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Autore: RoseScorpius    24/03/2019    5 recensioni
Scorpius Malfoy, nonostante fosse il mio ex ragazzo storico, nonché fratellastro, nonché migliore amico del mio cugino/migliore amico e tante altre cose che avevano reso estremamente imbarazzante la fine del nostro rapporto, non aveva mai davvero fatto parte della lista di quelle persone che avrei volentieri preso a Schiantesimi alla prima occasione. A meno che non si volessero considerare i nostri primi anni a Hogwarts, ma quella era storia del paleolitico. (E comunque non ero più così infantile... O, beh...)
In ogni caso, tra la marea di difetti con cui ero nata, ero sicura di possedere almeno un pregio. E questo, se vi interessa saperlo, era proprio il pregio di non essere una ex ragazza asfissiante. Al contrario, da quando avevamo chiuso mi ero letteralmente eclissata, sparendo per sempre dalla vita di Scorpius. Quindi si poteva ragionevolmente presumere che non fossi una di quelle ex ragazze patetiche che finivano per odiare il proprio ex ed insultarlo davanti a chiunque fosse disposto ad ascoltarle.
Ma, d'altro canto, quell'intero assunto partiva dal postulato di base che Scorpius non fosse un cafone.
Postulato che, come ebbi modo di scoprire, non era poi tanto vero.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 3

Persone mature che si lasciano e si comportano da adulti – volume secondo

 

Era la mattina del 16 Agosto quando Rose dichiarò che sarebbe partita per svolgere un apprendistato di un anno nella più grande riserva naturale del Mondo Magico. Che, incidentalmente, si trovava in Australia. 

La fetta di pane che Hermione era stata intenta ad imburrare ora si trovava a faccia in giù sul pavimento della cucina. Appesa sul muro, alle sue spalle, faceva bella mostra di sé la lettera di accettazione al corso Auror che era giunta via gufo qualche giorno prima (in seguito a Scorpius sarebbe sorto il sospetto che Hermione ce la avesse attaccata con un Incantesimo di Adesione Permanente, perché a sei anni di distanza la lettera era ancora là, accanto ad una copia del suo diploma in Magisprudenza). Hermione, da quando Rose aveva ricevuto la lettera, non aveva fatto che vantarsene con chiunque le capitasse a tiro, primi tra tutti i suoi colleghi Auror. 

« È... uno scherzo, vero? » chiese, molto lentamente, mentre Draco lanciava occhiate preoccupate dalla madre alla figlia.

Scorpius rimase immobile, congelato sul posto. 

« Ne ho parlato con lo zio Charlie » disse Rose, sulla difensiva. « Hanno un sacco di creature che in Europa non abbiamo, e mi hanno offerto una borsa di studio. Mi darebbero vitto e alloggio gratis per un anno » aggiunse.

« Anche io ti darei vitto e alloggio gratis durante il corso Auror » replicò Hermione, piuttosto stupidamente. 

Draco posò una mano sul braccio di Hermione e rivolse a Rose quello che, probabilmente, avrebbe voluto essere uno sguardo da adulto ragionevole. « Il professor Hohmann era molto colpito dalla tua abilità in Difesa, Rose ».

« Anche Hagrid diceva che ero brava » protestò Rose.

« Sì, tesoro... » la interruppe Hermione. « Ma Cura delle Creature Magiche... »

« Cosa, non è abbastanza prestigiosa per gli standard di famiglia? » chiese Rose e di colpo la sua voce si fece aggressiva. 

Draco ed Hermione si scambiarono uno sguardo allarmato. Quando Hermione parlò di nuovo, aveva l'aria tesa di un Innominabile alle prese con un manufatto magico sconosciuto e potenzialmente esplosivo. 

« No, tesoro, certo che no, non era questo che intendevo... Ma ti sei impegnata così tanto per il corso Auror, e il professor Hohmann... »

« Non ti interessa proprio sapere cos'è questo apprendistato, vero? » disse Rose seccamente. 

Hermione ammutolì. Per un po' l'unico rumore nella cucina fu il ticchettio ritmico della pioggia contro le finestre. Poi, convinta da una gomitata di Draco, Hermione rispose: « Oh, Rose, ma certo che mi interessa. Sono sicura che visti i tuoi MAGO... Ma solo perché ti hanno offerto una borsa di studio... »

« Hagrid ha detto che darebbe un rene per lavorare a Makulu ».

« Ma certo, tesoro, ma certo » la assecondò Hermione. Il modo in cui continuava a chiamarla tesoro stava cominciando a dare sui nervi persino a Scorpius. « Sono sicura che sarebbe un'esperienza interessantissima, ma sei appena stata in viaggio per l'Europa, hai già visto molti posti bellissimi. Ora è il momento di pensare al futuro, alla tua istruzione, al lavoro che farai da grande. Allevare animali... Hagrid è un mezzo Gigante, tesoro... »

La gomitata di Draco questa volta giunse troppo tardi. Rose si era già alzata di scatto, rovesciando il suo caffè sulla tovaglia fresca di bucato. 

« Sapevo che non avresti capito! » sbottò, e corse fuori dalla cucina sbattendosi la porta alle spalle. 

 

*

 

« Avresti potuto dirmelo ».

Scorpius non ricordava di essere stato così infuriato con lei dalla loro prima estate trascorsa in quella casa. 

« Te l'ho detto » gli fece notare Rose. Era intenta a frugare tra i vestiti buttati alla rinfusa nel suo armadio, con l'apparente intento di dividerli in due pile. Due matasse informi, più che altro. Una delle due la avrebbe seguita dall'altra parte del mondo, nella riserva di Makulu. 

« Pensavo che fosse uno scherzo! » sbottò Scorpius.

Sì, aveva fatto una battuta dicendo che sarebbe scappata in Australia ad allevare mostri, due settimane prima, da ubriaca. Non contava esattamente come averglielo detto. 

« E cosa dovevo fare? » replicò Rose, Levitando un paio di maglioni fuori dall'armadio e mandandoli a schiantare in cima alla pila di vestiti che avrebbe lasciato in Gran Bretagna. « L'ho detto e sei scoppiato a ridere. Non è colpa mia se nessuno di voi mi prende mai sul serio! »

Scorpius annuì. 

« Va bene » disse, rivolto a se stesso. 

No, non andava bene per niente – si corresse mentalmente. Nulla di quella situazione andava bene. Fino alla sera prima lui e Rose non avevano fatto altro che pianificare il loro futuro anno accademico, i nuovi libri che avrebbero comprato al Ghirigoro appena fosse uscita la lista dei corsi, le pause pranzo che avrebbero fatto al Ministero ( «Le nostre aule saranno a solo due piani di distanza! » aveva esclamato Scorpius, entusiasta) e tutti i più insignificanti dettagli della loro vita universitaria. Almeno, Scorpius lo aveva fatto. Rose, ora che si soffermava a pensarci, non si era mai dimostrata troppo entusiasta. 

« E a noi ci hai pensato? » chiese.

Per la prima volta, Rose smise di rovistare tra i suoi vestiti e si girò a guardarlo. 

« Non lo so » disse. « Ci scriveremo via gufo. Potrai venire a trovarmi quando mi sarò sistemata, e tornerò a casa per Natale... »

« Tutto a posto, allora » sibilò Scorpius. « Perfetto. Grazie per aver deciso per entrambi ». 

« Scorpius, non fare... »

Ma Scorpius le aveva già sbattuto in faccia la porta. 

 

*

 

Quando Rose partì, una settimana più tardi, Draco dichiarò che non c'era nulla di cui preoccuparsi. 

« Sperimenterà le gioie del vivere da sola, si ubriacherà un po', andrà a letto tardi, e fra un paio di mesi si stuferà di svegliarsi con il mal di testa e di doversi lavare i calzini da sola. Vedrai, entro Halloween tornerà a casa con la coda tra le zampe. Hai parlato con Harry, no? Possono tenerle fermo il posto, non è un problema » disse, con fare rassicurante, mentre si allontanavano lungo il corridoio del Ministero dei Trasporti. 

Hermione annuì debolmente, con l'aria di una che avrebbe trovato più rassicurante un Dissennatore. Electra incespicò sui piccoli piedi ancora instabili, si appese ai pantaloni di Draco e ripeté il nome di Rose con voce incerta. Aveva da poco imparato a camminare, e Scorpius dubitava che fosse in grado di capire cosa stava succedendo, ma non era sembrata felice di vedere sua sorella maggiore sparire attaccata ad una Passaporta. 

« Oh, non ti preoccupare tesoro, tornerà presto » la consolò Draco, prendendola in braccio. 

Scorpius era un po' troppo grande per avvinghiarsi a suo padre in quel modo e piagnucolare, ma condivideva appieno lo stato d'animo di Electra. 

« Ma resterà indietro con i corsi, e poi dovrà recuperare... » si preoccupò Hermione. « E poi pensi davvero che sia pronta per andare a vivere da sola? »

« Magari è la volta buona che impara a tenere in ordine le sue cose » scherzò Draco. 

Ma Rose non tornò né ad Halloween, né a Natale. Tutti gli altri Ranger avevano figli e famiglia, così il suo capo le aveva chiesto di restare a badare agli animali durante le vacanze – o almeno, questo fu quanto dichiarò per spiegare la propria assenza. Scorpius accartocciò la lettera e la gettò nel fuoco. 

 

***

 

« Orribile donna » stava concordando Dominique la mattina dopo, davanti ad una full english breakfast

Ero ancora piuttosto sconvolta di averla trovata con due taglie in più, un signor paio di tette e un appetito da Battitore. Era più bella che mai nel completo semplice ma elegante che aveva indossato quella mattina, con i boccoli biondi sciolti sulla schiena e le guance piene e rosee. 

« Orribile sul serio » concordò Lily, sorseggiando il suo cappuccino. « La settimana scorsa io e Marshall siamo stati a cena con lei e Scorpius – Marshall lavora alla Gringott, e ha aiutato Scorpius a sistemare alcune questioni con l'eredità di suo nonno » aggiunse, rivolgendosi a me. Probabilmente mi aveva già detto dove lavorava Marshall almeno cinque volte da quando ci eravamo sedute per fare colazione, ma continuavo a dimenticarmi cosa avevano fatto le innumerevoli persone di cui avevo perso le tracce negli ultimi anni. Ero molto grata per le didascalie esplicative che Lily e Domi continuavano ad intercalare nel discorso, a mio uso e consumo.

« Ha passatotutta la sera a parlare dei membri del Wizengamot da cui è riuscita a farsi invitare in pausa pranzo » continuò Lily, disgustata. « Non la smetteva più. Davanti a Scorpius, poi. Insomma, se anche fai la gattamorta con i funzionari anziani per ottenere una promozione evita di vantartene davanti al tuo fidanzato, dico bene? »

Dominique aveva espresso il proprio assenso con un mugolio disgustato, troppo impegnata con la sua colazione per concordare in modo più articolato. 

« E comunque » disse, quando finalmente riuscì nel suo intento di ingoiare una fetta di bacon senza tagliarla. « Ha il culo largo ».

Dopo quella uscita, cominciò a sorgermi il sospetto che Lily e Domi stessero facendo del proprio meglio per non farmi dispiacere dell'imminente matrimonio. D'accordo, forse Cynthia non aveva un fisico atletico, ma a differenza mia aveva anche una forma a clessidra e due tette classificabili quantomeno come esistenti. 

È solo una mia impressione, o si stanno appigliando a qualsiasi scusa per trovarle dei difetti? 

Continuai a mangiare i miei pancakes in silenzio, mentre Lily rincarava la dose: « Davvero non so cosa ci trovi Scorpius in lei ».

« Oh, sa essere adorabile quando vuole » disse Domi. « Insomma, non mi sono mai fatta gli affari loro più di tanto, ma da quanto ne so Cynthia gli si è attaccata di punto in bianco quando ha scoperto che è l’erede della famiglia Malfoy – sai, Lucius ha diseredato Draco e tutto il resto».

« Di sicuro non si sarebbe mai interessata a Scorpius se fosse un Mezzosangue »concordò Lily. 

Tossicchiai, a disagio. Più i minuti passavano, più la sensazione che i miei sentimenti e le mie intenzioni nel tornare in Gran Bretagna fossero stati grossolanamente malinterpretati si faceva prepotente. 

« Uhm, ragazze... Sono sicura che Scorpius ha i suoi motivi per sposarla » mentii. 

D'accordo, avevo avuto modo di confermare l'opinione generale che Cynthia fosse una stronza, ma qualcosa mi diceva che se avessi espresso quei pensieri ad alta voce la mia già precaria posizione in quella storia sarebbe precipitata ai minimi storici. 

« E comunque non m'importa » aggiunsi. « È stato tanto tempo fa, siamo andati avanti tutti e due ». 

Certo, era un po' strano vedere Cynthia veleggiare per casa mia con un anello da nove carati al dito, ma per qualche ragione che non riuscivo a comprendere l'intero clan Weasley sembrava convinto che passassi le mie giornate a disperarmi per l'imminente matrimonio del mio ex. 

Ok, forse sono un po' sfigata, però questo mi sembra esagerato... 

« Oh, avanti Rose » disse Domi, con il tono di chi si è stufato di sentirsi raccontare cazzate. « Perché credi che Scorpius ce l'abbia tanto con te? È ovvio che non si è mai fatto una ragione di come sono finite le cose tra di voi ».

« Albus ci ha detto tutto » mi informò Lily con fare cospiratorio. « Credimi, a nessuno importerà se ti vuoi mettere in mezzo a Scorpius e Cynthia ».

« Anzi, Draco potrebbe darti una medaglia » le diede man forte Domi. « La mangi quella marmellata? » aggiunse, indicando la coppetta di marmellata che giaceva abbandonata vicino ai miei pancakes.

Senza lasciarmi il tempo di rispondere se ne appropriò e la spalmò sulla sua fetta di toast. 

Ovviamenteera sempre colpa di Albus. Come avevo potuto, anche solo per un secondo, illudermi che non facesse tutto parte del suo meschino piano. 

« Wow, e cos'è che vi ha detto Albus? Sarei curiosa di saperlo anche io » commentai, lasciando libero sfogo al sarcasmo. « Tanto per essere chiara » aggiunsi, visto che le mie due cugine non sembravano aver colto. « Sono tornata in Gran Bretagna perché Albus mi ha invitata al funerale all'insaputa di Scorpius, come ultimo patetico tentativo di separare lui e Cynthia. Piano di cui io ero all'oscuro e che non approvo minimamente. E comunque sto uscendo con un tipo » conclusi, ficcandomi in bocca l'ultimo pancake con il chiaro intento di chiudere lì il discorso. 

« Oh » disse Domi, delusa. « Sei sicura? Pensavo che tu e Scorpius... »

Il mio sguardo assassino la convinse a lasciar cadere l'argomento.  

« Ok, beh, se a te va bene così non c'è problema » concluse Lily, smaniosa di cambiare argomento. « Vuoi venire a cena da me e Marshall stasera? Forse ci sarà anche Mortimer, ma non ha ancora confermato. Sai com'è fatto. Domi, se vuoi venire anche tu... »

L'atmosfera sembrò disgelarsi immediatamente. 

« Oh, no, grazie » rispose Domi. « Ho una Passaporta per Parigi alle sei. E poi non credo che sarò in grado di cenare questa sera: James vuole andare al sushi per pranzo ».

« James è un pazzo suicida » disse Lily, con un chiaro riferimento al neonato amore di James per gli all you can eatdella Londra Babbana. Persino in Australia mi era giunta notizia della sua rovinosa indigestione di uramaki a Santo Stefano. 

Lieta che l'argomento di conversazione non fosse più Scorpius Malfoy, mi unii con rinnovato interesse ai pettegolezzi sui vari membri della famiglia Weasley. James a quanto pareva era riuscito a trovarsi una ragazza carina e approvabile (« Rose, so che non ci crederai, ma ha un cervello, ed è persino simpatica! »), mentre Domi era caparbiamente e felicemente single da diversi anni ormai e faceva la spola tra Londra e Parigi per il suo lavoro di giornalista. In realtà i cugini Weasley vociferavano di intrallazzi avvenuti in terra francese, ma Dominique non aveva mai confermato quei pettegolezzi e continuò a non farlo. Lei e James a quanto pareva erano fidanzati platonici, ma facevano coppia fissa, ed il loro appuntamento tipo consisteva nell'andare a sfondarsi di cibo in qualche ristorantino della Londra Babbana. 

Ok, dovrò abituarmi a questa storia che Dominique mangia...

Stavo cominciando a sentirmi una persona vile e disgustosa per essermi disinteressata delle vite dei miei cugini mentre loro crescevano, maturavano e diventavano persone indiscutibilmente più fighe di quanto ricordassi, quando a salvarmi intervenne l'orologio di Lily. E con un commento alquanto discutibile, avrei potuto aggiungere.

« Hey, stronzetta, che ne dici di smettere di ingozzarti e Materializzarti a lezione? »

Sobbalzai sulla sedia e, dopo essermi guardata attorno alla ricerca del colpevole, lanciai uno sguardo diffidente all'orologio d'oro che Lily stava zittendo con un colpo di bacchetta. 

« Me l'hanno regalato mamma e papà per i diciassette anni » spiegò. « Sai che sono un disastro a gestirmi l'agenda. All'inizio era molto educato, poi Fred e James lo hanno incantato ». 

Lasciò cadere un paio di falci sul tavolo e si alzò, mentre l'orologio la informava che mancavano cinque minuti all'inizio della lezione di Malattie Infettive. 

« Ragazze, devo proprio scappare » ci salutò frettolosamente. Poi, borbottando qualcosa a proposito di quanto facesse schifo la Spruzzolosi, si gettò il mantello sulle spalle e si Smaterializzò prima ancora che io e Domi potessimo salutarla. 

Domi sembrò sul punto di dire qualcosa, poi scrollò le spalle e si mise in bocca il mezzo sconeche Lily aveva abbandonato nel piatto. 

« Cynthia è davvero una persona disgustosa, comunque » ci tenne ad informarmi, sputacchiando pezzi di cibo sulla tovaglia. 

Sospirai, sconfortata. 

« Pure Albus lo è, credimi ». 

 

***

 

Quel pomeriggio – principalmente perché Draco mi aveva proibito di fare da babysitter ad Electra e non avevo nulla di meglio da fare – decisi che mi sarei comportata da persona adulta e avrei parlato con Scorpius di persona. In fondo, Cynthia aveva ragione su una cosa: se davvero Scorpius era stato tanto legato a Lucius, comparire a sorpresa alla vigilia del suo funerale non era stata una mossa particolarmente corretta nei suoi confronti. 

Ovviamente tutto quello era colpa di Albus e io non mi sarei assunta nessuna responsabilità per il malinteso, ma ero convinta che se ne avessimo parlato da persone civili saremmo riusciti a risolvere il problema. Scorpius era orgoglioso e sapeva comportarsi da Serpeverde, ma non era mai stato una testa calda irragionevole – mi dissi, fiduciosa che avremmo risolto tutto da persone adulte. 

La faccia con cui Scorpius venne ad aprirmi la porta, però, sembrava suggerire il contrario. 

« Chi ti ha dato l'indirizzo? » chiese con tono accusatorio.

Dovevo ancora abituarmi alla barba e ai capelli corti e a quei pettorali quantomai fuori luogo che tendevano la stoffa della camicia stirata di fresco. Oh, e anche al fatto che mi guardava come se stesse per lanciarmi addosso un Avada Kedavra. 

« Uhm... Albus ».

Avevo sperato che non me lo chiedesse. Affiliarmi con Albus in quel momento era senza dubbio la mossa più sospetta e controproducente che potessi fare, ma non sapevo a chi altro chiedere ed ero certa che mio cugino sarebbe stato ben lieto di dirmi dove trovare il mio ex. 

Scorpius mi squadrò da capo a piedi con aria disgustata.

« Immagino che tu non possa permetterti un altro paio di pantaloni » commentò, rivolto ai miei jeans strappati. 

(In loro difesa, almeno metà degli strappi erano presenti anche nel momento in cui li avevo comprati ed erano stati l'ultimo grido della moda Babbana qualche anno prima). 

Trovai che guardarlo in faccia era estremamente difficile. Sembrava furioso, e non furioso-offeso o furioso-sorpreso di vedermi, era più una cosa del tipo furioso-ti-odio-e-vorrei-non-averti-mai-conosciuta. Con mia somma irritazione, dovetti ammettere che l’atteggiamento di Scorpius nei miei confronti mi feriva parecchio. 

« Senti, mi dispiace » esordii, cercando di ricordare il discorso che mi ero preparata mentre camminavo su e giù per il vialetto cercando il coraggio di bussare. C'erano stati esami di Trasfigurazione a cui ero arrivata più preparata. « Ehm... Se non è un buon momento o se hai da fare magari passo più tardi. Volevo solo... Insomma, mi dispiace per il malinteso, non avevo idea che l'invito fosse... Lo capisco se non ti fa piacere che io ci sia, e rispetto la tua scelta, è tuo nonno per Merlino, non mi permetterei... » balbettai.

Quando avevo porto le mie scuse al platano vicino al cancello, ero stata molto più articolata. C'era anche da dire che il platano non era rimasto in piedi dietro alla porta socchiusa, con la bacchetta in una mano e la maniglia nell'altra, guardandomi come se ad ogni mia parola stesse valutando se Schiantarmi o meno. 

Presi un profondo respiro e, giunta alla conclusione che guardarlo dritto in quei maledetti occhi verde chiaro non mi stava aiutando a pensare in modo lucido, puntai lo sguardo sullo zerbino e riformulai: « Mi dispiace per tuo nonno, non sapevo che foste tanto legati. E mi dispiace per il malinteso, se non ti fa piacere che venga al funerale non ci verrò. E, per la cronaca, Albus è un coglione e sono felice che ti sposi e ti auguro ogni bene ». 

Alzai lo sguardo, sollevata di essere riuscita a dire tutto quello che dovevo dire in modo intelligibile. Scorpius, ad ogni modo, non sembrava particolarmente impressionato. 

« È tutto? » chiese, gelido.

« Uhm, sì, credo di sì » borbottai. 

« E no, non ti voglio al funerale di mio nonno » rispose Scorpius, chiudendomi la porta in faccia. 

Wow, era andata persino peggio di quanto pensassi. Rimasi imbambolata davanti alla porta per una manciata di secondi, elaborando quello che era appena successo. 

Mi chiesi disperatamente cosa avessi fatto di così terribile durante il mio primo anno in Australia. Ci avevo ripensato a lungo la notte prima, mentre mi rigiravo nel mio vecchio letto cercando di prendere sonno, ed ero giunta alla conclusione quasi certa che non avevo fatto sesso con Daniel se non dopo che ci eravamo lasciati. Ne ero sicura al 99%. (Come potessi essere così stupida da non ricordare assolutamente nulla di quello che era successo, poi, era un altro discorso. Ma non era quello il punto.)

Mi accorsi che ero ancora impalata davanti alla porta di Scorpius e, dandomi dell'idiota, mi girai per andarmene, ma in quel momento la porta alle mie spalle si spalancò e la stupida pettinatura laccata di Scorpius fece capolino oltre lo stipite. Sembrava furioso. 

« Credevi che ti avremmo accolta a braccia aperte, dopo cinque anni e mezzo? » chiese. « Sei sparita senza far più sapere nulla di te, non ti sei fatta sentire per un solo Natale, e ora osi presentarti per il funerale di mio nonno senza nemmeno dare un preavviso. È così tipico tuo » disse con disprezzo. 

« Scorpius, il gufo ci avrebbe messo secoli dall'Australia. Mi dispiace, non ho pensato di... »

« E quando mai hai pensato alle conseguenze delle tue azioni? » mi fece eco lui. 

La sua voce era calma e misurata, ma velenosa come quella di un serpente. Se sapevo ancora qualcosa del giovane uomo biondo che mi stava davanti, era che a Scorpius Malfoy non piaceva urlare. 

Io, al contrario, non mi ero mai fatta troppi problemi. 

« Ok, può darsi che a diciotto anni fossi un'idiota, ma siamo cresciuti e cambiati entrambi » sbottai. « Non sono venuta qua per litigare e mi dispiace sul serio per tuo nonno. Cos'altro vuoi che ti dica? »

Scorpius scosse la testa. Per qualche motivo, sembrava quasi divertito dalle mie parole.

« Hai ragione, cinque anni cambiano molte cose. Ranger, eh? Far Evanescere lo sterco delle Iguane dev'essere un compito di grande responsabilità ». 

Avrei voluto precisare che facevo molte altre cose oltre a far Evanescere la cacca delle Iguane, come ad esempio uscire in mare per recuperare i cuccioli Skurk incagliati nella barriera corallina, o far schiudere le uova di Anaconda Canterina, ma la mia bocca si rifiutò di collaborare. 

« Ti sei buttata via, Rose » concluse Scorpius, e non era difficile intuire quanto ne fosse soddisfatto. « E non sono l'unico a pensarlo ».

« Ok, Scorpius, stavo solo cercando di essere carina » dissi. « Mi fa piacere sapere che non mi ritieni degna, non c'è bisogno di insultare. Tu sei un Avvocato Purosangue e io solo una pidocchiosa Weasley senza un diploma. È la mia vita, non mi interessa quello che pensi ». 

« Oh, sono sicuro che non ti interessa nulla di quello che penso di te. Per questo sei venuta alla porta di casa mia, vero? » insistette Scorpius. 

Touché. 

Mi chiesi perché continuassi a cercare ragionare con lui, quando era ovvio che Scorpius non aveva la minima intenzione di parlare in modo civile. 

« Allo stesso modo potrei farti notare che, se non te ne frega nulla di me come ti stai tanto prodigando per dimostrare, non dovrebbe disturbarti che io abbia deciso di “buttare via” la mia vita » ribattei. 

Scorpius sembrò ponderare le mie parole. Per un attimo mi illusi che avesse deciso di metterci una pietra sopra, ma lo sguardo intriso di disprezzo e pietà che mi rivolse fugò ogni mia speranza. 

« Rose, non abbiamo mai detto che saremmo rimasti amici ». 

Wow, aveva tirato fuori l'artiglieria pesante. 

« Ok » risposi, cercando di mantenere la calma. Sapevo che stava parlando con il preciso intento di ferirmi e non volevo dargli la soddisfazione di sapere che ci era riuscito. « Odiamoci per sempre allora. Spero che tu sia felice ». 

Mi Smaterializzai imprecando tra i denti, e lasciando tre unghie del piede sinistro nel suo giardino. 

Non credevo che Scorpius fosse ancora capace di ferirmi, dopo tutto quel tempo.

 

***

 

Il mio nome era Rose Weasley. Avevo ventiquattro anni, un lavoro, una casa e un conto in banca. D'accordo, la casa era in affitto e il conto in banca era leggermente più rosso dei miei capelli, ma ero comunque una persona adulta, indipendente e con una vita personale e professionale del tutto appagante. Amavo il mio lavoro – a parte quando il mio capo mi faceva pulire la cacca nel recinto delle Iguane – e mi ritenevo pienamente soddisfatta dei miei jeans strappati e delle prestazioni sessuali di Thomas (per la cronaca, Scorpius non era mai stato molto creativo a letto). In più, al contrario di Scorpius che aveva ereditato tutto da suo nonno e faceva la bella vita a Londra al terzo mese di stipendio, io mi ero guadagnata da sola quello che avevo (e cioè i jeans strappati, l'affitto che stava per scadere e il cibo che non avrei mangiato il mese successivo per poter pagare l'affitto dopo aver speso i miei risparmi per quello stupido viaggio in Inghilterra). 

Lanciai uno sguardo astioso al vecchio poster dei Cannoni di Chudley appeso sopra al letto e ricominciai a ripetermi il mio mantra. 

Sono Rose Weasley. Sono una persona adulta e matura. Ho un lavoro, una casa, un conto in banca...

Thomas non mi aveva scritto mezza riga da quando ero tornata a casa. Certo, se anche ci avesse provato era molto probabile che il gufo andasse disperso o come minimo che ci mettesse un mese per arrivare, ma avrebbe potuto almeno inviarmi un Patronus. Non che stessimo assieme. Però diamine, dopo la ventesima scopata non avrebbe dovuto scattare in automatico lo status di “relazione semiseria in cui saltuariamente ci si dedica qualche seppur minima forma di attenzione”?

Evidentemente no. 

Fui sul punto di mandargli io un Patronus per chiedergli come stava, poi mandai al diavolo tutto e decisi che poteva cercarmi lui se ci teneva. Stavo perlappunto meditando sulle innumerevoli sfumature della stronzaggine maschile quando qualcuno bussò alla porta. 

« Rose? » mi chiamò Al, senza aspettare una mia risposta. (Che, per inciso, sarebbe stata “vattene, non ho voglia”). « Hai parlato con Scorpius? »

Decisi comunque che valeva la pena di fargli sapere la mia risposta. 

« Vattene, Al. Non ho voglia ».

« Cosa è successo? »

Naturalmente non mi ero aspettata che le mie parole sortissero l'effetto desiderato. Sbuffai. 

« Ti ho detto di andartene ».

« Alohomora».

Ovvio, Alohomora. Mi tirai a sedere sul letto sopprimendo l'istinto di afferrare la bacchetta e mandargli indietro qualcosina di più di un Alohomora. Negli anni della mia felice latitanza al Sud del mondo avevo dimenticato quanto potesse essere irritante ed impicciona la mia famiglia. 

« Mi sembrava di averti detto... »

« Cosa è successo? » inquisì Al, sordo alle mie proteste. 

Aveva pure la faccia tosta di guardarmi con quell'aria vagamente alla Lord Voldemort, come se desse per scontato che qualunque cose fosse successa non poteva che essere stata colpa mia e della mia scarsa attitudine a compiacere i suoi deliri matrimoniali. 

La bacchetta era sempre a portata di mano – considerai, chiedendomi se Scorpius mi avrebbe difesa in un'aula di Tribunale per l'omicidio di Albus. Avevamo un interesse comune nel farlo fuori, anche se Scorpius probabilmente sarebbe stato molto più interessato a vedere me in una cella di Azkaban. 

Al diavolo. 

« Vuoi sapere cos'è successo? » sbottai. « È successo che per colpa tua sono tutti convinti che io sia tornata per separare Cynthia e Scorpius e che voglia rovinare la loro relazione! »

« E hai il mio totale supporto » convenne Al, compiaciuto. 

Probabilmente il suo intento era stato esattamente quello. Sicuramente ne andava anche molto fiero. Persi la pazienza. 

« Smettila di far credere a tutti che io sia ancora innamorata di Scorpius! Non siamo più adolescenti, lui sta per sposarsi e io sono andata avanti e ho la mia vita di cui preoccuparmi! »

Albus non parve per nulla toccato dalle mie disgrazie. 

« Cosa ti ha detto Scorpius? » inquisì. 

Non ero così stupida da credere che mi sarei liberata di lui senza dargli quello che voleva. Sbuffai, rassegnata, e risposi: « Che non è mio amico e che non ha intenzione di respirare la mia stessa aria ».

Sorvolai sulla parte in cui si era premurato di farmi sapere che l'intera famiglia mi riteneva una delusione ed uno spreco dei neuroni Granger che avevo ricevuto in dotazione. Albus valutò le mia parole per alcuni momenti, impassibile, poi riprese l'interrogatorio da dove lo aveva lasciato. 

« E tu cosa gli hai detto? »

Sembrava convinto che mi fossi presentata a casa di Scorpius vestita da Mangiamorte e gli avessi puntato la bacchetta alla gola. Naturalmente non era contemplato che Rose Weasley si fosse comportata in modo meno che stupido ed offensivo. 

« Mi sono scusata per l'invito che tumi hai mandato » risposi seccamente. 

Albus parve dapprima molto scettico, poi evidentemente accettò il fatto che per una volta non avevo fatto nulla di riprovevole e premiò le mie disgrazie con uno sguardo comprensivo che trovai oltremodo irritante. 

« Mi dispiace, Rose. Scorpius ha veramente esagerato questa volta. Non è da lui comportarsi così, e lo sai ».

Nonostante tutto, stava ancora tentando di salvare capra e cavoli. A quel punto non ero sicura se perseguire i miei intenti omicidi o se limitarmi a ridere istericamente della situazione. Forse avrei potuto prima uccidere Albus e poi ridere istericamente. 

« No, Albus, non lo so » sbottai. « Non lo vedo da quasi sei anni, non lo so cosa è da lui e cosa non lo è, va bene? »

Sì, eravamo stati assieme per anni e sì, ci eravamo amati e tutte quelle cose là, o qualunque cosa avevamo creduto di fare nella nostra idiozia di adolescenti. Credevo di conoscere Scorpius Malfoy come le mie tasche, ma, chiunque fosse quell'individuo biondo e palestrato che mi guardava dall'alto in basso come se fossi una Maganò della peggior sorta, non aveva nulla a che fare con il mio ex.

« Rose, non essere ridicola » disse Al. « Tu e Scorpius avete... »

« Abbiamo cosa, Al? Abbiamo cosa? » lo aggredii. Una parte del mio cervello registrò vagamente il fatto che stavo continuando ad urlare. « Non abbiamo più niente in comune, e tu devi smetterla di giocare con i sentimenti degli altri a tuo piacimento! Per colpa tua ho buttato una settimana di ferie, ho perso tre ore a compilare carte per richiedere una maledetta Passaporta internazionale e Cynthia e Scorpius sono convinti che io sia venuta qua per rovinare la loro idilliaca vita di coppia. E non mi venire a dire che Cynthia l'ha cambiato e che è diventato uno stronzo per colpa sua. Ha tutto il diritto di non volere che la sua ex torni dall'Australia per perseguitarlo alla vigilia del suo matrimonio. L'unico stronzo menefreghista, qua, sei tu! »

Beh, quello forse era un tantino esagerato. Scorpius era stato piuttosto stronzo negli ultimi giorni. In effetti, era stato molto stronzo. In effetti, probabilmente mi stavo solo sfogando su Albus perché affatturare Scorpius alla vigilia del funerale sarebbe stato un gesto troppo vile ed immorale.

Albus tacque. 

« Mi dispiace » disse alla fine. « Non volevo che le cose andassero così. Speravo che se Scorpius ti avesse rivista... »

« Albus, vattene » tagliai corto.

Per qualche stupido motivo, la mia massima aspirazione al momento era nascondermi sotto le coperte e scoppiare a piangere .

   
 
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