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Autore: Ladyhawke83    10/03/2019    7 recensioni
SECONDA CLASSIFICATA al contest “Pesca nel mazzo” indetto da Ghostmaker sul forum di EFP.
Ho deciso di scegliere per questo particolare contest la carta “tre di picche” tra quelle assegnatomi.
Tre amanti: Vargas, Callisto, Isabeau.
Una druida che deve scegliere tra un mago e uno stregone.
Un destino avverso, che causerà la morte di uno dei tre.
Per chi conosce le mie storie, questo potrebbe essere uno spoiler del finale della mia long “la promessa del mago”.
Per tutti gli altri spero si capisca il contesto, la trama e l’intento.
Era una situazione insostenibile, durissima da guardare, anche per chi aveva stomaci e orecchi forti.
Era insopportabile anche per uno come lui, che era stato abituato all’indecenza della guerra, alla vigliaccheria degli esseri umani che si pugnalano alle spalle.
I suoi occhi avevano impresse nelle pupille, le peggiori nefandezze e il suo corpo, secoli prima, aveva subìto le conseguenze di una maledizione terribile, dal quale per fortuna, poi, era stato liberato. Era stato per anni vittima di un potente incantesimo che lo costringeva a decomporsi senza perire mai del tutto.
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sospiro Nero
 


Era una situazione insostenibile, durissima da guardare, anche per chi aveva stomaci e orecchi forti.
Era insopportabile anche per uno come lui, che era stato abituato all’indecenza della guerra, alla vigliaccheria degli esseri umani che si pugnalano alle spalle.
I suoi occhi avevano impresse nelle pupille, le peggiori nefandezze e il suo corpo, secoli prima, aveva subìto le conseguenze di una maledizione terribile, dal quale per fortuna, poi, era stato liberato. Era stato per anni vittima di un potente incantesimo che lo costringeva a decomporsi senza perire mai del tutto.
Callisto, non avrebbe più dimenticato il volto di quell’elfo oscuro, lo stesso che lo aveva imprigionato in quell’agonia senza motivo.
Ora, però, nonostante quella consapevolezza, che ne aveva rafforzato la resistenza a qualsiasi cosa, davanti alla sofferenza di Nak’ell e di sua madre, la sua amata Isabeau, lo stregone dai capelli bianco-celesti non riusciva a ricordarsi dolore peggiore, per di più esasperato dall’impotenza di non poter agire in alcun modo.
Quel folle di Rymsis, in cima ad una specie di scranno, parlava con voce calma, quasi compiaciuta, mentre lamenti e pianti si levavano da più parti, in quell’enorme salone, tetro e diroccato.
Callisto poteva distinguere il pianto di Niven, da un lato, la cui nota di panico e di terrore nella voce era troppo marcata, per poterla ignorare. Nonostante la giovane parlasse in druidico, una lingua a lui inaccessibile.
Dall’altro lato, precisamente alla sua sinistra, diversi passi avanti, Callisto avvertiva distintamente le minacce, per nulla velate, lanciate da Vargas all’indirizzo di Rymsis.
Il rinnegato ignorò le parole del mezzelfo e, anzi, sorrise quasi, nel vederlo così adirato. Sapeva che era costretto da pesanti catene e incantesimi di contenimento magico, e quindi anche lui, come l’elfo Callisto, non poteva fargli alcunché.
Rymsis aveva la situazione in pugno, ma voleva godersi fino all’ultima goccia la lenta vittoria su quei due, e soprattutto sul penultimo discendente dei “Vargas”, ancora un po’.
“Scegli, mia piccola volpe... Se vuoi salvare tuo figlio, anzi i tuoi figli, scegli. Altrimenti lo farò io per te...”
Quelle parole melliflue e velenose rimbombarono nella testa di Isabeau, lacerando ogni pensiero coerente, come un coltello, lei si sentì sull’orlo del baratro, incapace persino di muoversi.
Come poteva lei, scegliere tra Vargas e Callisto, due uomini che aveva profondamente amato, e che erano entrambi i padri dei suoi figli?
Come poteva scegliere quale dei due sacrificare per aver salva la vita di Nak’ell e della piccola, piccolissima e innocente, Airis?
Non poteva, non avrebbe potuto, ma alla fine lo fece.
Sfoderò il coltello, il simbolo inciso alla base dell’elsa rivelava che l’arma, finemente decorata fin sopra la lama, era appartenuta da generazioni alla famiglia Vargas, e ora strideva tra le mani tremanti della donna.
Lentamente, la druida vestita di nero, con gli occhi e le labbra truccate dello stesso colore dell’abito, scese a piedi scalzi i tre gradini di pietra, che separavano il trono di Rymsis dal resto del salone, e si diresse verso i prigionieri incatenati.
Ripensò a tutto quello che era stato, a tutto quello che l’aveva condotta, suo malgrado, a quella situazione senza ritorno.
Sorrise Isabeau, ricordando il primo incontro con lo stregone Callisto, rispolverando dai meandri della memoria, la propria iniziale, e giustificata diffidenza, verso di lui. Uno stregone dai capelli di un colore improbabile e che lei, a prima vista, aveva etichettato come mascalzone.
Rammentò il loro primo bacio, intenso, quanto fugace. Interrotto da una spia invisibile, che si era poi rivelato essere stata mandata, a controllarli, dal mago Simenon Vargas.
La mente poi gli giocò il tiro più meschino di tutti, facendogli scorrere davanti agli occhi le immagini vivide quante dolorose del primo incontro proprio con Vargas, che ora le stava di fronte, prostrato, incatenato, apparentemente sconfitto.
La donna si costrinse ad isolarsi da tutto, dalle grida, dai lamenti, dalle preghiere, persino dalle esortazioni di Rymsis.
“Non farlo. Non cedere, non diventare come lui!” Gridò Callisto ad Isabeau, ma lei fece un altro lentissimo passo in avanti, soppesando il peso del coltello, che stringeva nella mano.
“Lo faccio per salvare loro...” Rispose rassegnata lei, ormai la sua mente assomigliava più ad una nuvola grigia, carica di lacrime e di disperazione, piuttosto che alla mente acuta e brillante che aveva fatto innamorare mago e stregone, di lei, a suo tempo.
Nak’ell, gemette nelle catene, era privo di sensi e appariva mortalmente pallido, quasi sul punto di lasciarsi scivolare via, sul momento di esalare l’ultimo, faticoso, respiro.
Il povero Nak’ell era stato ripetutamente torturato per estirpare da lui energia e potere, e per utilizzare il suo dolore, nonché quel corpo martoriato per attirare sia suo padre Vargas, che lo stregone Callisto, il quale teneva al giovane mezzelfo come fosse suo figlio.
Isabeau si voltò di scatto nella direzione del giovane sofferente. Nei suoi occhi sgranati, e stanchi, comparve tutta la disperazione e la rabbia che solo una madre può provare nel veder star male il proprio figlio.
“Nak’ell...” la voce di lei quasi un sussurro, quel nome detto piano, quasi con paura.
“Avanti, hai deciso mia cara?” La incalzava Rymsis, senza rispetto alcuno per il tormento interiore di lei.
Lui voleva solo la propria, personale, vendetta, poco o nulla importava chi avrebbe dovuto calpestare, o uccidere, per averla. Certo avrebbe potuto alzare lui stesso la lama sul mezzelfo, colpevole solo di avere sangue dei Vargas scorrergli nelle vene, ma era incomparabilmente più soddisfacente obbligare la donna che lo amava, a farlo al posto suo.
Tutta quella situazione di sofferenza, tensione, disperazione e aspettativa, rendeva quel momento unico, quasi sacro, agli occhi di un folle come Rymsis.
“Tu mi hai già, hai tutti loro...” disse con voce tremante Isabeau, “perché vuoi per forza che io lo faccia?”.
“Per darmi un’ulteriore prova della tua lealtà, mia volpe. Per i tuoi figli, e per abbandonare le vestigia da druida che non ti si addicono più...”
Il volto di Rymsis rimase totalmente inespressivo, ma nel suo unico occhio azzurro, visibile sotto le ciocche disordinate di capelli scuri, passò un lampo di ferocia e lucida determinazione.
Quel druido rinnegato era folle sì, ma anche molto potente.
Isabeau, in cuor suo, sapeva che se non avesse dato lei, la morte ad uno dei suoi amati, la vendetta di Rymsis in quel caso sarebbe stata terribile.
Quindi, meglio una morte rapida e un cuore devastato, il suo, piuttosto che dover assistere alle atrocità che avrebbe perpetrato il rinnegato, prima di ammazzare sia Vargas, che Callisto.
La donna esitante, sfinita, fece un altro passo.
“Almeno uno dei due resterà in vita...” si disse lei, per trovare il coraggio per affrontare quell’incubo senza fine.
Incrociò lo sguardo stralunato di Callisto, lo sentì dire qualcosa, ma le parole che lui le rivolse svanirono dalla sua mente come piume mosse dal vento.
Quando Isabeau levò in alto la lama, tutto si fece vuoto, immobile, come se si fosse cristallizzato nell’istante precedente alla fine di tutto quello in cui aveva creduto fino a quel momento. Per un breve istante parve quasi affacciarsi la speranza, l’illusione che tutto quello che stava accadendo, che lei aveva permesso che accadesse non fosse reale.
La realtà, però, irruppe indifferente, gelida e disgustosa, proprio nell’istante in cui Vargas emise un verso strozzato e si accasciò tra le braccia di lei, poco prima di esalare l’ultimo respiro.
“Hai scelto bene...” furono le ultime, flebili, parole, prima che il cuore del mezzelfo smettesse di battere, e con esso anche un pezzo di quello di Isabeau.
Ella pianse lacrime silenziose, mentre prelevava gli ultimi residui di magia dal corpo senza vita del mago, dopo avergli sfilato dal petto il pugnale insanguinato e ancora caldo.
“Perdonami...” disse lei sottovoce a tutto ciò che restava del suo Vargas, un guscio vuoto, con gli occhi fissi.
Gli abbassò le palpebre, mentre cercava di non udire le grida di Niven e lo sconcerto di Callisto.
“Che cosa hai fatto, Isabeau... che cosa hai fatto!” Le gridava lo stregone ancora in catene.
Isabeau si sentì invadere da un’energia nuova, dirompente, violenta. Qualcosa di molto diverso da tutto ciò che l’aveva sempre abitata prima. La druida ora, dopo aver posto fine alla vita del suo amato, si sentiva oscura e potente, forte e distaccata, senza più la zavorra delle emozioni.
“Il rituale è completo... Ora staremo insieme per sempre... Che nuovo nome desideri, mia volpe dorata?” Chiese Rymsis, completamente estasiato da quel momento.
“Sospiro Nero... D’ora in poi sarà questo il nome che voglio che la gente nomini con terrore...”
“E così sarà, mio dolce e magnifico sospiro...” disse Rymsis soddisfatto. Poi il rinnegato trasse a sé Isabeau, e la baciò appassionatamente sulle labbra, lei ricambiò quel suo slancio così plateale, come se non avesse appena compiuto il più orribile dei crimini, per un druido: uccidere un innocente, per di più senza giustificazione. Si baciavano appassionatamente Isabeau e Rymsis, incuranti di tutto il resto, mentre ancora il sangue rappreso di Simenon Vargas le sporcava le dita, marchiandola per sempre come assassina.
 
 
 
[words 1490]
 
 
 
Note dell’autrice: questa storia partecipa al contest “Pesca nel mazzo” indetto da Ghostmaker sul forum di EFP.
Ho deciso di scegliere per questo particolare contest la carta “tre di picche” tra quelle assegnatomi.
Tre amanti: Vargas, Callisto, Isabeau.
Una druida che deve scegliere tra un mago e uno stregone.
Un destino avverso, che causerà la morte di uno dei tre.
Per chi conosce le mie storie, questo potrebbe essere uno spoiler del finale della mia long “la promessa del mago”.
Per tutti gli altri spero si capisca il contesto, la trama e l’intento.
   
 
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