Capitolo V
Camminarono
fianco a fianco, senza
dirsi molto e lanciandosi un'occhiata di tanto in tanto.
Forse sarebbe
più giusto dire che
Cecilia gli lanciava uno sguardo ogni 5 secondi circa, rimanendo
incantata dal
suo profilo.
Un leggero
sfarfallio prese vita nel
suo stomaco, crescendo d’intensità ad ogni
occhiata e provocandole un grappolo
in gola. Era così che ci si sentiva quando si era vittime
del famoso colpo di
fulmine?
Era talmente
strana la sensazione che
stava provando che, per un attimo, le sembrò di essere
tornata indietro
all’estate dei suoi tredici anni quando si prese la sua prima
cotta.
Avvertendo lo
sguardo di Cecilia su
di sé, Lorenzo si voltò verso di lei chiedendole
se ci fosse qualcosa che non
andava.
"Oh, niente!
È che le scarpe mi
fanno leggermente male quindi mi chiedevo se ci fosse ancora molta
strada da
fare" mentì in modo piuttosto ovvio, tirando fuori la prima
scusa che le
venne in mente.
Lorenzo
annuì con scarsa convinzione
e la rassicurò dicendo che erano quasi arrivati. E difatti,
dopo meno di cinque
minuti, il giovane si fermò davanti ad un grosso portone
nero, tirando fuori un
mazzo di chiavi dalla sua tracolla.
Cecilia si
guardò intorno notando con
piacere che l'edificio era piuttosto pulito e ben curato; probabilmente
era di
recente costruzione.
Considerando
l'ottima impressione
iniziale, sperava vivamente che anche l'appartamento di
Lorenzo fosse
altrettanto ben tenuto.
Il giovane
aprì il portone e la
invitò ad entrare. "Dopo di te" le disse indicando la strada
con un
braccio.
"Prendiamo le
scale se ti va,
siamo al secondo piano" aggiunse richiudendo il portone alle sue spalle.
La ragazza
annuì e lo seguì lungo le
scale diretta verso l'interno 6A.
Le aspettative
di Cecilia non furono
disattese: l'appartamento era in perfetto ordine, oltre che
pulitissimo. Si
capiva che i due inquilini ci tenevano e s'impegnavano nel trattarlo
come una
vera e propria casa e non come un alloggio temporaneo.
"Vado a
prenderti qualcosa da
usare come pigiama” la informò. “Tu
accomodati pure" indicò i due puff in
soggiorno e si dileguò nel corridoio.
Cecilia si
guardò intorno cercando di
capire qualcosa in più sulla personalità della
sua nuova conoscenza e la sua
attenzione fu catturata da una bacheca piena di fotografie. Si
avvicinò e prese
ad osservare le varie fotografie notando con piacere che non vi era
nessuna
foto ritraente Lorenzo con un'ipotetica fidanzata. Ovviamente, questo
non
significava che non l'avesse ma era buon segno.
"Rieccomi" si
annunciò
posando sul divano una maglietta piuttosto lunga di cotone e un paio di
pantaloncini sportivi dello stesso tessuto.
Cecilia
trasalì al suono della voce
di Lorenzo e si allontanò dalle fotografie.
"Stavi notando
quanto sono
bello?" la prese in giro con tono ammiccante.
"Sì,
sei bellissimo e io ti
farei di tutto e di più" pensò senza avere
però il coraggio di pronunciare
ad alta voce quelle parole. Aveva una dignità e non si
sarebbe mai abbassata a
certi commenti.
"Veramente stavo
contemplando la
bellezza di Sorrento" rispose prendendolo in giro a sua volta.
"Sì,
certo! Sorrento!"
commentò lui in modo sarcastico. "Dai, vieni ad aiutarmi.
Dobbiamo aprire
il divano" aggiunse e spostò il divano in modo da poterlo
aprire comodamente.
Cecilia
annuí e si avvicinò a lui per
aiutarlo, afferrando l’estremo sinistro del divano e
spingendolo verso di sé,
compito reso piuttosto facile dal ragazzo che applicò la
forza maggiore.
Dopodiché, fu il turno della lenzuola.
Ancora una volta
si divisero il
compito per fare più fretta, cacciandosi però in
una situazione leggermente
imbarazzante. Mentre sistemava gli angoli spiegazzati, Cecilia
finì per
avvicinarsi inconsapevolmente – o forse no – un
po’ troppo al suo gentile host
per quella notte, ritrovandosi pericolosamente faccia a faccia quando
questo si
voltò di scatto verso di lei.
Erano talmente
vicini che poteva
sentire il respiro di lui sulle sue labbra. “Ti prego,
baciami” gli chiese
mentalmente e forse anche i suoi occhi lo implorarono velatamente.
Lorenzo
avvertì invece una sensazione
di disagio che lo fece arretrare.
“Vado
a prenderti un cuscino prima
che mi dai una testata” le disse ridendo e sparì
un’altra volta in camera sua
allontanandosi il più velocemente possibile dalla sua ospite.
Dopo averle
portato il cuscino, le
indicò dove fosse il bagno e il suo mobiletto in cucina
perché potesse fare
colazione all’indomani senza problemi. “Prendi
tutto che vuoi” si raccomandò e
le augurò la buonanotte.
Cecilia lo
ringraziò più volte e
continuò a sperare che il ragazzo ci ripensasse e tornasse
da lei per baciarla
appassionatamente finché non sentí il rumore
della chiave della sua stanza
girare nel chiavistello. “Pur di non baciarmi, si
è persino chiuso a chiave”
sbuffò contrariata.
A quel punto,
ormai del tutto
rassegnata e in
pigiama, decise di
mettersi a letto ponendo
fine a
quell’inutile attesa.
***
“Ooh
woo, I'm a rebel just for kicks,
now
I been feeling
it since 1966, now
Might be over
now, but I feel it
still”
Le note di Feel
It Still di The
Portugal risuonavano nella testa di Lorenzo diffondendosi dalle sue
nuovissime
cuffiette bluetooth, dandogli la carica giusta per affrontare
quell'ultima
giornata lavorativa.
Era solito
ascoltare la musica a
tutto volume la mattina, di comune accordo con il suo coinquilino
Matteo, dato
che si svegliava anche lui molto presto al mattino.
Tuttavia, quella
mattina avevano un
ospite quindi dovette rinunciare a quella sua consuetudine, optando per
le
cuffie.
Stava ballando
di spalle all'entrata
della cucina, muovendo a ritmo il bacino e mettendo in mostra
l'esperienza
accumulata in tema di balli latino-americani durante i sette anni di
partecipazione ai campus estivi romani come animatore, quando Cecilia
entrò
nella stanza.
Piuttosto
divertita dallo spettacolo
che si teneva di fronte ai suoi occhi, decise di non avvertire l'ignaro
ballerino della sua presenza e si appoggiò allo stipite
della porta per godersi
la scena comodamente.
In quel preciso
istante, Lorenzo si
voltò e ancora una volta la presenza della sua ospite lo
mise a disagio.
C'era qualcosa
negli occhi di quella
ragazza che sembrava trafiggerlo dentro, rendendolo piuttosto nervoso.
Ovviamente era molto abile a camuffare i suoi sentimenti e Cecilia non
poté
capire che anche lei smuoveva qualcosa in lui.
"Ora devi
ammetterlo! Stavi
guardando quanto sono bello" scherzò provocandola.
Cecilia scosse
lievemente il capo,
lasciandosi sfuggire una leggera
risatina. “Sì, era decisamente un bello
spettacolo” ammise e con un colpo di rene si
sollevò tornando in posizione
eretta.
Il rumore del
caffè che saliva impedì
a Lorenzo di commentare quell’ammissione distraendolo.
“Vuoi un po’ di caffè?”
le domandò poi prendendo due tazzine. Cecilia
annuì e si sedette su uno degli
sgabelli alti della cucina.
Lorenzo e Matteo
avevano arredato con
estrema attenzione la cucina: avevano pitturato le pareti sostituendo
il
precedente bianco, troppo impersonale e ormai vecchio, con una
tonalità di
giallo ocra pastello, un po’ tenue ma decisamente
più vivace; avevano comprato
nuovi sgabelli in legno da
Ikea
sostituendo a quelli vecchi in plastica nera, che ora circondavano il
tavolo
alto, in legno anch’esso, al centro della cucina. Si erano
procurati tutto il
necessario per cucinare, quasi fossero una coppia di appena sposati e
avevano
discusso a lungo con i proprietari perché cambiasse loro il
forno che
funzionava unicamente se messo a 200° gradi, spuntandola.
Alla fine, il
risultato di quel lungo
lavoro non fu per nulla disdicevole come ammise anche lo stesso
proprietario,
ormai sicuro che quei due fossero una coppia andata a convivere.
Lorenzo
posò una tazzina in vetro
fumante di fronte a Cecilia e si sedette davanti a lei; la bevanda nera
li
zittì per qualche istante, consentendo loro di riprendere
l’energia necessaria
per affrontare la giornata che li aspettava, considerando che avevano
dormito
nemmeno cinque ore.
Stava proprio
pensando alle
pochissime ore dormite quando sentì l’impellente
bisogno di fare una domanda:
“Ma si può sapere perché sei
sveglia?” chiese all’improvviso. Sapeva che non
aveva ancora iniziato a lavorare perciò avrebbe potuto
benissimo continuare a
dormire.
“Mmm..
la luce mi ha svegliata e poi
ho sentito te muoverti” confessò facendo
spallucce. Era una dal sonno leggero,
era abituata a dormire poco.
Lui
annuì e si alzò posando la
tazzina nel lavello, l’avrebbe lavata dopo.
“Vabbè, io vado. Tu tranquilla,
fatti la doccia, quello che vuoi” le ricordò
mentre infilava cellulare e chiavi
dentro la tracolla di pelle.
Cecilia lo
ringraziò di nuovo per
l’ospitalità e lo seguì fino alla
porta; era la sua ultima occasione per avere
il bacio che tanto sperava. Ma era evidente che Lorenzo non stravedesse
all’idea di baciarla e nemmeno troppo a quella di rivederla
dato che stava
uscendo di casa senza nemmeno chiederle il numero.
Normalmente,
l’altra persona avrebbe
capito il messaggio e lasciato perdere ma sappiamo che Cecilia non
è
esattamente quel tipo di persona e quindi, incurante delle chiare
intenzioni
del ragazzo, glielo chiese lei.
“Senti,
magari ci potremmo sentire..”
disse mordicchiandosi il labbro inferiore, forse non era stata una
buona idea
esporsi così. “Sai, io non conosco quasi nessuno
e..”
Stava
aggiungendo qualche altra scusa
per giustificare quella richiesta quando Lorenzo la interruppe.
“Sì, ok va
bene!” tagliò corto. Dopodiché
dettò il suo numero e la salutò definitivamente
sottolineando di essere troppo in ritardo e distruggendo
inconsapevolmente
tutte le fantasie di Cecilia su loro due.
***
3 Binfield Rd
Casa
di Lorenzo
03/08/2018
Ore 18,11
Quella sera
Lorenzo rientrò verso le
18,30, non appena mise piede nell’appartamento, si
liberò dalla tracolla e si
buttò sul divano. Era distrutto ma quella sera non sarebbe
rimasto a casa per
nulla al mondo quindi doveva assolutamente riprendersi.
Si stava
massaggiando le palpebre
tentando di rilassarsi quando il suo coinquilino fece irruzione in
soggiorno.
“Hey,
bestia! Ma chi era la tipa di
stamattina?” domandò d’un fiato senza
nemmeno chiedergli come stesse.
Lorenzo
aprì gli occhi e lo guardò
torvo, non aveva nessuna voglia di parlare; voleva schiacciare un
pisolino in
santa pace ma sapeva bene che il suo coinquilino non glielo avrebbe
consentito
finché non gli avesse racconto tutto.
“Nessuno”
esordì per lasciar
intendere che non l’avrebbe rivista. Matteo
sollevò un sopracciglio pretendendo
maggiori dettagli, insomma aveva dormito lì quindi proprio
nessuno non era.
“Si
chiama Cecilia, l’ho incontrata
ieri al Four Thieves” raccontò per farlo contento.
“E no, non abbiamo trombato”
specificò anticipando la domanda successiva
dell’amico. “Aveva bisogno di un
posto dove dormire dato che era abbastanza tardi e ho pensato di farla
stare
qui” concluse sperando che con quell’ultima
affermazione, la sete di curiosità
del suo coinquilino si placasse.
“Oh ma
che carino che sei! Offri
posti letto alle homeless” ironizzò Matteo
fingendo un applauso che Lorenzo
ignorò.
“Comunque
è carina” disse poi
facendogli l’occhiolino e Lorenzo roteò gli occhi.
“Vabbè, carina ok ma vuoi
mettere Rebecca?” controbatté alzandosi dal
divano, consapevole che non avrebbe
dormito più.
“Oddio
mio! Con ‘sta Rebecca non la
finisci più” esclamò Matteo facendo uno
smorfia. Non ne poteva seriamente più
di sentirlo parlare di quell’insulsa ragazza – o
almeno così lui la considerava
– con cui l’amico era fissato da ormai mesi.
“Che
vuoi! È troppo figa” rispose
l’altro facendo spallucce e dirigendosi verso la cucina per
prepararsi il
quinto o sesto caffè della giornata. Ormai non li contava
più.
“Quindi
non la vedremo più da queste
parti?” domandò infine Matteo, arrivando alle
conclusioni a cui l’amico era
giunto ormai da quella mattina.
Lorenzo
annuì. “Io non la cercherò di
certo” sottolineò e con la tazzina fumante di
caffè andò a chiudersi in camera
sua.
Doveva
prepararsi per bene quella
sera: era sicuro che avrebbe finalmente conquistato Rebecca. Non
c’erano dubbi,
il suo fascino l’avrebbe finalmente folgorata, o questo era
ciò che sperava.
***
41 Wolridge St
Casa di Cecilia
Stesso giorno
Ore 20,17
Cecilia
contemplava lo schermo del
suo smartphone su cui campeggiavano le dieci cifre del numero inglese
di
Lorenzo senza sapere di preciso cosa farci.
Apriva la chat
di WhatsApp e
cominciava a scrivere qualcosa per poi cancellarla. Non sapeva davvero
approcciare un uomo, non c’era alcun dubbio.
Si
abbandonò ad un rumoroso sbuffo e
lanciò il telefono dall’altro lato del divano,
sentendosi senza speranze.
“What’s
wrong?” le domandò stranita
Harriet, la sua coinquilina scozzese, rientrata da lavoro proprio in
quel
momento. Cecilia abbassò lo sguardo, non sapeva se era il
caso di farle già
sapere che era una sfigata. Ma dopotutto, doveva parlarne con qualcuno
per cui
decise di sputare il rospo.
“I met
a guy yesterday” esordì con
tono titubante. A quella parola la coinquilina si sedette sul divano e
si sporse
verso di lei interessata. Le faccende di ragazzi erano le sue preferite.
“I
don’t really know if he’s into me
but I am into him for sure so..” proseguì
interrompendosi per lasciare Harriet
giungere alle conclusioni.
“He
didn’t text you afterwards, I assume”
dedusse e Cecilia annuì.
“Exactly
but the thing that I don’t
really understand is why he offered me to stay at his place if he
wasn’t
interested at all” disse d’un fiato. Era abbastanza
perplessa, gli uomini erano
troppo strani.
La sua
coinquilina invece emise un
gridolino. “So you slept together!”
esclamò facendo arrossire Cecilia.
“Not
really, we slept but not
together. He just offered me his couch for a night”
chiarì.
“Alright!
Well, it doesn’t matter” la
tranquillizzò l’altra.
“There’s still a possibility that he likes you
otherwise
why caring about you?” chiese retorica.
Cecilia rimase
pensierosa, Harriet
aveva ragione. Ci doveva essere qualcosa in lei che lo aveva
incuriosito: erano
persino rimasti a parlare solo loro due fino alle due di mattina.
“Text
him” la incoraggiò Harriet. “He
was nice to you so you could return the favour and offer him a
dinner”
Era la scusa
perfetta: lei voleva
essere solo riconoscente quindi non doveva esserci nulla di male in
quello,
anzi!
“You’re
right! I’m gonna text him”
affermò sicura di sé Cecilia. Aveva finalmente
trovato il coraggio che le
serviva.
Harriet
annuì con soddisfazione. “Do
it!” concluse categorica puntandole il dito contro per
risultare ancora più
autoritaria, lasciando Cecilia da sola a pensare come avrebbe potuto
impostare
il messaggio.
***
333 Fulham Road
The Goat
03/08/2018
Ore 22,46
Rebecca
arricciò le labbra a
cuoricino, su cui aveva applicato un rossetto rosso matte per
risaltarne la forma
perfetta, facendo impazzire Lorenzo.
Adorava giocare,
le riusciva quasi
naturale e soprattutto con Lorenzo era facile averla vinta. Bastava
accavallare
le gambe ed umettarsi le labbra in modo sensuale per farsi che il
ragazzo
perdesse tutte le sue difese.
"Quindi cosa
suggerisci? Dovrei
prendere un gin tonic o un negroni?" le chiese lui per proseguire nella
conversazione, non voleva perdere la sua attenzione.
Rebecca lavorava
come bartender
presso The Goat, un locale in zona Chelsea: era così che
Lorenzo l'aveva
conosciuta, ordinando un banalissimo gin tonic.
Da allora aveva
cominciato a
frequentare il locale sempre più spesso con l'unico scopo di
vederla,
diventando un cliente abituale. Conosceva l'intero management e tutti i
suoi
dipendenti personalmente talmente assidue erano le sue visite.
Rebecca stava
elencando i diversi gin
della loro collezione, evidenziando le qualità di ciascuno,
quando l'attenzione
di entrambi fu catturata dal riconoscibile suono delle notifiche
dell'iPhone.
Tutti e due, in quanto possessori del suo suddetto smartphone, tirarono
fuori
il dispositivo per verificare se avessero ricevuto qualcosa.
Vedendo il
display vuoto, Rebecca
alzò lo sguardo verso Lorenzo che fissava lo schermo con
un'espressione
incerta.
"Mmm.. chi
è Cecilia?" gli
chiese con tono di sufficienza quando lesse il messaggio che il giovane
aveva
appena ricevuto.
"Hey
ciao, sono Cecilia.." recitava la prima riga del messaggio
WhatsApp che la ragazza aveva mandato.
"Nessuno"
tagliò corto lui
ricacciando il telefono in tasca. "È una collega"
mentì poi decidendo
di non aprire nemmeno la notifica. L'avrebbe fatto dopo casomai.
A quel punto,
notando la reazione di
leggera gelosia di lei, decise di cogliere la palla al balzo. "Hai
paura
che ci siano altre?" la stuzzicò.
Lei fece
spallucce e mosse i lunghi
capelli in modo fiero. "Mi farebbe piacere per te in caso" rispose
per non dargli alcuna soddisfazione. Lorenzo sorrise interpretando
quella
risposta come una dimostrazione di gelosia. Ce l'aveva quasi in pugno,
pensò.
In quel momento,
un cliente richiamò
l'attenzione della bartender che si allontanò, lasciando
impallato Lorenzo per
il resto della serata.
Dopo circa
un’ora, ormai stanco e
consapevole che per quella sera non se ne sarebbe fatto nulla, Lorenzo
decise
di ritornare a casa.
Mentre si
avviava verso il suo appartamento,
aprì l’app di WhatsApp e lesse il resto del
messaggio.
"Com'è
andata oggi? ti sei ripreso? Comunque siccome sei stato
carino a ospitarmi, ho pensato di offrirti una birra. Ti sono
debitrice!" concludeva il
messaggio.
Lorenzo
guardò a lungo il display
senza sapere bene cosa rispondere, non impazziva all'idea di uscire con
lei ma
non voleva essere maleducato.
Pensando che
tanto fino all'indomani
Cecilia non avrebbe risposto essendo quasi l’una, scrisse un
breve messaggio in
cui lasciava intendere che potevano anche evitare l'uscita.
"Tranquilla,
figurati! L'ho fatto con piacere.." non
accennò a nessuna eventuale incontro
e sperava che, grazie a quelle poche parole, la questione si
sarebbe
chiusa lì. Evidentemente non aveva capito che tipo fosse
Cecilia.
A sua grande
sorpresa, la ragazza
rispose subito.
"Sei
proprio un buon samaritano! Comunque insisto, una birra te la
meriti" fu la
risposta di Cecilia, non voleva proprio mollare.
Lorenzo si
mordicchiò l'interno della
guancia sinistra, incerto sul da farsi.
"Magari ci vediamo dopo lavoro allora. Nei weekend è un po'
difficile,
sono sempre busy" scelse una risposta volutamente antipatica
per
cercare di dissuaderla, senza tuttavia riuscirci.
"Sisi
per me va bene" scrisse lei
aggiungendo uno smile sorridente alla fine.
"Ti
scrivo io allora. Ora scusami ma vado a dormire, sto morendo di
sonno" la
salutò velocemente
"A
presto!" gli rispose lei
andando offline subito dopo.
Lorenzo
continuò ad osservare la chat
e rilesse le sue risposte. Gli sembrava che fosse evidente che non
moriva dalla
voglia di fare quell'uscita, per cui si dichiarò soddisfatto.
Sicuramente
il messaggio era stato
recepito, o almeno così pensava.
Angolo dell'autrice
Ciao ragazze/i, come state? Ben ritrovati!
Cosa ne pensate di questa prima interazione fra i nostri protagonisti? é andata come vi aspettavate? Sicuramente per Cecilia gli eventi non si sono evolti esattamente come sperato!
Fatemi sapere i vostri pareri :)
D'altronde, Lorenzo è ossessionato con un'altra, Rebecca, la sexy barista. Qui il link per vedere il locale dove lavora: https://goatchelsea.com/
Magari Lorenzo ci ripenserà e le scriverà? Il suo numero ora ce l'ha anche lui :) lo scopriremo solo nel prossimo capitolo!
Grazie per continuare a seguirmi,
Anto