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Autore: Nope1233    28/02/2019    1 recensioni
- Ricordo bene quel periodo. Quello dove eravamo bambini e giocavamo alle cose più disparate senza nemmeno pensarci troppo.
Nè io, né Kacchan e nemmeno Izuku avevamo ancora sviluppato i nostri quirk e vivevamo ancora spensierati immaginando quello che saremmo potuti essere una volta cresciuti. Tutti e tre volevamo diventare eroi di alto livello.
Ricordo anche la prima volta che Kacchan mi rivolse la parola. Eravamo nel cortile dell'asilo e con i suoi soliti toni stava minacciando un bambino di mandarlo all’ ospedale. Non conoscendo nè lui nè la vittima mi buttai in mezzo difendendo il malcapitato. Mi parai davanti a lui con le braccia aperte e fissavo Kacchan con aria di sfida. 
Quest'ultimo si avvicinò con aria di superiorità e cercò di colpirmi. Schivai il colpo e con uno sgambetto lo feci cadere a terra. Sembrava arrabbiato, ma a me non importava.
“così impari brutta testa gialla!” dissi quasi urlando.
Riuscii ad intravedere un sorriso beffardo sotto quei ciuffi biondi mentre si rialzava e poi si mise a ridere.-
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hitoshi Shinso, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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T/N's POV

Continuai a parlare con Kacchan tramite la telefonata finchè non comparve ansante sulla banchina della stazione dove mi trovavo. Quando mi vide, si parò davanti a me inginocchiandosi al mio livello ed entrambi mettemmo via i nostri cellulari. Notai che Katsuki era assurdamente sudato e respirava affannosamente per cercare di riprendere fiato.

"Che è successo?" domandò preoccupato.

"Ma hai corso fino a qui, Kacchan?"

"Aaah! Cosa te ne frega?! Ci avrei messo troppo ad aspettare un qualunque treno. Mi vuoi dire cosa cazzo è successo?" 

Gli raccontai per filo e per segno l'incontro con quello strano tipo e delle tremende sensazioni che mi aveva lasciato. Aggiunsi poi dello strappo sulla manica della mia divisa ed il ragazzo perse svariati secondi ad osservarlo con aria corrucciata.

"Sticazzi, T/N. Lo sapevo che dovevo venirti a prendere, ma tu ti ostini con sta dannata storia della mia gelosia esagerata."

"Si...Lo so."

"D'ora in poi ti seguirò ovunque. Sono stato chiaro?"

"Certo..."

"E se rivedi quel brutto ceffo da qualche parte indicamelo che gli faccio esplodere quel sorrisetto di merda. "

"Va bene..."

Ero ancora provata da quello strano avvenimento e non ero di molte parole, ma la presenza di Katsuki mi stava aiutando davvero molto a placare quelle brutte sensazioni: mi sentivo al sicuro in quel momento.

Dopo qualche secondo di silenzio, Kacchan si piegò verso di me e mi strinse in un forte abbraccio.

"Non voglio che ti accada nulla, T/N...Cazzo, mi hai fatto preoccupare da morire..." mormorò.

"Perdonami..."

"Aaaah! Che cazzo ti scusi?!" disse stringendomi ancora più forte. "Cerca di stare tranquilla, non accadrà più nulla di simile."

"G-Grazie Kacchan..." mormorai ricambiando il suo abbraccio.

Poco dopo, il ragazzo mi aiutò ad alzarmi e prendemmo insieme il treno verso casa. Per tutto il tragitto ci tenemmo per mano e non mi lasciò andare nemmeno per un istante finché non varcammo la porta del mio appartamento. Sentirlo così vicino in un momento come quello era davvero bellissimo e mi sentivo protetta, come se niente al mondo potesse ferirmi.

"T/N..." disse sfilandosi le scarpe. "Riesci ad immaginare cosa volesse quel tipo da te?"

"Non ne ho la più pallida idea..." risposi. "Ma ho una strana sensazione..."

"Che intendi?"

"Probabilmente quello che ha causato la strana rottura della manica era il suo quirk. Ho notato che mi teneva solo con quattro dita quando mi ha afferrato il braccio e forse mentre mi dimenavo ha attivato per sbaglio la sua Unicità. Allo stesso tempo non credo che volesse farmi del male, altrimenti non mi avrebbe lasciato andare su due piedi."

"Penso tu abbia ragione."

"Però... Non so bene il motivo, ma questo avvenimento mi ha fatto tornare in mente quell'uomo mascherato. Durante quella notte orrenda mi disse che ci saremmo rivisti presto e che trovava il mio quirk interessante. Non ho idea del perché ne parlasse in quel modo..."

Katsuki era particolarmente pensieroso e scrutava il pavimento con un'espressione corrucciata. Mi avvicinai a lui e gli presi una mano accarezzandone il dorso con il pollice.

"Perdonami, forse ho esagerato con le supposizioni." dissi. "Poteva essere semplicemente un qualche tipo di maniaco con idee strane e..."

"Mai più." sbottò.

"Uhm?"

"Promettimi che non girerai mai più da sola." disse osservandomi con occhi seri.

"Sicuro, Kacchan..."

"Vieni con me." disse afferrandomi la mano e portandomi verso il bagno.

Una volta dentro, chiuse la porta e mi si parò davanti per darmi un leggero bacio a fior di labbra.

"Ora vorrei che ti rilassassi." mormorò. "Fai sparire tutto il resto a parte me."

Annuii debolmente in tutta risposta ed il ragazzo aprí il rubinetto per riempire la vasca. Mentre lo scrosciare continuo dell'acqua riempiva il silenzio, Katsuki tornò davanti a me ed iniziò a sbottonarmi la camicia della divisa per poi sfilarmela. Non c'era malizia in quel gesto, solo un totale desiderio farmi sentire tranquilla ed accolta nella mia insicurezza.

Dopo di che, anche lui si tolse la divisa da dosso rimanendo in intimo ed io mi levai la gonna sotto gli occhi attenti del ragazzo. Ci spogliammo completamente entrambi ed entrammo nella vasca ormai colma di acqua. Katsuki si sedette alle mie spalle e mi cinse subito in un abbraccio appoggiando il mento sulla mia spalla.

Entrambi chiudemmo gli occhi lasciandoci cullare l'uno dal calore dell'altro e passarono svariati minuti dove nessuno di noi disse una parola, circondati solo da un complice silenzio e dal lento gocciolare del rubinetto.

Tutto quell'amore e quella comprensione quasi mi commossero: mi sentivo la ragazza più fortunata del mondo ad avere accanto una persona come lui.

Katsuki riuscì a darmi la forza di reagire, liberandomi da tutti i miei dubbi sul legame tra l'inquietante ragazzo incontrato poche ore prima e l'uomo mascherato della mia infanzia: l'unico essere capace di farmi provare un profondo sentimento di terrore al solo ricordo della sua figura.

"Domani non abbiamo scuola." mormorò Kacchan interrompendo i miei pensieri. "Ti andrebbe di fare qualcosa?"

Ci pensai un po' su giocando con l'acqua tra le dita, poi mi voltai verso il ragazzo stampandogli un leggero bacio sulla guancia.

"Se ci allenassimo un po'?" proposi.

"Mi pare un'ottima idea." disse Katsuki ricambiando il mio bacio.

"Però non possiamo usare i quirk fuori dalla scuola..." sospirai.

"Conosco un posto dove andavo spesso ad allenarmi negli anni scorsi. È un po' lontano, ma possiamo passare là per questo weekend se ti va."

L'idea di quella vacanza inaspettata con Kacchan mi fece entusiasmare e mi voltai verso il ragazzo con un enorme sorriso.

"Dici sul serio?" domandai.

"Ti pare che parlo a sproposito?" disse con tono serio alzando un sopracciglio.

"Si, si, si!" risi lanciandomi tra le sue braccia e stringendolo con forza mentre il ragazzo quasi scivolò nella vasca.

"Fai piano, cazzo!" sbottò.

"Scusami, Kacchan." sorrisi respirando a pieni polmoni il suo profumo e poco dopo sentii la mano del ragazzo accarezzarmi i capelli con fare amorevole.

Avevo davvero bisogno di passare del tempo in tranquillità insieme al mio ragazzo.

- - -

"Hai preso tutto o no? Siamo in ritardo, cazzo!" sbottò Katsuki sull'uscio di casa tenendo sulle spalle un grande zaino da montagna.

"Si, ci sono!" sorrisi raggiungendolo imbracciando anche io uno zaino.

"Ottimo. Muoviamoci."

Kacchan, essendo sempre stato un patito della montagna, aveva recuperato da casa un paio di zaini e l'attrezzatura adatta per il nostro weekend. Mitsuki era entusiasta della cosa ed insistette più volte nell'accompagnarci, ma il ragazzo aveva rifiutato altrettante volte con il suo solito tono furioso.

Salimmo sul treno e lungo tragitto parlammo del più e del meno, a volte ricordando i vecchi tempi. Le due ore di viaggio passarono in un attimo e scendemmo alla nostra fermata situata in un paesino di campagna.

Non ero mai stata in un posto come quello ed ero ammaliata dal romanticismo e dalla tranquillità che mi ispirava quell'insieme ordinato di case. Osservavo tutto con occhi sognanti e mi emozionavo per ogni minima cosa sorridendo come un ebete.

"La vuoi piantare?!" sbottò Kacchan mentre ero intenta ad osservare un piccolo tempio trovato lungo il tragitto in preda all'emozione. "È un cumulo di pietre come un altro. Vedi di muoverti."

"E va bene..." sospirai contrariata dalla sua mancanza di comprensione per il mio entusiasmo e lo seguii a passo lento tenendo la testa bassa.

Poco dopo, ci ritrovammo davanti ad un piccolo negozio di alimentari gestito da un'anziana signora intenta a prendere il sole all'esterno.

"Mi fermo a prendere qualcosa da mangiare. Aspettami qui." annunciò Katsuki ed io eseguii il suo ordine.

Quando la padrona del negozio lo vide avvicinarsi lo salutò come se lo conoscesse da una vita chiedendogli come stesse dato che era molto tempo che non lo vedeva. Kacchan rispose, ma lo sentii a malapena dato che il loro discorso continuò all'interno dell'alimentari.

Approfittai della sua assenza per scattare diverse fotografie: quel posto era davvero magnifico. Mentre giravo su me stessa cercando le angolazioni migliori, sentii la voce stizzita di Katsuki chiamarmi e mi voltai verso il negozietto con ancora la fotocamera aperta. Guardai l'espressione corrucciata del ragazzo attraverso lo schermo e gli scattai una foto.

"Che cosa diavolo stai facendo?" sbottò avvicinandosi con in mano un sacchetto della spesa.

Nel frattempo aprii dalla galleria la fotografia appena fatta a Kacchan e potei vedere nettamente i suoi lineamenti tesi sullo schermo: fortunatamente la foto era venuta parecchio bene.

"Sei davvero bellissimo, lo sai?" mormorai con tono dolce guardando il telefono.

Il ragazzo stava infilando la spesa nello zaino dandomi le spalle e si voltò di scatto arrossendo violentemente, ma vidi le sue sopracciglia piegarsi in un'espressione furiosa.

"MA TI PARE IL MOMENTO?!" gridò mentre tutti i passanti si voltarono per osservarlo.

"È sempre il momento per dirti quanto sei bello." risposi con tono saccente incrociando le braccia.

Katsuki parve tremare dalla rabbia, ma trattenne l'esplosione che stava per scaturire dai suoi palmi sudati.

"Aaah, fanculo!" sbottò ancora violaceo finendo di mettere le cibarie nello zaino ed io non riuscii a trattenermi lasciandomi sfuggire una lieve risata.

- - -

"Manca ancora tanto, Kacchan?" domandai ansante per la ripida salita che stavamo percorrendo.

"Non fare la fighetta." disse bloccando la sua camminata a pochi metri da me. "Non riesco a credere che una con la tua pessima resistenza mi abbia quasi battuto al festival sportivo."

"Oooh..." dissi con fare ironico. "Allora lo ammetti? Sul serio?"

"Taci e muovi quel benedetto culo." concluse ricominciando a camminare.

Sbuffai e ripresi a seguirlo a passo lento, cercando di non gravare troppo sulle mie gambe doloranti.

Dopo circa due ore di cammino, giungemmo finalmente ad un grande spiazzo circondato da una catena montuosa e coperto di un'erba di un verde talmente acceso da sembrare finta. Una leggera brezza fresca soffiava lungo la valle e donava alla mia pelle sudata un piacevolissimo sollievo.

Lasciai lo zaino a terra e mi sdraiai nell'erba godendomi il fresco e cercando di riprendere fiato, ma Kacchan si piegò subito verso di me con un'espressione corrucciata.

"Non c'è tempo per riposare, lo farai dopo." disse. "Piantiamo la tenda adesso."

Sbuffai e mi misi a sedere ricambiando la sua medesima espressione.

"Certo che sei davvero rigido. Un paio di minuti di respiro non rovineranno di certo il programma." dissi.

"Sei tu che volevi allenarti, no? Vedila in questo modo. Ora alzati e dammi una mano." ordinò tirando fuori la tenda dal suo zaino.

"E va bene..." sospirai mettendomi in piedi.

Allestimmo il necessario per la notte e, dopo la gentile concessione da parte del mio ragazzo del poter riposarmi qualche minuto, decidemmo di iniziare ad allenarci.

Katsuki si sfilò la felpa rimanendo con addosso una canottiera parecchio aderente ed iniziò a fare stretching mentre io mi limitai ad osservarlo per soddisfare  i miei occhi mai saturi della meraviglia quale era quel ragazzo stupendo.

Dopo che ebbe concluso il riscaldamento, si voltò verso di me e mi squadrò con aria seria.

"Quindi se ho capito bene, per allenarti con l'Unicità di quel cretino gli leccavi il dorso della mano?" chiese.

"Il cretino sarebbe Todoroki?" sospirai rassegnata ponendo quella domanda dalla risposta ovvia. "Si, comunque."

"Tks..." sbuffò avvicinandosi a me ed inginocchiandosi al mio livello. "Vorrei che tu facessi attenzione in questi giorni. Arrivare dall'ospedale da qui è abbastanza lunga."

"Certo, capo!" sorrisi portando la mano tesa alla fronte. "L'allenamento con Todoroki è stato parecchio utile! Ora riesco a gestire la quantità di potere che assorbo."

"Meglio così..." mormorò afferrandomi delicatamente per la nuca e avvicinando la mia testa alla sua fino a far toccare le nostre fronti. "Direi di iniziare comunque gradualmente. Prima potrai leccarmi dove vorrai e domani proveremo direttamente con i baci."

Arrossii per il tono sensuale con cui pronunciò quelle parole e deviai il suo sguardo osservando altrove.

"Ehm... Sai che è una frase alquanto freintendibile?"

"Certo che lo so, l'ho detta apposta." sussurrò con un sorriso beffardo. "Chissà se dopo aver fatto l'amore il tuo quirk diventasse ancora più potente."

"Eheh...N-Non ne ho idea..."

"Beh, siamo qui per provare." disse mettendosi in piedi ed iniziando ad allontanarsi dalla tenda. "Ora forza, alza il culo."

Prendendo un respiro profondo, mi alzai anche io e lo seguii nello spiazzo posizionandomi davanti a lui che portò subito le mani sui fianchi lanciandomi un altro dei suoi sensuali sorrisi.

"Sono tutto tuo, T/N." disse con tono compiaciuto. "Leccami dove ti pare."

"P-Perché anche se stiamo insieme trovo tutto così imbarazzante...?" domandai a me stessa grattandomi la nuca.

Katsuki fece un passo avanti a mi afferrò la testa portandola all'altezza del suo collo.

"Comincia da qui, ma non metterci troppo impegno altrimenti farai saltare l'allenamento, poco ma sicuro." disse.

Deglutii a vuoto e mi feci coraggio: in fondo lui era il mio ragazzo, non dovevo farmi così tanti problemi. Sicuramente il suo fare tremendamente sensuale non aiutava a scacciare l'imbarazzo, ma dovevo cercare di essere superiore alla cosa.

Avvicinai le labbra al suo collo e leccai delicatamente la sua pelle. Katsuki piegò la testa di lato esalando un lieve respiro come per trattenersi da fare gesti di qualunque tipo che avrebbero interrotto l'allenamento. Poco dopo mi staccai, ma la mano del ragazzo mi trattenne a se per stamparmi un leggero bacio sulla fronte.

"Ottimo." mormorò. "Ora mostrami un'esplosione, senza esagerare mi raccomando."

"O-Ok..."

Ero ancora satura dalla sensualità che quel ragazzo riusciva a donarmi con davvero pochi gesti e con il semplice tono della sua voce, ma mi allontanai di alcuni metri e puntai il braccio destro verso l'alto trannendolo con l'altro all'altezza del gomito per cercare di attutirne il futuro l'impatto.

Riportai alla mente la sensazione provata durante il festival sportivo e la scansai con tutte le mie forze concentrandomi su quanto imparato nella precedente settimana.

La mia paura più grande era quella di rompermi nuovamente il braccio e concludere già in quell'istante il nostro primo vero e proprio weekend insieme, ma feci appello a tutta la mia forza di volontà.

Quando percepii l'Unicità finalmente pronta, presi un profondo respiro e creai la prima esplosione, ma non riuscii a contenerne la potenza come speravo e caddi all'indietro sbattendo la schiena a terra.

Vidi sul viso di Katsuki dipingersi un'espressione carica di preoccupazione e si lanciò in corsa verso di me, ma prima che potesse raggiungermi alzai una mano facendogli gesto di fermarsi.

"Va tutto benissimo, Kacchan!" sorrisi scattando in piedi. "È stata una sensazione bellissima!"

Ed era assolutamente vero. 
La sensazione di potenza assoluta che ti donava la possibilità di scaturire quelle enormi esplosioni, era qualcosa di indescrivibile. L'avevo già provata durante il festival sportivo, ma in quel frangente ero impegnata a pensare ad altro e non ci avevo dato troppo peso. In quel momento però mi ero resa conto del bellissimo sentimento di onnipotenza che ti faceva provare.

"Meno male..." sospirò il ragazzo tornando al suo posto. "Allora continua alternando le braccia, così non rischi di gravare troppo su uno solo."

"Va bene!" risi entusiasta rimettendomi in posizione.

Essere lì, con il mio ragazzo, a provare gli stessi sentimenti che lo accompagnavano ogni giorno, mi parve in quel momento la cosa più intima e complice che avessi mai provato con una persona e non potevo fare a meno di sorridere prima di concentrare il mio corpo sulla seguente scarica di esplosioni.

   
 
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