Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
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Autore: DonutGladiator    17/03/2019    0 recensioni
Raccolta da 100,200,300,400,500 parole su Voltron.
Ognuna avrà un protagonista diverso, sperando di riuscire a farcela.
1. le troppe parole non dette di Shiro (Shadam)
2. Una Lotura amara.
3. James ci ha provato a parlare con Keith per scusarsi.
4. Veronica e Lance in riva al mare.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Allura, James Griffin, Kogane Keith, Takashi Shirogane
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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*invito ( 300 w~ )

Quel pomeriggio, in mensa, rivolse di nuovo uno sguardo fugace verso il suo profilo.
Da quando erano entrati in Accademia, alla Garrison, lo aveva osservato così tante volte senza farsi notare, quasi fosse un fantasma che osservasse un essere vivente desiderando di poter entrare ancora in contatto con il mondo dei vivi.
La situazione tra loro era sì difficile, ma non completamente irrimediabile.
Questo almeno era quello che James si ripeteva ogni volta che scrutava il viso di Keith, cercando di capire come poter fare per avvicinarsi a quello che per un tragico destino era anche diventato il suo compagno di stanza.
Sbatté le palpebre e si voltò capendo che l’altro aveva sentito su di sé il suo sguardo, maledicendo aver indugiato per troppo tempo su quell’espressione imbronciata.
Scosse la testa cercando di cancellare la stupida idea che era balenata nella sua mente.
Guardò la ragazza al suo fianco, che continuava a parlare, come se non si fosse resa conto di quello che stava accadendo.
Quando i suoi occhi tornarono di nuovo sul volto di Keith, era lui che lo stava fissando.
Non distolse lo sguardo, mantenendo il contatto visivo e cercando di fargli capire che voleva parlargli, liberarsi di tutte le cose pensate negli ultimi giorni.
Vorrebbe scusarsi per come l’ha trattato qualche mese prima.
Gli lanciò un piccolo cenno, un semplice invito.
Un invito a parlare.
Fu Keith quella volta a distogliere lo sguardo da lui e ad abbassare i suoi occhi a terra, ignorandolo.
James non era tipo che si arrendeva alla minima difficoltà, soprattutto se aveva preso una decisione.
Si alzò dalla sedia e si avvicinò a Keith, pronunciando il suo nome. Lui si alzò a sua volta, e senza nemmeno degnarlo di uno sguardo si allontanò con un sussurro.
“Non c’è niente di cui parlare”.
   
 
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