Dalle annotazioni di Alexander Rostov Raulov in Crimea, del marzo 1917”.. a marzo sono cominciati i disordini, la gente aveva fame, i prezzi delle cibarie dall’inizio del conflitto erano aumentati del 400 per cento..l’8 marzo, donne affamate si sono unite a gruppi di scioperanti e socialisti, gridavano “Abbasso l’autocrazia” e cantavano la Marsigliese. Le violenze sono cominciate il 9 marzo, hanno saccheggiato i negozi per prendere il poco cibo rimasto..(..) Tafferugli, pattuglie male in arnese ..(..) scoppiò l’anarchia, il governo era paralizzato, sparatorie.. i soldati che sparavano gli uni contro gli altri e si unirono ai rivoltosi.. Effetto domino.(..) il governo si dimise e ne venne formato uno provvisorio, il cui leader era Kerenskij..Lo zar era alla Stavka (..) Saccheggi e vandalismi, sui palazzi sventolavano le bandiere rosse..La guardia imperiale disertò (…) L’abdicazione di Nicola II, per sé e suo figlio, a favore di suo fratello Michele, che rinunciò a sua volta al trono, fecero terminare 304 anni di storia..”
Da una nota di Andres Fuentes “.. ero con lo zar, via via che giungevano le informazioni, tutti lo scongiuravano di abdicare in favore di Aleksej, sotto la reggenza del granduca Michele, per evitare un bagno di sangue, che era scoppiata una rivoluzione, che l’odio per l’imperatrice aveva toccato il parossismo estremo. Quasi tutti i suoi generali gli chiedevano di abdicare, perfino suo cugino Nicola Nicolevic aveva pregato in ginocchio per quello. Rostov-Raulov fu il solo a dichiararsi contrario, come me. “Non fatelo, per favore” sottovoce, mi scrutò a lungo, il viso non tradiva alcuna emozione “Pensateci ancora” passando a guardare il paesaggio innevato fuori dai finestrini, per un pezzo “Lascerò il trono a mio figlio” si fece il segno della croce, imitato da tutti e appose la firma sull’atto predisposto, vergando 15 marzo 1917, ore 15.00. Fumò continuando a scrutare fuori, in silenzio, poi chiese di parlare con il dottor Federov.”Ditemelo in tutta franchezza, la malattia di mio figlio è incurabile?” “La scienza ci insegna, sire, che non vi sono cure e tuttavia alcuni malati, qualche volta, giungono ad un’età avanzata. Tuttavia, Aleksey Nicolevic è alla mercé di qualsiasi accidente..” Difficilmente avrebbe cavalcato, sempre doveva fare attenzione a non stancarsi troppo, a non compiere movimenti azzardati.. E sicuramente, il governo provvisorio, già ostile agli imperatori, ben difficilmente gli avrebbe concesso di tenere con sé il ragazzo, in caso di esilio li avrebbero separati. Lo zar scosse la testa, mormorò tristemente che lo sapeva, che Aleksey non avrebbe potuto servire la Russia come voleva per lui, aveva quindi il diritto di tenerlo con sé e i suoi. E tanto non era giusto, Catherine. Verso le nove giunsero due inviati della Duma e del Governo provvisorio, iniziarono con i loro sproloqui e vennero interrotti da un cortese cenno della mano “Il discorso non serve, ho deciso di rinunciare al trono, fino alle tre di oggi pensavo a favore di mio figlio, ora ho mutato opinione in favore di mio fratello, confido che comprenderete i sentimenti di un padre. Firmò un nuovo atto di abdicazione, secondo i propri desideri, mantenendo invariata la data e l’ora. Come noto, Michele non accettò e finì così”
Quando lo zar aveva assunto il comando delle truppe, a partire dall’agosto 1915, si era stabilito a Mogilev, sede del Quartiere Generale, portando con sé suo figlio Alessio. Quella fu la sua grande avventura.
Il mio fratellino, che marciava, mangiava zuppa e pane nero come i comuni soldati, dolce, tenero, prezioso, a fighter..
E l’affetto, l’amore che aveva Alessio per me ed io per lui non erano venuti meno, rimasero sempre, immutabili e saldi, quante volta ha dormito sereno tra le mie braccia, le ciglia immense chiuse nelle vie del sonno, al risveglio raccontava di avere fatto sogni su di un cavaliere, lotte e regni incantati. Il suo sorriso brillava sul filo dell’acqua, fiero come quello di superba ninfea.
Alexei has grown very much and developed in every sense of the word…
And me too. Just a little.
Aleksej Romanov.
In principio era l’erede, atamano di tutti i cosacchi, viziato e coccolato, poi fu prigioniero, figlio di un uomo senza nessun titolo, lui che un tempo aveva regnato su circa un sesto del globo, .. tranne che Colonnello Romanov, la madre una tedesca, una meretrice senza onore.
Quel ragazzino aveva il coraggio di un leone..
I figli dell’ultimo zar di tutte le Russie si chiamavano Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e Alexei, la loro storia doveva avere termine, per chi li fucilò, nelle prime ore del 17 luglio 1918 in una cantina .. nessuno doveva ricordarsi di loro..
E la loro storia visse e vive ancora.
Their story lives and lived on for years.
Ed in alcuni giorni, quando il dolore mi sbarra il respiro, come un ferro rovente, una maschera di vetro, le parole erano troppe o nessuna, respiro, ancora e di nuovo, e lascio fluire le sillabe, scrivo.