Chiacchiere al party
Kara
sorrideva, gli occhi persi, la testa tra le nuvole.
Alex
entrò in cucina e le lanciò un solo sguardo prima di scuotere la testa
divertita.
“Qualcuno
ha fatto tutto tranne che dormire questa notte.”
Kara
arrossì violentemente, ridacchiando, mentre un ampio sorriso le illuminava il
viso.
“Dov’è?”
Le chiese allora Alex.
“Sta
dormendo.”
“E tu le
prepari la colazione?” Notò allora, nel vedere i pancake che bruciavano nella
pentola, dimenticati da Kara che si agitò spostandoli dal fuoco. “Scusa: bruci
la sua colazione.” Si corresse la maggiore.
“Oh, capperini!” Si lamentò. Poi cercò di radunare i pancake
superstiti e metterli su di un piatto assieme al bicchiere di spremuta e a
della marmellata.
“Manca
la rosa.” La prese in giro Alex sorseggiando il tè.
Kara
fece una smorfia, posò il vassoio e scappò in giardino facendo ridere la
sorella.
“Completamente
cotta.” Commentò Alex nel vederla sistemare, poco dopo, una rosa del giardino
di Eliza in un bicchiere.
“Non
scriverò l’articolo.” Chiarì Kara. “Non importa, troverò un altro modo per
diventare una giornalista.”
“Bene.”
Alex le sorrise. “Ora vai o penserà che sei scappata.”
Kara
sgranò gli occhi all’idea e tornò nella dependance, dove Lena, al contrario di
quello che aveva detto Alex, stava ancora dormendo.
Kara
posò la colazione sul comodino poi si infilò nel letto e prese il suo taccuino
mettendosi a scrivere.
Quando
si svegliò sentì il leggero rumore di una penna che scriveva su di un foglio,
ruotò piano la testa e trovò Kara corrucciata sul suo taccuino. Era bellissima.
Sorrise
e si stiracchiò finendo tra le braccia della donna che sorpresa lasciò cadere
il taccuino.
“Buongiorno.”
Le disse posando la testa sulle gambe.
“Buongiorno.”
Le rispose Kara con voce dolce, passandole una mano tra i capelli scarmigliati
dalla notte. “Come ti senti?” Chiese poi la ragazza titubante e lei ridacchiò.
“Pronta
a ricominciare.” Disse e alzò gli occhi in tempo per vedere il viso della
giovane diventare rosso, rise ancora e poi aggiunse: “La settimana di lavoro.”
“Oh…”
Sul volto di Kara passò un lampo di delusione che la fece ridere ancora.
Si tirò
indietro, ma prima che potesse alzarsi per andare a lavarsi i denti Kara la
catturò tra le braccia e le baciò.
“Mi
piace il tuo sapore, anche la mattina.” Mormorò sulle sue labbra e non si rese
conto di quanto fosse ambigua la sua frase fino a quando non vide Lena mordersi
le labbra.
“Kara Danvers… questo dobbiamo ancora provarlo...” Le mormorò
prima di baciarla e attirarla con sé tra le lenzuola.
***
Quando
uscirono dalla stanza era ora di partire, le valige alla mano salutarono Eliza e Alex che sarebbe partita l’indomani.
Raggiunsero
National City nel tardo pomeriggio.
“Ci
vediamo questa sera.” Le disse, Kara, baciandola.
“Vengo a
prenderti alle 20.” Assicurò Lena, posando un altro bacio sulle sue labbra.
“Va
bene.” Acconsentì. Sorrise e poi sospirò nel vederla andare via.
Quella
sera avrebbe messo le cose a posto, parlando con miss Grant, ma prima doveva
prepararsi, il party per i finanziatori del National City’s
Museum era un evento elegante e formale che
necessitava di una certa preparazione.
Entrò in
casa e fece una doccia, sorrise per tutto il tempo pensando alla doccia che
aveva fatto con Lena, qualche ora prima… oh beh… erano sotto l’acqua, ma non
era stata una vera e propria doccia. Sorrise ancora, come una sciocca, mentre
usciva e si asciugava.
Sistemò
i capelli, si truccò in maniera leggera e poi indossò un lungo abito color
crema che metteva in mostra parte della schiena. Quel vestito le sembrava una
scelta perfetta visto che a Lena sembrava piacere molto la sua schiena. Sorrise
e arrossì ricordano altri momenti delle ultime ventiquattro ore.
Controllò
l’ora e fu felice nel pensare che presto Lena avrebbe suonato alla sua porta.
Mentre
si metteva gli orecchini, in parure con la collana e un bracciale, suonarono
alla porta. Sorridendo andò ad aprire e dovette prendere il respiro più volte
nel vedersi davanti Lena elegante in un abito rosso, i capelli legati in uno
chignon, le spalle e il collo messi in evidenza dalla larga scollatura e dagli
orecchini che scendevano sottili quasi a fiorarle le spalle nude. Era elegante
e splendida.
“Wow…”
Si lasciò sfuggire e Lena che l’aveva guardata con altrettanta ammirazione
sorrise.
“Wow
anche a te.”
Si
guardarono ancora, poi Lena si avvicinò e posò un leggerissimo bacio sulle sue
labbra facendo attenzione a non lasciare del rossetto su di lei.
“Sei
bellissima.” Le assicurò questa volta senza ironia.
La berlina
era nera e aveva un autista, Lena le aprì la porta e l’uomo si inoltrò nel
traffico della città.
Il museo
era illuminato e un tappeto rosso correva lungo le scale percorse dai ricchi
ospiti. Lena le prese la mano e assieme risalirono la scalinata. Ogni volta che
i loro occhi si incontravano vi era un sorriso che compariva sulle loro labbra.
“Kara!”
Le venne incontro Eve. Poi sgranò gli occhi nel
vedere chi l’accompagnava. “Oh, miss Luthor! Sono una
sua grande ammiratrice, il lavoro che sta facendo è strepitoso.”
“Grazie…
non sono in molti a pensarla come lei.”
“Io sì!”
Intervenne Kara e Lena le sorrise.
“Kara,
Miss Grant voleva parlarti.” Le disse allora Eve,
ricordandosi perché aspettasse di vederla arrivare.
“Vado
subito.” Sorrise a Lena. “Ci vediamo dopo.”
“Certo.
Devo andare a salutare alcuni investitori della L-Corp
e parlare con un po’ di persone… questi eventi sono lavoro, dopo tutto.”
Kara
annuì e lasciò la sua mano.
“Miss Danvers, posso parlarle un attimo?” Kara si voltò sorpresa
nel sentirsi apostrofare da Maxwell Lord.
“Sì?”
Chiese, perplessa.
“Sono
curioso, come sta andando il suo articolo?”
“Oh,
giusto, ehm, lei c’era quando…”
“Sì,
c’ero e ovviamente era presente anche al mio galà dieci giorni fa. Il suo
articolo mi aveva dato l’ispirazione per un gioco da fare con Lena.” L’uomo
sorrise, sorseggiando dello champagne dal suo bicchiere.
“Un
gioco?” Chiese Kara, improvvisamente tesa.
“Niente
di più che un gioco da miliardari!” Ridacchiò. “Per la FlyStar.”
Kara
ascoltò ogni parole sentendo l’incredulità lasciare spazio ad un altro
sentimento, sentiva il cuore batterle forte nel petto, cercò con lo sguardò e
vide Lena che stava parlando con Eve e Siobhan. Sentì i pugni chiudersi dalla rabbia.
Maxwell
si allontanò e proprio in quel momento Cat le si parò
davanti.
“Eccoti,
finalmente.”
Kara
cercò di concentrarsi, di riflettere e di non pensare a tutti i momenti degli
ultimi dieci giorni, di Lena che rimaneva, sempre, così decisa a non lasciarla
andare solo per…
“Lena Luthor.” Sbottò miss Grant, saltando i convenevoli e
andando dritta al punto. “Ti sei innamorata?”
“No.”
Rispose secca, arrabbiata, quasi feroce. “Domani avrà l’articolo completo sulla
sua scrivania.” Sbottò.
Cat le
lanciò una lunga occhiata alla sua dichiarazione poi annuì.
“Molto
bene.” Disse e se ne andò.
Lena
sorrise alla ragazza, non le succedeva spesso di incontrare una fan, doveva
ammetterlo.
“Il suo
lavoro sulla nanotecnologia è futuristico, incredibile.”
“Credo
che sia quello il futuro della scienza.” Concordò Lena.
“Spero
che Kara non l’abbia distratta troppo con il suo articolo in questi giorni.”
Intervenne una giovane, sorridendo. “Sono Siobhan, la
collega di Kara.”
“Oh,
no.” I suoi occhi corsero a Kara e si corrugarono un poco nel vederla parlare
con Maxwell.
Siobhan parlava
ancora e disse qualcosa che attirò di nuovo la sua completa attenzione.
“Come?”
Chiese.
“L’articolo.”
Sorrise dandone il titolo. “Non è certo il massimo, ma…” Il suo sorriso si
spense mentre sembrava comprendere l’errore o fingeva di comprenderlo. “Lei non
lo sapeva… io… credevo…” Si interruppe e sorrise di nuovo.
Lena
sapeva che sul suo viso ora vi era un profondo gelo.
“Mi
dispiace…” Disse la donna, che sembrava tutto meno che dispiaciuta per poi
allontanarsi con Eve che l’aveva afferrata per un
braccio.
Lena ruotò
lo sguardo alla ricerca di Kara e la vide che parlava con Cat
Grant.
I giorni
passati assieme si riproposero alla sua mente. Gli appuntamenti terribili,
l’invasione del suo ufficio, portarla a casa a conoscere la sua famiglia.
Con
passi decisi fendette la folla fino ad arrivare davanti a Kara che per qualche
ragione stava andando dritta verso di lei, un’espressione cupa negli occhi.
Quando
si raggiunsero entrambe aprirono bocca e le stesse parole uscirono dalle loro
labbra:
“Come
hai potuto?”
Note: Questo capitolo è davvero molto breve, ma, lì, un’interruzione ci voleva… perdonatemi!
Abbiamo avuto diritto a qualche bel momento, ad un po’ di gioia e poi qualche chiacchiera al party e…? Avete idea di cosa sia successo?
Non dico di più!