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Autore: DanzaNelFuoco    09/03/2019    3 recensioni
Bakudeku, leggermente crack
Cow-T #9: arrivare troppo tardi
--- Kacchan lo avrebbe ucciso.
Kacchan gli avrebbe fatto esplodere la faccia e poi avrebbe smembrato il suo cadavere e lo avrebbe nascosto in giro per il Giappone così che nessuno l’avrebbe mai ritrovato.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COW-T #9: arrivare troppo tardi



- Too late (until it isn't) - 




Kacchan lo avrebbe ucciso. 

Kacchan gli avrebbe fatto esplodere la faccia e poi avrebbe smembrato il suo cadavere e lo avrebbe nascosto in giro per il Giappone così che nessuno l’avrebbe mai ritrovato. 

Di Deku, l’eroe professionista, sarebbe rimasto soltanto un ricordo lontano nelle menti dei fan più nerd e Ground Zero lo avrebbe pianto davanti al pubblico e poi sarebbe diventato l’eroe numero uno, senza di lui. E tanti saluti al Wonder Duo

Izuku sperava che almeno Kacchan si ricordasse di prendergli un capello per trasferire One for All prima di ammazzarlo. 

Diamine, perché proprio oggi! 

Cazzo! 

Izuku si considerava una persona allenata, correva regolarmente tutti i giorni, sollevava pesi - doveva farlo se voleva essere un buon eroe. Però, nonostante tutti gli allenamenti, ora stava per sputare un polmone. 

Izuku era in anticipo quando era uscito di casa quella mattina. Aveva deciso di passare la notte da sua madre - “oh, Izuku, l’ultima volta!” aveva gioito sua madre con le lacrime agli occhi e Izuku si era ritrovato a piangere insieme a lei - e non importava che fosse dall’altra parte della città, perché  Deku era organizzato. E poi gli avevano detto che poteva essere un po’ in ritardo, che sarebbe stato anzi raccomandabile. 

Peccato che elegantemente in ritardo significasse dieci minuti, non un’ora e mezza. 

Non era stata colpa sua, Izuku si ripeté, cercando di sembrare convincente. Il taxi era rimasto bloccato in un ingorgo e Izuku era dovuto scendere a controllare. Non era colpa sua se un idiota aveva deciso di rapinare una banca e uno degli impiegati con velleità da eroe - la U.A. esisteva apposta, diamine, perché non c’era andato invece di farsi assumere in banca se voleva fare quello? - aveva deciso di intervenire, distruggendo mezza strada e mettendo in pericolo gli ostaggi. 

Izuku era dovuto intervenire. 

Neutralizzare il rapinatore - e l’impiegato - era stato più complicato del previsto, Deku non poteva permettere che altre persone venissero ferite nell’azione e quando lo aveva consegnato entrambi alla polizia e i livelli di adrenalina nel suo sangue erano tornati normali, solo allora si era reso conto della situazione. 

Era mostruosamente in ritardo, ancora dall’altra parte della città con il taxi rimasto incastrato tra le altre macchine - impossibilitato a muoversi finché Cementoss non fosse arrivato da qualsiasi punto della città si trovasse per sistemare l’asfalto e renderlo almeno momentaneamente percorribile - e si era strappato la giacca in almeno tre punti. 

Kacchan lo avrebbe ucciso. 

Deku ne era sicuro. 

Aumentando la percentuale di One for All dal 60 al 75%, Izuku aumentò il ritmo della corsa e poco importava che stesse imprimendo la suola delle scarpe sul marciapiedi - scarpe che non erano assolutamente fatte per correre. 

Da un vicolo lo raggiunse un grido e Izuku quasi cadde a terra nel tentativo di fermarsi. 

Una donna stava lottando per il predominio della sua borsa contro un rapinatore con due braccia in più. 

Deku prese in considerazione - solo per una microscopica frazione di secondo - il pensiero poco eroico di lasciare che la donna se la sbrigasse da sola. 

Dopo tutto era una borsa contro una morte per smembramento. Il gioco valeva la candela? 

Oh beh, tanto la sua vita era finita comunque. Poteva almeno andarsene in gloria. 

Con uno scatto colpì il criminale sulla nuca e quello sì afflosciò tra le sue braccia - non molto ortodosso e sicuramente contro il protocollo, ma Izuku era già abbastanza in ritardo. 

“Oh mio Dio! Ma tu sei Deku!” la donna quasi urlò. “Mio figlio ti adora! Ti prego fammi un autografo.” Quella scartabellò nella borsa alla ricerca di una penna. “Oh, non posso credere di essere stata salvata proprio da te.” 

Izuku sorrise timidamente. “Ah, grazie, ma ecco...” le sue proteste furono zittite dalla donna che gli sbatté in mano un foglio con una penna e Deku con sospiro lo firmò. 

“Ora dovrei proprio andare...” 

“Oh, non devi aspettare la polizia con me? E se si risvegliasse e tentasse di derubarmi di nuovo?” 

Izuku doveva ammettere che aveva ragione e che il protocollo lo prevedeva. Perciò pregò soltanto che gli agenti arrivassero in fretta. 

Due ore. 

Era in ritardo di due ore. 

Aveva già detto che Kacchan lo avrebbe ucciso? 

Non appena la polizia prese in consegna il rapinatore, Izuku riprese a correre, scapicollandosi lungo le strade, il cuore che gli batteva a mille nel petto. 

Ocacho lo aspettava davanti alla chiesa nel suo adorabile vestito rosa, le braccia incrociate sul petto e un bouquet di fiori stropicciati in mano. 

“Due ore e mezzo, Izuku?! Due ore e mezzo?! Voi due siete incredibili!” gli urlò contro prima ancora che si riuscisse a fermare. 

Tenya al suo fianco in un completo grigio le posò una mano sulla spalla, cercando di calmarla. “Il prete ha aspettato il più a lungo possibile, ma c’era un’altra coppia dopo di voi.” 

Sapeva di essere arrivato tardi, ma in un piccolo affranto della sua mente sperava ancora che tutto si potesse risolvere. 

“E Kacchan? Quanto è arrabbiato?” 

Kaminari rise fino a piegarsi su sé stesso. Kirishima accanto a lui stava cercando di non fare lo stesso. 

“Bakugou non è ancora arrivato” lo informò Todoroki col suo solito fare impassibile. 

“Bakugou è qui” lo raggiunse la voce irata e affannata del diretto interessato. “E tu sei in ritardo, Deku!” 

“Ehi, anche tu sei in -” Izuku non riuscì a finire la fase, perché voltandosi per fronteggiarlo scoppiò a ridere. 

Se possibile, Katsuki era messo ancora peggio di lui. Le maniche della giacca del suo completo si fermavano ai gomiti ed erano annerite dal fumo, la camicia, altrettanto consumata dalle esplosioni nelle maniche, aveva uno sbraco sul petto.  

“Katsuki! Imbecille!” Le dure parole di Mitsuki furono seguite da uno scapellotto sulla nuca dell’eroe. “In ritardo il giorno del tuo matrimonio! Ti ho educato meglio di così!” 

“Sta zitta, vecchia strega! Sembra che tutti i fottuti ladri della città si siano dati appuntamento oggi per svaligiare il mondo!” 

“Potrebbe non essere stata una grande idea far uscire sul giornale la data del vostro matrimonio, considerando che la metà degli eroi professionisti del Giappone sarebbero stati presenti” fece notare Aizawa, fulminando con un’occhiataccia il responsabile della divulgazione della notizia. 

Hizashi si strinse nelle spalle. “Non accade tutti i giorni che i due eroi in cima alla classifica si sposino! Non dovevate invitarmi se volevate mantenere il segreto!” 

E in realtà loro non avevano voluto invitarlo, ma per una strana serie di eventi che comprendevano il fatto che Izuku avesse voluto invitare All Might di persona e che Present Mic, nelle vicinanze, si fosse praticamente autoinvitato facendo in modo di estendere per procura l’invito all’intero staff della scuola. 

“E in ogni caso il matrimonio è saltato” fece notare Izuku.

“Col culo!” sbottò Bakugou. 

“Eh?” 

“Fammi scambiare due parole con il prete e vedrai” ghignò quello, scintille che già schioccavano sui suoi palmi. 

“Kacchan!”

“Faremo tutti finta di non avere visto” Iida si sistemò gli occhiali sul naso. 

“Guastafeste.” 

“Beh, però il ristorante è ancora prenotato, no?” saltò su Denki. 

E, in fondo, potevano pure festeggiare comunque. 

 

* * *

 

“Mi stai prendendo per il culo?” Ochaco strillò, e perché Ochaco imprecasse significava che l’avevano fatta grossa. 

Izuku teneva premuto contro il petto quello che restava della parte superiore del suo completo, le cuciture saltate sotto il movimento dei suoi muscoli accresciuti da One for All. 

“È la terza volta, Midoriya!” Oh oh, quando Uraraka regrediva al cognome era davvero arrabbiata.  “E Bakugou ancora non è qui! Quale cazzo è il vostro problema?!” 

 

* * * 

 

Katsuki non ci poteva credere.

“Allora, Ground Zero? Non hai niente di meglio da fare che cercare di catturarmi?” 

Katsuki digrignò i denti. Non aveva tempo per questa stronzata, doveva sposarsi - e questo era il quinto tentativo, stava cominciando a diventare una barzelletta. Deku lo avrebbe ucciso. 

O peggio, prima o poi si sarebbe deciso a lasciarlo. 

Ma Dabi era lì, di fronte a lui, e Bakugou non poteva lasciarselo sfuggire. I palmi delle mani cominciarono a sfrigolargli. 

Aveva quindici minuti per renderlo inoffensivo, arrestarlo, consegnarlo alla polizia e arrivare alla chiesa. Poteva concedersi al massimo un quarto d’ora di ritardo, portando il tempo dell’operazione a mezz’ora. 

Era un’impresa disperata, ma Katsuki non poteva in tutta coscienza fingere di non aver visto Dabi. 

Da quando la Lega era stata distrutta lui e Shigaraki erano gli unici che ancora latitavano. 

“Oh fidati, avrei decisamente di meglio da fare e la tua presenza qui è un fottuto inconveniente.”

“Lasciami andare allora, possiamo fare finta di non esserci mai visti. Senza rancore.” 

“No, non credo proprio. Però stai tranquillo, quando ti avrò preso ti farò pagare il ritardo che mi stai facendo fare.” 

Dabi ridacchiò. “Prima devi prendermi, allora.” E voltandosi di scatto cominciò a correre. 

Imprecando, Bakugou si lanciò al suo inseguimento. 

Porca puttana, sarebbe arrivato in ritardo di nuovo. 

Ma se non altro lo stronzo stava correndo in una direzione che lo avrebbe avvantaggiato nella sua corsa verso la chiesa. 

Sfruttando la propulsione delle esplosioni - seppure incerte senza i suoi direzionatori- delle mani, Bakugou riuscì a tenersi al passo del figlio di puttana, anche se sempre un passo indietro. Se non altro però i polsini della sua giacca non erano definitivamente rovinati, solo leggermente fumanti. 

Con un ultimo balzo Katsuki svoltò l’angolo solo per ritrovarsi davanti una delle scene più assurde che si sarebbe mai aspettato. 

“Ma che -?” 

Shigaraki stava fermo davanti alla chiesa con un’espressione blandamente divertita sul viso scoperto e nessuno degli eroi lì presenti stava cercando di arrestarlo. 

“Ce ne hai messo di tempo!” Shigaraki apostrofò Dabi, non appena quello fu a portata d’orecchio.

“Oi, dovevo convincere l’idiota a seguirmi!” gli rispose quello rallentando fino a fermarsi accanto a lui. “Non dirmi che Deku è stato più facile da portare qui.”

Shigaraki scrollò le spalle. “E poi dicono che i cattivi non hanno un cuore.”

Bakugou atterrò dal suo ultimo balzo sul sagrato a pochi passi da loro. 

“Ma che cazzo?”

“A quanto pare siamo talmente patetici che Shigaraki e Dabi hanno pensato di darci una mano”  Deku spuntò tra la folla di eroi assembrati attorno alla chiesa che si stavano comportando come se non avessero a portata di arresto due dei villains più ricercati dalla polizia.

“O cinque. Pun intended” Shigaraki sventolò una delle sue mani sotto il loro naso prima di riposizionarsela in viso. 

“Bene, noi ora andremo” Dabi tirò per una manica

“Io non lo farei se fossi in voi!” ringhiò Bakugou.

“Che carino, ci vuoi invitare alla cerimonia?” Shigaraki chiese quasi cantilenando. 

“No, siete in arresto!”

“Dobbiamo davvero combattere?” Dabi sospirò.

“Oh non ci provate neppure!” Ochaco quasi urlò. “Ora voi vi sposerete o incorrerete nella mia ira! Non ho più permessi da chiedere a lavoro!” 

Katsuki fece un passo indietro. Lasciarli andare equivaleva andare contro a tutto quello in cui credevano come eroi. Ma in fondo li avevano anche aiutati distraendoli abbastanza da portarli all’altare senza altre interruzioni. E gli altri sembravano abbastanza propensi a fingere di non averlo mai visti. Persino Toshinori non si era mosso per perorare la causa di Bakugou. 

Forse avevano ragione. 

“Deku?”

Izuku occhieggiò i criminali, dilaniato dall’indecisione, i suoi stessi dubbi che gli frullavano nel cervello, prima di capitolare. “Per favore, Kacchan. Un’altra volta. Sposiamoci adesso.” 

E Katsuki finalmente disse di sì. 


NdA. Non so se si capisce, non ho idea di come si celebrino i matrimoni in giappone (o se ci siano le chiese, la mia massima conoscenza si ferma ai primi sei episodi di Blue Exorcist) ma questa fic era abbastanza cheesy da non farmi concentrare troppo sull'approfondimento. 
DNF 

 

  
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