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Autore: mikyintheclouds    10/03/2019    1 recensioni
Lily, James e tutti i loro compagni stanno per iniziare il sesto anno ad Hogwarts, ma un evento improvviso, inaspettato e molto triste sconvolge l'estate di tutti, in particolare quella di James.
Questo, quindi, lo porta a maturare e Lily, che l'aveva sempre accusato di essere un bambino, inizia a vederlo con occhi diversi, inizia a considerarlo un uomo, forse il suo uomo.
Tra la guerra, la resistenza, i compiti e i piccoli grandi drammi di Hogwarts, vi propongo una storia James/Lily, in cui sono presenti ovviamente anche i Malandrini, le amiche di Lily e gli altri personaggi che tanto amiamo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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I giorni che separavano gli studenti di Hogwarts dalla prima uscita ad Hogsmeade sembrarono infiniti, ma, finalmente, il tanto sospirato sabato arrivò.
Lily Evans era molto agitata per l’appuntamento con Potter e gli altri, ma cercava di non darlo a vedere, mentre si avviava verso il cortile in compagnia di Marlene e Mary.
“È incredibile che Alice ci abbia dato buca! È la prima uscita dell’anno! Avrebbe potuto andare con Frank le successive, non vi pare? Hanno davanti un anno intero per far venire il diabete a tutto il villaggio.” Disse acida Marlene.
“Dai, non prendertela! Lasciali in pace… sono innamorati. Piuttosto, perché tu non sei con Sirius?” Chiese Mary.
“Perché volevo passare un po’ di tempo con voi e poi, chi consiglierebbe a Lily l’abito perfetto da indossare alla festa di Halloween del Luma?” Replicò, mentre consegnava a Gazza l’autorizzazione firmata dai genitori che permetteva le visite ad Hogsmade, seguita dalle sue amiche.
Il professor Lumacorno, giusto il giorno prima, aveva consegnato gli inviti per uno dei suoi party esclusivi agli studenti che riteneva più meritevoli o le cui parentele erano maggiormente influenti nel mondo magico e, come in ogni occasione, Lily aveva puntualmente ricevuto il suo.
“Ho già detto che non credo che quest’anno parteciperò alla festa. Non mi serve nessun vestito.” Si intromise Lily, tirata in causa.
“Sciocchezze, tesoro! Certo che ci andrai! Non si possono rifiutare le feste del Lumaclub. Dovresti saperlo meglio di me! Che invidia, non sai quanto vorrei essere invitata!”
“Ti cedo volentieri il posto, per quello che mi interessa.”
“Smettila! Oggi noi faremo shopping e, tra qualche giorno, andrai a quel party e poi mi racconterai tutti i pettegolezzi che si dicono in giro.”
“No che non ci andrò. Non mi va di essere l’unica ragazza senza un accompagnatore. Di solito andavo con Severus, ma… beh lo sapete.”
“Dimentica Mocciosus, è storia antica, tesoro. Ho sentito che anche James è stato invitato, magari potresti chiedere a lui.” Civettò Marlene.
“James come James Potter? Stai scherzando vero? Non andrei mai ad una festa con lui!” Replicò piccata e sorpresa di sapere che anche Potter era stato invitato al prestigioso party. Non era mai successo prima.
“Ma perché no, Lily? Marlene ha ragione. Sareste una coppia stupenda!” Disse Mary.
“Mary, almeno tu, ti supplico, non mi parlare di Potter.”
“Un passo per volta, Mary. Pensiamo prima al vestito, poi combineremo anche l’appuntamento con James.” Fece Marlene, ignorando completamente Lily.
“No, ma vi prego, continuate pure. Tanto non sono qui e non vi sento!” Replicò Lily, facendo ridere le sue amiche.
 
Arrivarono ad Hogsmeade attorno alle 14.30 e, guidate dall’inarrestabile ed irremovibile Marlene, passarono in rassegna tutte le boutique di vestiti del villaggio senza fermarsi un solo minuto.
Lily aveva seguito le sue entusiaste amiche in modo quasi apatico; non le importava un accidente della festa o del vestito. Semplicemente, non voleva andare a quello stupido party, sapeva che le avrebbe riportato alla mente troppi ricordi e, per quanto cercasse di ignorare la presenza di Severus nel castello e durante le lezioni, non poteva negare che ogni tanto ripensava ai momenti che avevano passato insieme, alle cose che si erano raccontati, ai segreti che si erano confidati e, inevitabilmente, le lacrime le salivano agli occhi.
Era stato il suo migliore amico, l’aveva aiutata a gestire la magia quando, da piccolissima, aveva scoperto di avere dei poteri, le era stato vicino per i primi anni a Hogwarts, quando veniva bersagliata dagli scherzi di Potter, aveva sempre studiato con lei e poi, da un giorno all’altro, l’aveva tradita, umiliata, rinnegata. Non glielo avrebbe mai perdonato e la delusione era ancora troppa. No, non avrebbe sopportato di passare la serata di Halloween a quel party, ben consapevole che lui sarebbe stato lì.
Avevano sempre partecipato alle feste insieme, ridendo degli abiti eccessivi di certi personaggi, prendendo in giro la goffaggine di certi danzatori, ammirando l’abilità di quelli bravi e parlando con i più abili pozionisti che il mondo magico conosceva. Non ce l’avrebbe mai fatta da sola, senza parlare poi della tremenda figuraccia che avrebbe fatto presentandosi senza un cavaliere.
D’altro canto, sapeva che non poteva permettersi di non andare. Lumacorno sarebbe rimasto molto deluso dalla sua assenza; Lily era una delle sue studentesse preferite in assoluto e non si disturbava a negarlo di fronte a nessuno, inoltre, i MAGO sarebbero stati l’anno successivo e le avrebbe fatto comodo avere qualche conoscenza tra i pozionisti che avrebbe potuto offrirle un lavoro una volta uscita da Hogwarts.
Fosse stata nel mondo babbano, avrebbe potuto inventarsi un raffreddore, una febbre, una malattia a caso, ma era ad Hogwarts e aveva imparato da sola le pozioni curative quando era solo al secondo anno. Il professore non avrebbe mai creduto ad una simile scusa.
No, sarebbe stata costretta ad attendere a quella festa.
Per questo, da più di un’ora, si lasciava trascinare da un negozio all’altro da Marlene e Mary.
Erano arrivati all’ultima boutique senza aver trovato nulla che le convincesse quando, inaspettatamente, posarono gli occhi sul vestito perfetto.
Bastò un semplice sguardo da parte di tutte e tre per capire che fosse quello giusto e, quando Lily lo provò, ne ebbero l’assoluta certezza.
“Oh, tesoro, sei incantevole. Quanto pagherei per vedere la faccia di James quando si troverà davanti te e questa meraviglia.” Esclamò entusiasta Marlene, prendendosi tutto il merito dell’amore a prima vista tra Lily e quel vestito.
Lily stava per replicare, quando, sentendo il nome di Potter, venne brutalmente riportata alla realtà e guardò l’orologio, in ansia.
Mancavano dieci minuti all’appuntamento e avrebbe dovuto riattraversare tutto il villaggio per andare ai Tre Manici di Scopa! Maledizione! Con tutti i pensieri su Severus, il vestito, il party e l’improvvisa pazzia di Marlene e Mary per lo shopping, si era quasi scordata di Potter e del mistero che le sarebbe stato chiarito da lì a poco.
“Per tutti i Troll di Montagna!” Esclamò. “Devo scappare, ragazze! Avevo promesso a Remus che mi sarei trovata con lui ai Tre Manici di Scopa per organizzare le nostre attività da Prefetti.”
“Oh, non ti preoccupare, tesoro. La prima parte della nostra missione è finita. Ti accompagniamo se vuoi, tanto dobbiamo fare quella strada per tornare al castello. Per te va bene tornare ora, Mary?”
“Assolutamente sì. Con tutto il camminare che abbiamo fatto oggi, sono esausta.”
 
Arrivò ai Tre Manici di Scopa con qualche minuto di ritardo, si congedò dalle sue amiche – ringraziandole comunque per il bel pomeriggio passato insieme; aveva ragione Marlene, avevano bisogno di qualche ora solo per loro – ed entrò nell’affollato pub, cercando con gli occhi Potter e gli altri.
James la vide entrare e sventolò la mano per farsi riconoscere.
“Scusate il ritardo, ragazzi.” Disse Lily raggiungendo i Malandrini e accomodandosi sulla sedia libera tra James e Sirius. “Le ragazze hanno voluto fare shopping e il tempo mi è sfuggito di mano.”
I ragazzi avevano ordinato delle Burrobirre per loro e una anche per Lily e, appena si sedette, non poté fare a meno di berne un lungo sorso, assaporando la sensazione di calore che pervase il suo corpo mentre inghiottiva la bevanda.
“Non importa.” Rispose James. “Ma saltiamo i convenevoli, non abbiamo molto tempo. Tra poco dobbiamo rientrare al castello. Prima di tutto… le altre non sanno che sei qui con noi, giusto?”
“No, sanno che sono qui, ma ho detto loro che mi dovevo vedere con Remus per organizzare le nostre attività da Prefetti.”
“Ottimo, perché quello che ti stiamo per dire è una questione delicata e devi giurarci che manterrai il segreto.” Riprese James.
“Non posso giurarvelo, se non so nemmeno di cosa si tratta.”
“Ti prego, Lily. È importante che tu non lo dica a nessuno. Fidati di me.” Disse Remus con un’espressione molto seria che la fece un po’ preoccupare.
“Va bene.” Rispose, quindi, capendo di non avere altre alternative. “Giuro che manterrò il segreto e non dirò niente a nessuno di quello che ascolterò d’ora in poi. Vi siete cacciati nei guai, dico bene?” Chiese, poi, sempre più preoccupata di essersi ficcata in qualche pasticcio molto più grande di lei.
“Beh, dipende da cosa intendi tu per guai, Evans.”
“Così non mi aiuti, Black.”
“Aspetta, Sirius, così la spaventi. Lascia cominciare me, vuoi? In fondo, sono io la causa di tutto questo.” Disse Remus criptico.
Lily lo guardò stranita, tutto si sarebbe aspettata da quei quattro, tranne che sentire che il problema fosse Remus. Non disse niente, tuttavia, e aspettò che fosse lui a parlare.
“Beh, la cosa non è mai semplice da dire, quindi andrò dritto al sodo. Sono un lupo mannaro, Lily.”
Ecco, ormai era fatta, la bomba era stata sganciata.
Come c’era da aspettarsi, Lily guardò shockata l’amico per qualche minuto, mentre regnava un silenzio carico di tensione.
“Oh.” Riuscì a dire solamente, buttando fuori il fiato che nemmeno si era accorta di aver trattenuto.
“Già.” Replicò Remus.
“Mi dispiace… io… ma come… quando, cioè…”
“Non preoccuparti, posso capire la tua reazione. E posso capire anche se, dopo questa sera, non vorrai più avere niente a che fare con me. Sono perfettamente abituato all’effetto che una notizia simile ha sugli altri.”
“No, scusa. Io non intendevo… è solo che… ecco, non me lo aspettavo. Pensavo aveste combinato qualcosa, non… beh, questo. Da quanto sei… cioè, come… come è successo?”
“So benissimo che non era quello che ti saresti aspettata. Comunque, è successo quando avevo quasi cinque anni. Mio padre lavorava per il Ministero, nel Dipartimento per la Regolamentazione e il Controllo delle Creature Magiche e un bel giorno si è imbattuto in un certo Fenrir Greyback che era stato condotto al Dipartimento per essere interrogato sulla morte di due bambini Babbani. Il Registro dei lupi mannari non era mai stato tenuto aggiornato. I lupi mannari si sentivano così respinti dalla società dei maghi che di solito tendevano a evitare il contatto con altre persone, vivendo in “branchi” auto-gestiti e cercando di fare il possibile per evitare di essere registrati. Greyback, che il Ministero non sapeva essere un Lupo Mannaro, sostenne di essere niente meno che un senzatetto Babbano, di sentirsi estremamente sorpreso dal trovarsi in una stanza piena di maghi e di essere rimasto inorridito dal racconto dei due poveri bambini morti.
Gli abiti sudici di Greyback e il fatto che non avesse con sé una bacchetta furono sufficienti a persuadere due membri del comitato di indagine, oberati di lavoro e ignoranti, che stesse dicendo la verità, ma mio padre non si lasciò ingannare così facilmente. Riconobbe, infatti, alcuni caratteri indicativi del fatto che fosse un lupo mannaro nell’aspetto e nel comportamento di Greyback e consigliò al comitato di tenere l’uomo sotto custodia fino alla successiva luna piena, che avrebbe avuto luogo solo ventiquattr’ore più tardi.
Greyback rimase seduto in silenzio mentre mio padre venne deriso dai suoi colleghi membri del comitato. A quel punto a mio padre, un uomo solitamente estremamente pacato, iniziò a montare una rabbia, tanto che arrivò a descrivere i lupi mannari come ‘senz’anima, cattivi e bramosi solo di morte’, frase di cui ancora oggi si pente.
Il comitato gli ordinò di lasciare la stanza, mentre il capo del comitato si scusò con il senzatetto Babbano e Greyback venne rilasciato. Il mago che scortò Greyback fuori dalla stanza degli interrogatori avrebbe dovuto effettuare un Incantesimo di Memoria su di lui, in modo che dimenticasse di essere stato all’interno del Ministero, ma prima che potesse farlo, venne sopraffatto da Greyback e da altri due complici che si erano nascosti nell’ingresso. I tre Lupi Mannari fuggirono via. Greyback non perse tempo nel comunicare ai suoi amici il modo in cui mio padre li aveva descritti.
La loro vendetta sul mago che aveva detto che i lupi mannari non meritano altro che la morte fu rapida e terribile. Ricordo che stavo dormendo tranquillo nel mio letto, quando Fenrir Greyback forzò la finestra della mia camera e mi attaccò.
Mio padre raggiunse la stanza appena in tempo per salvarmi la vita, cacciando fuori di casa Greyback con una serie di potenti incantesimi. Tuttavia, da quel momento in poi sono diventato un lupo mannaro completamente sviluppato.
Significa che, da quel momento fino ad ora, ogni volta che c’è la luna piena mi trasformo in un mostro assetato di sangue.”
Il racconto aveva completamente inorridito Lily, che, triste e profondamente dispiaciuta per il suo amico, aveva il volto coperto di lacrime. Tuttavia, quel nome continuava a ronzarle in testa.
“Greyback… ma è per caso…” Disse senza sapersi trattenere.
“Lo stesso schifoso codardo per colpa del quale mio padre è stato ucciso? Sì, è proprio lui.” Concluse per lei James, lo sguardo serio, ma velato di lacrime per aver sentito la storia del suo migliore amico, la voce dura e la mascella contratta.
Lily cominciò ad unire insieme i puntini. Ricordava perfettamente le parole di Remus al funerale del padre di Potter e ricordava anche l’espressione tesa e il colorito biancastro dell’amico.
Non solo Greyback aveva attaccato quei babbani portando alla morte il signor Potter, ma era stato anche il lupo mannaro che lo aveva reso tale.
Inoltre, Morgana solo poteva sapere cosa fosse passato nella mente di Remus in quei momenti. Era un lupo mannaro, per Merlino! Quel caro, timido e gentile ragazzo era un lupo mannaro! E le aveva raccontato per filo e per segno quello che un suo simile era stato capace di fare a dei babbani indifesi. Povero Remus! Chissà come si deve essere sentito!
Conoscendolo, sicuramente si sarà sentito in colpa, avrà iniziato a pensare di essere a sua volta capace di fare una cosa simile!
“Mi dispiace così tanto, Remus! Ma tu non sei come lui, lo sai questo, vero? Io ti conosco, ho passato serate intere con te, so cosa hai dentro al cuore. Potrai anche essere un lupo mannaro, ma non sarai mai come loro!”
“Ti ringrazio delle belle parole, Lily.” Disse semplicemente.
“Non ti abbandonerò, questo lo sai vero?” Continuò poi la ragazza.
“Davvero?” Domandò a sua volta Remus, profondamente commosso da quella affermazione.
“Puoi starne certo! Sei uno dei miei migliori amici, il ragazzo più gentile e intelligente che io conosca. Certo che non ti abbandonerò.”
“Sei proprio speciale, Lily.” Le disse, allungando la mano sul tavolo per afferrare quella più piccola e fredda della ragazza.
A quel punto Lily guardò gli altri tre amici e disse: “E voi? Quando l’avete scoperto?”.
Fu Sirius a rispondere: “Durante il secondo anno. Questo idiota ha passato il primo anno a raccontarci balle su balle, inventandosi scuse sempre più assurde quando doveva andare a trasformarsi, ma poi l’abbiamo scoperto. Ed è stato allora che abbiamo iniziato ad elaborare il nostro piano.”
“Il vostro piano?” Chiese Lily, confusa.
“Vedi, Lily, Silente era a conoscenza della mia condizione e, prima che cominciasse il nostro percorso ad Hogwarts, è venuto a casa mia per dirmi che mi sarei tranquillamente potuto iscrivere a scuola, proponendomi una brillante soluzione per le mie trasformazioni.” Si intromise Remus per cercare di dare un senso logico al racconto, dal momento che Sirius tendeva ad anticipare i fatti.
“Sarebbe?” Chiese Lily. Non ci aveva ancora pensato, ma in effetti non si era mai sentito di un lupo mannaro che scorrazzava libero nel parco del castello. Dove diavolo andava, allora?
“Hai presente le Stamberga Strillante? C’è un passaggio segreto che è nascosto dal Platano Picchiatore e che porta direttamente alla Stamberga. Non è infestata dagli spiriti come tutti pensano. I rumori provengono da me, purtroppo. È lì che mi reco quando mi devo trasformare. O, per meglio dire, è lì che ci rechiamo.”
“Che intendi dire?” Chiese Lily, nuovamente smarrita. “Voi andate con lui?” Domandò, poi, rivolta a James e agli altri. “Ma non è… insomma… pericoloso? Scusa Remus, non voglio dire che sei pericoloso, ma, insomma, un lupo mannaro può riconoscere le persone?”
“No, non lo può fare.” Si intromise, allora, James. “Però non è così aggressivo con gli animali come lo sarebbe con le persone.”
“Con gli animali? Non capisco.”
“Beh, è molto semplice. Da quando l’abbiamo scoperto, abbiamo fatto molte ricerche e abbiamo scoperto una magia che avrebbe potuto aiutarlo. Abbiamo impiegato tre anni per impararla e perfezionarla, ma alla fine siamo diventati degli Animagi.” Spiegò paziente James.
“COSA?!” Esclamò Lily.
“Shh! Non urlare, Evans. Siamo Animagi illegali, nessuno lo deve sapere, chiaro?” La placò subito Sirius.
“Ma siete impazziti?! Sapete qual è la punizione per essere degli Animagi illegali?” Chiese, abbassando però la voce.
“Certo che lo sappiamo. Un viaggetto di sola andata per Azkaban. Per questo, ovviamente, non l’abbiamo mai detto a nessuno. Tu sei l’unica che lo sa e hai promesso di mantenere il segreto, ricordi? Anche perché, se la cosa dovesse uscire, anche Remus andrebbe nei pasticci.” Rispose James.
“Tranquilli, non dirò niente. Beh, che dire. Tutto mi sarei aspettata, meno che questo. Da una parte sono ammirata, ma dall’altra… ragazzi è una cosa molto pericolosa! È una trasfigurazione di livello molto avanzato, potevate morire!”
“Non è di certo stato facile e Peter te lo può confermare, dato che è quello che ha impiegato più tempo per imparare l’incantesimo, ma cosa avremmo dovuto fare? Non potevamo abbandonare Remus a sé stesso.” Disse Sirius.
“Questo vi fa molto onore, ragazzi. Dico davvero. Sapevo che eravate molto amici, ma non avrei mai creduto fino a questo punto.”
“La Evans che mi fa un complimento! Non ci posso credere!” Dissero all’unisono Sirius e James, facendo ridere tutti.
“Ma avete detto che ci sono voluti tre anni. Prima come facevate?”
“Beh, lo accompagnavamo fino al Platano Picchiatore la sera, passavamo la notte lì e la mattina, quando gli ululati cessavano, andavamo a recuperarlo nella Stamberga. Ora è più facile. Ci trasformiamo tutti nella Foresta Proibita, la percorriamo fino al passaggio segreto e andiamo alla Stamberga. A volte, invece, ci trasformiamo direttamente nella Stamberga.”
“Ora capisco perché certi giorni vi presentate con certe facce! E, in effetti, corrispondono sempre ai giorni in cui tu Remus sei ammalato.”
“Sì, dopo le trasformazioni ho bisogno di qualche giorno per riprendersi. Madama Chips è l’unica, insieme a Silente e a voi, a conoscere la mia condizione e mi prepara delle speciali pozioni per cercare di tenere a bada il lupo e, dopo le trasformazioni, cura le mie ferite. Sai, dal momento che sono confinato in una casa, non posso fare latro che distruggere quella o farmi del male.”
“A volte lo fai anche a noi, amico. Ma, tranquillo, non te ne facciamo una colpa.” Disse Sirius facendogli l’occhiolino.
“È davvero terribile, Remus! Sono profondamente dispiaciuta.” Ripeté Lily.
“Ormai sono abituato. Anzi, sono sorpreso, ma felice, che tu l’abbia presa così bene.” Rispose Remus.
“Te l’ho già detto. Io ti conosco, so chi sei e non mi importa se tu sia un lupo mannaro o meno. Per me sei solo il mio amico Remus. Ma sono curiosa. Come fate ad uscire e ad entrare indisturbati nel castello?”
“Grazie a questi.” Rispose James, tirando fuori da uno zaino la Mappa del Malandrino e il mantello dell’invisibilità.
“Un mantello e della pergamena?” Domandò Lily, perplessa, osservando gli oggetti che Potter aveva appoggiato sul tavolo.
“Oh, mia ingenua Evans, non sai che eresia stai dicendo. Questi, mia cara, sono il segreto del nostro successo e tu sei la prima fortunata a poterli vedere.” Rispose James. “Questa non è della semplice pergamena, ma una mappa, la Mappa del Malandrino per l’esattezza.”
“È per questo che vi siete auto affibbiati quel nome sciocco?”
“Non è affatto sciocco. Allora, vuoi vedere la Mappa o no?”
“Vediamola.”
“Giuro Solennemente Di Non Avere Buone Intenzioni.” Pronunciò James, attivando la mappa che cominciò a ricreare le stanze, i corridoi, le scale e ogni anfratto del castello di Hogwarts.
Lily rimase senza parole.
“Ma… cosa?”
“Sorpresa, vero? Ora capisci perché non è una semplice pergamena? Abbiamo impiegato cinque anni per realizzarla, ma finalmente è completa.”
“Ma quello è davvero…?”
“Silente?” Si intromise Sirius, seguendo il puntino che stava osservando Lily. “In persona. La Mappa mostra tutte le persone che si trovano all’interno del castello. Guardatelo, fa su e giù dalle scale. Lo fa spesso.” Specificò, rivolto a Lily.
“Incredibile! E quindi con questa potete sapere dove si trovano Gazza, Mrs. Purr e i Prefetti quando dovete uscire?”
“Esatto. E il mantello completa l’opera. È un mantello dell’invisibilità. Viene tramandato nella mia famiglia da generazioni.” Rispose James.
“Veramente? Ne ho sentito parlare, ma non credo che ne avrei mai potuto vedere uno!”
“Beh, eccolo. Toccalo, se vuoi.”
Lily prese tra le mani il mantello, facendolo scorrere tra le dita. Era talmente leggero che sembrava acqua ed aveva un bel colore sull’argentato. In apparenza sembrava un mantello normale, ma nascondeva un segreto. Così come la pergamena, così come quei quattro ragazzi che aveva appena rivalutato.
Ovviamente già conosceva Remus e la sua bontà d’animo, ma non si sarebbe mai aspettata che Potter, Black e quell’insignificante di Minus – che non aveva spiccicato parola per tutto il tempo – fossero in realtà delle persone tanto straordinarie.
Avevano infranto la legge, erano diventati degli Animagi illegali e ogni mese rischiavano la vita pur di non abbandonare il loro amico che, ancora non ci poteva credere, era un lupo mannaro! Ovviamente ora tutti i tasselli stonati che aveva notato negli anni, ma a cui aveva dato poca importanza, andavano al loro posto, ma mai avrebbe immaginato quello!
Guardò di sottecchi prima Potter e poi Black che sedevano di fianco a lei. Erano davvero dei ragazzi unici e speciali, degli amici fidati e leali. Perché, allora, mettevano sempre quella maschera da idioti cosmici? Perché non mostravano il loro vero animo? Forse, avevano paura a lasciarsi andare con chiunque e incanalavano le loro energie solo per persone e fatti importanti.
Dopo tutto, Potter l’aveva protetta molte volte da quando aveva smesso di fare il buffone con lei, capendo che con gli scherzi e le prese in giro l’avrebbe solo allontanata e Black si stava dimostrando un fidanzato ideale per Marlene, da quando aveva smesso di fare il piacione con tutte le ragazze.
Ammirava l’amicizia che legava quei quattro ragazzi. Lei avrebbe davvero rischiato di finire ad Azkaban per aiutare un’amica? Non era sicura che la risposta fosse sì.
“Ci denuncerai?” Chiese improvvisamente Peter con un filo di voce. “Per la Mappa e il mantello e… tutto il resto?”
“No. Ma sappiate che starò molto più attenta d’ora in poi.” Rispose. “Tranne i giorni di luna piena, ovviamente.” Aggiunse, poi, con un sorriso.
“Ma sono curiosa. Chi sono i Monsieur Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso che compaiono sulla mappa?” Riprese.
“Ma è ovvio, Evans. Siamo noi, chi altri?” Rispose James.
“Sono i nostri soprannomi.” Precisò Remus. “Io, per ovvi motivi, sono Lunastorta.”
“Io Codaliscia.”
“Felpato.”
“E Ramoso. Ai suoi servizi, bella signorina.”
Lily rise di gusto di fronte a quei nomi tanto buffi. “Lunastorta lo capisco, ma gli altri? A cosa corrispondono?”
“Sono soprannomi ispirati agli animali in cui abbiamo scelto di trasformarci. Io sono Felpato perché ho deciso di trasformarmi in un cane. Ho sempre amato la loro lealtà. Codaliscia si trasforma in un topo. Non voleva all’inizio, ma, avendo difficoltà con la trasformazione, non poté fare altro che scegliere un animale piccolo. Tuttavia, si è rivelato molto utile, infatti è l’unico che riesce ad arrivare al nodo del Platano Picchiatore per bloccare i suoi rami.” Spiegò Sirius.
“Il Platano Picchiatore si può bloccare senza magia?” Chiese Lily, ancora una volta sorpresa. Quante cose stava apprendendo quella sera!
“Ma certo! Se si è piccoli come il nostro Peter e se si arriva al nodo, ovviamente, altrimenti bisogna usare la magia. Comunque, James è Ramoso perché si trasforma in un cervo. Come…”
“Come lo stemma della tua famiglia?” Anticipò Lily.
“Esatto. L’ha visto sul mio mantello. È per questo che siamo qui.” Si giustificò James con i suoi amici che lo stavano guardando straniti dalla conclusione ovvia a cui era giunta Lily.
Sirius guardò l’orologio e vide che erano le cinque passate.
“Ragazzi, è ora andare. Io e Peter dobbiamo ancora passare da Zonko per finire di acquistare le provviste.” Disse, alzandosi e gettando qualche moneta sul tavolo per pagare le Burrobirre.
“Fingerò di non aver sentito.” Replicò rassegnata Lily, alzandosi a sua volta.
“Io devo fare una corsa in libreria, devo ritirare un libro che ho ordinato. L’avrei fatto anche prima, ma c’era troppa gente e non ero dell’umore. Ci vediamo dopo a cena.” Disse Remus, recuperando le sue cose.
“Io non devo fare niente, ragazzi, penso che tornerò direttamente al castello. Tu che fai, Evans?”
Lily aveva una voglia matta di tornare al castello e farsi una bella doccia prima di cena, magari nel bagno dei Prefetti. Aveva camminato tanto e le facevano male i piedi e, dopo quello che aveva sentito, voleva qualche minuto per sé per elaborare le cose, ma l’idea di tornare con Potter al castello – solo loro due – non le sembrava molto buona, anche se la stuzzicava.
D’altro canto, sarebbe stato inutile stare ancora ad Hogsmade senza avere niente da fare.
Anche se poteva accompagnare Remus in libreria.
No, aveva bisogno di stare solo per un po’.
Meglio tornare al castello.
Ma con Potter?
Sempre meglio che andare da Zonko con Black e Minus e dover tornare con loro.
“Evans?” La richiamò Potter, una volta usciti dal pub.
“Sì, vengo con te. Ho preso quello che mi serviva prima, con le ragazze. Beh, grazie per la vostra onestà, soprattutto la tua Remus. Prometto che non dirò ad anima viva ciò che ho sentito qui dentro.”
“Grazie, Lily, lo apprezzo davvero.”
“Ottimo, Evans. Ci si vede a cena. Andiamo Peter?” Chiese Sirius, incamminandosi verso l’Emporio Degli Scherzi Di Zonko, mentre Peter correva dietro di lui per tenere il passo.
“A dopo.” Salutò Remus, separandosi dagli amici.
“A dopo, amico. Andiamo, Evans?” Chiese James, voltandosi dalla parte opposta, pronto a tornare al castello.
“Eccomi. A dopo, Remus.” Lo salutò, dandogli un morbido bacio sulla guancia.
 
James e Lily si incamminarono in silenzio verso la salita che conduceva al castello, l’imbarazzo palpabile tra di loro. Era la prima volta che si ritrovavano a camminare fianco a fianco, fuori dal castello, soli, quasi che fosse un appuntamento.
James era visibilmente nervoso, continuava ad arruffarsi i capelli e a giocare con un boccino che aveva tirato fuori dalla tasca dei pantaloni. Lo lasciava svolazzare per qualche secondo, per poi riprenderlo appena lo vedeva allontanarsi.
“Hai fatto acquisti, allora.” Disse dopo qualche minuto per rompere il ghiaccio.
“Sì. Non era nei piani, ma Lumacorno mi ha invitata alla sua festa di Halloween e Marlene ha insistito affinché mi comprassi un vestito nuovo. Sai come è fatta.”
“Sa essere molto convincente quando vuole. Così, andrai alla festa del Luma?”
“Così pare, ma non mi va.”
“Perché?”
“Beh, ci andavo con un’altra persona prima, ma ora le cose sono cambiate.”
“Sarebbe Mocciosus questa persona?”
“Sarebbe Severus, sì. Devi proprio usare quel nome?”
“Scusa, mi esce naturale. Non avete ancora fatto pace?”
“No, e non credo che la faremo mai. Mi ha dato una delusione troppo grande.”
“È solo un idiota. Non sa cosa si è perso.”
A quelle parole, Lily arrossì e sorrise.
“Lo pensi davvero?”
“Certo, soprattutto dopo aver visto come hai reagito alla notizia di Remus poco fa. Sei davvero una persona speciale, Lily Evans.”
Era forse la seconda volta che Potter pronunciava il suo nome e, anche in questa occasione, le piacque come suonava detto da lui.
“Cos’altro avrei dovuto fare? Conosco Remus, so com’è, so cos’ha in fondo al cuore, so che tipo di persona è e mi piace. È un buon amico, è un ragazzo leale, gentile e intelligente. Il fatto che sia quello che è non cambia la sua sostanza.”
“Già. Non so come avremmo fatto senza di lui in tutti questi anni e non parlo solo dei compiti. Lui è l’elemento saggio del gruppo, quello che ha sempre una soluzione ai problemi, che reagisce con calma e senza impulsività. Senza di lui, io e Sirius saremmo ad Azkaban già da anni probabilmente.”
Lily ridacchiò a quelle parole e aggiunse: “Sono molto colpita per quello che avete fatto. Non sono sicura che sarei riuscita a fare la stessa cosa.”
“Io sono convinto di sì.” Le rispose serio, guardandola negli occhi.
Lily mantenne quello sguardo per un po’, poi vacillò e riprese a fissarsi i piedi.
Erano ormai quasi arrivati al castello, ma avrebbe voluto fermare il tempo. Parlare con Potter le diventava sempre più facile e scopriva di trovarsi davvero bene con lui.
“Piuttosto.” Cambiò argomento Lily. “Ho sentito che anche tu sei stato invitato al party di Lumacorno. Mi stupisco che non mi abbia ancora chiesto di andarci insieme.”
“Me ne sono stupito anche io, in effetti. E sì, mi ha invitato in quanto Capitano della squadra di Quidditch, evidentemente pensa che sia una cosa importante.”
“Beh, ma lo è. Se Grifondoro dovesse vincere, il merito sarebbe principalmente tuo.”
“Non penso, sarebbe di tutta la squadra, ma comunque non ho intenzione di continuare nella carriera sportiva. Forse è questo che pensava il Luma quando mi ha invitato. Magari sperava in biglietti gratis in futuro.”
Lily ridacchiò e aggiunse: “Ci puoi scommettere. Sembra proprio il tipico ragionamento che farebbe.”
“Vedi, è per questo che non ti ho invitata. Mi piace come stanno andando le cose tra di noi. Se ti avessi chiesto di venire con me, tu avresti detto di no, ti saresti arrabbiata, avresti pensato che fossi il solito scemo e avremmo perso questo rapporto di… civile amicizia che stiamo instaurando.”
Lily rimase molto colpita da quelle parole e ci pensò su per qualche istante.
“Ho capito… e hai ragione. Apprezzo il tuo comportamento, grazie e anche a me piace come stanno andando le cose tra di noi.”
“Comunque, per ora non ho nessuna ragazza con cui andare. Se sei sola anche tu, potremmo andare insieme, da amici ovviamente.” Precisò per evitare che Lily pensasse che quelle che aveva appena detto fossero solo parole di circostanza per fare colpo su di lei.
La vide arrossire e sorridere, anche se tentò di nasconderlo. “Ci penserò su. Beh, siamo arrivati. Ci vediamo a cena, Potter. Grazie per aver mantenuto la parola e per avermi raccontato tutto.”
“Grazie a te che mantieni il segreto. Ci vediamo a cena.”
Entrarono insieme nel castello, Lily salì rapida le scale per andare a farsi un bel bagno prima di cena. Ora aveva anche la proposta di Potter a cui pensare che le ronzava prepotente in testa e le faceva battere il cuore più del dovuto. Aveva decisamente bisogno di un bel bagno per scrollarsi di dosso le emozioni di quella giornata, ma nonostante tutto ciò che aveva appreso, non poteva fare altro che sorridere. Cosa le stava facendo quel ragazzo?
James, invece, andò direttamente in Sala Grande e si sedette al tavolo dei Grifondoro, tenendo il posto anche ai suoi amici che sarebbero arrivati di lì a poco. Chiuse gli occhi, sospirò e la prima immagine che la sua mente evocò fu quella di Lily Evans, con i capelli sciolti come li portava quel giorno, le gote arrossate e il timido sorriso che aveva tentato di nascondere quando le aveva chiesto di andare con lui alla festa del Luma. Ah, quella ragazza. Sarebbe stata la sua rovina.  



Eccomi con il nuovo capitolo! Scusate il riatrdo, ma sono stata molto impegnata, spero di riuscire a pubblicare il prossimo il prima possibile. Lily e James andranno insieme alla festa di Lumacorno o succederà qualcosa? Ringrazio, come sempre, tutti quelli che hanno aggiunto la storia ai preferiti, seguiti e ricordati. Un grazie particolare va al mio adorato e sempre fedele recensore!

Baci!!

 
  
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