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Autore: killian44peeta    05/03/2019    0 recensioni
Sequel di
-Gli Elementi 1
-Gli Elementi OS- L'esterno (1.1)
-Gli Elementi 2
-Gli Elementi OS- L'interno (2.1)
"La debolezza deve essere eliminata. Devi farla fuori. Se la manterrai viva sarai... umano"
Il battito cardiaco accelerò e rallentò così tante volte che pareva quasi il tempo fosse impazzito, sbattendogli nel petto e nelle tempie come non mai, dapprima velocizzandosi, poi cristallizzandosi, con i secondi che gli scorrevano addosso, pesanti come massi che crollavano sulla sua schiena già piegata, con i respiri che gli uscivano dalle labbra in un totale disordine, il sudore che gli percorreva la fronte e le mani.
Sentiva che l'arma poteva scivolargli dalle dita per quanto i suoi palmi si stavano bagnando, bollenti a dir poco rispetto alla superficie gelida e perfetta di quella sottospecie di spada.
"Uccidila. O ora o mai più"
Vide la ragazza aprire le braccia, mostrando a pieno il petto, pronta a ricevere il colpo, guardandolo, con le lacrime del biondo che le crollavano addosso, ma senza spostarsi affatto, senza cercare di asciugarle con la mano.
Semplicemente lo guardava ed aspettava, silenziosa, con la tranquillità inscritta in ogni movimento e ogni cenno del suo corpo.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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PARTE 1

SOFFERENZE E CURE

Nemes

Due scene diverse lottavano nella mia mente per restare, mentre il vortice ci trascinava verso la Montagna sul Lago ancora una volta .

La prima era quella che Guy mi aveva messo nella testa, quella scena che mi faceva sentire male, senza ossigeno, quasi sul punto di vomitare o andare in una crisi isterica.

Quell'immagine... la scena in cui lui si girava e vedevo il volto da demone, lo stesso demone che aveva dichiarato mi avrebbe uccisa per prima, quando in precedenza avevo sentito che avrei potuto sempre fidarmi di lui, beh.

Mi distruggeva internamente, rompeva quello specchio che probabilmente dovevo aver costruito nella mia mente per finire col vederlo in maniera così semplicemente diversa da come era.

E per questo altrettanto semplice motivo, mi sentivo distrutta, persa e confusa.

L' altra era quando avevo salvato Will.

Quella scena, al contrario della prima, mi rifocillava, mi 'aggiustava' se così si poteva dire.

Non sapevo perché, ma era come se la fiducia in me stessa che avevo da poco acquistato stesse reagendo, dicendomi di non lasciarmi abbattere.

Abbattere dalla mancanza di convinzione, abbattere da un ennesima speranza infangata e in conseguenza infranta.

Nella vita, ogni passo fatto in avanti era sempre stato annullato da un indietreggiare.

Eppure stavolta non volevo farlo.

Volevo crescere, diventare capace di proteggere me stessa dalle mie debolezze, volevo combattere le avversità.

Dovevo superare la corrente, ma il modo dovevo ancora comprenderlo.

Sinceramente dovevo poi anche capire come diavolo avevo fatto a controllare il mio potere con il guanto, siccome non ne avevo la più pallida idea, ma a questo avrei pensato dopo.

Il primo vero obbiettivo era fermare il Buio da qualsiasi cosa avesse voluto fare.

E decisamente come fatto principale da raggiungere non sarebbe stato facile, anzi, si prometteva abbastanza complicato.

Temevo di ritrovarmici davanti, temevo quella sua fase animale che non desiderava altro che la nostra morte.

Temevo che finisse nello stesso modo; noi incapaci di reagire, lui pronto a colpirci uno dopo l'altro, quasi stesse giocando a scacchi, facendo saltare ogni pedina con le sue mosse.

Fissai perciò un punto imprecisato del tunnel multicolore per prendere sicurezza e cancellare quella strana sensazione d'ansia che il pensiero mi portava, mischiata al terrore puro del sentirmi sollevare, socchiudendo poi le palpebre per qualche istante, non volendo assaporare la pressione che mi spingeva verso l'esterno, cancellando tutto istantaneamente.

E ci volle poco prima che venissimo buttati fuori da quel trasporto privo di materia, notando che non c'era praticamente nessuno davanti e che la stanza appariva deserta.

Atterrai quasi cadendo a terra, quasi perché riuscii a rimanere in equilibrio per un pelo, per poi realizzare che la stanza non era completamente vuota dalle persone, anche se all'inizio era così apparso.

Certo, nessuno la stava percorrendo lungo i perimetri dei vari parametri di allenamento, ma questo non voleva dire che fosse davvero vuota.

Vidi infatti più figure sdraiate dentro a due diverse aree, quasi accatastate, profili indistinti e poco comprensibili nei primi momenti, ma che in un certo senso sapevo di chi potessero essere.

Avanzammo nella loro direzione, visualizzando in seguito le facce familiari che infatti mi ero aspettata.

Una era Pandora, imbavagliata e ben legata da gli stessi lacci con cui noi eravamo stati immobilizzati.

Le altre figure erano appartenenti alla servitù ed in ultimo una Lyfia rossa di furore che si dimenava impaziente, scalciando e agitandosi come impazzita.

Senza aspettare oltre, ci accostammo a loro, prendendo a tirare le stringhe, col risultato che invece queste si stringevano di tutta risposta.

Decidemmo perciò di provare a toglierle semplicemente spostandole man mano o verso l'alto o verso il basso, a seconda di cosa fosse più comodo.

Questo modo parve funzionare, tanto che, dopo qualche minuto di lento trafficare, la benda alla bocca che stavo trattando venne rimossa, per poi sparire un un lieve 'pop', facendo respirare decentemente la giovane dai capelli viola, in parte ansimante.

L'unica che era praticamente esiliata dal compito di liberazione era Silver, concentrata nel far reggere la bolla che conteneva Luxor privo di sensi.

Liberai completamente Pandora in quello che parve un tempo infinito e subito dopo si mise anche lei a lavoro, mentre io optavo per procedere con una delle cuoche.

Il lavoro era davvero piuttosto lungo e faceva perdere decisamente un sacco di tempo in cui, poco ma sicuro, avremmo potuto già avvicinarci al Buio, sempre che fosse seriamente alla ricerca della vecchia dei desideri come Diana aveva ipotizzato.

Ma purtroppo, anche se avessimo voluto velocizzare il processo, non avremmo ottenuto risultati.

L'unica nuova idea che venne in mente a Will per rendere il lavoro più fattibile, fu inutile, siccome appena provammo ad utilizzare i nostri elementi, i lacci cominciarono a dare scintille inquietanti.

Decidemmo perciò di accartocciare il tentativo e continuare con i lenti processi.

Parvero passare ore, ma riuscimmo a liberare tutti, uno dopo l'altro, i quali si aggiungevano per dare una mano.

Appena Lyfia era stata liberata dalla Luce, si era messa a gridare come mai prima, a squarciagola, non curante nell'assordare i timpani a qualcuno, fatto che mi infastidì, soprattutto perché strillava cercando di imporre le proprie idee a chiunque.

-É un diavolo! Lo avevo detto io di non fidarsi, lo avevo detto!- gridò con voce strozzata quando il suo sguardo finì di spostarsi da uno all'altro -Dovete eliminarlo prima che combini qualche guaio! Già ne ha fatti in passato, cosa credete, che possa cambiare? É uno schifo di ladro, un mostro!-

Diana era davanti a lei, precedentemente intenta a rimuovere i lacci, guardandola con aria corrucciata ed arrabbiata, di chi non voleva far altro che strozzarla.

-Ed é un pericolo pubblico! Merita solo di venir torturato fino alla morte!- sbraitò ancora, sputando poi insulti di ogni genere.

Ogni aggettivo dispregiativo che gli veniva in mente veniva aggiunto alla lista.

A dirla tutta, non vi era un solo Elemento che non la stesse fissando, ma l'astio vero e proprio proveniva da Acqua e Luce, tanto che le due non apparivano ben intenzionate nei suoi confronti, soprattutto nel caso avesse continuato ad allungare quel tormento di caratterizzazioni.

E molto probabilmente se avesse davvero continuato a parlare, avrebbero iniziato a urlarle contro di risposta, fortuna volle che la figlia la zittì prima, portandola a borbottare parole incomprensibili sottovoce.

Quando tornò il silenzio, sospirai di sollievo, grata di avere ancora dei timpani decenti .

-Domanda, Pandora, hai visto dove stava andando Guy dopo che vi ha legati?- fece Will in direzione della ragazza che si guardava attorno, spostandosi dalla genitrice ancora irritata, come per essere sicura che nessuno nella servitù fosse ferito.

-Uhm... no, sinceramente. Lo ho visto uscire, ma ha chiuso la porta e... basta, non so dove si sia diretto- commentò con espressione perplessa, gli occhi color confetto che cercavano qualunque dettaglio che la portasse ad accorrere in soccorso, per poi, dopo essere stata convinta che non ve n'era nessuno, tornare su di noi.

-Beh, noi crediamo di saperlo, anche se non ne siamo del tutto certi- fece Brandon

-Sarebbe?-

-Probabilmente sta cercando la donna dei desideri, la leggenda dice che sia qui- disse rapidamente Diana, ricevendo di tutta risposta un espressione sgomenta da parte della ragazza lì presente.

-Vi rendete conto che é tipo impossibile che sia vera? Se fosse reale, quella tipa dovrebbe avere circa gli anni della terra!-

-Okay, ma lui la sta cercando comunque, in teoria, se esistesse, come la si raggiunge? Nella leggenda, come la si trova? Dove sarebbe esattamente?-

La giovane tiró un sospiro -Salendo. Una delle stanze vostre, la ultima nel lungo corridoio ha due scale, una a chiocciola, l'altra non particolarmente lunga che porta a nuove stanze ancora.

Per raggiungere la probabile destinazione, prendete quella a chiocciola. Da lí inizieranno i vari tunnel scavati nella roccia, un labirinto di intersezioni-

La guardammo sorpresi, aspettando che continuasse il proprio discorso, cosa che era capibile dal suo viso pensieroso e concentrato nel ricordare.

-Da lí non so cosa ci possa essere, non ci sono mai stata, nemmeno mia madre c'è mai stata. So solo che dovete salire, salire più che potete e arrivare verso la parte più alta della montagna fino a che avrete così tanta tensione addosso da rischiare di finire a terra e non rialzarvi più-

Ci guardammo tra di noi, a disagio da questa dichiarazione.

-Dobbiamo andare- sussurrò dunque Cathy, avvicinandosi a Task -E sbrigarci, lui é chissà in che vantaggio rispetto a noi-

-No, aspetta... Pandora- Will tornò a riferirsi alla ragazza, la quale era ben pronta a rispondere a qualsiasi cosa le venisse chiesta, interrompendo Swanlight.

-Puoi tenere tu Luxor per un po'? Devi impedirgli di fuggire o di tentare di raggiungerci-

-Luxor? Chi...- la sua domanda si interruppe al vedere il biondo, ancora dentro alla bolla -Lui?-

-Esatto-

-Chi sarebbe? Da dove é arrivato? Non avrete mica portato un...-

-Umanoide? No. Lui é di qui- la interruppe Diana -È un nuovo Elemento. E non é da sottovalutare-

-Ah. Okay allora, ma sarebbe meglio se qualcuno di voi restasse qui a controllarlo insieme a me, non tanto perché non sia capace di farlo, ma perché meno si é lassú e meglio é-

-In che senso?-

-Nel senso che ci sono facili frane e meno ci si trova e più ci sono possibilità di tornare indietro tutti insieme senza perdere un qualche componente per strada- sbottó Lyfia massaggiandosi i polsi con fare meccanico, tornando brevemente dalla figlia, per poi uscire dalla stanza, seguita da qualche persona, decisa a tornare a lavoro o controllare che non vi fosse qualcun altro di legato nelle altre.

-Purtroppo ha ragione- concluse Pandora con un sospiro -Non è esattamente il massimo per un gruppo scegliere di andarvi tutti, sa essere abbastanza infimo come posto, per questo viene dichiarato un luogo da leggenda- fece una pausa -Tre di voi potranno andare, due resteranno-

-Io ci vado! Non ho intenzione di restare qui a fare la guardia e di aspettare inutilmente- ribatté subito Silver, una delle prime frasi che diceva da quando aveva raggiunto con il vortice la Montagna sul Lago insieme a noi.

-Anche io - rispose frettolosamente Diana -Questa cosa é partita in parte per colpa mia, devo rimediare in qualche modo-

Io, Will e Task ci guardammo, siccome all' appello rimanevamo soltanto noi e solo uno poteva unirsi alla spedizione, se spedizione si poteva definire.

-Chi vuole andare tra voi tre?- chiese Pandora, lasciando indugiare il proprio sguardo -Potete scegliere anche tramite all'utilità del vostro Elemento, quello che credete sia più utile.-

Rimanemmo in silenzio per qualche istante.

Io sarei stata necessaria? Forse sì, ma nel caso di una frana vera e propria non ero sicura di poter essere abbastanza forte per rimanere almeno un po' calma e per proteggere le altre.

Certo, con Robin ce l'avevo fatta, ma era stato più facile.

Proteggere una persona, proteggerne due; c'era una netta differenza.

Il silenzio vagò, ininterrotto, prima che Will si facesse avanti, dirigendosi verso Diana e Silver a passo svelto.

-Ci penso io- commentò con serietà, inclinando il capo -Con la questione dell'aria e degli odori potrei essere d'aiuto all'orientarsi, ho iniziato ad avere una certa esperienza almeno con questo-

-Va bene, Nemes, Task, voi rimanete con me, gli altri... -

-Sì- la Luce si voltò per un istante -Mettiamoci all'opera-

-Buona fortuna, ragazzi. State attenti-

-Buona fortuna anche a voi-

Il tempo seguente passò con loro che cercavano nuove provviste e con noi che, una volta dopo che Luxor fu a terra, lo prendemmo, spostandolo nella stanza dei pranzi, cercando una colonna, cominciando a legarlo nel modo più stretto possibile con catene provenienti dalla stanza da cui eravamo usciti, tante, tantissime catene e a tenerlo d'occhio.

In fase normale non sembrava pericoloso, ma qualcosa mi diceva in ogni caso di non fidarmi di lui e quella sua espressione calma e in un certo senso rilassata.

Più pensavo a quello che aveva fatto e quello in cui si era trasformato, provocando quel combattimento assurdo, così tendente alla morte e più mi sentivo incline a tenerlo d'occhio.

Era una figura che non conoscevo, di cui non sapevo niente se non il nome.

Ma non mi interessava nulla di lui, non volevo avere informazioni, non mi importava del suo probabile bizzarro passato.

L'unica cosa che volevo era che, come Elemento, smettesse di cercare distruzione e le sofferenze altrui.

Si capiva dal suo sguardo che era quello che puntava.

Avevo visto quello stesso sguardo su altri volti, tutti uniti da alcolici o da droghe o ancora dal semplice fumare e non provenivano per nulla da buoni ricordi.

Provenivano da quello shock che ancora riuscivo a percepire sulla pelle, come se fossi incapace di cacciarli via.

Potevo nasconderle, ma le immagini erano ancora impresse.

-Dobbiamo fare i turni per tenerlo d'occhio?- chiese Task, inclinando la testa.

-Sì, penso sarebbe adatta come cosa- rispose Pandora -Principalmente starò io con lui qui, voi dovete anche allenarvi, più lo fate e meglio è-

Sia io che Josh annuimmo di risposta, determinati a seguire qualunque ritmo di veglia o di turno pur di non peggiorare la situazione e lasciare libero il Ghiaccio.

Se fosse capitato, ci saremmo trovati, poco ma sicuro, in guai seri.

Dovevamo essere sicuri che non scappasse tramite il proprio Elemento, magari congelando le catene e scappando, rompendole così facilmente.

Ma forse, me ne resi conto, c'era un modo più facile per impedirglielo.

-Uhm... Task- lo chiamai, girandomi a guardare il rosso che subito ricambiò lo sguardo con curiosità e con un che di indefinibile, il verde smeraldo che indugiava su di me, facendomi sentire sicura che mi avrebbe ascoltata, che avrebbe calcolato le mie idee.

Già per questo gli ero grata.

-Credo di avere un ipotesi per aumentare l'efficacia della sua sorveglianza-

-Sarebbe?-

-Beh, se lo circondassimo di fiamme? Ovviamente ad una certa distanza, cercando di non dargli fuoco... - lo guardai mentre aggrottava la fronte, come se un pensiero lo avesse appena colpito.

Mi venne subito in mente l'immagine di tutti i cadaveri bruciati nel bosco e decisi di sbrigarmi a raggiungere il punto -Teoricamente il calore delle fiamme dovrebbe forse rendergli più difficile la creazione del Ghiaccio... o almeno credo-

Vedendolo tacere mi chiesi subito se quello che avevo detto avesse un senso e, agitata, mi ritrovai a calcolare il ragionamento che mi aveva portato a dire una cosa simile.

-No, va beh, forse ho detto una cosa stupida- risi nervosamente, arrossendo in maniera smisurata, sentendo le guance andarmi a fuoco per l'imbarazzo.

-No, no, ha senso, solo mi chiedevo se c'era un modo per alimentare le fiamme in modo tale che non serva il mio controllo mentale per tenerle accese, tipo legna disposta a cerchio-

-Credo... credo di poterti fornire io la legna- ipotizzai -Staccherò la mia mente da essa subito dopo averla creata-

Task annuì subito in risposta ed entrambi guardammo Pandora, la quale si era inginocchiata, assorta, davanti al biondo, seduto.

Aveva accenni di fremiti alla pelle, cosa che mi portava a pensare che stava per riprendere i sensi.

Prima che potessi dire la mia idea alla figlia di Lyfia, si udì un botto che ci fece sussultare a tutti e tre dalla sorpresa e dallo spavento.

Pandora si alzò istantaneamente in piedi.

-Task, tu rimani un attimo qui, Nemes, andiamo a controllare cosa è accaduto, svelta-

Io e lei iniziammo perciò ad accelerare il passo per raggiungere il luogo da cui era provenuto il botto, quasi correndo per riuscirvi.

Un secondo botto confermò la direzione che stavamo prendendo, portandoci perciò a correre in tutta fretta.

Non riuscivo a comprendere cosa diavolo potesse essere stato e soprattutto cosa stava succedendo, ma la risposta la ebbi quasi subito, notando che i rumori provenivano dall'esterno, cominciando perciò a scendere le scale , vedendo una cosa che mi impedì di respirare, lasciandomi totalmente senza fiato.

Un orda di sagome nere, in volo, stavano appostate alla barriera.

Gli Spettri ci fissavano, mi fissavano.

Erano così tante che anche a tentare di contarle avrei finito con l'arrendermi.

Troppe, decisamente troppe, non facevo che pensarlo mentre queste si scaraventavano contro l'unica difesa che ci proteggeva da loro, diventando polvere, per poi essere subito sostituite.

Erano come pallini ripetuti, uno spiccicato all'altro, tutti particolarmente inquietanti, tutti che parevano desiderosi di ottenere ciò che cercavano.

Mi salì un groppo alla gola mentre percepivo il mio cuore battere senza tregua, sbattendo contro la mia cassa toracica al punto tale che mi sembrava potesse uscirmi dal petto.

Sudai freddo, sentendo la paura accatastarmisi addosso ad ogni secondo di più.

Ogni parte del mio corpo mi pareva come paralizzato, bloccato in una posizione ed impossibilitato a cambiarla.

E subito dopo si fece strada il desiderio di allontanarmi, la richiesta coincisa ed insistente di allontanarmi da quegli esseri.

A risvegliarmi fu Pandora, la quale mi diede un rapido scossone ad un braccio.

-Andiamo dentro. Subito. Non riusciranno ad oltrepassare quella barriera, perciò stai tranquilla almeno per ora, okay?-

Risposi alla sua domanda con un cenno di capo ed eseguii il suo ordine come avevo seguito anche gli altri, sbrigandomi a salire gli scalini in tutta fretta, cercando di reprimere il terrore e ogni sobbalzo che mi scappava quando uno di quegli esseri sbatteva contro la barriera, provocando tonfi su tonfi che aumentavano la mia agitazione.

Tornammo perciò alle stalle, cercando di muoverci nell' imboccare la strada per raggiungere la sala in cui avevamo lasciato Fireburns.

Dire che il mio petto sembrava essere battuto come un tamburo non era abbastanza.

Appena raggiungemmo il Fuoco, notai anche che il Ghiaccio si era ripreso.

''Perfetto'' pensai irritata ''Due problemi al posto di uno''

-Cosa succede?- chiese Task, accigliandosi -Cos'era quello?-

Io e Pandora ci lanciammo un occhiata tra di noi prima di deciderci a rispondere a tale domanda.

Sinceramente, non avevo la più pallida idea di come spiegare che davanti all'entrata avevamo un orda di Spettri che commettevano atti suicidi pur di provare ad entrare, cosa parecchio strana contando che, non essendo Demoni, erano più intelligenti e quindi capaci di capire che facendo così, a parte farmi perdere anni di vita dallo spavento, non ottenevano niente, perciò lasciai parlare lei al posto mio.

Pandora prese un respiro, inspirando ed espirando, fissando Brandon che sembrava sempre più teso ad ogni istante di più.

Un ennesimo botto mi fece sussultare ancora, ma parve la spinta per la ragazza a rispondere al quesito del rosso.

-Siamo bloccati. Nessuno può né entrare né uscire, gli Spettri sono alle nostre porte-

  
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