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Autore: pattydcm    26/02/2019    1 recensioni
! ATTENZIONE !! DA SAPERE PRIMA DI INIZIARE LA LETTURA !
Questa ff è la continuazione della mia OS ‘Fenix’. Vi consiglio, quindi, di leggerla, prima di affrontare quella che sarà una piccola long dal punto di vista di Greg. Dalla serie sappiamo che il suo matrimonio è in crisi e qui si approfondisce questo aspetto. Mi sono focalizzata sulla confusione che domina l’ispettore e che si estende a tutti i campi della sua vita. Non è una mystrade, in realtà non c’è una vera coppia qui. C’è la confusione di quest’uomo che si scontra con figure diverse: Sherlock, Mycroft, la ex moglie, Donovan, Molly e Moriarty. Come sappiamo dalla serie, la vita di Greg è stata messa in pericolo dalle mire di James su Sherlock. Se sappiamo come si è evoluta questa minaccia in John, nulla si sa di come l’abbia presa Greg. Ho voluto qui porre l’accento anche su questo. Ci trovarci al termine della prima stagione: Moriarty si è palesato con il suo macabro gioco e ha detto a Sherlock che gli brucerà il cuore. Non ci sarà l’incontro con la Adler, né la gita a Baskerville e il salto dal Bart's. Spero che questo esperimento vi piaccia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sally Donovan
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Buongiorno a tutti!
Scusate l’attesa, riesco solo oggi finalmente a mettermi qui e postare un altro capitolo. Mi spiace non sapervi dire bene quando riuscirò a postare, non è per nulla da me, ma piuttosto di dare una data e non attenderla preferisco dire che farò il possibile per non far passare troppo tempo.
Intanto vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo.
A presto
Patty
 
Capitolo 15
 
Greg parcheggia male l’auto, scende sbattendo la portiera e corre al numero 7 di Eldon road. Il portone si apre ancora prima che si attacchi al campanello come un disperato. Sale le scale due gradini per volta fino al terzo piano.
<< Ce ne ha messo di tempo, ispettore >> lo accoglie Anthea. Fatica a riconoscerla con quegli abiti informali addosso. Una tuta larga, grigia, anonima. Sotto il cappellino con tanto di visiera i capelli sono tenuti stretti da un elastico in una coda che le ricade sulla spalla e non ha nessuna traccia di trucco sul viso.
Greg la ignora, la scosta in malo modo dalla porta e si fionda nell’appartamento. Non aveva idea di cosa vi avrebbe trovato. Continuava a sperare di non ritrovarsi davanti al cadavere di quello che non sa se sia il ragazzo di suo figlio. Di dargli questa brutta notizia non ne avrebbe avuto per nulla la forza.
Leslie, invece è vivo. Siede sul divano, i gomiti appoggiati alle ginocchia e le mani a sorreggere la testa. Alza appena lo sguardo verso di lui, stupito di vederlo lì.
<< Ispettore, cosa ci fa qui? >> gli chiede alzandosi in piedi nervoso.
<< Gli ho chiesto io di venire >> risponde Anthea al suo posto, avvicinandosi a loro.
<< Oh >> sussurra il ragazzo, guardando la donna con sospetto. << Non sapevo vi conosceste >>.
<< Nemmeno io sapevo tu la conoscessi >> ribatte Greg, scoccando un’occhiata alla segretaria di Mycroft, che ha sulle labbra quel sorriso di circostanza ben poco empatico.
<< E in effetti non la conosco. Si è offerta di accompagnarmi a casa e aspettare con me il ritorno di mia madre >> spiega, confuso da quanto sta accadendo.
<< E perché lo ha fatto? >> gli chiede, sforzandosi di mettere da parte il detective e agire come un padre preoccupato.
Il ragazzo torna a sedere sul divano e piega il capo fino a portare il mento al petto. Greg si accomoda sul tavolino basso posto davanti a lui e non sa bene cosa dire, anche perché non sa assolutamente cosa abbia portato Anthea in questa casa e da questo ragazzo. Volge lo sguardo alla donna ferma a un metro da lui, le braccia incrociate al petto. Non gli dice nulla, limitandosi a tenere lo sguardo fisso sul ragazzino.
<< Anthea mi ha chiesto di correre qui e io l’ho fatto. Temevo che tuo padre ti avesse… >>.
<< George glielo ha detto? >> lo interrompe il ragazzo, guardandolo spaventato. Greg annuisce e Leslie distoglie lo sguardo divenendo rosso. Si stringe ancora di più nelle spalle, dondolando piano su se stesso.
<< Io… io ho bisogno di capire cosa sta succedendo >> dice Greg. << Voglio aiutarti, Les >> insiste, e il ragazzo scuote il capo.
<< Io non lo merito il suo aiuto, ispettore >> sussurra, stringendo le braccia al petto. << Lei avrebbe dovuto lasciarmi fare. Era l’unico modo per porre fine a questa storia! >> dice scoccando un’occhiataccia ad Anthea.
<< Quale storia? >> gli chiede Greg confuso. Il ragazzo scuote di nuovo il capo e stringe ancora di più le braccia al petto. Ci sono delle macchie scure sulla manica sinistra della maglietta, tirata sino a coprire la mano. Greg la afferra e il ragazzo, colto di sorpresa, cerca di sottrarsi alla sua stretta.
<< Cos’hai fatto? >> gli chiede, lasciandolo andare, ma lui si ostina a non rispondere e nasconde la mano alla sua  vista.
<< Autolesionismo >> dice Anthea, uscendo dal suo silenzio. << Ha le braccia piene di tagli. Per questo, nonostante il caldo che fa, indossa magliette a maniche lunghe >>.
Greg resta a bocca aperta, colpito dalla spiegazione asettica della donna. Il ragazzino non sembra gradire quella violazione della sua privacy.
<< Perché ti fai del male? >> gli chiede e lui scuote il capo restio a volerne parlare.
<< Per sedare l’ansia >> spiega Anthea. << Il dolore fisico distoglie da quello emotivo. È una valvola di sfogo. Lo si fa anche per sentire qualcosa, per dimostrarsi di essere vivi, vedere il proprio sangue, i segni delle cicatrici >>.
Il ragazzo è visibilmente a disagio e trema ancora di più. Nasconde il braccio destro chinandosi sempre più verso le ginocchia.
<< Ti ringrazio per la spiegazione chiara e lineare, Anthea, ma penso che possa bastare >> la richiama Greg, infastidito dalla sua mancanza di empatia. << George sa del male che ti fai? >> gli chiede, pensando che forse mettere in mezzo il figlio possa essere un modo per indurlo a parlare.
<< Sì >> risponde. << Non gli piace e non capisce perché lo faccio. Non lo capisco neppure io, sento solo di doverlo fare. Mi aiuta a stare meglio >> dice, incontrando finalmente il suo sguardo.
Greg si rende conto di fare fatica a sostenerlo. Il suo lavoro lo ha portato a scontrarsi con il male del mondo e con le sue brutture e cattiverie, ma ha sempre creduto di poter lasciare queste cose nel suo ufficio a Scotland Yard. La solita illusione che ‘A me questo non potrà mai accadere’. E, invece, in questi ultimi giorni si sta rendendo conto che queste cose possono succedere, e come, anche a lui. La figlia vittima di cyberbullismo, il figlio con grossi dubbi circa la sua sessualità e questo ragazzo, che conosce da sempre, con i chiari segni sul corpo del dolore che prova.
“Non sono preparato per tutto questo” pensa, passando la mano sul viso stanco.
<< Come sta George? >> gli chiede Leslie, imbarazzato.
<< Ha un occhio nero, il labbro spaccato e un giorno di sospensione. Il ragazzo che ti ha importunato è messo molto peggio >> dice e, sebbene sia scosso da quanto gli ha detto, le sue labbra si curvano in un sorriso commosso, che, però, subito scompare.
<< Mi spiace per quel che è successo. Non volevo si prendesse tutta la colpa, ma lui ha insistito per farlo. Ha detto che poteva fidarsi di lei >> dice scettico guardandolo appena.
<< Certo che può e anche tu >> ribadisce Greg, assumendo la sua stessa postura.
<< Quindi lei non mi odia per il giorno di sospensione che suo figlio si è preso a causa mia? O per il fatto che io… >> lascia la frase a metà, mandando giù ciò che non riesce a dire.
<< Che sei innamorato di lui? >> dice al suo posto, vedendolo trasalire. << No, non ti odio per questo >> lo rassicura sorridendogli. Il ragazzino scuote il capo e le lacrime prendono il sopravvento.
<< E invece dovrebbe! >> esclama tra i singhiozzi. << Perché sono stato così stupido da lasciare che mi minacciassero e per questo volevo saltare giù dal ponte, perché non ce la faccio più, ispettore! >> esclama, chiudendosi su se stesso. Posa la fronte sulle ginocchia e sfoga il suo pianto disperato.
Greg lo guarda interdetto. È talmente confuso da non sapere più come si respira. Volge lo sguardo stupito ad Anthea, che prende una sedia e la porta vicina a lui.
<< Abbiamo ricevuto una segnalazione dai nostri controllori >> racconta finalmente, accomodandosi. << Avevamo deciso di tenerlo d’occhio, lui come tutti coloro che gravitano attorno a te e alla tua famiglia. Fa parte delle manovre di protezione >> spiega, portando a sua volta i gomiti alle ginocchia. << Il mio capo mi ha mandata sul posto. Ha ritenuto fosse importante gestissi io la situazione, data la delicatezza e la giovane età del ragazzo >>.
Greg pensa che Mycroft si è sbagliato di grosso se ha deciso di affidare a lei la situazione in quanto donna e per questo dotata di un qualche istinto materno.
<< Lo avevano avvistato vicino al vecchio ponte dell’ex ferrovia ai Docs in atteggiamento sospetto >> continua lei, catturando l’attenzione del ragazzo, che la guarda sconvolto.
<< Mi avevi detto di essere lì per fare jogging >> dice Leslie. << Ho pensato fosse una cosa assurda scegliere di correre proprio lì, ma non posso credere che tu sia stata mandata da qualcuno. Che io sia sotto controllo >> dice spaventato.
 << Se ti avessi detto chi sono non mi avresti ascoltata e ora non saremmo qui, tutti insieme, Leslie >> gli dice e la sua voce si fa più morbida. A quanto pare se vuole questa donna riesce ad essere dolce.
<< Sei dei servizi sociali? Mi state ancora addosso per la storia della separazione dei miei? >> le chiede infastidito.
<< No, Les, i tuoi non c’entrano >> risponde Greg, cogliendolo di sorpresa. << Sei amico di George, lui è mio figlio e io… sto passando un periodo un po’ particolare a lavoro >>.
<< E’ sotto scorta? >> gli chiede stupito e curioso.
<< Diciamo di sì e gradirei che George non lo venisse a sapere. Pensi di poterlo tenere per te, finchè non troverò il modo di parlarne a lui e alla sorella? >>.
Il ragazzino annuisce e sembra sollevato all’idea che quella donna non sia lì per lui.
<< Perché volevi buttarti da quel ponte, Leslie? George ne avrebbe sofferto >> lo riporta sull’argomento, usando un espediente un po’ crudele ma necessario, se vuole capire cosa stia succedendo.
<< Soffrirebbe ancora di più se sapesse la verità e io non ho il coraggio di dirgliela >> risponde, cercando di controllare il pianto.
<< Vuoi parlarne con me? >> gli chiede e il ragazzo tentenna.
<< Posso raccontargliela io, se preferisci >> si intromette Anthea, cogliendo di sorpresa entrambi. Leslie respira affannato, del tutto stupito della proposta che questa donna per lui sconosciuta gli ha fatto.
<< E’ sotto scorta per la storia del portale? >> gli domanda spaventato.
<< Il portale? Ti riferisci al Fenix? >> gli chiede Greg e un brivido gli percorre la schiena quando lo vede annuire. Scocca un’occhiataccia ad Anthea. Se ciò che ha detto al ragazzo non è solo un escamotage per farlo parlare e lei e il suo capo sono davvero a conoscenza di qualcosa che per l’ennesima volta gli hanno tenuto nascosto e la volta buona che esplode fregandosene delle conseguenze.
<< Lizzy ne aveva parlato a George e lui mi aveva detto di esserci andato per capire cosa fosse. Mi aveva spiegato che era un sito di automutuo aiuto e io mi sono detto ‘Perché no? Se può aiutare Lizzy magari può essere utile anche per me’. Così mi sono iscritto >> sospira, dondolando piano su se stesso. << Non l’ho detto a George perché secondo lui il modo migliore per risolvere un problema e parlarne e, dal momento che con mio padre è impossibile farlo, continuava a dirmi di andare dalla psicologa della scuola. Io, però, non potevo andare da quella e raccontargli dell’inferno che anche adesso che sono separati continuo a vivere con i miei. Non potevo pensare di ritrovarmi di nuovo con i servizi sociali per casa a scavare nella mia vita e rendere mio padre ancora più nervoso. Era solo un sito web, infondo, non poteva farmi nulla di male >> dice con la voce rotta dal pianto. << Invece me ne ha fatto tanto e me ne sta ancora facendo >>.
<< Ancora? Com’è possibile? È stato smantellato e i colpevoli arrestati >> dice Greg, ma il ragazzo scuote forte il capo.
<< No, ispettore. Non li avete presi tutti >> sussurra, guardando spaventato. << Io mi sono fidato di Michael, il tutor che mi avevano affidato. Gli ho parlato dei problemi con mio padre e di quel che provo per George. Lui era simpatico, mi dava molti consigli e mi rassicurava tanto. Mi ha spronato a dichiararmi e aveva ragione nel dire che il mio amico non mi avrebbe scacciato e questo mi ha portato a fidarmi ancora di più. Poi, George ha iniziato ad avere dei sospetti sul portale. Non gli piaceva l’effetto che aveva su Lizzy e non faceva altro che parlare del consulente investigativo >> dice storcendo il naso. << Voleva andare da lui e esporgli il caso, ma io continuavo a dirgli che non gli avrebbe dato retta, perché non c’era nulla che non andasse in quel portale. Anche Michael appoggiava le mie idee. Lui mi ha chiesto se per caso non fossi geloso dell’importanza che George attribuiva a Sherlock e io non ci avevo mai pensato. Me ne parla praticamente da quando l’ha conosciuto. Me la ricordo bene la mattina in cui si è svegliato e lo ha trovato sul divano di casa vostra e lui ha dedotto cose che non poteva sapere di voi solo guardandovi. Me ne ha parlato per tutta la lezione, portando la maestra a sgridarci più volte. Io pensavo fosse una sorta di supereroe per lui e, invece, ho capito che gli piace davvero >> dice e a Greg si chiude lo stomaco.
Aveva già ipotizzato che suo figlio potesse essersi preso una cotta per Sherlock, ma sentirlo dire a voce dal ragazzo che dice di amarlo lo stordisce al punto che deve fare un bello sforzo per restare sul pezzo.
<< Io non ci ho visto più >> prosegue il ragazzo. << A me continua a dire che non sa cosa prova per me, che non sa se anche lui lo è, che non vuole fare… >> lascia in sospeso la frase, guardandolo imbarazzato. << Ma si scioglie ogni volta che riceve un messaggio dal consulente e gli occhi gli brillava mentre ne parla. Io non potevo sopportarlo e mi sfogavo con Michael. All’inizio lui mi ascoltava interessato, cercando di tranquillizzarmi e farmi ragionare. Poi, però, ha iniziato a darmi dei consigli strani >> dice il ragazzo rabbrividendo.
<< Che genere di consigli? >> lo incita Greg.
<< Voleva che mettessi in giro la voce di una relazione tra il consulente e il figlio dell’ispettore col quale collabora assiduamente. Io mi sono sempre rifiutato >> si affretta a precisare. << Devo ammettere che non l’ho fatto per salvare la reputazione di quell’uomo, ma per George. Ci sarebbe andato di mezzo anche lui e non volevo creargli problemi. Più io mi rifiutavo, più Michael insisteva e iniziava a inquietarmi. Poi, Lizzy ha tentato il suicidio >> dice e a Greg tremano i polsi nel sentirgli parlare anche di questo. << George ha iniziato a presentarmi tutta una serie di prove circa la malvagità nascosta dietro la fenice e io non potevo dirgli che avevo delle prove a favore della sua tesi, perché non volevo rischiare di perderlo. Ho interrotto le comunicazioni con Michael e mi sono cancellato dal portale. Pensavo che questo sarebbe bastato e per qualche tempo, in effetti, non ho avuto problemi. Poi, però, Rosaline Jackson si è uccisa, Sherlock è stato chiamato a indagare e… ed è iniziato tutto quanto >>.
Il pianto lo interrompe e Greg riprende fiato. Volge lo sguardo ad Anthea, imperscrutabile e apparentemente impassibile alla sofferenza del ragazzino. Quel non trovare alcun sostegno in questa donna lo inquieta forse ancor di più di tutto il resto.
<< Cosa ha avuto inizio, Leslie? >> domanda al ragazzo quando lo sfogo si conclude.
<< Le e-mail. I messaggi. Le chiamate da parte di Michael. Voleva che facessi ciò che mi aveva proposto, che mettessi in giro quelle voci, ma io ho continuato a rifiutarmi. Mi ha minacciato, allora, di mettere lui delle voci in giro sul mio conto, sapendo bene che se fossero giunte all’orecchio di mio padre io sarei praticamente morto >> rabbrividisce. << Io non riuscivo a capire come potesse lui ancora minacciarmi dato che il portale, per quanto mi aveva detto George, era stato smantellato da lei e da Sherlock grazie all’aiuto del fratello di questo. Quando gliel’ho chiesto, Michael si è messo a ridere e mi ha detto che c’è molto di più di un semplice portale dietro questa storia e io mi sono sentito il più grande degli idioti per esserci caduto dentro >>.
<< E così hai pensato che farla finita fosse la soluzione migliore >> sussurra Greg e il ragazzino annuisce. << Questo Michael ha messo davvero quelle voci in giro, che sono culminate oggi con la rissa nello spogliatoio e hai avuto paura che tuo padre venisse a sapere della cosa e scoprisse il tuo segreto >>, Leslie annuisce di nuovo e il pianto ricomincia, questa volta silenzioso e remissivo.
<< Piuttosto che vederlo arrabbiarsi e dirmene di tutti i colori, prendere la cinghia e darmene fino ad ammazzarmi preferisco saltare dal ponte. Lei, però, non me lo ha permesso >> dice scoccando un’occhiataccia ad Anthea, per nulla toccata dal suo disprezzo.
<< E direi che ha fatto bene >> dice Greg. << Ok, prendi le tue cose e seguimi >> gli dice, alzandosi in piedi.
<< Perché, dove andiamo? >> gli chiede preoccupato.
<< Non posso lasciarti qui in balia di tuo padre e di chi ti minaccia. Quindi ora ti porto da George e resterai lì finchè non avremo trovato una soluzione più consona >>.
<< Ma mia madre… >>.
<< Con tua madre ci parlo io >> lo interrompe perentorio. << Leslie, non voglio che tu possa farti del male e non riesco a tollerare l’idea che tu possa morire, sia che sia tu a decidere di porre fine alla tua vita, sia che sia quel troglodita di tuo padre a farlo. Non si deve temere per la propria incolumità solo perché si è ‘diversi’. Perché ‘diversi’, poi, vorrei proprio capirlo >> dice, portando la mano agli occhi. << Per me i ‘diversi’ sono i cosiddetti ‘normali’ che ammazzano e vessano chi dicono non essere come loro e quindi indegni di vivere >>.
<< Allora non posso andare da George, ispettore. Sua madre… beh, mi spiace dirglielo, ma la sua ex moglie non la pensa come lei >>.
<< Dal momento che nostro figlio, da quanto mi dici, è possibile che appartenga ai ‘diversi’, allora farà meglio a mettersi l’anima in pace, se non vuole che questa volta sia io a fare guerra per toglierle la patria potestà >>.
<< Lei lo farebbe davvero? >> gli chiede il ragazzo alzandosi in piedi. E’ ancora un po’ curvo su se stesso e da l’idea di essere fragile come cristallo. Greg gli sorride, pensando a quanto sia complesso l’animo umano. Leslie è sempre stato più alto di George ed è cresciuto molto di più e più in fretta di suo figlio. Sul campo di rugby è uno di quei giocatori che non si riesce a buttare a terra neppure a caricarlo in quattro alla volta. Ha le spalle larghe, la voce già bassa e gli si potrebbero dare benissimo due o tre anni in più a vederlo, eppure, in questo momento, sembra uno scricciolo spaurito. Prova una profonda tenerezza per questo ragazzo che ha sempre considerato essere il migliore amico di George e quindi, in un certo senso, un figlio putativo per lui.
<< Certo che lo farei, Les >> gli dice posando la mano sulla sua spalla curva. << Nessuno ha il diritto di farti del male per ciò che sei, per le tue idee, per i tuoi sentimenti. Cristo, siamo già oltre il primo decennio del 2000, ragionamenti di questo tipo non li si dovrebbe neppure più fare. A me non importa se sei etero, omo o bisessuale. Io voglio che tu sia vivo e in salute >>.
Il ragazzo piange commosso faticando a sostenere il suo sguardo. Gli si avvicina piano fino a posare la fronte contro la sua spalla.
<< Grazie >> sussurra tra le lacrime e Greg lo stringe tra le braccia. Dal modo in cui gli si aggrappa capisce quanto bisogno avesse questo ragazzo dell’appoggio di un adulto e ancora una volta si trova a maledire coloro che hanno ideato questo portale e quel pazzo criminale che li ha aiutati nell’intento.
“E che ha tentato di spingere questo ragazzo a dare addosso a Sherlock per diffamarlo e portare avanti i suoi interessi” pensa.
<< Prendi una borsa e mettici dentro l’essenziale, Les. Io ti aspetto qui >> gli dice, incoraggiandolo a riprendersi, cosa che sembra avvenire con più facilità dopo questo abbraccio.
Il ragazzo si dirige in camera sua lasciandolo da solo con Anthea.
<< Tu e il tuo capo sapevate di queste minacce, non è così? >> le chiede, voltandosi verso di lei che ha rimesso diligentemente la sedia al suo posto.
<< Io e il mio capo stiamo cercando di salvare te e i tuoi cari, Greg. Ti assicuro che non è per nulla facile >> gli dice voltandosi verso di lui.
<< Lo sarebbe di più se condivideste i vostri problemi, anziché tenerli segreti >>.
<< E cosa pensi che dovremmo fare? Un gruppo di auto mutuo aiuto per le vittime di quel criminale? >> gli domanda ironico, mettendosi sulle labbra lo stesso sorriso del suo capo.
<< Ti rendi conto di quanto i segreti causino problemi, Anthea? >> le dice avvicinandosi a lei. << partendo da quello usato da Moriarty per ricattare il tuo capo fino a giungere a questo di Leslie, i segreti sono solo fonte di guai >>.
<< Questo vorrebbe dire che lei, ispettore, non ne ha? >> lo sfida la donna, muovendo a sua volta un passo verso di lui.
<< No, mia cara, non ho segreti per nessuno. Non ho mai ucciso se non per legittima difesa o in un’azione di polizia, non ho mai tradito chi credevo mi amasse, non ho truffato, raggirato, manipolato mai nessuno, sono un perfetto idiota, come direbbero gli Holmes. Del tutto incapace di approfittarmi delle situazioni, figuriamoci delle persone! >>.
<< Un uomo inattaccabile, insomma >> ironizza ancora una volta Anthea.
<< Oh, no, ti sbagli. Mi possono attaccare sugli affetti, sui sentimenti, sul lavoro. In queste cose sono vulnerabile, ma è diverso dal mentire al punto da mettersi nei guai con le proprie mani >>.
Si guardano a lungo avvolti da un silenzio carico di tensioni.
<<  Il mio capo ha ragione, Lestrade. Sei un uomo davvero interessante >> dice, scrutandolo con la stessa aria da scienziato che osserva un campione da laboratorio che rivede ogni volta sul volto di Mycroft.
<< Il topo da laboratorio a sua volta studia chi lo osserva, Anthea, non lo sai? >> ribatte, muovendo un passo verso di lei in modo da trovarsi molto vicini. << Io voglio la verità, senza postille e senza omissioni >>.
<< Non spetta a me dirtela >> ribatte lei facendo un passo indietro.
<< Oh, è vero il tuo compito è quello di aprire sportelli, prendere appunti e correre a salvare ragazzini in difficoltà >>.
<< Non solo ragazzini, Lestrade >> dice con uno strano sorriso sulle labbra. Cambia del tutto espressione, indurendo lo sguardo, e veloce la sua mano corre ad afferrare il bavero della sua camicia. << Chi credi abbia eliminato il killer che stava per farti fuori, eh? >> sussurra aggressiva senza lasciarlo andare.
Greg sbatte più volte le palpebre incredulo. Deve ammettere che l’immediato cambiamento di questa donna lo spaventa. È forte la sua presa, deciso il suo sguardo e si rende conto che la segretaria perennemente concentrata sullo smartphone potrebbe davvero essere capace di uccidere un killer.
<< Mycroft aveva detto di aver messo su di me il migliore dei suoi elementi >> sussurra stupito.
<< Colei che ha il compito di proteggerlo, addestrata dai servizi segreti e scelta tra una rosa di candidati più che qualificati, sì >> dice e le sue labbra si curvano in un sorriso più simile a un ghigno. << Sei maledettamente importante e non te ne rendi neppure conto, piccolo uomo che cade facilmente preda delle sue frustrazioni >> dice spintonandolo via da sé.
Greg non riesce a credere di trovarsi dinanzi a… beh, a un killer. I servizi segreti non addestrano di certo principesse abili nel ricamo. Doveva aspettarselo da uno come Mycroft. Essere circondato da una scorta avrebbe dato troppo nell’occhio e, sebbene possa sembrare paradossale, dato il posto di rilievo che occupa, non è tipo al quale piaccia essere al centro dell’attenzione. Unire, invece, l’utilità di una segretaria efficiente, alla praticità di una guardia del corpo più che preparata e, ovviamente, tenere il tutto debitamente nascosto è più nel suo stile.
Greg ricorda bene il curriculum di Jadescu. Non osa immaginare quale possa essere quello di Anthea, se è riuscita a farlo fuori. Porta istintivamente la mano a massaggiare il braccio sinistro, ricordando di come quello del finto agente fosse rotto in più punti con una precisione chirurgica.
“Meglio che non la faccia arrabbiare!” pensa deciso, comunque, a non farsi mettere i piedi in testa da lei.
<< Ti ringrazio >> dice, catturando la sua attenzione.
<< E’ il mio lavoro >> ribatte lei facendo spallucce. << Cosa conti di fare con quel ragazzino? >> gli chiede cambiando argomento. Greg vorrebbe pensare che sia a disagio nel parlare del suo lavoro e di cosa questo comporta, ma crede che per questa donna non ci sia alcun senso di colpa, alcun rimorso. Esegue gli ordini del suo capo ed è a lui fedelissima.
<< Lo porto da George, come gli ho detto. Hai un’idea migliore? >>.
<< No >> risponde e Greg non può fare a meno di pensare che in effetti non è pagata per avere idee. Bada bene, però, di tenere questa considerazione per sé. << Rafforzeremo il controllo attorno casa della tua ex e sulla tua famiglia >>.
<< Ti fidi delle persone che gestisci, Anthea? >>.
<< Come di me stessa, Gregory >> risponde e torna sulle sue labbra quel sorriso di circostanza che la rende così simile al suo capo.
<< Allora abbiamo un problema >> le dice lui, cogliendola di sorpresa. << Perche nonostante tu mi abbia salvato la vita, nonostante tu abbia impedito a Leslie di togliersi la sua, io non riesco a fidarmi di te e neppure di chi ti comanda >>.
La donna sorride e sembra essere soddisfatta della sua diffidenza.
<< Ti porterò da chi potrà dirti la verità >>.
<< Sarebbe la terza volta in cui me la dice, questa >> sbuffa lui, che di essere preso in giro non ne ha proprio più voglia.
<< Potrebbe essere quella giusta >> ribatte lei strizzandogli l’occhio.
Leslie torna in salotto interrompendo il loro battibecco. Porta a tracolla il borsone dell’associazione di rugby e sulle spalle lo zaino di scuola, entrambi pieni fino a scoppiare, segno che ha preso sul serio la sua intenzione di aiutarlo.
<< Mia madre tornerà a casa per le sette. Le ho scritto un biglietto per non farla preoccupare per la mia assenza >> dice mostrandogli un foglio di carta scritto fitto.
<< Lasciaglielo pure dove sai che lo noterà subito. Cercherò di essere qui in tempo per parlarle >>.
<< Ci vada piano con lei, per favore. Questa storia la distrugge un po’ di più ogni giorno >> gli confessa ed è straziante vedere come si preoccupi per lei. Rivede in Leslie entrambi i suoi figli e pensa che se proprio c’è qualcosa che non è normale è questa preoccupazione che i ragazzi provano per i genitori. Questo continuo tentativo di proteggerli per non vederli soffrire.
<< Sta tranquillo. So bene cosa stia passando >> gli dice e il ragazzo per la prima volta gli sorride.
<< Lo so, ispettore. Sua moglie non l’ha mandata all’ospedale più volte con lividi e ossa rotte, ma l’effetto delle sue azioni e delle sue parole non è tanto diverso da quello delle mani di mio padre >> dice con un’analisi perfetta di quella che è la sua condizione.
Greg gli accarezza i capelli e lo invita a seguire Anthea fuori dall’appartamento. Lo vede voltarsi a guardare quel salotto, come volesse imprimerselo nella mente per timore di non rivederlo mai più. Lo stesso gesto deve averlo fatto tutte le altre volte in cui l’assistente sociale di turno lo prelevava da quella casa per condurlo in un posto più sicuro.
“Dovrebbe essere questo il tuo posto sicuro” pensa Greg vedendolo uscire di casa. “Dovrebbe esserlo per tutti”.
 
   
 
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