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Autore: Shizue Asahi    06/03/2019    0 recensioni
Raccolta disomogenea sulla coppia Bolin/Jinora
Bolin è timido e impacciato, anche se è più grande di lei e ha già avuto altre – disastrose – esperienze prima; Jinora è quasi la sorellina di Korra – o sua nipote, non ha mai capito come funzionasse la faccenda della reincarnazione dell’Avatar – e l’ha vista crescere sotto i suoi occhi, hanno combattuto insieme e si sono salvati reciprocamente la vita tante volte, ma sul prato, là, da soli, le cose si fanno solamente più confuse e non è tanto sicuro di dove finisca la zona sicura dell’amicizia fraterna e inizi quella più scabrosa dell’attrazione
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bolin, Jinora
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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  • 710 parole;
  • prompt: cadere e farsi male;
 
 
 
L’aria è libera, leggera e spensierata. Jinora è una Dominatrice dell’Aria di primordine, una maestra ed è un tutt’uno con quell’elemento a cui appartiene e che da sempre ha sentito proprio, anche prima di produrre il suo primo mulinello d’aria e palesarsi come la prima Dominatrice dell’Aria della nuova generazione e diventare l’orgoglio di suo padre.
Non ha mai invidiato la solidità del Dominio della Terra o la ferocia di quello del Fuoco, anche quello dell’acqua le è sempre stato indifferente, anche se per i movimenti e la malleabilità di quell’elemento le cose in comune col suo sono tante.
Avrebbe potuto ereditare il Dominio dell’Acqua, da sua nonna Katara. Era un’eventualità di cui suo padre è sempre stato conscio e che, in segreto, lo ha sempre accompagnato durante la crescita di ognuno dei suoi figli. Inutilmente, perché Jinora, Ikki, Meelo e Rohan si sono rivelati tutti essere Dominatori dell’Aria, senza nessuna eccezione, e Tenzin ha avvertito una nota di vergogna per il sollievo di non aver generato domini diversi dal proprio.
 
Jinora si libra nell’aria come un uccello, si lascia trasportare dal vento e, se la si guarda abbastanza a lungo, si ha quasi l’impressione che non tocchi mai terra. È silenziosa, pacata e ha la capacità di parlare con gli spiriti e perdersi nella meditazione anche per giorni interi.
Jinora è felice, insegna il Dominio dell’Aria agli adulti che lo manifestano e poi, negli anni, anche ai nuovi bambini che affollano il tempio. È la Nomade dell’Aria che suo padre, suo nonno, ha sempre desiderato e non riesce a immaginarsi diversa, né lo desidera.
Bolin è il suo opposto naturale, pesante e rumoroso come può essere solo un Dominatore della Terra, ma a Jinora piace lo stesso e lo guarda allenarsi con l’occhio curioso di chi si approccia a un mondo completamente diverso dal proprio. È solido e fermo per terra, i suoi piedi non abbandonano il terreno mai per più di qualche attimo e non salta o sguscia via, affronta il proprio nemico di petto e ne porta addosso i segni, in una miriade di piccole cicatrici e graffi, a eterna memoria delle battaglie passate e di quelle che lo aspettano in futuro.
Talvolta Bolin e Jinora si allenano insieme e danno uno spettacolo piuttosto curioso dei loro Domini, con due elementi che sono opposti per natura e con stili di combattimento che non hanno nulla in comune. Non dura mai troppo. Bolin la afferra, ci riesce sempre, e lei smette di sgusciare via, e la bacia – o la fa ridere, se c’è Tenzin nei paraggi.
 
*
 
Jinora conosce a memoria tutte le sue cicatrici e quando sono soli le bacia una a una o in missione gli medica le ferite e si chiede che forma avrà la nuova venuta. Bolin lo trova un po’ strano, ma quelle labbra sulla sua pelle non gli dispiacciono e la lascia fare. Ogni nuova ferita è un bacio in più e dentro di sé gioisce, quando se ne fa una. Non sono mai cose gravi, solo piccole escoriazioni o graffia, ma Jinora tende a prendere tutto con la massima serietà.
- Sei troppo violento – gli dice un giorno, con una nota di rimprovero nella voce – Dovresti schivare, non colpire il nemico con la faccia –
- I Dominatori della Terra non scappano – le risponde Bolin, con una punta di fastidio che non riesce a trattenere.
 
*
 
Succede tutto così rapidamente che Bolin neanche se ne accorge. La terra frana sotto i suoi piedi e lui perde il controllo in un modo ridicolo e vergognoso per un Dominatore della Terra. Cade e ruzzola per terra e avverte appena qualche cosa fare crack prima di perdere conoscenza.
 
Jinora si stringe le mani e se le rigira sul grembo, non sapendo cos’altro fare. Si sente improvvisamente oppressa e legata a terra senza alcuna via di fuga. Bolin giace nel lettino dell’infermeria e lei lo veglia incapace di concentrarsi su qualsiasi altra cosa.
Per la prima volta nella propria vita lo avverte, il dispiacere, il desiderio di aver ereditato il Dominio dell’Acqua da Katara, la capacità di guarire chi si ama e di proteggerlo da quei segni che irrimediabilmente gli segneranno la pelle e che nessun tocco di labbra potrà cancellare.
 
 
 
   
 
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