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Autore: Proiezioni    09/03/2019    7 recensioni
Aggiornata!
3. Un giorno di ordinaria irritazione.
2. La cena col porno attore.
1. Avversari invisibili.
Quegli strani due è una raccolta di più episodi cronologicamente non collegati creata in sostituzione di "Semi di gelsomino". Dopo aver cancellato la raccolta mesi fa perchè non mi soddisfaceva, ho deciso di pubblicarla nuovamente con nuovi episodi più in linea con l'attuale concezione della coppia. Nella raccolta si alterneranno storie più Toryamesche (soprattutto nell'impostazione dei personaggi) e storie dove i personaggi avranno contorni più realistici, ma saranno tutte di genere leggero. Grazie per il vostro sostegno!
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Serie ORO'
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2.

La cena col porno attore.

 

 

La cena fu servita dall'amorevole e cinguettante signora Bunny. Dei ravioli fumanti e grigliati e alcune prelibatezze furono sistemate al centro del tavolo alla portata di tutti i commensali. Trunks ne acchiappò uno al volo e lo portò in bocca con gusto. "Che buono!"

"Li ha fatti tua madre stamattina, non aveva molto da lavorare e mi ha dato una mano. È persino più brava di me in cucina" commentò soddisfatta mentre serviva il silenzioso genero che le era di fianco. Neppure Vegeta avrebbe mai potuto lamentarsi della cucina terrestre, abituato com’era stato a sopravvivere con quel che offriva la mensa di Freezer o che si trovava su un pianeta appena sottomesso, la vita sulla Terra offriva qualcosa, tra i tanti piaceri annoverabili, come la qualità di una cucina a cui ormai gli sarebbe stato difficile rinunciare. 

"Mamma non cena?"

"No, tua madre ha una cena di lavoro" disse la nonna mentre serviva il nonno baffuto. 

Vegeta era al corrente che Bulma quella sera sarebbe stata fuori, non si era interessato a sapere con chi perchè generalmente non era incuriosito da quel tipo di faccende. Tuttavia la sua curiosità subì un'impennata vertiginosa quando la vide passare vestita con  un certo lustro: vestitino elegante, tacchi, acconciatura sistemata. O era lui che non si abituava ad avere una donna così o era lei che nonostante i trent’anni passati riusciva sempre ad essere irresistibile: Vegeta non lo aveva ancora capito, ma l’effetto che faceva sugli uomini quando si presentava così era più o meno sempre lo stesso. Se la si guardava per più di mezzo secondo veniva la paresi facciale istantanea. Bulma passò di lì mentre era occupata al telefono, perciò si limitò a salutarli con un muto cenno che risuonò al tintinnio delle chiavi della macchina e poi sparì nel corridoio per rincasare piuttosto tardi, quando ormai tutti erano a letto. Varcò la soglia di casa dopo aver apposto l’impronta digitale su uno schermo e salì le scale parlando a telefono col responsabile del marketing aziendale. Vegeta che era nel buio del salotto a godersi la città costellata di luci e scritte luminose, udì la sua voce avvicinarsi progressivamente: "La cena è andata bene, abbiamo trovato un buon accordo, sicuramente ci farà una bella pubblicità, comunque lui è un bel tipo eh..." Lei varcò la soglia e si diresse al frigo per prelevare dell'acqua fresca. Non si accorse di Vegeta e continuò a conversare. "Sì è stato cortese, ma c’era da aspettarselo. Lo sai che mi ha detto? Anche se non hai più vent’anni potresti lavorare in questo settore e avere ancora tanto successo! Gli ho risposto che non ne dubitavo" e ascoltò la risposta dell’altro per poi esplodere in una grassa e rumorosa risata. "Comunque siamo andati in un posto riservato perché lui non voleva dare nell’occhio... In effetti sarei stata in imbarazzo se mi avessero visto con lui, anche se fortunatamente solo chi è del mio ambiente mi conosce..." Finì la telefonata con toni assonnati e si ritirò senza aver notato alcuna presenza. Salì le scale scalza, entrò in camera e prese a spogliarsi. Quando finì di infilarsi lo short del pigiama trovò il saiyan perfettamente sveglio e appoggiato alla porta.

"Santo cielo... Imparerai a bussare prima o poi? Entri sempre come una pantera..."

Il silenzio di lui in risposta non le insinuò alcun dubbio circa la curiosità del marito.

"Come mai ancora sveglio?"

"Ho caldo".

"Vero, quando è così umido tu non riesci a dormire bene" commentò lei infilandosi la maglia sopra la canotta. “Acceso il deumidificatore?”

Lui era troppo orgoglioso per chiederle come mai fosse tornata tardi e di cosa si fosse occupata. La conversazione udita aveva aumentato il proprio interesse, i toni erano stati ambigui e Vegeta non era riuscito a capire a cosa si riferisse con alcune equivoche osservazioni. Perciò fece il vago girando attorno al sodo.

"Hai chiuso l'affare?"

"Sì, e alla grande anche".

"Di cosa si trattava?"

"Un cliente molto famoso del cinema che sarà uno tra i tanti testimonial per le prossime tre fiere del settore lusso. Il mio manager dice che più sono famosi, più influenzano l'opinione pubblica. Non posso dargli torto..." Fece lei buttandosi sul letto. "Dormi con me?"

"Vado da me che sto più fresco" e dicendolo si ritirò nel più completo silenzio.

Lei crollò in meno di una decina di secondi, lui invece fece fatica ad addormentarsi ed il sonno non fu appagante. Gli dava fastidio sentirsi tanto condizionabile da una donna, come una faccenda così ambigua che la riguardasse potesse a tal punto influenzargli l’umore, impedendogli di dormire tranquillamente. Di lei si fidava, la fedeltà tra loro due era un anello circolare che li faceva gravitare l’uno attorno all’altra, ma degli uomini che le ruotavano attorno non di certo: sospettoso Vegeta lo era di natura, possessivo lo si era scoperto quando aveva preso forma il suo affetto, e se avesse mai scoperto che era proprio Bulma, la donna che lo aveva salvato da una vita di perdizione, a tradire la sua fiducia, quel durissimo colpo sarebbe arrivato a fondo veramente. Mentre i dubbi latenti minavano il suo difficile ristoro in quella camera dove solo il deumidificatore acceso interrompeva di tanto in tanto il silenzio, il saiyan rifletteva che forse a qualche terrestre avrebbe fatto saltare la testa. Riflettendo su quanto stava diventando umano e ridicolo in quel mondo, chiuse gli occhi e si addormentò con una ruga di contrarietà sul volto.

 

 
Il risveglio può celare insidie anche quando si è al sicuro nella propria stanza. L'ultima cosa che Bulma avrebbe potuto sospettare era un risveglio brusco dopo una serata conclusasi con successo. Ma avrebbe dovuto capirlo che qualcosa di strano stava accadendo dacchè sua madre, che generalmente non bussava mai alla sua porta quando lei stava dormendo, andò e venì più volte per svegliarla e alle dieci passate insistette a bussare alla porta finchè non riuscì a svegliarla.

"Avanti" farfugliò Bulma con la bocca impastata dal sonno.

"Tesoro..."

"Dimmi mamma, che c'è?" Le chiese stiracchiandosi. “Perché non mi fai dormire?”

"Ti vogliono al telefono..."

"Chi è?" Fece lei perplessa.

"Il tuo collega, Kim, dice che è urgente".

"Oh santo Dio... Che palle" Mormorò con voce bassa. "Sì passamelo" allungò la mano e prese la cornetta. "Che succede Kim?"

La voce concitata dell'altro la costrinse ad ascoltare in silenzio. Probabilmente Bulma ci mise un po’ a mettere insieme tutti i pezzi mentre il cervello si attivava innescando turbinose sinapsi, ma quando questo iniziò a inviare messaggi di allarme la schiena le scattò in avanti come non fosse più lei a controllarla. "Che cosa?! Ma stiamo scherzando?"

 

...

 
La telefonata finì dopo una mezz'ora. Su una delle testate giornalistiche di varietà più famose si era guadagnata la prima pagina. "Da scienziata ad attrice hard. Nessuna resiste al fascino di Job. La Capsule Corporation investe in prima persona nel porno".

Il telefono che iniziò a squillare costantemente divenne ben presto un sottofondo come un altro: Bulma chiese alla receptionist di filtrare tutte le telefonate in arrivo da avvoltoi giornalisti e da curiosi colleghi che avevano letto la testata in edicola, respingendo anche chi le chiedeva l’esclusiva per un intervista di chiarimento.

In tarda mattinata Bulma ricevette il manager responsabile del marketing nello studio più appartato della casa. La stanza era invasa di riviste porno con inviti che le stavano arrivando da brand pornografici per farle una proposta. Aprì la rivista di pettegolezzi dove c'era l'articolo incriminato che era stato dedicato a lei e Job, l’attore più famoso dell’industria pornografica, e tra alcuni trafiletti pieni di falsità erano state allegate delle foto  scattate da qualche giornalista appostato fuori il ristorante. Il problema era l’ambiguità degli scatti: nella prima l'uomo le prendeva la mano con chiaro atteggiamento di affetto, nell'altra lei rideva e nell’ultima lui le apriva la portiera della macchina. Bulma andò su tutte le furie. "Pezzo di merda! Lo querelo se non fa ritirare questi articoli e queste foto dal giornale!”

“E non è neppure l’unico giornale, anche Pussicats ti ha citata, e Playguys”.

“Che stronzo… Questa è anche colpa tua!” Urlò la scienziata. “Hai insistito con tutti gli altri per farlo entrare nel giro dei clienti facoltosi, mi avessi proposto un politico, pure pure, un attore di film porno lo definite pure facoltoso?!”

“Bulma è solo marketing! Non volevamo mica che ci facesse pubblicità mentre gira un film hard tappezzando la scenografia con i loghi della Capsule Corporation!”

“Ci mancherebbe!”

“Ci sembrava solo un ottimo testimonial per farci lanciare in alto nel mondo delle auto di lusso. I competitors hanno già tutti dei testimonials di varie categorie. Non vedo il problema. Il nostro competitor maggiore ha come sponsor quella porno attrice ultra pagata”.

“Che non me ne frega un tubo te l’avevo già detto?!”

“Non arrabbiarti” replicò l’altro cercando di calmarla spiegandole il perché di quella scelta commerciale. “Doveva sponsorizzare solo il nostro brand extralusso. Questo tizio ci compra tutte le macchine più care che lanciamo sul mercato, è uno di quelli che investe, acquista i nostri titoli in borsa, adesso pare abbia comprato in contanti l’attico del grattacielo dove c’è l’insegna della Morini Rhum, proprio di fronte al nostro edificio. Da quello che ho sentito si è fatto fare i pomelli delle stanze in oro, i pavimenti in marmo rosa… Non sarà una cima di cultura, ma questo è uno che i soldi li sgancia, che è disposto a investire e a finanziare… Noi abbiamo ragionato in base al suo portafoglio, non in base al suo lavoro.”

“E avete fatto male” replicò Bulma sbuffando sonoramente. “Comunque troveremo un altro testimonial, e stavolta me lo scelgo io. Non ho bisogno dei suoi soldi, fortunatamente all’azienda non ne mancano. Mannaggia a me e a quando mi sono fidata di voi”.

“Nessuno voleva fregarti. Come potevamo sapere che questo era uno stronzo?”

“Intanto però sulle riviste ci sono io!” Puntualizzò infuriata. “Ho una famiglia, un figlio, ma porca miseria… Dovevamo capirlo quando ha insistito così tanto per parlare con me di persona”.

“Bulma, io ho pensato che ci teneva perché sei una bella donna, ma era pur sempre una cena di lavoro. Da qui a provarci…”

“Cosa che ha fatto, risultando ridicolo tra l’altro. Il locale poi è anche particolarmente riservato, la cosa sa ancora più di equivoca… Potevate pensarci no?”

“Nessuno ha sospettato della sua proposta perché Job è uno che passa le serate in giro per locali... Per noi era logico che volesse starsene a suo agio in ristorante tranquillo per occuparsi di affari che non riguardassero il porno. Ho pensato che non volesse farsi vedere in giro, ha una faccia troppo conosciuta, mentre tu non sei mai finita sulla cronaca rosa.”

“Sulla cronaca porno però sì, visto che guarda… Sono invasa di proposte!” Commentò tenendo in mano un biglietto su cui qualcuno del vicinato le aveva scritto via e civico: Quando le pare, passi per ripassare il copione. Sono ben dotato.

L’altro lanciò un’occhiata alle riviste con aria costernata.

“Comunque fammi una cortesia, adesso avvisa in ufficio e spiega l’accaduto, perché sono certa che si staranno tutti facendo delle grosse risate alle mie spalle.”

L’altro si congedò a testa un po’ bassa, muovendola sconfortato. Uscendo incrociò Vegeta nel corridoio che era fermo a pochi passi dalla porta, appoggiato al muro con le braccia conserte e con la sua aria superiore. Kim registrò la sua presenza già vista in altre occasioni notando per l’ennesima volta l’intimidatorietà del soggetto. Si sbrigò a superarlo salutando educatamente.

Vegeta entrò da dove lui era uscito trovando Bulma che sfogliava una rivista con aria infuriata. Lei lo accolse senza neppure degnarlo di una parola. L’uomo si appoggiò al muro con una spalla e con le mani affondate nelle tasche, e quando lei ebbe il coraggio di guardarlo le chiese:

“Non devi dirmi niente?”

“Io?” Replicò l’altra a disagio.

“Vedi un’altra Bulma? O hai una gemella che va in giro a cena con i pornoattori…?” commentò lui pungente.

“Come fai a saperlo?” Gli domandò imbarazzata.

“C’è una rivista con delle foto molti interessanti giù in cucina. L’ha portata su tua madre”.

“Senti … Non è assolutamente come pensi, anzi te l’avrei detto se avessi avuto un attimo di calma”.

Lui era stranamente, inquietantemente calmo e distaccato. “Guarda che io non penso niente. Anzi… Prima che inizi a pensare, e ad avere reazioni di cui possa pentirmi, è il caso che mi spieghi che ci facevi a cena con uno che non vede l’ora di saltarti addosso. Sfugge la mia logica aliena”.

Lei sbuffò. “Hai ascoltato mentre parlavo con uno dei miei manager? Eri fuori la porta?”

“Allora?”

“Quell’infame ha insistito per trattare direttamente con me, personalmente con me. Non ho voluto dire di no, mi sono lasciata influenzare e ci è sembrata una procedura normale, anche se effettivamente lui era molto insistente...

“Se ti fossi vestita meno appariscente magari sarebbe sembrato davvero un appuntamento di lavoro…” E lì uscì la gelosia latente che lui tanto ben celava.  

Bulma si ammutolì colpevole: aveva ragione Vegeta, ma ormai era fatta. Scrollò le spalle. “È colpa mia perché sono una vanitosa. Non mi capita tutti i giorni di andare a cena fuori con i clienti e quando c’è l’occasione cerco di essere al meglio”.

Qualcuno bussò alla porta. Bulma pensò fosse la madre ma una voce familiare e tanto amata si fece spazio dalla fessura dell’uscio. “Si può?”

"Goku!" 

L’altro neppure salutò Vegeta: "Allora Bulma, cos'è questa storia che vuoi diventare una grande attrice porno?  Ero da Muten quando l'ho saputo. Ma... Vegeta, tu sei d'accordo?"

"Ma ... Sei imbecille veramente allora!" Replicò l'altro indignato.

"Eh che ne so io...."

"Quella botta in testa anni fa ti fatto perdere anche qualche rotella oltre alla memoria!"

"Goku, è una notizia falsa, anche se so che a Muten, e non solo a lui…" aggiunse Bulma con vanità. "Non gli sarebbe dispiaciuto vedermi su una copertina di Playguys".

"In effetti mi pareva strano... Bulma non è più giovanissima per fare questo tipo di mestiere."

"Ma brutto idiota!" Berciò lei fuori di sè.  "Bada a come parli! Ci sono un sacco di porno attrici che lavorano alla mia età" e poi prese una delle riviste sulla cui copertina c'era una donna nuda non proprio giovanissima mentre mangiava una banana con la panna. "Tipo questa!  Scusa Vegeta, io mi tengo molto meglio, no? Cos'ho io meno di questa?"

"..." 

Nel silenzio imbarazzante che seguì, un ticchettio dalla porta li interruppe. Toc toc.

"Mamma..."

"Trunks, vieni pure".

Vegeta le lanciò un'occhiata allusiva indicando con gli occhi tutte le riviste pornografiche che erano sparse sul tavolo. Lei le spinse un pò indietro facendone cadere qualcuna oltre la scrivania, lontano dal campo visivo del figlio, e Goku per fare il vago ne prese una a caso fingendo di leggerla senza premurarsi della copertina su cui figurava a caratteri cubitali la scritta: "Quelle cattive ragazze" all’altezza del seno nudo di una modella.

Trunks entrò con fare sospettoso, avendo percepito uno strano chiacchiericcio nell'aria a seguito delle numerose telefonate che erano arrivate e ancora stavano tartassando il centralino del piano terra.

Vegeta e Bulma si scambiarono un'occhiata enigmatica, forse sperando di sviscerare dalla mente dell'una o dell'altro una risposta plausibile da dargli qualora lui avesse posto scomode domande.

Goku abbassò la rivista facendo capolino da dietro di essa. "Ciao Trunks! Come stai?"

"Ciao Goku, bene grazie... Sei venuto con Goten?"

"No, Goten oggi è in gita scolastica" gli sorrise l'altro.

Non ci volle molto a Vegeta per intuire che Trunks era incuriosito dalla copertina della rivista che Goku gli stava sbattendo davanti. Che imbecille! Pensò prima di far volare il giornale contro il muro con la forza della mente.

Bulma cercò subito di deviare la sua attenzione su altro. "Volevi dirmi qualcosa tesoro?"

"Sono arrivati dei pacchi per te..."

"Altri?!"

"Sono giornali chiusi, te li porto?"

"No, no! Lasciali giù tesoro. C'è scritto che sono per me, sei sicuro?"

"Sì, su uno c'era questo biglietto che ti ho portato, c'è scritto..." e girandolo lo lesse lentamente. "Ad una grande carriera nel porno... Cos'è il porno?"

Tra i presenti calò una cappa di imbarazzato silenzio.

"Niente è... Cinema, è un genere" fece lei cercando di camuffare la cosa come meglio poteva.

"Che genere?" Chiese Trunks interrogando prima lei, poi il padre, poi Goku, dacchè avevano tutti espressioni poco convincenti. D’altronde era una bella novità che sua madre volesse fare l’attrice.

Bulma lanciò al compagno un'occhiata di smarrimento ma da lui non arrivò alcuna risposta, anzi, Vegeta la ricambiò con uno sguardo sostenuto come se volesse dirle: che diavolo vuoi?  

"È un genere molto in voga, parla d'amore!" Esclamò Bulma enfatizzando l’ultima parola.

Vegeta le fece eco a tono basso. "Amore... Questa poi".

"Ma di quei film che vede sempre la nonna? Quelle telenovelas dove si baciano sempre?"

"Esatto! Proprio quelle!" Replicò lei con eccessivo entusiasmo.
"Ah…” Il bambino sembrò deluso. “Ma sono noiosissime..."

"Beh, in effetti nei film porno fanno sempre la stessa cosa" pensò Goku ad alta voce ricevendo una truce occhiata dagli altri e surgelandosi la lingua immediatamente.

"Trunks non avevi dei compiti da fare?" Gli chiese infine Vegeta. "Fila adesso che qui ci stiamo occupando d’altro".

"Ok..." Replicò il piccolo per nulla convinto. 

Quando si fu richiuso la porta alle spalle, il trio riprese il dibattito.

"Grazie di avermi aiutata!" Sentenziò Bulma rivolgendo a Vegeta un'occhiata risentita.

"Che volevi che gli dicessi? A cena col porno attore ci sei andata tu, mica io! Il casino l'hai generato tu e sarai tu a risolverlo!"

"Vivere in coppia significa aiutarsi quando ci sono dei problemi, lo sai questo? Al tuo paese non si usava così?"

"Se è per questo, vivere in coppia significa anche avvisare l'altro del tipo di gente con cui vai a cena" puntualizzò Vegeta rafforzando la posizione delle sue braccia al petto.

"Ti ho già spiegato perchè non te l'ho detto! Non volevo farti impensierire!"

"Ehi, ehi, calmiamoci" disse Goku, alzandosi e poggiandosi poi sulla scrivania con le braccia. "Non c'è nulla che si possa fare? Tipo... Dargli dei soldi e chiudere tutto come ha fatto una volta Satan con una tipa che voleva pubblicare alcune foto..."

"Quello ha voluto che le foto uscissero apposta per guadagnare sull’esclusiva. Non intendo pagare uno stronzo del genere, gli darei anche la soddisfazione di riempirsi il portafoglio con i miei soldi! Me la vedrò da me" affermò mentre si congedava stizzita. "Ah, visto che siete in due baldi uomini, buttate tutte quelle riviste per favore, prima che le veda mio figlio. Dovete attraversare la strada, troverete dei secchi per la carta. Grazie!"  

Bulma aprendo la porta vide un'ombra volatilizzarsi. Si allontanò su di giri.

Goku interrogò Vegeta. "Scendiamo a buttarle?"

"Vacci tu, io non butto niente."

"E dai, dopo chi la sente Bulma..." gli disse cercando di farsi dare una mano. Ci provò ma non ci fu niente da fare. Vegeta non mosse un muscolo, osservò invece l’altro saiyan volare giù e trasportare la pila di riviste fino al cassonetto. Lì, una signora che stava passando vicino a Goku, notò alcuni giornali scivolati per terra e lo guardò con aria indignata.

“Ma non si vergogna? Leggere certa roba…”

Il saiyan si grattò la testa. 

 ...

 

Bulma cercò il compagno in camera trovandolo già a letto: era steso a pancia in giù, le braccia sotto al cuscino e l'aria rilassata, e nonostante fosse vigile e sveglio non la calcolò minimamente. Lei si infilò sotto le coperte e gli si adagiò sulle spalle. "Vegeta..."

"Mh..."

"Dormivi?"

"Sì" puntualizzò lui con una punta di risentimento.

"Senti... Non so davvero cosa fare" mormorò mettendo il muso come una bambina.

"Te lo dico io cosa fare. Dormi".

"Grazie del supporto". 

Lui si mosse facendola scansare e si girò a pancia all'aria. "Fammi capire, prima fai di testa tua e fai dei danni, e poi io dovrei aiutarti?"

"Ma almeno aiutami a risolvere la cosa... Trunks mi ha chiesto di nuovo cosa facesse un attore porno... Non era per niente convinto della mia risposta di stamattina, sembrava molto sospettoso..."

"Ma dai?! Non è mica scemo, Trunks è mio figlio".

"Beh, io ci ho provato a dare una risposta accettabile!"

"Certo, come no..." Vegeta ripetè le parole che Bulma aveva utilizzato riproducendole con un tono ironico e pungente. "Un genere che parla...d'amore! Ma non avevi una risposta migliore? È un maschio, mica una femminuccia."

"Che gli dovevo dire?! La verità!? Un genere che parla di sesso! Occupatene tu allora, visto che potresti avere un'idea migliore della mia!"

"Io non ho idee se vuoi saperla tutta, non mi è mai capitata una situazione più assurda. Solo voi terrestri potete vivere di questi inutili passatempi" incalzò alludendo all'industria del porno. "Pensavo che l'unico ostacolo sarebbe stato dirgli come si fanno i figli, invece bisognerà prima spiegargli tutto il mercato che voi terrestri vi siete inventati sul sesso. Roba da matti... Pensavo di aver visto tutto in giro per lo spazio, ma questo pianeta riesce sempre a stupirmi".

"Magari i nostri uomini vogliono godersi la vita, pensano più a riprodursi che ad allenarsi".

"Me ne sono accorto visto che in giro per questo pianeta è pieno di imbecilli".

"Noi terrestri siamo un popolo a cui piace divertirsi. Ci sono anche di queste assurdità purtroppo, non che non me ne vergogni, ma non abbiamo solo aspetti negativi. Pensa ad aiutarmi al posto di farmi la ramanzina".

"Io non intendo aiutarti. Chiama il tuo amichetto porno attore e chiedi a lui di sistemare la cosa" affermò duramente il saiyan sistemandosi di fianco e dandole la schiena. "Non me ne frega niente se oggi in tutta la città non si parla d'altro che del tuo esordio nel cinema porno".

Lei si voltò altrettanto risentita. "Sei veramente stronzo! Quasi quasi l'esordio lo faccio davvero! Il successo sarebbe assicurato credimi!" Esclamò per dispetto tirandosi il lenzuolo più in alto.

Vegeta incassò il colpo in silenzio, rivolgendo un'espressione bieca al muro di fronte. Non che lei fosse convinta mentre lo diceva, ma solo l'idea lo faceva irritare più che a sufficienza. Quella storia stava prendendo contorni sempre più ridicoli... A quel tizio che l'aveva incastrata stava già pensando se fargli saltare o no la testa. E non escludeva l'avrebbe fatto se la cosa non si fosse risolta, che già normalmente era facile alla pressione alta. Ne aveva fin sopra i capelli di quella faccenda del cinema porno.

Non si dissero altro. A colazione la madre l’accolse col serafico e consueto sorriso di sempre, come se non ci fosse nulla per cui la figlia dovesse turbarsi.

“Cara come hai riposato?”

“Male” puntualizzò Bulma inacidita.

“Dai, si risolverà tutto. Non hai pensato che questa è comunque pubblicità per l’azienda?”

“Non vorrei che in futuro si colleghi la Capsule all’industria pornografica”.

“E vabbè” fece l’altra versandole del caffè mantenuto al caldo nel termos. “Ci sono problemi ben peggiori”.

Bulma le lanciò in tralice un’occhiata pungente e rassegnata, pensando che non sarebbe cambiata mai. Figurarsi se per lei quello era un problema… Non si sconvolgeva mai di nulla. Se lei si fosse data al porno la madre l’avrebbe appoggiata con entusiasmo comunque.

“Hai visto Vegeta?” Indagò Bulma.

“Ha accompagnato Trunks a scuola”.

“Ma davvero?”  

“Sì, forse aveva voglia di fare due passi, perché ti stupisci”.

“Strano…” commentò la scienziata frugando con una mano nel sacchetto di biscotti.

Si chiuse in laboratorio a lavorare per tutta la mattinata. Non volle neppure accendere la tv né tantomeno osare sfogliare il giornale che comprava il padre ogni giorno, anche se non era il tipo di rivista che riportava trafiletti di quel genere. Pensò che se non fosse riuscita a sistemare la cosa, sarebbe stato il tempo ad archiviare il tutto.

Il problema però le ritornò addosso come un boomerang quando ricevette una telefonata da Chichi. Sperò non fosse in merito alla notizia che stava facendo chiacchierare le pagine dei giornali di gossip ma purtroppo l’altra la telefonò per darle una comunicazione ben peggiore: la moglie di Goku le riferì che Trunks durante l’orario di scuola era volato via raggiugendo casa loro perché i compagni di classe, sapendo di chi fosse figlio, non parlavano d’altro. A disagio e imbarazzato si era rifugiato da  Goten e non voleva tornare a casa propria per la vergogna.

“Ma scherzi?! Passamelo!”

“È andato con Goten a giocare, si sono allontananti adesso, ma tranquilla, io ho intuito che c’era qualcosa di strano in questa situazione e gli ho detto che si tratta di un incomprensione”.

“Ma lui ha capito davvero di cosa stiamo parlando?”

“Secondo me no, non so cosa possano avergli detto perché non vuole parlarne.”

“Ci mancava solo questa… Era la cosa che temevo di più…”

“Mi dispiace, non so cos’altro fare.”

“Grazie per l’aiuto, Chichi, adesso vengo a prenderlo io lì. Devo rassicurarlo che non è come pensa”.

“Ma mi spieghi cos’è successo?”

“Niente, uno che ci doveva fare da testimonial mi ha volutamente incastrata per fare uscire quest’articolo idiota, lo so che le foto sono equivoche ma non è assolutamente come sembra. Lo ha fatto solo per farsi pubblicità. Uno stronzo patentato”.

“Come l’ha presa Vegeta?”

“Bah… Dice che è colpa mia se mi sono cacciata in questa situazione imbarazzante e me la devo sbrigare da sola” commentò indispettita, giocherellando con la chiave inglese.

“Secondo me gli ha dato molto fastidio, orgoglioso com’è non vuole dartelo a vedere, e poi i saiyan sembrano estranei a queste faccende… Loro si preoccupano così poco dei problemi che abbiamo noi terrestri, a volte ci vedo molto di Goku in lui. Nonostante Goku viva sulla Terra da quand’è piccolino, sembra che comunque vivere come noi per lui non sia il modo giusto.”

Bulma sbuffò e nel silenzio che seguì entrambe si capirono perfettamente, ma Vegeta rispetto a Goku si stava rivelando molto presente in famiglia nonchè attentissimo a quello che faceva Trunks e che studiava, anche se non sembrava badarci più di tanto, esattamente come sembrava non badare a Bulma e ai suoi impegni mentre invece seguiva tutto perfettamente, anche in quel momento.

La donna chiuse la telefonata e girandosi trovò il saiyan fermo ad aspettarla.

“Non ti ho sentito arrivare, ti serve qualcosa? Perché sto uscendo.”

“Che è successo a Trunks?” Indagò sospettoso.

“Niente, è da Chichi” sospirò lei rumorosamente, sfilandosi poi la giacca e rimanendo in canotta. “A scuola il fratello grande di qualche compagno avrà fatto delle battute pesanti, quindi adesso chissà che si pensa… Chichi dice che si vergogna di tornare”.

“Ma dai…” fu l’ironico eco dell’altro.

“Puoi finirla di essere così provocatorio? Sono abbastanza nervosa già di mio. Adesso devo andare a recuperarlo”. Mentre usciva dal laboratorio si fermò a cercare il compagno con atteggiamento gentile, facendogli intuire che aveva bisogno davvero della sua presenza. “Ti andrebbe di venire con me?”

Vegeta la guardò in silenzio.
 

 
Trunks la accolse con un muso lunghissimo e una faccia più arrabbiata che imbarazzata. Chichi stava stirando la tuta lavata del marito quando Bulma varcò la soglia. Vegeta dal canto suo rimase fuori seduto su una panchina di pietra e Goku quando si avvide della sua presenza lo raggiunse con il consueto e positivo atteggiamento. “Ehilà, sei venuto anche tu, Vegeta, perché non entri”.

L’altro non replicò che con lo sguardo serio di sempre. Goku gli si sedette vicino e allora Vegeta gli disse:

“Pensavo ti stessi allenando”.

“Stamattina mi sono allenato con Gohan, era un po’ fuori allenamento, poi Chichi mi ha chiesto di rimanere per far distrarre i bambini”.

“Spero tu non abbia fatto altri danni con quella lingua” replicò Vegeta alludendo alla sua innata capacità di usare talvolta le parole per complicarsi l’esistenza.

“In realtà non ho proprio parlato. Mi sono addormentato dopo pranzo, ero cotto, il sole adesso picchia forte nelle ore calde e bisogna allenarsi presto, ma Gohan prima delle undici non riusciva a liberarsi perché aveva un impegno con Videl…”

“Che rammollito pure lui. Occuparsi sempre di altro quando avrebbe una grande energia su cui lavorare”.

“Eh, lo sai la vita terrestre è così. Quando c’è la pace si hanno tante distrazioni e son tutti tranquilli… A proposito, Bulma ha mica risolto quella situazione?”

“Se è qui a recuperare mio figlio ci sarà un motivo no? Non si è risolto un bel niente”.

Goku si girò in direzione della folata di vento che si sollevò da est, respirando a pieni polmoni l’aria proveniente dalla montagna e inebriandosi di essa. Ma il turbine di aria portò con sé un foglio di giornale che gli si schiantò sulla faccia.

“Accidenti” mugugnò liberandosi il viso e trovandosi davanti la foto dell’attore porno e le sue dichiarazioni circa la presunta relazione con Bulma. Si girò mostrando il foglio a Vegeta che neppure lo prese in mano. L’altro saiyan strinse la mascella rabbiosamente.

“Comunque, tu non puoi aiutarla?” Chiese Goku.

“Ma che domande stupide mi fai? Come potrei aiutarla? Il problema adesso è dare a mio figlio una spiegazione che abbia un senso. Di certo io non mi metto a farlo al posto di Bulma. Lei ha fatto il danno, lei lo risolve”.

“Beh, capisco… Forse è un po’ imbarazzante parlare di questo tipo di cose con un bambino dell’età di Trunks”.

Convenendo all'assurdità di quella situazione che toccava evidenti punte di ridicolezza e imbarazzo, Vegeta in rimandò indurì l'espressione ancora di più. Se fosse stato possibile, con quello sguardo bieco avrebbe fatto afflosciare anche i fiori che oscillavano poco più avanti.

Bulma uscì con aria affranta. Si avvicinò ai due e fece una scrollata di spalle. “Si è impuntato che non vuole venire.”

“Che significa?” Ringhiò spazientito Vegeta.

“Vuole dormire qui. Magari stasera lo lascio sbollire e poi torno domani a riprenderlo”.

“A noi fa piacere se rimane. Goten sarà contentissimo” fece Goku sorridendole e venendo ricambiato.

Fu allora che Vegeta si alzò nel più completo silenzio e varcò la soglia di ingresso con atteggiamento per nulla accondiscendente. Chichi lo vide entrare nel salotto, superare il tavolo e arrestarsi in piedi di fronte a Trunks che montava un palazzo di Lego.

“Trunks”. La voce dura e incontestabile ebbe sul figlio l’effetto di una sirena di sicurezza. Se si era scomodato anche il padre a venire fin lì e ad entrare in casa per chiamarlo, respingerlo avrebbe significato andare in contro a una punizione certa. “Muoviti, dobbiamo andare”.

L’altro si sollevò col naso già rosso e sgocciolante. La vergogna lo imbarazzava da morire e gli faceva venire da piangere.

“Ma io...”

“Obbedisci” gli disse solamente, e l’altro non potè contestarlo.

Chichi fu soddisfatta dell’atteggiamento di Vegeta e rimase persino stupita che nonostante quel casino e il suo carattere poco affabile, lui stesse dando a suo modo un supporto alla moglie.

Tornati a casa da un viaggio silenzioso, fu Vegeta a seguire il figlio in camera. Quando furono soli gli disse solamente: “Dovresti piantarla di frignare. Che fai lasci scuola perché degli imbecilli si mettono a fare cicalecci idioti?”

“Ma io mi vergogno di tornare a scuola ed essere preso in giro perché la mamma si deve abbracciare nuda ad altri attori. Mi hanno detto che oltre ai baci si deve spogliare e deve baciarl…”

“Lascia perdere cos’hanno detto.” Tuonò l'altro irritandosi al pensiero. “Tua madre non farà un bel niente perché niente ha fatto. Quando risolverà il problema, sarà l’idiota che ha fatto uscire quelle foto a vergognarsi. Se qualcuno ti dice qualcosa faresti bene a fregartene e a dirgli di tapparsi la bocca” affermò muovendosi per uscire, perché a sua detta aveva fatto già troppo per calmare le acque. Pareva che ai terrestri non importasse altro che ficcanasare nei fatti degli altri. Che popolazione idiota!

“Ma allora mamma non vuole fare l’attrice per davvero?” Gli chiese Trunks tirando sul col naso.

“Ma quale attrice… Ci manca solo questo” replicò l’altro scomparendo.

Trunks sembrò tranquillizzarsi. La sicurezza del padre era un punto cui ancorarsi. Se lui non se ne preoccupava significava che non c’era niente di cui agitarsi.  Se lui diceva di zittire gli altri, Trunks avrebbe fatto così trovando nelle parole paterne la propria forza.

La sera però Vegeta non si presentò in camera da letto. Bulma lo cercò invano, pronta a raggiungerlo nella sua per tentare un approccio, ma non lo trovò nè lì nè da nessun'altra parte. Aveva sperato lui facesse cadere la questione ma rassegnata finì per accoccolarsi sotto le lenzuola tentando invano di addormentarsi. Non capiva se Vegeta era veramente arrabbiato con lei o se era solo totalmente menefreghista da abbandonarla in quella situazione imbarazzante. Era lei ad aver bisogno di conforto e non sapeva dove trovarlo: il corpo di Vegeta poteva essere l'unico baluardo di pace e sicurezza, ma ora era certa che lui ce l’avesse con lei anche e soprattutto per aver messo il figlio in una situazione di tale imbarazzo. Di tutta quella storia assurda l’unica cosa piacevole era l’idea che la rabbia di Vegeta si fosse originata da una gelosia che lui le nascondeva strenuamente. Chiuse gli occhi nell’esatto momento in cui Vegeta si materializzò davanti una porta elegante, di legno lucido e pomelli d’oro baroccheggiante. Con i suoi metodi non troppo ortodossi, il saiyan buttò a terra la porta assestandole un calcio e un istante dopo accorse un tizio che si stava allacciando una vestaglia di raso rossa. Per Vegeta era stato semplice trovare l’indirizzo, l’aveva sentito dire da quel manager che Bulma aveva ricevuto a casa il giorno prima. Per chi come lui conosceva bene la città per aver da sempre goduto di un buon panorama, non era difficile orientarsi tra le scritte più appariscenti che si illuminavano sopra i grattacieli quando calava la notte. Vegeta spesso le osservava annoiato per interminabili minuti e ormai le conosceva a memoria. Davanti gli uffici centrali della Capsule Corporation c’era un solo edificio con la scritta di un Rhum famoso e sul pianerottolo dell’attico c’era un solo appartamento che si apriva dietro una porta imponente e particolarmente elegante.

“Ma che cazz... E lei chi sarebbe?! Come ha fatt…”

Non fece in tempo neppure a finire che Vegeta con l’imposizione di una mano fece saltare il muro al proprio fianco.

L’altro fissò la scena basito e terrorizzato, e quando le grida di una ragazza seminuda cessarono e il rumore dell’esplosione lasciò il posto al fruscio del vento, la voce di Vegeta suonò calma e gelida. Hai meno di un’ora per andare a parlare coi giornali, o con Dio o con chi diavolo ti pare. Se domani mattina non vedo una dichiarazione in cui ammetti di aver provato a fregare mia moglie, torno indietro e ti riduco in maniera tale che con le donne potrai giocarci al massimo a carte.  Ti è chiaro?”

Fu l’unica e inequivocabile cosa che disse prima di sparire lanciandosi in volo giù per il varco che aveva aperto, allontanandosi mentre una furiosa folata di vento si insinuava sul pianerottolo distrutto facendo agitare la vestaglia dell’uomo che rimase shockato coi testicoli al vento.

Bulma si svegliò verso le nove di mattina quando la madre bussò alla porta. Come stava succedendo ogni mattina da tre giorni, il telefono squillava già alla buon’ora. Bunny era stata sempre redarguita dalla figlia dall’entrare in camera da letto se c’era Vegeta, questo perché lui era riservatissimo e lei non voleva rinunciare a dormirgli di fianco. Inaspettatamente però, svegliandosi, trovò il marito accanto a sé: era steso a pancia in giù e non sembrava interessarsi al ticchettio insistente sulla porta. Bulma non pensava che sarebbe ricomparso nel suo letto in maniera così furtiva, non dopo tre giorni passati in rotta di collisione a farsi battute pungenti. Le fece strano vederlo materializzarsi nel letto dopo che ci si era infilato in silenzio, senza svegliarla, forse solo per starle vicino: il saiyan sonnecchiava tranquillo e non sembrò neppure spazientirsi per la presenza fuori la porta, anzi sembrò non badarci proprio come se se lo aspettasse...

Bulma si alzò velocemente e andò a socchiudere l’uscio dietro cui l’aspettava sua madre. “Che c’è?” sussurrò a tono molto basso per non infastidire l’uomo che riposava.

La serranda era quasi del tutto abbassata e c’era poca luce ma abbastanza da dipanare l’ombra e permettere a Bunny di intravedere la sagoma distesa di Vegeta e la sua schiena estremamente robusta e prorompente che fu per lei uno spettacolo come sempre.

La donna sorrise alla figlia e passandole la cornetta le mormorò: “Pare ci sia una buona notizia tesoro…”

 

 

Fine  II episodio.(Ragazzi non escludo una cena col porno attore - seconda parte. In questa ho voluto che tutti eccetto Trunks sapessero cosa fosse il porno, nella prossima cena mi sa che il povero Vegeta cascherà dal pero...)

  
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