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Autore: MagiaOscura    05/03/2019    1 recensioni
Tutti conoscono Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy e Andromeda Tonks ma nessuno sa come crebbero le tre sorelle e che tipo di rapporti avevano tra di loro. In questa storia vorrei descrivere la mia visione sul legame che le legava.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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I Malandrini e Severus Piton avevano cominciato a frequentare il loro quinto anno ad Hogwarts, quello dei G.U.F.O. I rapporti tra il gruppo e Piton erano pessimi, ancora più di quanto non lo fossero già. Gli scherzi dei primi ai danni del secondo proseguivano, quest’ultimo invece spesso e volentieri provocava loro ed altri studenti Mezzosangue e Nati Babbani insieme a Avery, Mulciber e Rosier. In tutto ciò, Lily Evans provava a far capire quanto gli scherzi del suo gruppo di Serpeverde fossero malvagi. Dall’inizio dell’anno scolastico, Piton si era fissato l’obiettivo di scoprire dove sparisse ogni notte di luna piena Remus Lupin.
“Non mi piace che stai vicino a loro, Lily”
“E dove dovrei stare, Severus? Io sono una Grifondoro e non posso cambiare Casa”
Severus e Lily discutevano sempre più spesso, a causa della differenza di vedute di entrambi. Il primo si stava avvicinando in modo pericoloso alla Magia Oscura e manteneva un rapporto epistolare con Narcissa e Lucius Malfoy, mentre la ragazza gli ribadiva il fatto di essere ossessionato dal gruppo di James.
“Ascolta … Lupin è un ibrido, vuoi anche tu diventare come lui?”
“Io ho già sentito di questa tua assurdità … e sono stanca di sentire sempre le stesse cose. Concentrati sullo studio piuttosto, che quest’anno ci sono i G.U.F.O. Questi sono discorsi seri, non fissarti con Potter e i suoi a …”
“Fissarmi???  –  la interruppe bruscamente Piton, fuori di sé dalla rabbia  –  ti faccio presente che loro mi attaccano in quattro ogni volta”
“Ogni volta? Devo ricordarti chi anni fa attaccò Lupin non in quattro, ma in sei? E poi sarebbero Black e Potter a prendersela con te, vero? Sono stanca di questa discussione, Severus. Vado a studiare”
Piton però non sospettò affatto che la sua discussione venne ascoltata da Sirius, che guardava con occhi maligni il ragazzo, nascosto dal Mantello dell’Invisibilità prestatogli da James. Il ragazzo, quando si assicurò che nei giardini della scuola non fosse presente nessuno, attirò l’attenzione di Severus.
“Ehi! Unto! Dunque vuoi scoprire che fine fa Remus ogni notte di luna piena?”
Piton si girò diffidente verso Sirius, che lo guardava spavaldo, aspettandosi una razione da parte sua.
“Lo scoprirò senza il tuo aiuto, Black. Non ci metterò nulla a smascherarlo”
“Ma io potrei aiutarti … potrei condurti nel luogo dove si nasconde … potresti guardare cosa gli accade con quei tuoi occhi malvagi”
Severus, pur infastidito dalla presenza di Sirius, accettò con la speranza di inguaiare sia Remus che James, ma anche Peter e Sirius. I ragazzi si diedero appuntamento per le undici di sera, ben oltre il coprifuoco.
Piton arrivò nelle vicinanze della Foresta Oscura in anticipo, verso le dieci e mezzo di sera, mentre Sirius arrivò una decina di minuti dopo le undici, facendo pensare a Severus di essere stato preso in giro.
“Scusami il ritardo, Mocciosus. Capirai che ho molto da fare, al contrario tuo. Copriamoci con questo, così nessuno ci vedrà” disse Sirius, porgendo a Severus il Mantello dell’Invisibilità.
“Che cos’è?” chiese sospettoso Piton a Sirius, che gli rise in faccia.
“Una sorpresa … mettiti sotto di lui insieme a me, non ho intenzione di farmi punire per colpa tua” esclamò Sirius, guardando beffardo Piton, che pur essendo diffidente verso di lui, si mise insieme a Sirius sotto il Mantello dell’Invisibilità: troppo grande era la curiosità di scoprire cosa facesse Remus e se le sue teorie fossero vere.
I due ragazzi camminarono per un bel po’ e a Piton la strada percorsa sembrò infinita. Nella sua mente stava balenando l’idea che Sirius lo stesse prendendo in giro, per il puro gusto di metterlo nei guai.
“Tu mi stai imbrogliando, Black … sappi che me la pag…”
“Pagartela? E come? Mi cospargi le scarpe con l’unto dei tuoi capelli? Comunque siamo arrivati, togliti il Mantello”
“Non darmi ordini”
Severus però alla fine tolse il mantello e notò inquieto un grandissimo albero, che gli sembrava incredibilmente minaccioso. Si ricordò però che era un Platano Picchiatore, perché lesse di lui sul libro di Erbologia.
“Guarda, Piton. Toccalo qui – disse Sirius, avvicinandosi con prudenza all’albero, e lo toccò vicino alle radici. Il Platano quindi sembrò calmarsi, aprendo un passaggio che conduceva sotto terra. Severus, dopo aver visto Sirius, ripeté le azioni di quest’ultimo, e anche lui sparì attraverso quella fessura.
“Benvenuto nella Stamberga Strillante, seguimi … tra poco vedrai cosa succede a Remus la notte di luna piena”
Sirius aprì la porta di una stanza, seguito da Severus. Quest’ultimo notò Remus sdraiato su un letto sporco e sudicio e con tutta la stanza piena di mobili rotti, come se qualcosa di non umano fosse stato presente nella stanza, ma Severus prese il tutto come una conferma delle sue teorie.
“Si … Sirius – disse debolmente Remus, notando Piton presente nella stanza, che lo guardava con occhi maligni – portalo … via”
“Ma no, Remus. Immagino che Mocciosus volesse scoprire cosa ti succedesse” rispose all’amico Sirius. Ma prima che Piton, non capendo di cosa stessero parlando i due ragazzi, riuscisse a rispondere, Remus urlò, in preda a violenti spasmi in tutto il corpo.
“Che cos …”
Piton, balbettante e in preda alla paura, era immobile, mentre Sirius osservava divertito la scena.
“Bene, Piton. Ci salutiamo, buon divertimento” disse Sirius, scappando alla svelta dalla stanza e chiudendo la porta a chiave.
“Torna qui! Torna qui!” urlava Severus in preda al terrore, osservando Remus che tra grida di dolore si trasformava lentamente in un lupo mannaro. Il ragazzo, notando in modo cagnesco la presenza di Severus, provò ad attaccarlo, mentre fuori dalla stanza Sirius faceva il tifo per Remus.
“Mangialo, Lunastorta”
“Felpato! Razza di idiota!” urlò all’improvviso James, che aveva notato la mancanza del Mantello dell’Invisibilità nella Sala Comune dei Grifondoro.
“Zitto, James! Piton sta ottenendo ciò che si meri …”
“MA NON TI RENDI CONTO CHE CHI CI RIMETTERA’ SE PITON MUORE E’ REMUS? E’ LUI CHE SARA’ ESPULSO!”
Sirius rimase immobile, guardando negli occhi l’amico e capì di aver messo in pericolo soprattutto Remus. Sentendosi tremendamente in colpa verso l’amico, aprì con un calcio la porta insieme a James, e videro Remus, trasformato in lupo mannaro che stava per azzannare Piton, svenuto a causa di una botta alla gamba del letto, alla gola. James e Sirius, in pochi secondi si trasformarono in cervo e cane e provarono ad allontanare Remus da Piton, senza fargli male. Dopo una collutazione, James trasformato in cervo, colpì Remus con le corna alla testa, facendogli perdere i sensi.
“Per un soffio … Mocciosus è ancora vivo … ma che cosa ti è saltato in mente, Felpato!?” disse James, furibondo.  Sirius, sentendosi in colpa per aver messo in pericolo l’amico, taceva, mentre James si assicurò che Piton non fosse stato morso e, con grande sollievo, notò che la ferita alla testa che aveva, era stata causata dalla caduta, e non da Remus. Per qualche minuto Sirius e James discussero sul da farsi, e valutarono l’ipotesi di cancellare la memoria a Piton, ma prevalse la linea di Sirius, ossia di far ricordare tutto quanto a Piton, in modo che nel raccontarlo nessuno gli credesse. I due ragazzi rimasero per tutta la notte alla Stamberga Strillante per vegliare Remus, che verso l’alba era tornato ad essere umano, e dopo avergli fatto apparire dei vestiti, Sirius e James lo riportarono a Hogwarts. Piton invece si riprese poco dopo che i tre ragazzi se ne andarono, furibondo e impaurito per aver dovuto avere a che fare con un lupo mannaro che quasi lo morse.
Dopo le lezioni, la prima cosa che fece Piton fu precipitarsi nell’ufficio di Silente, intenzionato a denunciare Remus e Sirius, proprio al preside, nella speranza che venissero espulsi. Per l’eccitazione non vide nemmeno Lily, con la quale a dire il vero non si incrociò perché quel giorno Grifondoro e Serpeverde non avevano lezioni in comune. Finite le lezioni pomeridiane Piton, la prima cosa che fece, fu precipitarsi all’ufficio di Silente, ma la scena che trovò lo lasciò interdetto: nella stanza erano già presenti James, Sirius e Remus, quest’ultimo ancora provato per la trasformazione del giorno precedente.
“Accomodati, Severus. Stavo per chiedere a Horace di farti chiamare” disse Silente, che sembrava così tranquillo che la riunione nel suo ufficio sembrava un ritrovo tra vecchi amici.
Il ragazzo si avvicinò alla scrivania del preside, rivolgendo a James, Sirius e Remus uno sguardo colmo di disgusto. Silente invece guardava i ragazzi in modo pacato, cercando di smorzare la tensione presente, e diede la parola a Piton.
“Professore, Lupin ha tentato di uccidermi…è un ibr…”
“Come osi!” dissero in coro James e Sirius, provando ad aggredirlo, ma si fermarono quando Silente fece un cenno con una mano.
“Gradirei che nel mio ufficio non si usino questi termini, Severus. Detto ciò, so la verità riguardo Remus da prima che mettesse piede in questa scuola” disse il preside con il suo solito tono pacato, lasciando interdetto Severus.
“Lei…ha permesso a questo…a Lupin…di frequentare la scuola…esp…esponendo altri studenti a…un pericolo???”
“Le trasformazioni di Remus le tengo sotto controllo ogni mese, e permettimi di dissentire con il tuo attuale altruismo, perché sinceramente non penso che ti importi dell’incolumità degli altri studenti…”
James e Sirius, nell’ascoltare le parole del preside, rivolsero un ghigno di scherno a Piton, fumante di rabbia per quanto stava ascoltando. Si aspettava l’espulsione con effetto immediato di Sirius e Remus, e mai si sarebbe aspettato una tale comprensione di Silente nei confronti dei tre ragazzi.
“…inoltre, accetto critiche al mio operato da parte del Ministero della Magia e degli altri colleghi, ma non da studenti che devono ancora arrivare ai G.U.F.O, se tutto andrà bene – proseguì a parlare con il suo solito tono pacato Silente, puntando i suoi occhi verso James e Sirius questa volta – e mi trovo costretto a vietarti di diffondere in giro le voci sulla reale natura di Remus”
“Pr…eside…Lup…in…è peric…oloso” balbettò Severus, incredulo per quanto stesse accadendo in quel momento, mentre Silente non sembrava per nulla turbato dall’insolenza di Piton.
“Ripeto, Severus – rispose con la solita calma Silente a Piton, senza scomporsi minimamente – conosco bene la reale natura di Remus da prima che cominciasse a frequentare Hogwarts, e non ci sono mai stati problemi, tranne la scorsa notte. Se adesso non ti dispiace, gradirei parlare con loro tre da solo”
Severus, furibondo con tutti i presenti, uscì dall’ufficio, senza salutare il preside. Silente, dopo essersi assicurato che il ragazzo se ne fosse effettivamente allontanato, si girò verso James, Remus e Sirius, rivolgendo uno sguardo colmo d’ira.
“Ti rendi conto di cosa sarebbe potuto succedere ieri notte, Sirius? Hai messo a rischio non solo la vita di uno studente, ma del tuo stesso amico!” esclamò il preside, con un tono ben diverso da quello pacato che aveva con Severus.
“Prof…essore…era uno sch…erzo…”
“Scherzo!? Ma non capisci che hai scherzato sulla vita di due persone, di colui che dici sia un tuo amico!? Non è da me punire studenti, ma con te farò un eccezione. Fino alla fine dell’anno luciderai i trofei della scuola insieme al Mastro Gazza, ogni sabato”
“Professore…punisca me, è colpa mia se sono un lupo mannaro, non di Sirius…” intervenne Remus, sentendosi terribilmente in colpa per ciò che stava accadendo.
“No, Remus. La colpa è esclusivamente di Sirius, non tua o di James. E tu sei un lupo mannaro non per colpa tua, ma per un’orrenda creatura che terrorizza tanti maghi. Adesso tornate a fare i compiti…e James, tieni d’occhio Sirius”
“Si, signore” esclamò James, uscendo per ultimo dall’ufficio di Silente.
Quando i tre ragazzi furono a debita distanza dall’ufficio del preside, Sirius scoppiò a ridere sguaiatamente, non capendo la gravità di quanto commesso. Del trio, in effetti solo Remus sembrava quello seriamente in colpa, mentre James evitava di mostrare divertimento, per non turbare ulteriormente Remus.
“Però era divertente sentire Mocciosus urlare di paura, riconoscimelo, Ramoso”
“Divertente si, ma pericoloso per Remus. Dobbiamo pensare ad altro la prossima volta”
“Ma se lo lasciate stare? Va avanti da anni questo scambio reciproco scambio di dispetti. Magari se lo lasciate stare voi anche lui lo farà” disse Remus, generando sbigottimento in Sirius e James.
“Lunastora, ma cosa blateri? E’ Piton che iniziò per primo già al treno…non noi. E poi non mi sta bene che Evans gli giri ancora intorno, è troppo bella per diventare una mangiamorte come lui”
“Bhe, James…anche quella matta di mia cugina Bellatrix nel complesso è bella, ma è una mangiamorte, non dobbiamo basarci soltanto sull’aspetto”
James, nell’ascoltare le parole del migliore amico, si fermò a riflettere, mettendosi la mano al mento, per poi alzare l’indice in cielo.
“Hai ragione! – esclamò James, girandosi verso l’amico – è lo stesso modo di pensare di Voldemort…bhe, Evans mi sembra troppo buona per stare in giro con Piton, mi correggo. Saprò indirizzarla verso amicizie più adatte a lei”
I tre amici quindi, proseguirono a camminare verso la Sala Comune dei Grifondoro, dove c’era ad aspettarli Peter, che aveva finito i compiti per Sirius e James. Quest’ultimo se ne andò a dormire, dopo aver dato la buonanotte ai tre amici, ma il suo pensiero rimase Lily, sulla quale fantasticò per quasi tutta la notte, immaginando di avere un figlio con lei e di lottare e sconfiggere insieme a lei, Sirius, Remus e Peter, i mangiamorte e Voldemort. 
   
 
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