Disastro
Lavorò
tutto il giorno, ma durante la pausa pranzo mandò un messaggio a Lena
confermandole che era libera quella sera, così, quando rientrò a casa, ebbe
appena il tempo di prepararsi prima che suonassero il suo campanello.
Come
sempre il suo cuore prese a battere veloce, aprì la porta e si ritrovò davanti
Lena.
“Ciao.”
La donna questa volta non esitò, si spinse avanti fino ad incontrare le sue
labbra e la baciò. Kara chiuse gli occhi perdendosi, suo malgrado, nelle
sensazioni. “Mi sei mancata.” Le disse Lena separandosi da lei con un sorriso.
“Anche
tu.” Ammise Kara. Il sorriso della donna si ampliò ancora un poco, poi le tese
la mano.
“Andiamo?
Ho prenotato uno dei palchi migliori, spero ti piaccia La Traviata.”
Mentre
parlava la condusse alla sua auto, poi per le strade di National City. Lena
chiacchierava entusiasta, era chiaro quanto amasse l’opera classica.
Il
teatro era splendido e Kara ne osservò meravigliata le moderne decorazioni.
“Rivaleggia
con i migliori teatri europei, è stato costruito solo dopo un’attenta analisi
dell’acustica, vale una visita anche solo per quello.” Le spiegò facendole
notare la forma particolare, i materiali usati e i dettagli architettonici.
“È
splendido.” Ammise Kara e gli occhi di Lena brillarono.
“Vedrai
quando inizia la musica, ne sarai rapita.” Assicurò.
Kara
annuì, ma sfuggì i suoi occhi.
Quando
lo spettacolo ebbe inizio la mano di Lena si intrecciò alla sua, mentre
ascoltava rapita. Pochi minuti e Kara si alzò. La donna la guardò sorpresa.
“Devo
andare alla toilette.” Disse e si allontanò.
Quando
tornò Lena le sorrise. Una decina di minuti e Kara si alzò di nuovo, questa
volta per mandare un messaggio, poi una mail, poi controllare un appuntamento
sull’agenda.
Il
sorriso di Lena era alquanto sbiadito quando l’opera finì tra gli applausi del
pubblico.
Uscirono
dal teatro in silenzio. Lena aveva infilato le mani nelle tasche della giacca e
Kara le lanciò un rapido sguardo.
“Mi
spiace per…”
“Oh, non
importa. Il lavoro è lavoro, lo so bene.” Ma il tono della donna era distaccato.
Kara si
morse il labbro.
“Potremmo
andare a mangiare qualcosa assieme?” Chiese, titubante.
“Mi
piacerebbe, ma devo davvero andare a dormire, devo recuperare il sonno delle
ultime serate.” La guardò e le sorrise, ma i suoi occhi non erano brillanti come
al solito.
“Certo,
capisco.” Kara abbassò il capo.
Il
viaggio in macchina fu silenzioso, Kara si torturava le mani mentre Lena
guidava persa nei suoi pensieri.
Quando
furono davanti a casa di Kara lei si voltò a guardare la giovane.
“So di
aver rovinato la serata.” Ammise.
“Non
devi scusarti, Kara, l’opera non è per tutti…”
“No.” La
fermò lei. “L’opera era perfetta… è solo che…” Cosa stava facendo?
Lena
sembrò fare uno sforzo per sorridere.
“Cosa ne
dici se proviamo con qualcosa di diverso domani?”
“Sì!” Si
ritrovò a dire e lasciò andare un sospiro di sollievo.
“Scegli
tu? Qualsiasi cosa.” Si trovò a dire Lena e Kara sorrise.
“Ti
piacerebbe…” Lena le posò una mano sulle labbra.
“Sorpresa.”
Disse.
Il cuore
di Kara fece un balzo e, finalmente, Lena sorrise di nuovo per davvero. Con la
mano le accarezzò le labbra, senza distogliere gli occhi dai suoi, poi
lentamente si piegò fino a baciarla.
Kara
lasciò andare un sospiro mentre il loro bacio si approfondiva.
Lena si
separò da lei e la guardò negli occhi, sembrava cercare qualcosa nel suo
sguardo, Kara abbassò il proprio e arrossì.
“A
domani, allora?”
Annuì
alla donna, poi scese dall’auto e la salutò con la mano, mentre si allontanava.
Lena
baciava in un modo meraviglioso. Si trovò a pensare, poi scosse la testa e
rientrò in casa, aveva degli appunti da prendere e un appuntamento da
organizzare.
Era
stato un disastro! Un completo disastro!
Lena si
lasciò ricadere sul letto con un sospiro. Non riusciva a inquadrare quella
ragazza, un momento era la più dolce e adorabile persona che avesse mai
conosciuto e l’istante successivo era… un disastro! E non in senso carino…
Ma
doveva resistere, doveva…
Ripensò
ai giorni precedenti, a quando avevano guardato le stelle nel deserto, al
momento magico in cui aveva creduto… per un istante si era davvero persa nella
sua…
Scosse
la testa e pensò alla FlyStar, avrebbe dovuto
iniziare a contattare dei possibili investitori. Si rialzò preparandosi per la
notte.
L’indomani
tutto sarebbe andato bene, cosa poteva mai inventarsi Kara? Portarla a volare?
***
“Eccoci
qua!” Kara indicò l’aereo e sorrise. “Non te lo aspettavi, vero?” Chiese,
sorridendo.
“Vuoi
fare un volo notturno su National City.” Ripeté Lena.
“Ti
piace guardare la città dall’alto e ti piacciono le stelle, quindi ho pensato
che…” Kara la guardò, il viso di Lena era bianco, teso. “Non è stata una buona
idea? Certo, è un’idea stupida, non so come mi sia potuto venire in mente di…”
“No.”
Lena sorprese persino se stessa con quel secco diniego. “No, è una bella idea…
io…” Annuì. “Voglio farlo, con te, certo.” Annuiva ancora mentre Kara, un ampio
sorriso sulle labbra, la aiutava a stringere la cintura.
“Vedrai,
sarà bellissimo.” Assicurò, mentre l’aereo iniziava a rollare sulla pista.
Lena si
ritrovò ad afferrare la mano di Kara e a stringere. Lei odiava volare!
Chiuse
gli occhi mentre si staccavano da terra, poi si concentrò sul non vomitare.
L’aereo
sorvolava la città piegandosi a destra e a sinistra per permettere loro di
vedere le meraviglie sulle quali stavano sfrecciando. Lena annuiva e sorrideva
a Kara che le indicava con entusiasmo ogni edificio, piazza o strada che
riconosceva, ma dentro di sé voleva solo tornare a terra, infilarsi nel letto e
dimenticarsi di quell’orrore a cui aveva detto sì.
Quando
finalmente toccarono il suolo Lena scese con le gambe un po’ tremanti.
“È stato
magnifico, non è vero?” Chiese Kara, camminandole affianco.
“Molto
bello.” Annuì Lena.
“Potremo
farlo ancora, sto cercando di prendere il brevetto per i voli notturni, ma ho
quello per il volo diurno, quindi…”
“Non
credo sia una buona idea.” Riuscì a dirle Lena.
“Oh…”
Kara annuì. Di nuovo sfuggiva il suo sguardo, sembrava di nuovo imbarazzata,
anzi, lo sembrava da tutta la serata sotto quella forzata allegria e tutto
quell’entusiasmo.
“Domani
potremmo pranzare assieme.” Le propose la ragazza e Lena scosse la testa.
Ecco,
stava succedendo… Kara sentì lo stomaco stringersi.
“Devo
lavorare, ma possiamo vederci nel weekend.”
Kara
sbatté le palpebre, era impossibile, dopo quei due disastrosi appuntamenti era
sicura che qualsiasi cosa ci fosse tra loro si chiudesse e invece…
“Non ti
è piaciuto il volo, non è vero?” Si trovò a chiedere e gli occhi di Lena
brillarono di ironia in risposta al suo tono.
“No.”
Confermò. “Ho sempre avuto paura di volare.”
“Sono un
disastro.” Mormorò.
“Non è
vero.” Negò Lena, ma il brillio nei suoi occhi parlava per lei.
“Lo
sono.” Ribatté Kara.
Lena si
fermò e fece ruotare la ragazza, guardandola negli occhi.
“Dobbiamo
imparare a conoscerci… è normale qualche passo falso, no?” Chiese.
“Suppongo
di sì.”
“Almeno
con i baci non andiamo male…” Commentò Lena e Kara arrossì, mentre la giovane
rideva.
Forse
era la prima volta che la vedeva rilassata quella sera. Portarla a volare era
stata una vera e propria crudeltà.
“Ehi.”
Lena le sollevò il mento notando il modo in cui abbassava gli occhi colpevole.
Il suo sorriso era interrogativo. “Va tutto bene?” Chiese e Kara fu sul punto
di dire troppo, così chiuse gli occhi e la baciò.
La
sorprese, ma non per molto tempo, perché Lena avvolse le braccia attorno al suo
collo e ricambiò il focoso bacio.
“Wow!”
Disse nel separarsi. “Volare non è poi così male, dopo tutto.” Ironizzò e Kara
arrossì un poco. Lena la baciò di nuovo, delicatamente questa volta. “Buona
notte, Kara.” Disse, poi lasciò andare lentamente la sua mano.
“Buona
notte.” Kara trattenne le sue dita qualche istante più del necessario, poi la
lasciò andare.
Doveva
fare di più.
***
Il
giorno dopo Kara si mise a sfogliare i punti del suo articolo, alla fine
sospirò prese il telefono e mandò un messaggio a Lena che sapeva essere
impegnata in un incontro e al primo ne fece seguire altri dieci.
Non
sarebbe bastato… prese una borsa e la riempì di cose sue, poi prese il pullman
e raggiunse L-Corp. Era sicura che non l’avrebbero lasciata passare, ma la
segretaria sembrò essere stata avvisata, perché, non appena lei le diede il suo
nome la fece accomodare nell’ufficio di Lena chiedendole se voleva qualcosa da
bere, mangiare o leggere mentre aspettava.
Kara
scosse la testa, in soggezione ora che si trovava nell’immacolato ufficio che
aveva visto per la prima volta qualche sera prima, in un’occasione decisamente
più intima. Rimasta sola, però, si ricordò perché era lì e con un sospiro si
mise a ridecorare.
Lena
uscì dalla riunione con la testa che le doleva, non aveva dormito quella notte,
l’uscita con Kara le aveva preso più tempo del previsto e, una volta a casa, si
era dovuta preparare per quell’importante incontro.
Quello
che voleva ora era rilassarsi un attimo prima di ricevere il suo appuntamento
delle undici.
“Il suo
telefono, miss Luthor.” Le disse la segretaria. Lena
guardò lo schermo con apprensione. Non era un numero che dava alla leggera e di
certo non aveva mai ricevuto tanti messaggi…
Erano
tutti di Kara.
“C’è
miss Danvers che la aspetta nel suo ufficio.”
Aggiunse Jess. “L’ho fatta accomodare.”
Lena
nascose l’aria perplessa e la ringraziò.
“Ehi…”
Disse nel vederla, ma si interruppe di netto quando notò quello che era
successo al suo ufficio. Ora sul divano vi erano due peluche e un cuscino
colorato, alla parete vi era un dipinto nuovo e sulla sua scrivania vi erano
delle foto di Kara.
“Ti
piace?” Chiese la ragazza. Aveva le guance rosse, più che imbarazzo sembrava
vergognarsi, di nuovo…
“Certo.”
Si ritrovò a dire, anche se non era sicura che le piacesse quell’improvvisa
invasione del suo mondo ordinato e preciso.
“Non ti
piace.” Dischiarò la ragazza, guardando verso i propri piedi. “Porterò via
tutto.” Affermò ancora.
“No!
No!” Lena scosse la testa e la raggiunse, prendendole le mani. “Non me
l’aspettavo, tutto qui, è diverso… ma non per questo non mi piace.”
Kara
alzò gli occhi su di lei e sembrava sinceramente sorpresa dalla sua reazione.
“Davvero?”
Chiese.
“Sì e
sono anche contenta che tu abbia deciso di riempirmi di messaggi riguardo…”
alzò lo schermo del cellulare che ancora aveva in mano e lesse: “La tua
colazione, il tizio che hai incontrato sulle scale di casa, il postino, il cane
del tuo vicino, la vecchietta che hai aiutato ad attraversare la strada e…”
Kara
abbassò il suo polso, il viso rosso fino alle orecchie.
“Dimenticati
i messaggi… ero, ehm, nervosa.”
“Ok… non
devi essere nervosa.” Le assicurò. Eccola di nuovo, la ragazza dolce delle
prime due sere che avevano passato assieme. Lena non riuscì a resistere e le
accarezzò il viso. “Sono contenta che tu sia qui, è stata una mattina dura e tu
sei una boccata d’aria fresca. Magari un po’ pazza, ma decisamente fresca.”
Kara
abbassò gli occhi, sembrava tesa, in imbarazzo.
“Mi
dispiace.” Mugugnò.
“E di
cosa?” Chiese alzandole il mento con dolcezza, facendo incontrare i loro occhi.
Sorrise
prima di baciarla, ma Kara sfuggì alla sua presa.
“Ti
dispiace dirmi dov’è il bagno?” Chiese torturandosi le mani ed evitando di
incontrare i suoi occhi.
“Certo…”
Lena le spiegò come raggiungerlo e la guardò andare via.
Note: ohi, ohi, ohi a quanto pare non tutti gli appuntamenti vanno bene… Kara questa volta ne ha combinate di tutti i colori, un vero disastro come ci anticipava il titolo!
Abbiamo anche avuto, per la prima volta, il punto di vista di Lena.
Cosa ne pensate di tutto ciò?
E il finale? Perché Kara scappa?