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Autore: Lena Mason    24/02/2019    2 recensioni
La Guerra ha visto la Shinsengumi sfaldarsi ed i suoi componenti morire sotto i colpi di fucile e cannone. Hijikata Toshizō ha combattuto con onore anche contro Kazama Chikage che riconoscendone il valore gli ha dato un nuovo nome da oni: Hakuouki. I due combattenti giacciono sotto i ciliegi in fiore mentre una donna piange la scomparsa dell’uomo che amava. È davvero questa la fine che due combattenti si meritano?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chikage Kazama, Chizuru Yukimura, Hajime Saitou, Nuovo personaggio, Toshizou Hijikata
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Diciassettesimo


 La mattina successiva Miyako si svegliò presto come sempre e, facendo meno rumore possibile, sgusciò fuori dal palazzo per rifugiarsi in una parte nascosta del giardino, così da potersi allenare.

Era lì da un’ora quando iniziò a sentirsi osservata: fece finta di nulla per capire dove fosse lo spione e poi con un gesto veloce lanciò un kunai nel punto dove era nascosto.

Ovviamente lo spione schivò il colpo afferrando l’arma con la mano destra.

«Hai sentito la mia presenza» disse la voce di Chikage che uscì dal nascondiglio.

« Mi pare ovvio» rispose Miyako, rinfoderando la katana e allontanandosi, prima di essere richiamata dall’oni.

«Combatti contro di me» le disse, sfoderando la sua arma.

«Non credo che morire prima di aver compiuto la missione sia una buona idea» replicò lei.

«Quindi non sei ancora in grado di battermi?».

«Non credo lo sarò mai. Sono umana e donna. Non avrò mai la velocità della tua razza, né la potenza, ma sono abbastanza brava per battere quasi tutti quelli che incontro».

«Quasi?».

«Non sono mai riuscita a battere nè Hajime-kun né Hijikata-san anche se ferito» confessò la ragazza, prima di estrarre ancora la katana e aggiungere «Credo che accetterò la tua proposta, basta che non provi ad uccidermi».

«Se avessi voluto eliminarti lo avrei fatto tre anni fa».

«Come sei magnanimo» lo prese in giro lei, ricevendo un espressione accigliata e nemmeno vagamente divertita dal suo scherzo «Oh, avanti. Dovresti rilassarti un po’ di più! Sei sempre così serio e teso. Ti verranno le rughe».

«Quelle verranno a te» le rispose lui, prima di lanciarsi senza preavviso contro la ragazza che parò il colpo per miracolo.

«Ehi! Stavamo parlando, non è leale!».

«Chiudi la bocca e combatti» disse Chikage prima di attaccarla di nuovo, ancora ed ancora, senza lasciarle nemmeno il tempo di respirare.

Miyako riuscì a parare la maggior parte degli attacchi dell’oni e, fortunatamente quelli che andavano a segno, non le lasciavano nessuno ferita o sarebbe morta dissanguata: l’oni quando sapeva che la ragazza non avrebbe parato il colpo, girava la katana così da colpirla con la parte non affilata.

Nonostante non perdesse sangue da nessuna parte, sentiva dolore ovunque: l’oni girava si la katana, ma colpiva comunque duro e quella sera sarebbe stata piena di lividi.

Vide Chikage allontanarsi da lei senza un capello fuori posto né un minimo di fiatone e le venne l’impulso di ucciderlo per quello, poiché lei era senza fiato e ricoperta di sudore.

«Seguimi» le disse, voltandole le spalle, mentre rinfoderava la katana.

Miyako lo guardò interrogativa, poiché l’oni non aveva mai espresso il desiderio di avere la sua compagnia, e poi lo seguì.

La portò all’interno del palazzo, al terzo piano in una camera che probabilmente era la sua.

Miyako lo guardò interrogativa, facendolo sbuffare: «Non ti ho portata qui con intenti lascivi quali potrebbe avere quell’idiota di mio fratello, ma per darti un unguento. Entro stasera sarai piena di lividi».

«Non so perché, ma sono sicura che ti sia piaciuto colpirmi».

«Indubbiamente» rispose l’oni, ricevendo uno sguardo duro dalla ragazza di fronte a lui che, con un gesto secco gli tolse la scatola con l’unguento dalle mani e ringraziandolo brevemente fece per uscire.

«Cosa c’è?».

«Non so come tornare nella mia camera» ammise Miyako, diventando rossa di vergogna, mentre Chikage ghignava divertito.

La accompagnò fino davanti allo shoji e questa volta i ringraziamenti della donna di fronte a sé furono più veri.

Quando Miyako si voltò per entrare in camera, la voce dell’oni la fermò di nuovo.

«Ieri Yuichi ha dichiarato che ti farà cambiare la risposta che gli hai dato tre anni fa».

«Testardo di un oni» rispose Miyako.

«Perché lo hai rifiutato? Non credo ci sia un altro partito come lui. O almeno non per te».

« Gentile come sempre. E comunque l’ho rifiutato perché non avevo per lui gli stessi sentimenti. Era ed è un amico».

«Ha detto anche altro ieri alla conca» aggiunse Chikage.

«Cosa?» chiese la ragazza, inclinando la testa verso destra come era solita fare quando qualcosa la incuriosiva.

Vide l’oni abbassarsi verso di lei e avvicinarsi all’orecchio destro facendola congelare sul posto.

«Ha detto che hai confessato che forse eri innamorata di me».

Miyako non poté impedire al rossore di invaderle il viso, così come al suo cuore di battere più forte ed era sicura che Chikage, ancora chinato verso di lei, avesse ghignato poiché, ovviamente, aveva sentito i cambiamento nel suo corpo.

La donna appoggiò le mani sul petto dell’oni e con un colpo lo allontanò, dicendo:

«Poteva anche essere così allora, ma è passato tanto tempo. Sono cresciuta e maturata a sufficienza per capire che sarebbe stato un amore a senso unico e che uno come te non avrebbe mai potuto rendermi felice. Da quando te ne sei andato ho sempre pensato che saresti stato l’ultimo essere sulla terra con cui avrei voluto passare il resto della mia vita» gli rispose, sbattendogli lo shoji in faccia.

Chikage rimase bloccato davanti allo shoji della ragazza, fino a quando una presenza alla sua destra non si palesò e lo invitò a seguirlo verso la sala dove si tenevano i pasti.

«Ah figlio mio. Non sei mai stato in grado di entrare nelle grazie di una donna. E comunque te ne sei scelto una particolarmente ostica con cui avere a che fare. L’ho capito da quando ho guardato i suoi occhi che dentro di lei arde la fiamma della ribellione».

«Non ho intenzione di entrare nelle sue grazie. Mi stavo solo divertendo a prenderla in giro».

« Non ti conviene farlo. Quella donna ti intriga, Chikage. Non puoi negarlo a te stesso» disse Takeshi, prima di entrare nella sala dove Yuichi era già presente.

L’oni salutò i suoi familiari mentre suo fratello gli riservava una lunga occhiata indagatrice: probabilmente sentiva l’odore di Miyako su di lui e cercava di capire come ci fosse finito.

Si sedette di fronte a lui e sentirono, dopo una mezz’ora, le tre donne ospiti avvicinarsi alla sala.

Chikage sentì distintamente l’odore dell’unguento che aveva dato a Miyako segno che doveva averlo già utilizzato dopo essersi lavata: lo shoji si aprì rivelando Osen e Kimigiku che indossavano dei kimono di pregiata fattura, mentre Miyako alle loro spalle ne indossava uno molto semplice e di colore chiaro.

Era ovvio che, come in passato, quella donna non curasse minimamente il suo apparire.

Fecero colazione nel quasi totale silenzio, fino a quando Takeshi non chiamò Miyako per spiegarle la natura della missione.

La ragazza si inginocchiò di fronte all’oni e questi prese a parlare:

«L’obbiettivo che devi eliminare è un essere umano appartenente ad una famiglia molto influente. Abbiamo richiesto l’intervento di una kunoichi per evitare coinvolgimenti diretti con la nostra famiglia, non perché ci manca la forza per ucciderlo. Il motivo per cui lo vogliamo morto è semplice: oltre a sfidare apertamente la nostra giurisdizione su queste terre che ci appartengono dall’alba dei tempi, ha avuto l’ardire di rapire e far del male a una delle nostre oni».

Miyako guardò l’oni in apprensione e chiese: «La donna sta bene?»

«No. È rimasta profondamente sconvolta dalla cattiveria che quell’uomo e i suoi compagni hanno dimostrato verso di lei e non si è mai ripresa completamente: vive isolata dal resto del mondo da quando è stata liberata».

Miyako annuì, capendo bene quanto quella situazione era triste e complicata, e chiese: «Quali abilità ha quest’uomo?».

«È un ottimo spadaccino e combattente, ma nulla di eccezionale. Il problema è la sicurezza che lo circonda da quando ha aggredito la nostra compagna: sa di averla combinata grossa e si è circondato di abili combattenti».

«Quindi l’unico modo per avvicinarlo è di cercare di entrare nelle sue grazie»disse Miyako «Ho bisogno di sapere quale sia il tipo di donna che attira le sue attenzioni».

«Come mai questa richiesta?» chiese Chikage.

« Così mi comporterò di conseguenza attirando su di me il suo interesse e, una volta che cercherà la mia sola compagnia, lo eliminerò».

«Ottima idea, Miyako-chan!» asserì Yuichi, facendola sorridere.

«Bene. Ordinerò ai miei uomini di indagare sulle preferenze di quell’essere. Ti prego di stare comunque attenta, poiché è un uomo dal fine intelletto, purtroppo».

«Ho avuto a che fare con qualsiasi tipo di uomo da quando sono kunoichi e so come comportarmi, ma vi ringrazio per la vostra preoccupazione verso di me» rispose Miyako, inchinandosi davanti a Takeshi.

«Bene. Ora che il piano è stato deciso, attendi fino a quando non avrò le notizie che cerchi e poi potrai iniziare la missione. Fino ad allora sarà meglio che rimani a palazzo».

«Hai, Takeshi-dono».

Miyako uscì dalla sala dove avevano mangiato e si diresse verso camera sua, ma la voce di Yuichi la bloccò.

«Miyako-chan, che ne dici di fare una passeggiata per i giardini?» le chiese.

«Ottima idea, Yuichi-san» replicò la ragazza che, dopo aver indossato i sandali seguì l’oni fuori.

Le mostrò prima il giardino anteriore, rammaricandosi che non fosse primavera: le assicurò che durante la stagione di fioritura quel luogo era incantevole.

La condusse poi verso il ponte che sovrastava il laghetto artificiale dove carpe  e altri pesci nuotavano in tranquillità e le mostrò il resto della tenuta.

Era un giardino immenso e ben curato dove non si vedeva traccia della mano dell’uomo: gli oni avevano fatto sicuramente un bel lavoro nel sistemarlo, così da nascondere qualsiasi traccia di artificialità.

La ragazza parlò allegramente con l’oni che, a differenza degli altri che vivevano a palazzo, era molto più aperto e meno rigido nei comportamenti. Camminavano da almeno una ventina di minuti quando, su uno dei viali circondati da rododendri, incontrarono Chikage che viaggiava nella direzione opposta in compagnia di una oni femmina: Miyako non l’aveva mai vista a palazzo o se ne sarebbe ricordata.

Aveva capelli biondi, mossi e lunghi fino alla base della schiena e grandi occhi verdi, dal taglio leggermente felino: una bellezza, insomma.

Era strano il modo in cui Chikage si comportava verso di lei: sembrava quasi gentile.

«Chikage! Vedo che nostro padre ti ha presentato questo splendore» lo chiamò Yuichi, inchinandosi di fronte all’oni femmina.

« Mizuho-sama questo è mio fratello maggiore Yuichi. La donna che lo accompagna è Miyako Fujita ed è qui per adempiere ad un dovere affidatole da nostro padre».

L’oni si inchinò davanti ai due che ricambiarono con la stessa cortesia.

«È un piacere fare la vostra conoscenza» disse l’oni, riservando una lunga occhiata a Miyako « Sei un essere umano, vero?».

«Sì, Mizuho-sama».

L’oni non disse altro, ma si voltò sorridente verso il suo accompagnatore e, dopo i saluti, proseguirono verso palazzo.

«È un oni di lignaggio nobile proveniente da oltremare. È qui con i suoi genitori per combinare un possibile matrimonio con Chikage».

«Sarà soddisfatto di aver finalmente trovato una oni femmina di lignaggio adeguato alle sue aspettative».

« Probabile, ma a me non piace. Essendo il primogenito dovevo essere io a trovare compagna per primo, ma dato che a differenza di Chikage non ho problemi a mischiarmi con gli esseri umani, nostro padre ha preferito passare a lui».

«Capisco» disse semplicemente Miyako, non riuscendo però a comprendere come mai una simile notizia le pesasse sul petto come un macigno.

   
 
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