Lui aveva un amore fatto di piccole attenzioni.
Lei lo riceveva.
Lui esisteva solo per lei.
Lei era tutto per lui.
Lui ogni sera guarda al cielo.
Lei si fa trovare.
Lui le parla.
Lei lo ascolta.
Lui le scrisse poche righe col desiderio di dirle tante cose alla vigilia di San Valentino, il loro giorno; prese un foglio bianco, una penna e nell'inchiostro che fluiva come i suoi pensieri c'era tutta la sua anima: "Dovunque sei, ovunque sarai, col tuo sorriso e lo sguardo fiero, lontano da tutto, cuore a cuore, con la mano tesa, seduta su una sedia, e i capelli lisci che ti cadono sul viso a coprire quel senso d'inadeguatezza...
Bella come dieci anni fa, quando mi innamorai di tutto e di niente, di quel presente, in quell'istante, in cui il tempo girò su se stesso e senza tante parole, mi fece inciampare su di te...
E se penso a ogni passo, ai dubbi e perché, alle linee parallele che non hanno punti in comune, alle stelle lontane, a quelle vicine, ai tuoi occhi che mattina e sera vorrei incontrare, guardare, e perdermi, respirare...
Se potessi tornare indietro, e fare mille passi avanti, dirti quanto sei importante, toccarti la mano, sfiorare i tuoi pensieri, sentirmi più vicino, perché tutto passa veloce, si ferma, si muove, ha senso, per quel solo minuto di noi...
E non cambierei niente, ti sceglierei ancora, anche quella ruga in più per cui ti chiamano signora, e dovunque sei, ovunque sarai, io sarò lì, accanto a te, per te, senza lasciarti mai...".
Lei forse la leggerà...da lassù.