Accidenti…avrei
voluto finire la storia con il capitolo 13…ma non ci sono
riuscita…quindi
straforo e passo al 14…Vi avverto che in questo capitolo
c’è una sequenza un po’
strana…non proprio Dark ma ci avviciniamo…niente
che faccia venire gli incubi
cmq…o che sia di cattivo qusto…però mi
era necessaria per introdurre una
cosuccia…che scoprirete leggendo anche il 2
ecc…Buhahahaha!
Capitolo
14
-LEI?
Ma…io credevo…il professor Piton…-
Raptor si
girò verso di lui guardandolo divertito.
-Si…immagino
che lui sembri più adatto di me vero? Beh…Ti
sbagli…E sei morto…- Rise.
Harry
rabbrividì.
-In
realtà saresti morto anche prima- fece bloccando
all’improvviso la sua risata.-Ma Piton ha cercato di
proteggerti per tutto
l’anno…che guastafeste.-
Harry era
sconcertato: non solo Piton non cercava di rubare
la pietra…ma aveva anche cercato di salvarlo…roba
da non credere.
-Ora per favore
stai fermo…devo finire di analizzare questo
specchio interessante.- Harry riuscì a mala pena a rendersi
conto che quello
era lo Specchio delle Brame, che sottili corde apparse dal nulla lo
legarono da
capo a piedi.
-Dunque
dunque…cosa devo fare per raggiungere la pietra?
Romperlo?Aiutami mio signore…-
In quel momento
Harry fu certo di essere impazzito: una voce,
che non era quella di Raptor, una voce sibilante e fredda
sembrò alzarsi dal
turbante che il professore aveva sulla testa.
-Usa il
ragazzo…-
Raptor si
girò verso Harry, che istintivamente fece un balzo
in dietro inciampando nelle corde e cadendo a terra.
Il professore
ghignò, poi schioccò le dita e le funi si
sciolsero.
-In
piedi…e vieni qui.-
Harry si mise
davanti allo specchio.
-Cosa
vedi?-chiese Raptor con violenza.
Harry guardava
la scena affascinato…ora aveva la Pietra
Filosofale in tasca!
-Ehm…vedo
che ho vinto la coppa delle case e…-non riuscì a
finire perché Raptor lo spinse di lato.
-Ragazzo
inutile…- sfoderò la bacchetta.
-Mente…-
di nuovo la voce incorporea.
-Non prendermi
in giro Potter…conosco mille modi per
persuaderti.-
-Fammi parlare
con lui…-chiese la voce.
Raptor
esitò, ma poi prese a srotolare il turbante voltando
la schiena a Harry.
Il ragazzo era
paralizzato. Era riuscito ad alzarsi da terra,
ma proprio non riusciva a scappare…guardava ipnotizzato le
bende del turbante
srotolarsi lentamente.
L’ultima
benda fu sciolta, e ciò che c’era sotto il
bizzarro
copricapo sarebbe rimasto inciso nella memoria di Harry per sempre: la
faccia
di Voldemort stava sulla nuca del professore, e i suoi occhi rossi lo
guardavano fiammeggianti.
-Harry Potter.-
sibilò.-Volevo tanto incontrarti…strano,
avrei giurato che Greanne sarebbe stata con te… mi avrebbe
fatto piacere
vederla…dopo tanto tempo…- sorrise senza allegria.
Harry rimase
zitto.
-Cosa
c’è…in fondo è colpa tua se
non ho potuto veder
crescere mia figlia no?! E se lei è cresciuta senza un
padre…- disse
insinuante.
Harry si
riscosse.
-Si…e
non ha ancora smesso di ringraziarmi.- disse con voce
chiara.
-ahahahaha…
Ma come siamo impertinenti…Allora Harry…come puoi
immaginare il mio tempo è limitato…quindi
perché non mi dai la pietra che hai
in tasca?-
A quelle parole
Harry scattò verso il fuoco nero.
-FERMALO…-
sentì gridare Voldemort dietro di lui.
Aveva quasi
raggiunto il fuoco quando una scarica di dolore
lo accecò facendolo cadere faccia a terra.
Si mise in
ginocchio boccheggiando.
-Fa male vero?-
sentì la voce di Tu-Sai-Chi da una distanza
che gli parve eterna…strinse gli occhi cercando di mettere a
fuoco.
-Si…certo
che si… Vale davvero la pena di soffrire così
tanto? Dammi la pietra…e io ti darò
Greanne…Allora, che cosa ne pensi? In fondo
lei non può sottrarsi alla mia
volontà…-
Harry scosse la
testa, come per liberarsi di qualcosa di
fastidioso.
-Non dire
assurdità…Lei è diversa da
te…-
Voldemort
sorrise enigmatico.
-Siamo
più simili di quanto pensi…o di quanto pensi
lei…-
-NO!- Fuori di
se Harry balzò addosso a Raptor mettendogli le
mani intorno alla gola.
Un dolore
lancinante gli trafisse la testa attraverso la
cicatrice, ma sentì anche Raptor gridare di
dolore…Lo lasciò andare.
-Non posso
trattenerlo mio signore…mi brucia.- piagnucolò
Raptor guardandosi le mani ustionate.
Allora Harry
capì che quella era la sua unica possibilità.
Si
lanciò addosso al suo prossimo ex professore di Difesa e
si aggrappò a lui con tutte le sue forze.
Se non avesse
mollato la presa sarebbe riuscito a fermarli…
Riuscì
ad aggrapparsi a quel pensiero mentre la sua mente
scivolava nell’incoscienza nel tentativo di sottrarsi a tutto
quel dolore.
Voci lo
chiamavano, ma lui non riusciva a rispondere per
quanto ci provasse.
Calò
il buio, e si sentì trasportare verso l’alto.
Si trovava nella
sala comune di Grifondoro.
Fuori brillava
il sole, ma il suo calore sembrava incapace di
penetrare nella stanza.
Harry si
guardò intorno disorientato tutto sembrava
troppo…
vivido…a cominciare dai colori…
Sto sognando…pensò.
Seduta sul
divano c’era Greanne…Harry non poteva vedere cosa
stesse facendo, ma pareva china su qualcosa…
Sta
disegnando…intuì
il moro.
Harry le si
avvicinò, benché provasse una grande paura.
-Greanne…?-
la chiamò titubante.
Lei smise di
disegnare e lentamente girò la testa verso di
lui.
Harry fece
istintivamente un passo indietro.
Gli occhi della
ragazza erano rosso cremisi, e lacrime di
sangue le scendevano lungo le gote macchiandole la camicetta
-Harry…-
lo chiamò lamentosa.
Harry si fece
coraggio e aggirò il divano ponendosi davanti a
lei.
In effetti
teneva in mano il suo blocco da disegno, ma le
pagine erano macchiate di sangue, così che non si vedeva
più cosa ci fosse
disegnato…
Eppure la
ragazza, dopo averlo chiamato, aveva ripreso a
tracciare linee sui fogli macchiati.
Harry venne
invaso dalla tristezza…era tranquillo,
relativamente, perché era sicuro che quello fosse un
sogno…però permaneva in
lui un sottofondo di inquietudine, come se quello che vedeva non fosse
altro
che la rappresentazione di un’anima…il dolore di
un’anima che piange.
Dun tratto la
ragazza sobbalzò, girandosi verso la sua
sinistra con gli occhi spalancati…impaurita.
Harry
guardò in quella direzione…e si accorse che una
fitta
tenebra permeava quella parte della sala comune.
Greanne
saltò su e vi lanciò il suo blocco da disegno
piagnucolando.
-Stai lontano da
me!-
La tenebra
ribollì.
Greanne allora
si rivolse a Harry.
-Tienilo lontano
da me…ti prego.- lo supplicò cadendo in
ginocchio.
Harry
sentì le lacrime pungergli dietro gli occhi.
Si
inginocchiò accanto alla ragazza che ora si dondolava
accucciata sul pavimento, piangendo.
Le sue lacrime
di sangue si allargarono sotto di lei.
La prese tra le
braccia.
Stranamente il
sangue non lo macchiò...
-Non
preoccuparti Greanne…non gli permetterò di farti
del
male.-
Fu allora che la
luce del sole riuscì finalmente a penetrare
dalle finestre…accecante.
Harry
guardò fuori e si sentì chiamare.
-Harry…-
Sbattè
le palpebre…
-Harry…-
Aprì
gli occhi all’improvviso e vide che si trovava in
infermeria.
Qualcuno era
seduto accanto a lui.
-Finalmente
Harry…eravamo molto preoccupati.-
Harry si
girò verso Silente…che sorrise.
-Vedo che sei
tornato…-
-Si.- rispose,
senza nemmeno sapere il perché.
Poi si riscosse.
-Professore.-
fece agitato-La pietra…Raptor…-
-Calmati
Harry…o Madama Chips mi caccerà..è
tutto apposto...La
pietra è stata distrutta, e Voldemort non la
potrà più usare.- lo tranquillizzò
Silente.
-Oh…-
Harry rimase interdetto a guardare le coperte.
-E Ron ed
Hermione? Stanno bene?-chiese.
-Benissimo…erano
qui fino a pochi minuti fa…-
Di nuovo scese
il silenzio.
-Dimmi
Harry…Come sei riuscito a trattenere il povero
professor Raptor?-chiese allora Silente.
-Non poteva
toccarmi…-mormorò Harry- Perché non
poteva
toccarmi?- chiese interessato.
-perché
su di te vige un potente incantesimo…l’incantesimo
più potente che
esista…L’amore….l’amore che
tua madre ti ha dimostrato morendo
per te ti ha protetto Harry…-
Ancora
silenzio…mentre il ragazzo rifletteva sulla cosa.
Mia
madre…mamma…Harry
sentì le lacrime affacciarsi.
Strinse gli
occhi e le ricacciò indietro….aveva ancora molte
cose da chiedere.
-Come ho fatto a
prendere la pietra?-chiese allora.
-Ahh…quella
è stata una delle mie idee più geniali, se posso
dirlo, vedi…solo chi avesse voluto prendere la pietra e non
usarla l’avrebbe
ottenuta…- rispose Silente fiero si se.
-Capisco…-
commentò Harry.
-Vuoi chiedermi
altro?-
Harry
pensò al sogno…poi lo accantono…ma gli
aveva fatto
venire in mente una cosa.
-Greanne, quando
siamo usciti, ha detto che le era stato
ordinato di restarne fuori… lei ne sa qualcosa?-
-Io? E
perché dovrei…- Silente prese a canticchiare.
Harry accantono
la domanda sapendo che era inutile insistere.
-Il professor
Raptor ha detto che Piton..-
-Il professor
Piton, Harry…- lo corresse bonariamente il
preside.
-Si…lui…Raptor
ha detto che ha cercato di salvarmi la vita…
credevo che mi odiasse…-
-Beh…vedi
Harry lui e tuo padre erano…diciamo…in cattivi
rapporti…però James fece una cosa che Severus non
gli ha mai perdonato…Gli ha
salvato la vita.-
-Cosa?- fece
stupito il ragazzo.
-Bene Harry, ora
direi che è il caso se ti alzi e ti prepari
per il banchetto…ci sono molte persone impazienti di vederti
sano e salvo….-
detto questo si alzò canticchiando e se andò.
Quello fu il
banchetto più strano a cui avesse
partecipato…almeno
per quell’anno…
Naturalmente
Serpeverde aveva vinto la coppa delle case,
quindi la sala era un tripudio di verde-argento.
Appena Harry fu
entrato vide Greanne corrergli incontro
balzandogli addosso.
-Sapevo che ci
saresti riuscito…- gli sussurrò
nell’orecchio
prima di lasciare il posto a Ron ed Hermione.
Presero posto al
tavolo dei Grifondoro, e nell’alzare gli
occhi verso il tavolo dei Serpeverde il
Bambino-Che-è-Sopravvissuto incrociò
gli occhi di Draco Malfoy…il Serpeverde gli fece una
smorfia, ma quando
distolse lo sguardo Harry avrebbe potuto giurare che stava sorridendo.
Rivolse poi la
sua attenzione al tavolo dei professori: Piton
sembrava contento…anche perché aveva vinto la
coppa delle case per il settimo
anno di fila…mentre Hagrid sembrava il ritratto della
tristezza.
Harry
incrociò il suo sguardo e gli sorrise salutandolo con
la mano.
Il suo
gigantesco amico gli sorrise e si alzò per
raggiungerlo.
Harry lo segui
con lo sguardo.
-Harry- disse
quando l’ebbe raggiunto tirando fuori da una
tasca quello che sembrava un album di foto.
-Questo
l’ho fatto per te…spero che ti
piaccia…visto che ho
combinato un pasticcio…- disse scusandosi.
Harry lo
aprì: i suoi genitori lo salutarono da una foto
animata in prima pagina…e anche dalle seguenti.
Le foto erano
incorniciate da delicati ghirigori e boccini.
-I disegni li ha
fatti Greanne…è stata molto gentile ad
aiutarmi…-
-Grazie
Hagrid…- fece lui commosso.
In quel momento
il preside si alzò, e Hagrid fu costretto a
tornare al suo posto.
La sala si
zittì.
-Un altro anno
è finito…quindi suppongo che sia arrivato il
momento di assegnare la coppa delle case…- lasciò
vagare lo sguardo sui visi
degli alunni con un mezzo sorriso sulle labbra.
-Ma a quanto
pare si è reso necessario aggiungere dei punti
all’ultimo minuto.-
Il sorriso dei
Serpeverde si gelò.
-Dunque
Dunque…Si…Al signor Weasley, per la miglior
partita
di scacchi che Hogwarts abbia mai visto, aggiungo al
Grifondoro…Cinquanta
punti!-
Un boato si
alzò dai tavoli delle case, superfluo dire da
tutte meno che da quello di Serpeverde.
-Alla
signorina
Granger, per aver mantenuto il sangue freddo davanti al pericolo,
aggiungo…Cinquanta
punti!-
Altro boato
dalle tavolate.
-Poi…al
signor Harry Potter…per il suo sangue freddo ed
eccezionale coraggio…- la tensione nella sala era
palpabile.- attribuisco….- E
il vecchio ci marciava- Sessanta punti!-
Il frastuono
divenne assordante, i più pronti avevano fatto
il calcolo e avevano appurato che ora Serpeverde e Grifondoro erano
alla pari.
-Ora…occorre
una grande coraggio per affrontare i nemici, ma
ancor più per affrontare gli amici…è
per questo motivo che assegno dieci punti
al signor Neville Paciock!-
La sala
esplose…Nel tumulto generale Silente dovette gridare
per farsi sentire.
-Pare che urga
un cambio di decorazioni.- detto questo battè
le mani e tutto ciò che prima era verde-argento divenne
rosso-oro.
Il giorno dopo
tutti avevano fatto i bagagli, e si
prepararono a prendere il treno.
I ragazzi si
sfogarono per bene sull’espresso che
li avrebbe riportati a Londra…anche perché
una volta nel mondo babbano non avrebbero più potuto fare
magie.
Scesero sul
binario 9 e tre quarti già vestiti in abiti
babbani.
Greanne
salutò e raggiunse il fratello e i genitori.
Gli altri si
avviarono insieme verso l’arco che li avrebbe
riportati a casa.
Ma quella
non è casa mia…pensò
Harry guardandosi indietro…Non lo
è mai stata.
Fine
capitolo
14.
FINEEEEEE!
Almeno
del primo
libro…
Penso
che per un po’ mi
riposerò…almeno fino alla fine degli
esami…poi attaccherò con il secondo
libro…(tipo
dopo il 23 luglio)
Sempre
che voi non mi
uccidiate prima…
Spero
che il capitolo
vi sia piaciuto…anche la parte un po’
“strana” del sogno…
Grazie
per avermi
seguita fino a qui…spero che non vi stancherete…
Kiss.