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Autore: Najara    07/03/2019    6 recensioni
“Lena Luthor.” La donna tese la mano e lei arrossì un po’, prendendogliela.
“Kara… ehm… Kara Danvers.” Si presentò a sua volta, arrossendo di nuovo, era davvero bella e la guardava dritto negli occhi, con sicurezza, ma anche con leggero divertimento.
“Bene, questa è una presentazione migliore di quella precedente.” Commentò Lena sorridendo.
Una commedia romantica targata SuperCorp!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come farsi lasciare in 10 giorni

 

“Siamo in… contrasto per la FlyStar. Per decidere chi avrebbe ottenuto la quota maggioritaria le ho chiesto di dimostrarmi che aveva un cuore… ammetto di essere stato ispirato dal vostro articolo, così l’ho sfidata: doveva far innamorare qualcuno in 10 giorni. E ho trovato estremamente esilarante proporle di sedurre voi. Ho avuto la vittoria in tasca fin dal primo istante.”

“Lei…” Kara sentiva il proprio cuore affossarsi nel petto.

“Lena avrà fatto di tutto per farla innamorare e lei non era neppure interessata.” Rise ancora, poi Maxwell Lord alzò lo champagne e si allontanò.

 

“Oh, no.” I suoi occhi corsero a Kara e si corrugarono un poco nel vederla parlare con Maxwell.

“Di certo Kara desidera essere qualcosa di più della ragazza ‘come fare’, ma da qualche parte bisogna pur incominciare.”

“Come?” Chiese tornando ad appuntare tutta la sua attenzione su Siobhan.

“L’articolo. ‘Come farsi lasciare in 10 giorni’. Non è certo il massimo, ma…” Il suo sorriso si spense mentre fingeva di comprendere l’errore. “Lei non lo sapeva… io… credevo…” Si interruppe e sorrise di nuovo.

Lena sapeva che sul suo viso ora vi era un profondo gelo.

“Mi dispiace…” Disse la donna, che sembrava tutto meno che dispiaciuta per poi allontanarsi con Eve che l’aveva afferrata per un braccio.

 

***

 

“Come hai potuto?”

“Io?” Chiese Lena, furiosa. “Come hai potuto tu! Per un articolo! Sei stata con me solo per farmi impazzire, per testare le peggiori azioni in una relazione e farmi fuggire! Cos’hai pensato? Che fossi così disperata da stare con te anche se ti sei comportata in modo terribile?”

“Cos’ho pensato? Che ti piacevo! E invece? Invece lo facevi per i soldi! Per una stupida azienda che non vale nulla!”

Lena sentì il colore sparire dal suo volto.

“La FlyStar vale più di quanto valga…”

“Di quanto valgo io? Noi?” Chiese Kara, paonazza dalla rabbia.

“Di un stupido articolo privo di qualsiasi valore!” Replicò lei e Kara rimase in silenzio.

Si guardarono furenti e incapaci di provare altro che rabbia una per l’altra.

“Auguri con il tuo articolo.”

“Auguri con la tua FlyStar.”

Kara si voltò e se ne andò via. Lena era decisa a fare lo stesso, dare spettacolo al centro della stanza le era bastato, ma Maxwell le si avvicinò pensoso.

“Temo che tu debba parlare con i tuoi avvocati… le tue quote della FlyStar devono cambiare intestatario. Quella non mi sembra una ragazza innamorata.”

Lena non lo guardò neppure, si voltò e se ne andò, furiosa con se stessa, con Kara e con il mondo.

 

***

 

Nel suo ufficio Lena controllò per l’ennesima volta i documenti e sospirò, rinunciare alla FlyStar era qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare, ma aveva firmato un accordo e avrebbe rispettato la parola data. Era stata stupida ad accettare un simile contratto, ma ora se ne sarebbe assunta le conseguenze.

“Miss Luthor, c’è Maxwell Lord che vorrebbe parlarle.”

“Digli che…” Non finì la frase perché l’uomo oltrepassò la sua segretaria e si fece avanti, le mani in tasca. “Sto aspettando gli avvocati, firmerò il passaggio entro oggi. Non credo che questa conversazione sia necessaria. Jess accompagna Mr. Lord fuori dal mio ufficio.

L’uomo fece una smorfia, poi sorrise e alzò le mani in segno di resa.

“Credo che tu voglia sentire quello che ho da dirti.” Affermò però l’uomo ignorando Jess e sedendosi davanti alla sua scrivania.

“Chiamo la sicurezza, miss Luthor?” Domandò allora Jess.

“No. Grazie.” Lena congedò con un cenno di ringraziamento la segretaria e si sedette. “Sii breve, non sono dell’umore.”

“Il fatto è che sono un uomo di parola e il nostro giudice ha parlato.”

“Di cosa stai parlando?” Chiese Lena, infastidita.

“Del nostro… gioco.” La donna a quelle parole si fece attenta e Lord sorrise. “Miss Grant è stata chiamata a firmare in contratto avvallando la mia vittoria, ma… ha decretato, invece, la mia sconfitta.”

“Quello che dici non ha senso.”

Cat Grant, una donna molto intelligente, mi ha detto a lettere chiare e tonde che la sua segretaria, la tua… conquista, è cotta a puntino, innamorata persa, completamente andata. Per quanto mi piacerebbe non posso ignorare le parole di Cat.”

Lena si alzò dando la schiena all’uomo e osservando la città ai suoi piedi. Si torturò le mani, cercando di nascondere a Maxwell i suoi sentimenti e di non pensare al giornale nel cellofan consegnatole quella mattina dalla posta.

“Dunque… ho perso. La FlyStar è tua. Ho già firmato tutto quello che c’era da firmare, i miei avvocati ti manderanno i documenti vidimati da un notaio al più presto.” Lord si alzò e le sorrise. “Portala tra le stelle.”

Si voltò e lasciò il suo ufficio.

Lena tornò a sedersi. Guardò il cellulare, poi la rivista, mandata dall’ufficio di Cat Grant. Poteva immaginare cosa contenesse: una beffa; poco importavano le affermazioni di miss Grant o di Maxwell.

Stringendo i denti tornò al suo lavoro, le ore passarono, gli incontri occuparono il suo pomeriggio e la distrassero fino all’ora di cena, quando Jess entrò per ricordarle che era ora di andare a casa.

Lena annuì, poi si alzò e radunò le sue cose. Jess lanciò un’occhiata alla rivista ancora nel suo cellofan e poi guardò lei.

“Dovrebbe leggerlo, miss Luthor.” Disse soltanto. Lena alzò un sopracciglio e la donna si strinse nelle spalle. “È molto bello.”

Guardò la rivista e poi la sua segretaria, scosse la testa e afferrò il giornale infilandolo nella borsa.

Andò a casa e si versò del vino, mangiò cena e poi cercò di rilassarsi leggendo un libro, ma vi era una forza attrattiva nella sua borsa che sembrava impedirle di concentrarsi su qualsiasi cosa. Così, infastidita, andò a farsi una doccia. Quando uscì la borsa e il suo pesante contenuto erano ancora lì.

“E va bene! Mettiamo una pietra su questa faccenda.” Si arrese. Prese un bicchiere e lo riempì di vino, poi si sedette sul suo divano con la rivista in mano e la estrasse dal suo trasparente involucro.

 

‘Come farsi lasciare in 10 giorni’, urlava la copertina, la nostra ragazza ‘come fare’ questa volta ha puntato in alto, lanciandosi in una relazione con una donna solo per scoprire quali sono gli errori da non fare. Ma la cose non sono andate esattamente come da programma… continua a pag. 17

 

Strinse i denti e posò la rivista, poi bevve un lungo sorso di vino, riprese il magazine e aprì a pagina 17.

Al centro vi era il titolo e attorno una lunga serie di punti, lesse le prime righe.

 

Come farsi lasciare in 10 giorni, questo avrei dovuto scoprire. Avevo una lista di punti, avevo una serie di mosse semplici, efficaci: l’avrei fatta impazzire e mi sarei fatta lasciare in un tempo record. Ma… le liste e le mosse e i punti non reggono nella vita reale. Ho incontrato una donna meravigliosa e ho scoperto che, tutto quello che volevo, era farla innamorare ogni giorno della mia vita.

 

Il cuore di Lena perse un battito. Si raddrizzò, sedendosi più dritta e continuò a leggere.

 

Punto uno: conquistarla. Questa donna non si conquista, è lei a conquistare te…

 

L’articolo andava avanti, punto per punto, il secondo era buono: scoprire le sue passioni, condividerle; ma poi iniziava l’incubo: farla impazzire. I dettagli erano precisi, tutto quello che Kara le aveva fatto era presente, un lettore non avrebbe colto ogni riferimento, ma lei che l’aveva vissuto sì. Ma non era solo un racconto sterile, in ogni parola, in ogni dettaglio Kara parlava di lei. Nessuno, mai, l’aveva guardata con occhi simili, attenti, capaci di cogliere le sue forze e le sue debolezze. Non era lei quella donna, quella era la donna che vedeva Kara con i suoi occhi… innamorati.

Lena posò la rivista dopo aver letto l’articolo due volte e afferrò il cellulare, ma scriverle o chiamarla le sembrava inadeguato. Così prese la borsa, infilò il giornale di nuovo al suo posto e uscì di corsa.

L’appartamento di Kara era buio, Lena guardò l’ora e si morse il labbro, poi decise che avrebbe rischiato. Salì le scale e suonò al campanello.

Dovette attendere alcuni lunghi minuti, ma alla fine la porta si aprì e un’assonata Kara la guardò sorpresa.

“Ho letto il tuo articolo.” Sbottò. “Pensavo che mi avresti odiata dopo quello che avevo fatto, ma…”

Kara abbassò lo sguardo poi scosse la testa.

“Ora so cosa significhi per te la FlyStar. Eve me ne ha parlato e mi sono documentata. Hai ragione, vale molto di più che un stupido articolo e, dopo tutto, tu non hai fatto altro che resistere alle mie sciocchezze e regalarmi 10 bellissimi giorni.”

“Non era solo un stupido articolo, era il tuo futuro… io posso capire.” Le sorrise, ma Kara sfuggiva ancora il suo sguardo, strusciò i piedi infilate in ciabatte rosa e pelose e si strinse nelle spalle.

“Mi hanno proposto uno stage al Daily Planet.” Disse senza guardarla.

“Il Daily è…”

“Sto andando a Metropolis.” Confermò Kara.

“Miss Grant non…” Tentò di dire, si sentiva stupida ora ad essere lì e al contempo non poteva semplicemente andare via così.

“Mi ha offerto di diventare una giornalista del CatCo, ma credo che andare via sia la cosa migliore, almeno per un po’ di tempo.”

“Certo.” Sorrise. “Sono sicura che lavorare assieme al premio Pulitzer Lois Lane ti aiuterà a diventare la giornalista che vuoi essere.”

Kara annuì e lei fece un passo indietro.

“Scusa se ti ho svegliata.” Disse prima di girarsi e tornare alla sua auto.

Cosa si era aspettata? Un finale da commedia? Un bacio appassionato che metteva a posto tutto?

Entrò in macchina e andò via, guidando fino a quando non si trovò lontana dalla città, di nuovo nel deserto. Scese dall’auto e guardò il cielo. Una lacrima rotolò lungo il suo volto, ma, questa volta, non ci furono braccia accoglienti e calde a consolarla: era sola.

Tornò a casa che era l’alba e pioveva. Perfettamente in tono con il suo umore. Fece un’altra doccia cercando di rilassarsi e iniziò a pensare a come avrebbe investito risorse nella FlyStar, l’avrebbe resa la più grande agenzia aereospaziale del mondo, doveva solo trovare il modo di far capire agli investitori che lei ci aveva messo il cuore e… si fermò a metà pensiero. Il cuore… a differenza di quello che aveva fatto Kara con il suo articolo lei non le aveva detto quello che provava! Lei non sapeva!

 

Kara era all’aeroporto e osservava il tabellone scorrere lentamente. Ben presto avrebbero imbarcato il suo volo e lei avrebbe iniziato una nuova elettrizzante esperienza. Lavorare con Lois era un sogno, conoscere meglio suo cugino, tutto ciò che restava della sua famiglia, qualcosa che desiderava fare da tanto tempo. E allora perché si sentiva così male? Non aveva dormito, non dopo la visita di Lena, ma non era solo quello.

Una voce uscì dagli altoparlanti annunciando che il suo volo imbarcava i passeggeri, lei si alzò e si mise in fila.

“Kara!” La folla si voltò, sorpresa da quell’urlo che infrangeva il tranquillo via vai mattutino dell’aeroporto, per poi vedere una donna elegante che si avvicinava di corsa e disinteressarsi. Ma lei aveva il cuore che batteva veloce.

“Lena… cosa..?”

“Sono…” Lena prese il respiro, era pallida. “Scusa, ho volato per venire qua e poi ho corso, non volevano farmi passare, ma ho comprato il primo biglietto che mi capitava e…” Alzò il biglietto leggendo. “Credo che potrei andare a Tokio se lo volessi e…”

“Hai volato fino a qui?” Chiese lei stupefatta.

“Il tuo volo partiva se non facevo in fretta, un elicottero era l’unico modo per…”

“Hai volato per me.” Chiese conferma ancora Kara e Lena prese un profondo respiro.

“Sono venuta a dirtelo.” Disse allora.

“Dirmi cosa?” Lena sbatté le palpebre, trangugiò a vuoto e poi abbassò il volto, quando lo rialzò aveva gli occhi lucidi, ma era decisa.

“Non voglio che tu vada via senza sapere quello che provo per te.”

“Oh, no, non devi… voglio dire, ho capito, non…”

“Io, credo… penso che…” Balbettò la giovane Luthor. “Oddio, non è mai stato così difficile dire qualcosa, eppure… è stato così facile e… penso sia successo quando siamo andate nel deserto… di certo non all’opera, sei stata pessima all’opera… e poi volare, oddio, ho quasi vomitato l’anima, ma a casa tua… in bicicletta e… mi sono lasciata andare, completamente, totalmente, per la prima volta ho capito che potevo non essere più sola, ma non è solo questo, è di più, è sentirsi completa, io, finalmente, potevo…” Si interruppe e guardò Kara.

“Forse dovresti dire quello che ti stai sforzando tanto di non dire.” Suggerì una vecchietta seduta su di una sedia in attesa del suo volo. Lena la guardò e annuì, mentre Kara arrossiva.

“Io sono innamorata di…” La baciò, prima ancora che lei finisse.

Piangeva mentre baciava le labbra dolci di Lena.

“Avevo paura di essermi sbagliata a Midvale di aver visto solo quello che volevo vedere, ma…”

“Avrei dovuto dirti di Maxwell e del suo stupido accordo!”

“Avrei doluto dirti dell’articolo!” Replicò Kara.

“Mi dispiace così tanto.” Dichiarò Lena e Kara annuì condividendo il suo pensiero.

“Signorina, se vuole imbarcarsi questo è il momento.” La chiamò un’hostess e Kara annuì.

“Devo andare.” Mormorò piano.

“Ma certo…” Lena si separò da lei. “Il tuo stage, il tuo futuro… sono importanti.”

“Due mesi.” Le disse Kara. “Due mesi e tornerò, potremmo, se sarai ancora libera…”

“Potremmo, sarò ancora libera.” Assicurò Lena. “Ora vai.”

Kara fece qualche passo, poi tornò indietro e la baciò.

“Oh, ehm… anche io sono innamorata di te.” Affermò appoggiando la fronte contro la sua.

“Bene.”

“Bene.” Si sorrisero, poi Kara si separò lentamente da lei e Lena la guardò andare via, un sorriso sulle labbra.

Dopo tutto, forse, a volte, le cose andavano come nelle commedie.

 

 

 

 

 

Note: e così finisce la storia! Il titolo per l’ultimo capitolo si è scelto da solo, come ormai avrete capito la commedia da cui ho preso chiaramente spunto è proprio quella: “Come farsi lasciare in 10 giorni.”

 

Come ogni classica commedia anche in questa storia ci voleva la corsa in aeroporto e la dichiarazione finale, il bacio e l’intruso che da una piccola mano alla coppia. Ma, questa volta, ho voluto aggiungere un piccolo di più: il futuro non si ferma. Kara va lo stesso a Metropolis per il suo importante stage al Daily Planet e di certo Lena non cerca di fermarla. L’amore vero non teme le distanze e cosa sono due mesi?

Potrei scrivere un epilogo, ma non è necessario, lo sapete che quei due mesi passeranno in fretta, Lena li userà per progettare chissà quale magnifico prototipo di astronave e Kara per imparare come mettersi nei guai per scrivere un buon articolo e, quando si rincontreranno, la loro storia avrà un nuovo inizio, basato sulla sincerità e privo di retroscena moralmente discutibili. ;-)

 

Grazie mille per aver seguito la storia, mi scuso di nuovo per il ritardo nelle risposte ai vostri commenti e per la discontinuità nel pubblicare. Altre storie in arrivo!

Ciao ciao

  
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