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Autore: Cara93    17/03/2019    5 recensioni
Ariana Silente vista attraverso i rimpianti e rimorsi dei suoi fratelli.
{Storia che partecipa al contest "Nella mia libreria" indetto da blackjessamine sul forum di EFP}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aberforth Silente, Albus Silente, Ariana Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Poteva solo guardarla, ora. Osservare il suo corpo flessuoso bloccato in una cornice, i suoi capelli biondi mossi da un vento plastico, artificiale. Godere del suo sorriso dolce e rassicurante, riflesso di quello che era un tempo.
Non parlava, l'Ariana del dipinto. Il pittore non è riuscito a catturare la sua voce dimessa, flebile. Timida. Com'era lei.

Ogni notte ripercorreva quel maledetto pomeriggio sulla spiaggia, il suo corpicino inerte, colpito da un Anatema Che Uccide. Si tormenta e maledice, perché non sa chi l'ha colpita. Potrebbe essere stato il suo Incantesimo di Disarmo a deviare la mortale maledizione verso di lei. Potrebbe essere stato uno qualunque degli Incantesimi lanciati dai suoi avversari, i maghi più potenti del mondo: Gellert Grindelwald e suo fratello.

Viveva con il fantasma di Ariana, con il costante rimorso e rimpianto, tormentato da vorticose domande, dai tanti "e se". E se io non li avessi fermati? E se lei non fosse stata presente? E se, in tutti questi anni, il mio ricordo si è sbiadito al punto da non ricordare di averla uccisa io? E se l'avesse uccisa Albus?

Risentimento e questioni mai del tutto risolte li avevano allontanati, tanto che, certe volte, Aberforth è convinto che suo fratello non abbia speso nenache una lacrima, per Ariana. Perché lei, anzi, loro non contavano per l'ambizioso Silente.

Non poteva vivere senza Ariana. Lo sapeva, ma da quel maledetto scontro a tre sulla spiaggia, lo è consapevole  ancora di più. Per questo, ha commissionato il quadro. Per questo, il pittore non ha potuto fare molto, basandosi su un ricordo e una fotografia sbiadita.





Il fantasma di Ariana lo ha accompagnato per tutta la vita. Gli ha insegnato che Bene e Male non sono assoluti, che alcuni sacrifici insensati sono troppo grandi. Che nessun "Bene Superiore" vale una vita innocente.

Ha dovuto vivere con il peso di una vita che forse ha tolto lui stesso. Ha dovuto sopravvivere oppresso dal senso di colpa per la morte dell'amata sorella e dal peso dell'odio di suo fratello.

A differenza di Aberforth, non ha alcun quadro che possa lenire il suo dolore. Solo il fantasma dei suoi ricordi.

Si guarda la mano incancrenita, il marchio della morte impresso nella carne. La sua vita non ha più senso, da quando, attraverso quell'anello, quel gioiello di famiglia che Tom ha maledetto infondendovi parte di sè stesso, finalmente lui, Albus Percival Wulfric Brian Silente, può rivedere il viso amato. Lei. Ariana.



Angolo dell'autrice:
Titolo: Gocce di memoria
Rating: Verde
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: Nessuno
N. Parole: 406
Pacchetto: F. L. Céline; Morte a credito: Ariana Silente o Voldemort
Note: Mi piaceva l'idea di rendere indirettamente protagonista Ariana, di lasciar intravedere la sua storia attraverso gli occhi dei fratelli. Far capire come la sua morte abbia lasciato un segno indelebile. Ne "I Doni della Morte" è innegabile che Ariana abbia ricoperto un ruolo importantissimo nella storia dei Silente, aspetto che nei film si è perso e che anch'io, a volte, tendo a dimenticare. Per questo, ho preferito rimanere nel canon, o almeno lo spero, rendendo Ariana protagonista, ma allo stesso tempo lasciandola sullo sfondo. Non volevo snaturarla o renderla una macchietta, dato che Ariana è una figura centrale, anche se defilata e quasi misteriosa.                                                                    Nonostante la tematica della morte e del lutto, ho deciso di non inserire avvertimenti particolari, dato che non ci sono accenni a violenza o altri aspetti disturbanti. Infine, il titolo. Ho un pessimo rapporto con i titoli: o nasce prima della storia ed è come una sorta di colpo di fulmine, oppure, come in questo caso, una tortura che devo porre fine in qualche modo, anche se il risultato non è che mi soddisfi più di tanto. Comunque, alla fine, ho deciso di rifarmi alla celebre canzone di Giorgia: sono i fratelli di Ariana che la ricordano, brevi frammenti talmente fugaci che possono evaporare al primo sole, come gocce d'acqua. Gocce di memoria, appunto.
   
 
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