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Autore: VaLEE    04/05/2005    13 recensioni
Ecco la mia storia.La storia di una ragazza(IO) ke incontra un ragazzo(LEE) e s’innamorano.Sembra la classica storia ma nn lo è. È un racconto violento e dolce,in cui s’intrecciano amore e disperazione. La storia di due cuori ribelli ke nn possono fare + a meno l’uno dll altra, spiegando cm l’amore t sorprende qnd meno te lo aspetti!!!!!!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 “Dove vai?”mi chiese la mamma. Ecco la mia storia

 

Capitolo 1

“Dove vai?”mi chiese la mamma.

Io sbattei la  porta di casa senza dire nulla. Nn avevo voglia di stare chiusa in qll topaia. Avevo voglia di uscire e vagare. Vagare dove neppure io sapevo dove. Volevo sfidare me sessa. Ma chi nn si sfidava in una città piena di gente stramba come Londra? Me lo chiedevo spesso, io, una 15enne che abitava a Grafton Street. Però una risposta nn l’avevo mai trovata. Conoscevo Londra cm le mie tasche, ma qst volta neppure io sapevo dove andare. Se fossi andata da una dll mie amike, m avrebbero subito trovata, lo stesso sarebbe accaduto nl negozio dll Virgin.

Sarei dovuta andare dove nessuna dll persone ke m conoscevano sospettasse ke andassi.

”ma dove!DOVE!?!”continuavo a kiedermi senza ottenere una valida risposta.

E + pensavo e + nn sapevo dove andare. M kiedevo se qlc1 lassù me la mandasse buona una volta in vita mia. Meditavo sempre sul perke quel qlc1 m avesse fatta nascere nel quartiere + brutto e malfamato d Londra, cn un padre ke mi pikkiava e una madre ke veniva reputata una poco-di-buono dp essere stata lasciata dal marito, ke considerava la sua famiglia un peso inutile. Pensavo se qlc1 in qll città si sentisse cm me. INUTILE. Inutile x se stessa e x gli altri. Pensai ank ke ql bastardo d mio padre per una volta nn aveva dtt 1 dll  sue solite cazzate, ke per una volta aveva ragione. Cmq mio padre nn c’era + e si respirava un’aria migliore in casa senza d lui. Niente pressione, niente litigi furiosi, niente violenza. Cose ke dovevo sopportare ogni giorno,là,fuori dll 4 mura d un monolocale dll periferia dll capitale britannica. Un posto pieno d drogati, alcolizzati e roba dl genere. Le mie amike, organizzavano ogni fine settimana, party in cui potevi decidere se

-bere alcool fino a vomitare

-fumare

-fare sesso

Ci si guadagnava cosi una reputazione.

Pensai ke se avessi continua ad andare a qll feste mi sarei rovinata la vita + d qll ke era gia rovinata indipendentemente da me. ma tornai a credere ke dp nn avrei + avuto una reputazione decente a scuola e in strada.

La mia vita si svolgeva in strada, con la mia compagnia a fare graffiti, andare in skateboard a ascoltare a ascoltare musica punk. Casa mia era 1 luogo dove casualmente dormivo e mangiavo e neppure ogni giorno. Era la mia vita e per qnt fosse orripilante, nn l’avrebbe cambiata con nessuna vita da “figlia d papà” in cui 6 migliore perke vivi in una reggia,vieni viziata, 6 la cocca d ttt e vesti alla moda. La vita perfetta in un mondo perfetto nn m interessava per niente.

Per un po’ nn pensai + a nulla. Guardavo solo le mie All Star camminare sll asfalto di una città stracolma d gente. Mi venne in mente ke qlc1 tra la folla avrebbe potuto trovarmi o vedermi in ql luogo. Allora m diressi verso il James park. Era quasi ore ke il sole tramontasse. Qnd fosse stato buio mi sarei diretta verso la casa d Taty la mia migliore amica. Sarei stata a casa sua tutto il fine settimana a insaputa d mia madre. Ma ke le importava d me?Viveva d lavoro. Ne era drogata. Tra questo e 1000 altri pensieri, arrivai su una collina del James Park.

M sedetti proprio sll mia preferita, qll su cui andavo da sola a pensare,ank se pensare nn cambiava la situazione in cui vivevo. Appoggiai la mia sacca e poi fui avvolta dal silenzio d ql parco deserto. Almeno, per qll ke credevo io. Proprio qnd stavo per andare nel panico per il pentimento d qll ke avevo ftt e mettermi a piangere, qlc1 m mise la mano sopra la spalla.

Impaurita per qll ke stava accadendo, girai lentamente il viso verso la persona ke m stava appena dietro. Nel momento in cui i nostri occhi s’incontrarono, fu cm se ci conoscessimo da secoli remoti. Lui era un angelo: occhi verdi, biondo, alto con un viso da bimbo e possedeva uno sguardo dolce e saggio. Mi avevano insegnato fin da piccola ke a Londra nn t potevi fidare d nessuno,a volte neppure d te stessa. Ma per qst volta feci uno strappo alla regola. Lui si sedette vicino a me e istintivamente ci prendemmo per mano, ci guardammo ancora negli occhi e avvicinammo i nostri visi l’uno all’altro.

Stava accadendo qll ke volevo ke accadesse.

 Ci baciammo nel silenzio assoluto ke regnava qll notte, limpida e meravigliosa.

C demmo ql bacio cm se fosse la cosa + normale dl mondo incontrare uno sconosciuto nel bel mezzo dll fuga d lei e baciarsi. Provai qlcs ke non avevo mai sentito prima d’ora. Lo stomaco mi si chiuse,il mio cuore batteva forte cm un tamburo impazzito e nn riuscivo a far altro ke a pensare ai suoi occhi. Mi appoggiai alla sua spalla e guardammo il tramonto. Noi due, soli. Rimanemmo in silenzio a goderci quel momento. Qnd fu buio c stendemmo sul prato a guardare il cielo stellato, abbracciati l’un l’altra.

Desideravo ke ql momento nn finisse mai. Avvicinò il suo viso al mio e sussurrò due semplicissime parole: ”Ti Amo.”. Un brivido mi percorse da cima a fondo. Aveva una voce + dolce del miele. Ci baciammo di nuovo.

Qst volta m ero innamorata per davvero. Nn c’era nulla da fare. Ad un certo punto uscì, senza ke me n’accorgessi, un”Ma chi 6?”.

Quasi m sembrava ke qll domanda avesse rovinato l’atmosfera romantica.

”Lee”rispose.

Lee.

Sembrava  il titolo d’una poesia d’amore.

Suonava liscio e leggero, il nome LEE.

Ci fu quasi un 3 bacio ma proprio allora il telefono squillò nll mia borsa. era Taty. Risposi.

”Dove caxxo 6!?!”Disse cn voce inviperita.

” Sn nll vita perfetta d un mondo perfetto. ”

“Beh allora t conviene fare le valigie e partire dll mondo dll fantasia per qll reale”

“Arrivo + tardi, ok?”

“Ok, ma se t chiudo la porta in faccia e ti ritrovi a dormire per la strada nn t lagnare dopo”

 “Ok,ok,ho avuto un contrattempo, t spiego ttt dp”e le staccai il telefono in faccia.

C’era abituata. Taty pensava ke avessi qst vizio nei geni. Ormai nn c faceva neppure più caso. Tanto nn aveva nulla d meglio da fare in quel momento. Sua madre era in giro chissà dove a bere in qlke squallido bar. sua sorella maggiore, Julia, era in qlke angolo dll città a spacciare cn i suoi amici. La casa era ttt sua. 1 padre nn l’aveva e nn l’aveva mai avuto. E poi a lei d qst nn sarebbe fottuto un  bel nulla,anzi,grane in meno.

Lee era a disagio ank se cercava d nn darlo a vedere. Qll telefonata lo aveva allarmato e io me ne ero accorta. Sul suo angelico viso era parsa un espressione preoccupata. Cercai d farla scomparire accarezzandogli il viso e i capelli dorati. Lui si sollevò un po’ dai suoi pensieri. Ma ad un certo punto un’espressione ank più turbata dll precedente prese il sopravvento sul suo faccino,in cui fino ad un momento prima appariva un sorriso splendente cm il sole. Nn esitai a chiedergli il motivo dll sua preoccupazione.

Lui rispose ke doveva andarsene, ke era stato ttt semplicemente meraviglioso e ke voleva ke quei momenti fossero eterni, ma ke doveva andarsene. A malincuore lo lasciai scomparire nel buio dll notte.

Ora dovevo andare da Taty, ma mi sentivo appiccicata a quel prato in cui fino ad un momento prima avevo vissuto la storia + bella ke m potesse mai capitare nll mia “miserabile”vita.

”Vale, oca ke nn sei altro!!”

Il mio urlo echeggiò nel vuoto nero. Nn avevo kiesto a Lee ne numero ne indirizzo. Mi veniva da piangere. Sapevo ke il mio errore m sarebbe costato caro. E + c pensavo e + andavo in crisi. Intanto ero ancora attraccata a quel prato,maledetto quanto osannato,sperando ke Lee tornasse indietro ank solo x 1 secondo a illuminarmi.

Mi era cosi familiare quel ragazzo, eppure nn m sembrava d averlo mai visto. i nostri sguardi si erano incontrati e nn li avremmo mai più dimenticati. Magari c eravamo gia visti e sorrisi ma qst volta lo avevano ftt in modo diverso. I nostri sorrisi nn sarebbero svaniti nel tempo. L’amore era imprevedibile e lo sapevo bene, ma nn pensavo ke raggiungesse qst livelli.

Finalmente trovai la forza e il coraggio d alzarmi e trascinare il mio corpo verso la casa d Taty. Rimuginare sul passato e lagnarsi nn m avrebbe riportato d certo da Lee. Aveva quel non-so-ke ke m faceva impazzire.

M lasciai la collina alle spalle e percorsi ttt il vialetto costellato da lampioni e stelle. Giunta a destinazione, suonai il campanello dopodiché presi l’ascensore e andai al 5 piano, appartamento 37 dove Taty viveva. Bussai .c fu un concerto di catene e catenacci ke scattavano.

Ci salutammo e vidi il mio letto, una brandina arrugginita e mi c buttai sopra cn tanto d sacca. Il letto scricchiolò e Taty chiese spiegazioni per qnt era successo prima. Io neppure la sentii: avevo lo sguardo perso nel soffitto. Pensavo a me e Lee sotto il cielo notturno. Una lacrima m rigò il viso nel ricordare quei magnifici momenti. Taty capi ke nn sarebbe stata l’unica ke si sarebbe versata qll sera. M svegliai dal mio sogno ad occhi aperti e raccontai la mia storia. La storia d 2 sconosciuti ke s’incontrarono per caso, e per uno scherzo del destino s’innamorarono e d cm le loro strade s divisero. Ttt tra le lacrime…  

 

 

  
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