ malmesso, la soglia della Sala Grande: Alexandra Walburga Black.
Aveva un’aria un po’ sconvolta: i lunghi e setosi capelli neri, erano scompigliati, come se si fosse svegliata e non li avesse pettinati. Aveva un’espressione atterrita e i suoi occhi di smeraldo fissavano il pavimento. La divisa era tutta storta, a partire dalla cravatta, per finire con uno dei due calzini abbassato. Sembrava che fosse appena uscita da una guerra.
Avanzò incerta, seguendo Draco, ed Harry la osservò metà sollevato – nel vedere che comunque, tutto sommato stava bene – e metà preoccupato: che le era successo?
Il suo sguardo, carico di rabbia, corse subito alla figura del biondino che si era appena fermato e si era girato a guardarla, attendendo che lo raggiungesse.

Dio, quanto lo odiava! Sembrava trattarla come un cagnolino e lei, stupida, che obbediva!
Strinse una mano in un pugno, così forte che sentì le unghie conficcarglisi nel palmo. Ebbe l’irrefrenabile tentazione di estrarre la bacchetta e schiantare Malfoy: chissà cosa le aveva fatto, per ridurla così!
Ma fu fermato da un’occhiata di Alexandra stessa, che alzò lo sguardo timido e affranto su di lui e lo osservò per un lungo istante, prima di sorridergli rassicurante. Sembrava avergli letto la rabbia nello sguardo gemello e avesse cercato di tranquillizzarlo.
Ovviamente, a Draco Lucius Malfoy e al suo occhio argenteo, attento e inquisitore, non sfuggì la cosa, così tornò indietro, agguantò Alexandra – la sua Alexandra – per un polso e la trascinò al tavolo, non prima di aver lanciato un’occhiata raggelante a Potter che, ovviamente, restituì con interessi.

Prima o poi, quei due sarebbero venuti alle mani. Anzi, alle bacchette.
-Harry? Harry?-
Il Bambino Sopravvissuto si riscosse, l’espressione buia a segnargli il bel viso.
Guardò Hermione disorientato, senza vederla veramente.
-Ehi! Amico, sei ancora con noi?-
Ron gli strattonò un braccio, mentre inghiottiva un pasticcino alle Moratille.
Harry si voltò a guardarlo e scosse la testa, riprendendosi.
-Ehm…sì, scusate. Stavo solo… Che dicevate?-
Domandò, ancora un po’ pensieroso, mentre cercava di non guardare Hermione che, era sicuro, lo stava fissando con aria di rimprovero.
-Hermione ti stava dicendo che ci aiuta col tema di erbologia oggi!-
Rispose Ron, sputacchiando un po’ di torta. Poi inghiottì e si ripulì la bocca, guardando Hermione con un sorrisone. La ragazza alzò gli occhi al cielo per l’ennesima volta.
-Oh grandioso. Bhe, grazie Hermione!-
Disse Harry, senza troppo entusiasmo mentre, ancora, cercava di evitare lo sguardo severo dell’amica e si nascondeva dietro la tazza di the, lanciando, di tanto in tanto, qualche occhiata al tavolo delle Serpi.

Alexis fu trascinata al tavolo, dove Draco la lasciò sedere poco delicatamente e senza convenevoli, tra lui e Zabini, che li guardava ancora basito, come se il tempo trascorso non avesse mutato la sua espressione neanche minimamente.
Lo sguardo del Principe, ancora irritato per ciò che era successo poco prima – cosa accentuata anche dall’occhiata insistente di quell’odioso, buono a nulla di un Grifondoro – si concentrò su di un orizzonte lontano e immaginario, cercando di riprendere il suo solito auto-controllo.
Blaise lo osservò preoccupato, ma avrebbe chiesto spiegazioni solo più tardi, sicuro che, una domanda ora non avrebbe fatto altro che irritarlo ancora di più e non avrebbe prodotto alcuna risposta.
Si voltò invece verso Alexandra, che sedeva in mezzo ai due, ancora un po’ scombussolata. Il suo aspetto e la sua espressione atterrita gli suggerivano che l’incazzatura latente di Draco aveva a che fare con lei. Forse, tentando di chiedere spiegazioni alla ragazza, avrebbe avuto più successo.
-Piccola, che diavolo ti è successo? Sei un disastro!-
Le disse apprensivo, accarezzandole un braccio e catturando, quindi, la sua attenzione.
Alexandra si voltò, fino ad incontrare lo sguardo blu di Blaise, che la fissava preoccupato.
-Aspetta!-
Esclamò, prendendo la bacchetta e puntandogliela contro. Con un incantesimo semplice semplice, i suoi capelli tornarono quelli lisci ed ordinati di sempre e anche la divisa si mise a posto, come se fosse stata appena lavata, stirata e inamidata.
-Molto meglio!-
Rimuginò il moro tra se e se, tutto compiaciuto, mentre rinfoderava la bacchetta.
Alexis, finalmente, si riscosse, e i suoi occhi si illuminarono in un sorriso.
-Grazie Blaise…-
Si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre guardava i dolci per la colazione, senza avere veramente intenzione di mangiare. Nonostante non toccasse cibo dalla mattina precedente, aveva lo stomaco completamente chiuso: tutta colpa di Pansy Panrkinson e di quelle oche starnazzanti delle sue amiche. Tuttavia, trovò la forza per versarsi un po’ di latte di mandorle caldo nella tazza e fingere di sorseggiarlo.
-Dovere.-
Si limitò a rispondere Blaise, affrettandosi a prendere uno di quei pasticcini viola che a lui piacevano tanto, prima che Draco, irrimediabilmente, li prendesse e li distruggesse uno per uno, come era solito fare quando era così inevitabilmente incazzato.
Se lo portò a quelle belle labbra piene e prese a mangiucchiarlo, mentre uno stuolo di ragazzine, che come sempre gli stava attorno, sospirava con tanto di cuoricini volanti.
Alexis lo guardò di sottecchi, con un sorrisino divertito, mentre lui rivolgeva alle civettuole un sorriso seducente, così stupendo da poter concorrere con quello di Gilderoy Allock, il nuovo insegnate di difesa contro le arti oscure e cinque volte vincitore del premio per il sorriso più seducente dell’anno, secondo la Gazzetta Del Profeta.
Sorseggiò ancora un po’ di latte alle mandorle, mandandolo giù a fatica: sembrava che il suo stomaco si rifiutasse di ingerire qualsiasi cosa che non fosse semplice aria.
Ripensò alla risposta di Blaise: dovere, le aveva detto. Perché, ultimamente, tutti le dicevano quella parola? Prima Draco, ora Blaise: cos’è che avevano tutti in dovere con lei? Bha, non riusciva a spiegarselo.
Zabini lanciò un bacio in direzione delle ammiratrici, che si sbracciarono per prenderlo, facendo la lotta tra loro, nonostante, da acchiappare, non ci fosse proprio nulla in realtà. Poi, rivolse di nuovo la sua attenzione ad Alexandra e la osservò con quello sguardo apprensivo, che le ricordava un po’ quello di un fratello maggiore.

Un po’, quello di Sirius.
Si voltò a guardarlo, con un sorrisino dipinto ancora sulle labbra.
-Allora, che ti è successo piccola? Chi ti ha ridotto in quello stato pietoso?-
Le chiese, con la dovuta delicatezza, sfiorandole il palmo della mano che, se ne era accorto, era stranamente rosso, come se qualcuno l’avesse pestata violentemente.
La moretta aprì la bocca, incerta se dire la verità o meno. Boccheggiò e balbettò un po’, senza sapere bene cosa dire.
-Ehm…Ecco…-
Farfugliò, mordendosi il labbro inferiore, un po’ agitata.
Blaise corrugò la fronte e le si avvicinò, facendole cenno di continuare, quando un colpo improvviso fece saltare entrambi, costringendoli a raddrizzare le schiene e a voltarsi verso Draco, che aveva prontamente sbattuto una mano sul tavolo, chiusa in un pugno così violento che le nocche erano impallidite e sul palmo si intravedevano quei piccoli tendini e quelle sottili venuzze azzurrine. Lo sguardo, argento ghiacciato, era fisso su quello blu di Blaise, con un’espressione dura e carica di significato.
-Non qui, Blaise.-
Lo ammonì, con un sibilo così freddo che Alexis sentì un brivido salirle lungo la schiena, mentre si voltava ad osservarlo e scorgeva quello sguardo infuriato e pericoloso.
Zabini annuì, come a dire che aveva recepito il messaggio e poi passò a squadrare la moretta, con sguardo profondo e indagatorio, che la mise in soggezione. Quasi fosse riuscito a leggere ciò che era successo negli occhi del Principe di Serpeverde, ora anche lui aveva un’espressione seria e irritata, tanto che le sue piccole ammiratrici lo osservarono col fiato sospeso, prima di allontanarsi, col cuore infranto, quando lui lanciò loro un’occhiata truce.
Alexis abbassò lo sguardo, confusa, e fissò il suo riflesso deformato nello specchio di latte che, ovviamente, non era riuscita a finire. Si sentiva un po’ a disagio in mezzo ai quei due, che avevano delle espressione spaventose in viso, così fredde e taglienti, eppure entrambe maledettamente belle.

Possibile che quei due riuscissero a risultare affascinanti anche quando erano arrabbiati?
Si, evidentemente era possibile.

La ragazza deglutì, prima di ricordarsi di avere la lettera di Sirius nella tasca della gonna: doveva ancora leggerla. Sarebbe stata una buona scusa per allontanarsi.
-Ehm…Scusate ragazzi, devo fare una cosa…-
Buttò lì, neanche troppo convinta, mentre si alzava.
Ma non fece in tempo neanche a scavalcare la panca, che una mano di Draco le si serrò attorno al polso e la tirò giù, neanche troppo delicatamente, costringendola a risedersi.
-Devi mangiare prima.-
Le ordinò, atono ma imperioso, mentre le metteva un piatto pieno di dolcetti sotto il naso.
Alexis guardò prima il ragazzo e poi il piatto e lo stomaco si contorse, rischiando di farla rimettere proprio davanti a loro.
-Non ho fame, grazie…-
Rispose, allontanando il piatto con una mano e facendo per rialzarsi, ma Draco la tenne saldamente giù, facendo appena pressione sul suo polso.
- Mangia. –
Le ordinò di nuovo, spingendole ancora il piatto sotto il naso.
Lei, testarda, scosse la testa, allontanandolo di nuovo.
- No, non mi va…-
Insistettè, nauseata.
Malfoy le schioccò un’occhiata infastidita, mentre le riportava il piatto vicino, per l’ennesima volta.
- Devi mangiare, o rischierai di collassare prima della fine della giornata: è da ieri mattina che non tocchi cibo! –
La rimproverò, con uno sguardo serio che non ammetteva repliche.
-Che ne sai?-
Gli domandò lei, corrugando la fronte e studiandolo di sottecchi.
-Non ha importanza…-
Lasciò cadere così quella frase, detta con tono un po’ spento, prima di spingerle di nuovo il piatto sotto il naso.
- Mangia!-
Le ripetè e lei scosse la testa: il solo pensiero di mettere qualcosa in bocca le faceva rivoltare lo stomaco.
-Black, non costringermi ad imboccarti, perché non sarebbe carino!-
Rimbeccò minaccioso e lei sbarrò gli occhi, voltandosi ad osservare Blaise.
-Credimi lo farebbe…Ti conviene mangiare.-
Le disse, con un ghignetto divertito dipinto sulle labbra che, tuttavia, non illuminava lo sguardo ancora impensierito.

E cattivo.
Alexis tornò a guardare il biondino, che le scoccò un’occhiataccia carica di significato. Deglutì e sospirò, abbassando lo sguardo sul piatto. Riluttante, allungò una mano e prese un biscottino al miele, osservandolo come se fosse qualcosa di alieno.
Su Alexis, puoi farcela. Che sarà mai?
Si ripeteva, mentre, con grande sforzo, si costringeva a mordicchiare quel biscottino e ad ingoiarlo. Mandare giù i primi due o tre bocconi, quando si ha lo stomaco chiuso, è sempre la cosa più difficile. Poi, quando superi questa fase, diventa tutto più semplice.
Infatti, dopo aver ingoiato tutto il primo biscotto, sentì lo stomaco brontolare e aprirsi in una voragine, annunciandole che aveva bisogno di cibo e subito anche. Stupita di quanto affamata potesse essere, cominciò a mangiare tutto ciò che Draco le aveva messo nel piatto. Nell’ordine: tre biscotti al miele, un cornetto alla marmellata di zucca, due pasticcini alle moratille, un bignè alla crema di fragoline di bosco e addirittura due dei dolcetti viola che Blaise le aveva generosamente donato. Il tutto accompagnato da due abbondanti tazze di latte alle mandorle.
Draco la osservò mangiare soddisfatto mentre, dopo aver rinunciato a mangiare una brioshe, che aveva solo disintegrato per la rabbia, si accendeva una sigaretta al cocco e alla cannella e ne passava una anche a Blaise.
Alexis lanciò loro un’occhiata contrariata, non era sicura che si potesse fumare in Sala Grande. Ma non si azzardò a dire nulla, rimanendo occupata a finire la sua tazza ancora fumante di latte.
Non passò neanche mezzo minuto, che ecco che la McGranitt, con tanto di cappello e aria severa, si avvicinava a passo svelto al tavolo di Serpeverde e, con un gesto secco della bacchetta, spegneva entrambe le sigarette.
-E’ vietato fumare all’interno dell’istituto e voi, Malfoy, Zabini, dovreste saperlo bene ormai. Meno dieci punti al Serpeverde.-
Dichiarò, prima di dirigersi verso la grande tavolata e di scambiare qualche parola con il professor Piton, che annuì apaticamente e guardò nella loro direzione.
Draco sbuffò sonoramente e lasciò ricadere la sigaretta ormai inutilizzabile tra le macerie di crossaint.
-‘Fanculo!-
Esclamò, ancora più irritato, mentre Blaise, più elegante, si limitava a far sparire la sua sigaretta con un incantesimo.
Alexis lo guardò di sottecchi, e avrebbe voluto dire qualcosa, ma la sua attenzione fu catturata dall’ingresso della Sala Grande dove, una piccola furia in capelli biondi, stava varcando la porta.

Merda!
Pensò, poco fine. La vicinanza di Malfoy non faceva sempre bene.
Diamond Anne Cherin sondò tutta la tavolata di Serpeverde con lo sguardo e, quando, finalmente, trovò il suo obbiettivo, vi si diresse a passo di marcia.
Alexis sbarrò gli occhi e si affrettò a scavalcare la panchina, con un gesto così fulmineo, che Malfoy non fece neanche in tempo ad agguantarla per un polso e fermarla. Si voltò, invece, ad osservarla stranito, così come Blaise.
- Che diavolo ti prende Black? –
Domandò, irritato e lei scosse la testa, indietreggiando di qualche passo.
- Niente…Devo solo…Scappare!-
Urlò quasi l’ultima parola, prima di correre via, come una furia, facendo tutto il giro e passando accanto al tavolo dei Grifondoro, dall’altra parte della Sala, per poi uscire in tutta fretta, cercando di seminare Diamond-piccola-furia-mode-on.
Draco e Blaise rimasero ad osservare il punto in cui era sparita, un po’ confusi.
-‘Fanculo anche a lei!-
Sbottò poi il biondino, infastidito più di prima, mentre si alzava e, insieme a Zabini, si dirigeva fuori dal castello, in giardino, per andare a fumarsi una sigaretta senza ‘rotture di coglioni’ come le definiva lui.

Era riuscita a seminare quella furia inarrestabile di Diamond, solo dopo dieci minuti buoni di corsa e ora, si nascondeva in un corridoio deserto, vicino alla torre di Grifondoro: era sicura che alla biondina non sarebbe mai venuto in mente di cercarla in un posto così lontano – senza contare che si trovava nell’altra ala del palazzo rispetto alla Sala Comune di Serpeverde.
Non aveva voglia di affrontare la sua compagna di stanza: non quella mattina per lo meno. Ne aveva già viste abbastanza per i suoi gusti.

E pensare che la giornata era appena iniziata.
Però, di subirsi anche una paternale da Diamond sul perché non era tornata la notte precedente, sul dove era stata, sul perché non l’aveva avvertita eccetera eccetera, non le andava proprio. Non in quel momento. Avrebbe aspettato che si calmavano le acque, perché quando quella piccola furia era arrabbiata, solo allora usciva davvero il suo lato di Serpe e a volte, metteva quasi paura.
Alexis si addossò contro la parete e, solo dopo aver controllato bene che non ci fosse nessuno in arrivo, prese la lettera di Sirius dalla tasca e se la dispiegò davanti al viso: era tutta stropicciata, ma era ancora completamente leggibile.

Mia Piccola Alexandra, mi auguro che le cose lì ad Hogwarts procedano bene. Per lo meno meglio di come stanno andando a me. Ti prego, non allarmarti per quello che leggerai, perché ti assicuro che io sto bene e sono in salvo: non ti mentirei mai su di una cosa del genere. Non ne sarei in grado e tu lo sai.
Non so come, né perché, ma gli Auror hanno deciso di fare un’altra visitina a Grimmould Place, dopo tutti questi anni. Non penso sospettino davvero qualcosa, ma credo sia pura precauzione. Fatto sta che sono dovuto sparire e ora mi sto nascondendo come meglio posso anche se, purtroppo, non ho idea né di dove andrò né di cosa farò.
In ogni caso, ti prego di restare tranquilla, soprattutto se non sentirai miei notizie: per come stanno le cose ora, è molto meglio che non mandi lettere a destra e a manca, potrebbero rintracciarmi facilmente.
Ho dato ordini precisi a Kreacher: non parlerà neanche sotto minaccia di morte e giustificherà l’accoglienza della casa con qualche scusa plausibile. Non preoccuparti, non verranno mai a sapere di noi.
Perciò stai tranquilla e goditi il tuo anno ad Hogwarts, con tuo fratello e con i tuoi nuovi amici.
Ti prego solo di una cosa: non cercarmi e non fare cose stupide per tentare di contattarmi o di sapere come sto.
Non mettere in pericolo la tua felicità e la tua vita per me.
Ti ho già tolto troppo e non me lo perdonerei mai se ti privassi di qualcos’altro.
Ti chiedo solo un’ultima cosa: credi in me ancora una volta.

Andrà tutto bene.
Ti contatto appena riesco a liberarmi degli Auror, te lo prometto.
Intanto: non cercarmi, Alexandra. E’ importante sia per me che per te, chiaro?

Felpato.

Alexis lesse quella lettera più di una volta, prima che l’informazione le penetrasse bene nel cervello.
Auror a Grimmould Place.
Non era possibile.
Sirius era di nuovo in pericolo.
Perché proprio ora?
Non avrebbe avuto sue notizie chissà per quanto tempo.
Chi mai avrebbe potuto sapere che Sirius era ancora lì?
Non poteva contattarlo.
Una lacrima le scese lungo la guancia.
Non poteva cercarlo.
Subito seguita da un’altra.
Non poteva sentirlo.
E un’altra ancora.
Le chiedeva di fidarsi di lui.
Fino a diventare una miriade che si riversavano sul foglio malamente stropicciato.
Ci sarebbe riuscita?
Alzò il viso verso il soffitto, respirando lentamente e cercando di calmarsi, e di levare tutti quegli aghi che le si stavano conficcando nel cuore, uno dopo l’altro, come i mille dubbi e le mille incertezze che le si stavano affollando nella mente, crudeli e insistenti.
Doveva farlo. Per lei. Ma soprattutto per Sirius.
Lasciò un sospiro tremante, portandosi la lettera al petto e stringendola forte a se.
-Sirius…-
Chiuse gli occhi, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
Poi, un rumore concitato di passi che si avvicinavano, la costrinse a riaprire gli occhi e a puntarli all’altra estremità del corridoio.
Con passo svelto e il respiro affannato, c’era Lui.
I capelli più scompigliati del solito, gli occhiali storti, il cravattino allentato.
Harry James Potter veniva nella sua direzione, il sorriso che illuminava lo sguardo, non appena l’aveva scorta.
Alexis lo osservò avvicinarlesi, ma quando si rese conto di avere tra le mani ancora la lettera di Sirius, si voltò velocemente.
Ad Harry morì il sorriso sulle labbra per quella reazione, mentre rallentava il passo, desolato.
L’aveva rincorsa non appena l’aveva vista scappare dalla Sala Grande, seguita a ruota da quel piccolo demonietto della Cherin. Purtroppo, l’aveva persa di vista quasi subito.
Era rimasto a cercarla, ma quando non l’aveva trovata, sconsolato, era tornato in Sala Grande dove, insieme a Ron ed Hermione si era diretto nella torre del Grifondoro, per farsi aiutare con il tema di erbologia.
Poi, quando l’aveva vista, infondo al corridoio, non aveva resistito alla tentazione di andare a salutarla: era davvero troppo tempo che non la vedeva e, oltretutto, voleva assicurarsi che andasse davvero tutto bene.
Ma, quando l’aveva vista voltarsi di scatto, non appena lo aveva notato, aveva sentito il suo cuore mancare un colpo.
Perché quella reazione improvvisa e rigida?
Non voleva forse incontrarlo?
Lo stava evitando?
Harry strinse forte le mani, in due pugni, arrabbiato e frustrato.
Poi fece dietro front: se non voleva vederlo non l’avrebbe di certo costretta lui!
Alexis armeggiò velocemente con la bacchetta, estraendola e puntandola sulla lettera di Sirius.
-Lettera Evanesca!-
Sibilò e un raggio dorato partì dalla punta del piccolo bastoncino di legno, colpendo la pergamena e riducendola, lentamente, in cenere.
Poi, si affrettò a voltarsi di nuovo verso il fratello, con un sorriso, ma lui le dava le spalle e si allontanava, con passo di marcia.
Rimase un po’ interdetta, ad osservare quella schiena ampia e i muscoli testi delle spalle, visibili sotto la camicia bianca.
Poi scosse la testa e lo rincorse.
-HARRY!-
Lo chiamò e lui, subito, si voltò, per vederla correre verso di lui.

Subito, una morsa gli scaldò il petto.
Era…Bellissima, ecco.
Alexandra Black era bellissima secondo Harry Potter.
Non avrebbe potuto avere un pensiero più sbagliato.
Se solo avesse saputo…
Se solo avesse saputo chi era davvero la ragazza che gli stava venendo incontro…
Se solo avesse saputo…

-Alex!-
Esclamò il moro sorpreso, l’espressione un po’ da ebete che era un misto tra la confusione e l’imbarazzo – e la miscela delle due non è mai un viso troppo intelligente.
La ragazza gli sorrise, sinceramente contenta di vederlo: la sua sola compagnia riusciva a rasserenarla, così come lo specchiarsi in quegli occhi di smeraldo che, per lei, avevano sempre una tonalità protettiva e amorevole.

Dio, non vedeva l’ora di dirgli che era sua sorella!
Voleva urlarlo al mondo e lasciarsi stringere tra le sue braccia, per poi piangere insieme a lui.
Piangere e ridere, fino allo stremo.
Purtroppo, quel momento era ancora lontano, specialmente con la brutta situazione che stava vivendo Sirius: no, doveva resistere.
Harry ricambiò il sorriso, ancora un po’ imbarazzato.
- Allora Alex, che fine avevi fatto? Sono due giorni che non ti vedevo in giro…-
Le chiese, portandosi una mano dietro la nuca, con un movimento impacciato.
Alexis si morse il labbro e fece una smorfia, arricciando il naso.
-Sono stata poco bene…-
Buttò lì, sventolando la mano in un gesto che somigliava a quello dello scacciare degli insetti fastidiosi.
- Inoltre Piton mi ha dato l’ennesima punizione, ma…-
Aggiunse e poi prese a frugare nella tasca della gonna, dalla quale estrasse un piccolo fogliettino, che dispiegò davanti al naso di Harry.
- Ta-Daaan!-
Annunciò, mentre il ragazzo si sistemava meglio gli occhiali e leggeva un ‘Ogni Oltre Previsione’. Sembrava la calligrafia piccola ed elegante di Piton.
- E’ il mio voto per l’ultima pozione fatta!-
Confermò Alexis, entusiasta.
Un sorriso malandrino – che somigliava terribilmente a quello di James Potter – gli dispiegò le labbra, prima che si avventasse sulla ‘piccola Black’ e le circondasse la vita con le braccia, prendendola di slancio in braccio e facendole fare un giro a mezz’aria.
La ragazza urlò, sorpresa, ma poi prese a ridere come una scema: sembrava quasi che lui sapesse già di essere suo fratello e che si comportasse come tale.
Quel pensiero le scaldò il cuore, mentre, tra una risata e l’altra, si aggrappò forte alle sue spalle, stringendolo quasi in un abbraccio.
-Grande!-
Urlò soddisfatto il Bambino Sopravvissuto, stringendole la vita con impeto e facendole fare ancora un giro, ridendo come un matto a sua volta.
-Harry! Harry…!-
Cercò di richiamarlo, tra le risate: ci voleva proprio un incontro con suo fratello, dopo quella pessima mattinata.
-Dai, mettimi giù!-
Ridacchiò ancora, scuotendo la testa: quel ragazzo era proprio matto!
Harry le fece fare un altro giro, prima di posarla delicatamente in terra. Tuttavia, la stretta attorno ai suoi fianchi non si allentò.
Non subito almeno.
Mentre lei lasciava scivolare le mani lungo il suo petto, il ragazzo la scrutò dall’alto, con un’occhiata profonda e penetrante che, subito, la fece sentire a disagio.
Sembravano gli occhi di Draco Malfoy, quando la osservava prima di farle qualche dispetto o di…baciarla.

Santo Iddio!
Suo fratello stava per baciarla!

Alexis sbarrò gli occhi, prima di scattare indietro e liberarsi facilmente della stretta di Harry, sfruttando l’effetto sorpresa.
Il ragazzo la guardò stranito, corrugando la fronte e lei si limitò a ridacchiare, imbarazzata e…schifata!
Insomma, Harry era davvero un bellissimo ragazzo, non c’erano dubbi su questo ma…ma era suo fratello, per le mutande di Merlino e di tutti i maghi!
Il moretto dovette guardarla qualche secondo, prima di comprendere a pieno ciò che era successo. Poi, abbassò lo sguardo, con un’espressione mista di malinconia, rabbia e frustrazione.
-Scusa…-
Si limitò a mormorare e lei, in quel momento, si sentì morire.

Dio, che cosa aveva fatto?
Era stata solo una grande egoista e solo adesso se ne rendeva conto a pieno, mentre lo guardava stringere le mani in due pugni, così stretti da sbiancare le nocche.
Aveva voluto stargli accanto e dargli tutto il suo amore fraterno senza però rivelargli chi era. Era piuttosto ovvio che, la cosa, potesse essere fraintesa.

Dio, che stupida che era stata!
E ora, Harry avrebbe sofferto perché lei non poteva ricambiare in alcun modo quel sentimento nascente.
Semplicemente perché lei era sua sorella.
Mai, come in quel momento, Alexis desiderò dire ad Harry la verità.
Ma – e si maledisse mille e mille volte – non lo fece.
Non poteva.

Lei non…Non poteva.
Deglutì a fatica, mordendosi il labbro inferiore e avvicinando, titubante, una mano al braccio del ragazzo, sfiorandolo appena con la punta delle dita.
- Harry…?-
Lo richiamò con un filo di voce e lui, lentamente, alzò lo sguardo, fino ad incontrare il suo gemello.

E il suo cuore mancò un colpo.
Quello sguardo smeraldino, identico al suo, stava soffrendo.
Non c’era traccia del sorriso che la illuminava ogni volta che lo vedeva.
Non c’era traccia del rossore che le dipingeva le gote.
Ne delle fossette deliziose che adorava sfiorare.
Tutto in quel visino stava soffrendo: a partire dalle belle labbra piegate all’ingiù, alla curva desolata del nasino fino agli occhi, leggermente lucidi.

Si, Alexandra Black stava soffrendo: ma perché?
Era stato lui quello rifiutato e, invece, sembrava lei quella devastata, come se qualcuno di molto cattivo le stesse lacerando il petto e le stesse pugnalando il cuore più di una volta, senza pietà.
La stessa sensazione che provava lui, nel vederla così.

Non lo sopportava!
Voleva rivedere il suo sorriso: aveva bisogno di quel dannato sorriso sereno, che riusciva a farlo star bene! Ne aveva bisogno come una droga, non se ne poteva separare!

La guardò per un lungo periodo, poi il suo sguardo si addolcì e alzò una mano, per sfiorarle una guancia pallida con la punta delle dita.
-Tranquilla, è tutto ok.-
Sospirò Harry, con tono rassicurante, prima di sorridere appena.
Alexis lo guardò ansiosa, poi si limitò ad annuire lentamente, mordendosi ancora una volta il labbro inferiore.
Il Bambino Sopravvissuto si allontanò di un passo, ma subito lei gli prese un braccio, trattenendolo per la manica della camicia, con espressione atterrita e terrorizzata.

Terrorizzata che suo fratello, dopo questo, la odiasse e la lasciasse da sola, senza volerla vedere mai più.
Harry lasciò scorrere di nuovo lo sguardo su di lei, confuso e quando vide la sua espressione, una scossa gli trafisse il cuore: sembrava ancora più piccola e indifesa del solito, e la cosa gli faceva venire una voglia matta di stringersela al petto, ma prese la saggia decisione di non farlo.
Si limitò invece a prendersi la testa con una mano e ad addossarsi ad una parete.
Poi cominciò a ridere, forse per il nervoso, continuando a darsi dello stupido mentre, ancora, Alexis lo tratteneva per una manica.
- Ok! Ok! –
Si arrese alla fine, parlando tra se e se.
Si voltò ad osservare la ragazza e le lasciò un buffetto affettuoso su di una guancia.
Il sorriso era tornato a splendere sulle sue labbra.
-Mi accontenterò di esserti amico, per ora…-
Le comunciò, avvicinandolesi pericolosamente al viso e sorridendo malandrino.
-Ma se un giorno deciderai di darmi una chanche, io ci sarò, ricordatelo Black!-
Aggiunse, sfiorandole la fronte con un bacio, prima di liberarsi facilmente della sua stretta e di voltarsi, per poi alzare la mano in segno di saluto.
-Ci vediamo oggi pomeriggio alla Quercia sul Lago, se mi dai buca un’altra volta ti vengo a cercare, ti ho avvertita!-
Salutò, con una punta di cattiveria minacciosa, ma poi si voltò a farle un occhiolino e lei scoppiò a ridere, annuendo.
Non gli importava se Alexandra Black non ricambiava i suoi sentimenti: ma non poteva privarlo del suo sorriso così famigliare, l’unico in grado di riuscire a farlo stare bene.
A farlo sentire…a casa.
Alexis lo guardò allontanarsi, prima di sospirare stanca.

Sì, era proprio il figlio di loro padre: mai, come in quel momento, Harry le era sembrato più identico a James.
Ed era sicura che, se Sirius fosse stato lì con loro, avrebbe confermato.
Sirius…Le cose si stavano complicando un po’ per tutti.
Per quanto ancora avrebbero resistito?

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

x sackiko_chan: Hai visto che alla fine ho aggiornato?xD Grazie mille per i complimenti^_____^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere^.-


x elita: Dimmi la verità: temevi che ti avessi abbandonata, eh?xD E invece no, eccomi qua con il nuovo capitolo! Non posso di certo abbandonare una ragazzotta dolciosa come te che mi commenta sempre e mi rende tanto tanto felice eh eh! Allora, rispondendo punto per punto alla tua recensione *rotola*: la vendetta è iniziata in questo capitolo, come hai visto *muahuahau* Dracuccio non poteva restare impassibile e – da come avrai capito – poi Blaise darà una mano [Accidenti, Spoiler! Spoiler! Sssssh…Tu però non dirlo a nessuno XD] Bhe, se adori questo lato protettivo del Principe, allora questo capitolo dovrebbe piacerti *ghghgh* E inoltre, ecco svelato il misterioso contenuto della lettera! Spero di non aver deluso le tue aspettative >____<. Per quanto riguarda lo scoprire Alexandra, ho una buona notizia per te: il capitolo in cui dovrebbe avvenire non è più il 45 (XD) ma il 28, un bel passo avanti no?^____^ Bhe, spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento e che tu voglia, come sempre, dirmi cosa ne pensi!
Ci sentiamo presto!
Un bacione, Ada =*


x Raffuz: Grazie mille per i complimenti!*/////* Eccoti il nuovo capitolo! Spero ti sia piaciuto: fammi sapere che ne pensi, mi raccomando ^.-


x Save: Grazie caraH <3 Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! Fammi sapere che ne pensi ^.-


x xLory: Grazie milleeee <3 Eccoti il nuovo capitolo: mi auguro che ti sia piaciuto! Fammi sapere, mi raccomando! ^.-


x Minnieinlove:
CuginaH cara <3 Ecco il nuovo capitolotto! Non sono veloce come te ad aggiornare, ma alla fine ce la faccio, hai visto? xD Continua a seguirmii!!!! Bacione!

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Giulia K Monroe