Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
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Autore: AlsoSprachVelociraptor    01/03/2019    0 recensioni
Lloyd Richmond, giovane film-maker dal fisico fragile, la mente contorta, il cappello della Planet Hollywood calato sui suoi cinici occhi azzurro ghiaccio e il fidato coltellaccio appeso alla cinta, è pronto a tutto per diventare il regista che ha sempre sognato di essere.
Anche essere mandato dalla BBC a Ronansay, un'isola sperduta a nord delle fredde coste della Scozia e bagnata del tremendo mare del Nord a indagare su un misterioso hotel che si dice essere infestato dai fantasmi.
All'albergo, tuttavia, Lloyd troverà segreti ben peggiori di uno spirito; scheletri nell'armadio, doppiogiochisti pericolosi, destini segnati nel sangue, porte chiuse a chiave, il mare del Nord affamato che chiederà sempre più sacrifici umani.
E sì, anche un fantasma.
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[Storia liberamente tratta alla serie tv "Two Thousand Acres of Sky" della BBC, anche se NON c'è bisogno di conoscere la serie per leggere la storia, dato che ne è solo ispirata. Anzi, se non la conoscete è molto meglio]
Genere: Comico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La porta della camera decise di non aprirsi.

Lloyd si aggrappò, saltò e gridò, cercò di arrampicarsi sulla maniglia come una scimmia e gli tirò pure un pugno, in puro stile da primate, ma non cedette.

-Vuoi andare da Johanne?-

Dietro di lui, una voce, l’aria fredda e statica, e la temperatura abbassata di colpo.

Kenneth si era palesato ancora nella sua forma bagnaticcia e piena di schifezze del mare, come ormai non faceva da tempo.

Lloyd alzò le spalle, continuando a stringere la maniglia gelida tra le mani calde dalla rabbia, ma stando ben attento a non fissarlo negli occhi. Se l’avesse fatto, sarebbe finita. -Forse. Che te ne frega?-

Lo sguardo di Kenny non si fece più morbido. -Lasciala stare.-

-Non me la scopo mica.-

La risposta di Lloyd non fece che contrarre il viso di Kenneth, che per la prima volta sembrava quello che era davvero: un essere spaventoso, soprannaturale e imponente.

Era quasi due metri di massiccio fantasma, e Lloyd arrivava miracolosamente al metro e settanta. E già, era solo un umano, senza nessun potere.

-Lasciala stare- disse ancora Kenny, e la sua voce sembrò rimbombare in un modo innaturale nella scatola cranica di Lloyd, che si dovette reggere all’odiata maniglia per stare in piedi, le ginocchia tutto ad un tratto molli.

Rimase ad osservarlo, perché non si era mai comportato così.

Jo gli assomigliava, era palese. Se Kenny era il marinaio perduto, Abby era la moglie malvagia, ma… il marito di Abigail era quell'imbecille di Robert, e il padre dei due figli più grandi della donna. Non sembrava tornargli nulla nella testa che ora sentiva così pesante...

Forse Kenny era l'amante? O forse…

-Tu sei il vero padre di Jo.- sussurrò Lloyd, lasciandosi scivolare a terra, con la schiena premuta contro alla porta dura e fredda. -E non vuoi che lei lo sappia. Nemmeno Abby lo vuole, vero?-

Kenneth non rispose.

-Charley… le manchi, sai?-

Non ebbe ancora nessuna risposta.

-Voglio solo scoprire la verità.- continuò Lloyd con un filo di voce. Ormai stava solo parlando a sé stesso. -Pennis mi ha mandato qui, ma… io voglio sapere cosa c'è dietro. Voglio sapere cosa cazzo non va in questa famiglia.-

Quello che stava fuggendo dalle sue labbra era un orribile e indistinguibile mix di bugie e verità, tranelli e sincerità, ma non sembrò agire nulla su Kenny.

Perchè i suoi trucchetti non funzionavano con lui? Stava iniziando a sentirsi frustrato. Perchè non riusciva a cavare il ragno dal buco? Perchè con lui non funzionava niente? Perchè con lui doveva sentirsi in quel modo?

Lloyd strinse i pugni e abbassò la testa, rimanendo a guardare il risvolto fradicio dei pantaloni di Kenny. Strinse tanto i pugni da farsi male, e se li tirò sul viso, schiacciandoseli con forza sugli occhi. Perchè non funzionava? Perchè non riusciva? Perchè?

Aveva promesso di non fallire mai!

La mano gelida di Kenneth tra i capelli lo fece quasi trasalire, il suo sguardo ora più azzurro che verde del mare calmo e appena mosso da una leggera e rinfrescante brezza lo calmò un po’.

-Va tutto bene, Lloyd. Scusami.-

Non andava bene.

La sua grossa mano fredda passò sulla sua nuca, tirandoselo vicino. Le sue labbra bagnate dal gelido mare del Nord si posarono sulla sua fronte, senza nessuna fretta.

-Io sono qui. Sono con te, ma ti prego. Ti scongiuro. Non fare nulla a Jo, non dirle niente. Hai sofferto, ma non vuol dire che anche lei debba soffrire.-

-Se qualcuno sapesse chi è mio padre e non me lo dicesse, sarei furibondo.- fu l’unica, fredda risposta di Lloyd.

Ken rimase a guardarlo, accarezzando lentamente i capelli ispidi sulla sua nuca. Erano fradici, e non per l’acqua di Kenneth, ma per il sudore dello stesso Lloyd.

Si sentiva come all’inferno, sospeso in bilico tra il gelo del cocito e il caldo bollente del flegetonte.

-Lo faccio per lei!- tentò ancora Lloyd, quasi gridando. La sua voce, ora, era decisamente più debole.

-Lo fai per te. Ti prego, ti scongiuro, non farlo.-

Il più giovane serrò gli occhi e pregò che tutto attorno a lui sparisse per sempre. Si sbatté le mani sulle orecchie e si chiuse su sé stesso, stanco, esasperato e frustrato, in un vortice che sembrava spingerlo sempre più giù, in fondo al mare...

Sentì solo le braccia del fantasma attorno al suo corpo, a stringerlo in un abbraccio di cui Lloyd non conosceva il significato.

 
   
 
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