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Autore: Lightlyss    27/02/2019    7 recensioni
Thanos, il Titano Folle, ha schioccato le dita e dimezzato l’universo intero. La voce di chi ha lottato si è persa negli spazi immensi del cosmo. Eppure, l’eco di qualcosa è rimasta…
Il corvo sbatté ancora le ali, scuotendo di nuovo il velo sottile di polvere frammista a cenere e rocce sbriciolate, e atterrò con un ticchettio d’artigli sulle cromature rosso-oro semisepolte tra le dune […] Nel buio siderale, un bagliore metallico catturò l’attenzione rapace dell’animale: i resti di un’armatura regale, spoglie di un principe o di un mancato re.
Cap. 1 Prologo
Cap. 2 Tony
Cap. 3 Loki
Cap. 4 Dottor Strange
Cap. 5 Wanda
Cap. 6 Bucky
Cap. 7 Peter
Cap. 8 Steve
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Un futurista


Seguite con me questi occhi sognare
Fuggire dall’orbita e non voler ritornare.
Son morto in un esperimento sbagliato,
proprio come gli idioti che muoion d’amore
Ma le mie ossa regalano ancora alla vita:
le regalano erba fiorita




Io non l’ho mai neanche voluta, una tomba.

Ho manie di grandezza, dicono, ma non mi è mai fregato nulla del modo in cui sarei stato sepolto. Non voglio statue o cripte o mausolei, non voglio una lapide che dica “qui giace Tony Stark”, perché quel “qui” mi incatena, mi blocca l’orizzonte, mi fissa nello spazio definito di una fossa due metri per tre quando non mi basterebbe l’universo. Ho manie di grandezza, dicono.

La verità è che per quanto mi riguarda preferirei che spargessero le mie ceneri in mare e tanti saluti – Pepper lo sa e l’avrebbe fatto, ma sono contento di evitarglielo. Non ha bisogno delle mie spoglie: le ho lasciato la mia voce e quelle che credevo sarebbero state le mie ultime parole per lei. Alla fine, lo sono state davvero. Le ho lasciato la mia promessa, il mio “sì” che non ho potuto pronunciare davanti a lei, e che tra spero molto tempo potrò sentire ricambiato.

In fin dei conti, non mi dispiace essere morto a qualche anno luce dalla Terra. Sono sicuro che qualcuno piazzerà comunque una lapide a Santa Monica accanto ai miei, perché se a me un “qui” va stretto, per gli altri vuol dire il mondo.

Ma la mia tomba ufficiale sarebbe altrove, sulla sabbia rossa di Titano e soprattutto a cielo aperto, perché non posso immaginarmi con due metri di terra sugli occhi a precludermi la vista del luogo che amo di più.

Sto guardando il lato positivo. Sono sempre stato ottimista, anche quando non volevo davvero esserlo. Solo un ottimista avrebbe potuto ostinarsi a fare ciò che facevo sperando che sarebbe cambiato qualcosa… e Rhodey direbbe che solo un inguaribile ottimista potrebbe davvero trovare dei lati positivi all’esser morto.

Sapevo che sarebbe successo con l’armatura addosso. L’ho sempre saputo, sin dal momento in cui Yinsen ha dato l’ultima stretta di bullone alla Mark I; si può dire che ho sempre cercato di fare in modo che la morte mi cogliesse nel mio abito migliore. Nel mio abito più utile, quello che ho sempre indossato per rimediare alle valanghe di errori che mi lascio sempre dietro. Il monumento alla mia memoria avrà sempre quegli errori come fondamenta, né vorrei mai che venissero nascosti. Serve un metro di paragone, per puntare in alto e migliorarsi, e per molti versi sono un ottimo esempio da non imitare. Gli eroi diventano obsoleti, arrugginiscono, vengono superati. Lo capirà anche Peter, prima o poi.

Io l’ho capito molto, troppo in ritardo. Inseguivo mio padre come si insegue un’ombra per terra, magari calpestandola di tanto in tanto quasi per sbaglio, illudendomi di averla raggiunta, ma rimanendo sempre oscurato da ali troppo lontane sopra di me. Non mi ero reso conto che mi aveva lasciato tutto ciò che mi serviva per costruire le mie. Aveva sempre rivolto gli occhi al futuro, ma non avevo mai capito che quel futuro includeva anche me. Mi aveva semplicemente aperto la strada lasciandomi una traccia, ed è quello che ho provato a fare anch’io, con o senza armatura. So di aver fatto il possibile, anche se non saprò mai se sarà stato abbastanza, come non lo saprà mai mio padre.

La vita è fatta per guadagnare tempo che altri sfrutteranno a nostra insaputa, e in un certo senso quel tempo ti appartiene, anche se tanto per cominciare non è mai stato davvero tuo: l’hai solo preso in prestito da chi l’ha guadagnato prima per te. Tempo ricevuto, tempo restituito, tempo dato.

È solo per effetto di questa semplice equazione che sono uscito da quella grotta, e che mi sono buttato in un portale con una bomba sulle spalle. È per questo che sono riverso sulla sabbia sanguigna di Titano, con un guanto annerito e contorto a fasciarmi la mano ustionata e il corpo spezzato come la mia armatura.

Sono morto col cielo stellato impresso negli occhi un attimo prima di chiudere le palpebre, fissando quegli astri brillanti che non mi fanno più paura e rivolgendo un ultimo pensiero guizzante ad altri occhi cerulei. Non saprei dire perché ho sorriso col mio ultimo respiro. Forse per ricordare all’universo che sono pur sempre Iron Man, anche in faccia alla morte; forse perché voglio sperare che chi mi ha amato o ammirato sappia dove guardare quando mi cerca; forse perché, in fondo al cuore, ho sentito di aver fatto finalmente quell’unica cosa giusta che ho rincorso per una vita intera.

Spero che stavolta sarà abbastanza.





Note Dell'Autrice (Light):

Cari Lettori,
scrivere questo capitolo è stato un po' un colpo al cuore per motivi credo intuibili, e spero che lo sia stato anche per voi intrepidi che siete arrivati sin qui <3
L'idea di ispirarci all'album di De André implicava un fattore fondamentale, ovvero che le sue canzoni, e il libro da cui sono ispirate, sono epitaffi. Quelli che pubblicheremo saranno proprio questo: epitaffi sui generis, per così dire.
Il contesto del capitolo si rifà a uno dei miei (troppi) headcanon riguardanti Tony, in cui è lui ad utilizzare il Guanto dell'Infinito per ristabilire l'ordine (ciò avviene nei fumetti, nei quali è il primo essere umano a impugnare il Guanto e usarlo per questo scopo).

Come avrete notato, la canzone iniziale è una sintesi di varie canzoni dell'album, e così sarà anche per le altre della raccolta: volevamo rimanere fedeli all'album, ma ci siamo rese conto che far corrispondere un personaggio ad una canzone singola era troppo limitante, oltre che spesso OOC, e abbiamo preferito optare per questa soluzione, assegnando poi ad ogni "remix" il titolo adeguato.
Per Tony, il "Futurista" per eccellenza, ho scelto dei versi da Un ottico, Un chimico e Un matto.

Ringraziamo serica, FireAngel, Miryel, T612 e _Atlas_ per aver recensito lo scorso capitolo, e tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite/ricordate/preferite. Ci rendete donne felici <3

Il prossimo aggiornamento sarà di nuovo mercoledì, e stavolta sarete nelle grinfie della mia collega :P

-Light-

 
   
 
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