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Autore: RoseScorpius    15/03/2019    4 recensioni
Scorpius Malfoy, nonostante fosse il mio ex ragazzo storico, nonché fratellastro, nonché migliore amico del mio cugino/migliore amico e tante altre cose che avevano reso estremamente imbarazzante la fine del nostro rapporto, non aveva mai davvero fatto parte della lista di quelle persone che avrei volentieri preso a Schiantesimi alla prima occasione. A meno che non si volessero considerare i nostri primi anni a Hogwarts, ma quella era storia del paleolitico. (E comunque non ero più così infantile... O, beh...)
In ogni caso, tra la marea di difetti con cui ero nata, ero sicura di possedere almeno un pregio. E questo, se vi interessa saperlo, era proprio il pregio di non essere una ex ragazza asfissiante. Al contrario, da quando avevamo chiuso mi ero letteralmente eclissata, sparendo per sempre dalla vita di Scorpius. Quindi si poteva ragionevolmente presumere che non fossi una di quelle ex ragazze patetiche che finivano per odiare il proprio ex ed insultarlo davanti a chiunque fosse disposto ad ascoltarle.
Ma, d'altro canto, quell'intero assunto partiva dal postulato di base che Scorpius non fosse un cafone.
Postulato che, come ebbi modo di scoprire, non era poi tanto vero.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 2

Persone mature che si lasciano e si comportano da adulti – volume primo

 

L'atmosfera dentro al piccolo pub ungherese era soffocante. L'aria era calda e umida, intrisa dell'odore acre di tabacco mischiato a quello del gulasch appena servito ai tavoli. 

Rose era seduta in un angolo, con una cartina dell'Est Europa aperta su un ginocchio e una pinta di birra posata sull'altro. Albus, chino al suo fianco, stava tracciando linee immaginarie sulla cartina con la punta della bacchetta, mentre Tessa osservava assorta oltre la sua spalla. 

« Credo che ci converrebbe deviare ad Est, per evitare queste montagne. Volarci dritto in mezzo non mi sembra una grande idea » stava dicendo Al. 

« Così perderemmo un giorno di viaggio, però » obiettò Rose. « Non sarebbe meglio Smaterializzarci da una parte all'altra delle montagne? » 

Tessa scosse la testa: « No, genio, dall'altra parte è già Austria, non possiamo Smaterializzarci da uno stato all'altro senza passare per la dogana. A meno che tu non voglia spaccarti, o farti arrestare, o entrambe le cose... »

Scorpius posò le birre sul tavolo e si infilò sulla panca accanto a Calvin – che aveva cominciato a bere ad Amsterdam, e non aveva più smesso.

« Ma ci credi che in Europa non bisogna avere ventuno anni per bere? » esclamò Calvin, estasiato.

« Sì, Calvin, lo hai già detto almeno dieci volte » sbuffò Albus, sfilandogli di mano il boccale pieno che aveva appena preso dal centro del tavolo. 

« Era ora, amico. Ti avevamo dato per disperso » disse Mortimer, e rubò a sua volta il bicchiere ad Albus.

Marshall fu meno loquace, ma altrettanto rapido nell'appropriarsi di una birra. 

« Grazie, Scorp ». Poi, sollevando il boccale a mezz'aria, aggiunse: « Ragazzi, ai nostri MAGO ».

« Che la Mc non possa mai più metterci in punizione per aver fatto baldoria oltre mezzanotte » aggiunse Albus, sovrastando il tintinnio dei calici che cozzavano uno contro l'altro al centro della tavola. 

 

*

 

Quella notte Rose rimase fuori fino a tardi, seduta nell'angusto balconcino della loro camerata d'ostello. Scorpius uscì all'aria aperta, che ora era fresca e gradevole sul viso, e le si sedette accanto.

« Pensi? »

Rose annuì. 

« A cosa? » le chiese.

Era da quando avevano lasciato Londra che si comportava in modo strano e parlava molto meno del solito. All’inizio aveva creduto che si trattasse della combinazione di troppo alcol e troppo poco sonno, ma il muso lungo di Rose stava cominciando a diventare decisamente sospetto. 

Rose si strinse nelle spalle. 

« Non lo so... Al futuro, credo ». 

Il futuro. Per qualche motivo, a Scorpius il futuro non aveva mai fatto paura. Non molta, almeno. A spaventarlo era il passato, perché sapeva bene a cosa stava voltando le spalle, e per quanto si sforzasse non poteva cambiarlo né dimenticarlo. Il passato era scritto a lettere indelebili. Il futuro, invece, doveva ancora essere scritto, plasmato, cambiato. Gli sembrava di avere molto più controllo sull'inaffidabilità del caso e del domani che sulla certezza di ciò che era già stato. Sì, il futuro gli piaceva. Forse avrebbe fatto schifo, ma forse no. Il forse non lo spaventava. Al contrario, sapeva di libertà. 

Per qualche minuto rimasero in silenzio. 

« Tu hai sempre saputo che volevi fare Magisprudenza? » chiese Rose all'improvviso. 

Scorpius non si era aspettato quella domanda. 

« Beh, non lo so » rispose sinceramente. « Lo sai, ho scelto le materie dei miei MAGO pensando che avrei fatto Magisprudenza ».

Rose annuì, assorta. Il suo sguardo era perso dietro a pensieri che Scorpius tentò senza successo di indovinare.

« Credi che sarei un bravo Auror? »

« Ma certo » disse Scorpius. « Hohmann non faceva che ripetere quanto fossi portata per la sua materia, a scuola. Avrà sicuramente messo una buona parola per te al Ministero, vedrai che ti prenderanno ». 

Le passò un braccio attorno alle spalle per stringerla a sé. Rose lo lasciò fare senza dimostrare il minimo entusiasmo. 

« Ne sono sicuro » aggiunse, chinandosi per darle un bacio (per la collaborazione che ottenne, avrebbe potuto aver appena baciato un manichino). 

« E se non facesse per me? » chiese ancora Rose, staccandosi dalle sue labbra. 

Scorpius fece del proprio meglio per non sembrare scocciato. Forse aveva esagerato con la birra, ma pomiciare gli era parsa un'idea molto migliore che starsene seduti a segamentalizzare al chiaro di luna. 

« Perché non dovrebbe? » le disse. « Hai preso due Eccezionale e quattro Oltre Ogni Previsione ai tuoi MAGO, vedrai che te la caverai benissimo ».

Rose emise un verso che con un po' di fantasia avrebbe potuto essere interpretato come un mugolio d'assenso, ma continuava a non suonare molto persuasa (e soprattutto continuava a preferire le seghe mentali alla prospettiva di pomiciare).

Naturalmente la domanda di ammissione di Rose al corso Auror era già stata estesamente discussa ed approvata al cospetto di Hermione Granger, nei mesi precedenti. I risultati dei MAGO, che li avevano raggiunti a Praga pochi giorni prima, erano stati più che positivi: Scorpius aveva ottenuto tutti i MAGO richiesti per intraprendere la carriera degli studi legali, Albus e Calvin avevano collezionato due Eccezionali a testa in Pozioni ed Erbologia, Tessa era stata – come sempre – ridicolamente brava e Marshall e Mortimer si erano dichiarati soddisfatti dei loro diplomi. Certo, Mortimer non aveva voluto condividere con loro quanti e quali MAGO avesse superato, e conoscendolo si sarebbe ritenuto pienamente soddisfatto con uno Scadente in Incantesimi, ma in fin dei conti era l'unico del gruppo ad avere un conto in banca zeppo di Galeoni al momento, perciò Scorpius immaginava che in un modo o nell'altro (al di fuori o meno della legalità) se la sarebbe cavata. 

« Hai lavorato sodo per meritarti quei MAGO » disse. 

Se due anni prima gli avessero detto che Rose Weasley sarebbe uscita da Hogwarts con 6 MAGO e un posto quasi assicurato nel dipartimento Auror, probabilmente si sarebbe fatto una grassa risata. Eppure, durante il loro ultimo anno ad Hogwarts, aveva dovuto ricredersi. 

« Non lo so... Che altro ti piacerebbe fare? » le chiese.

« Non lo so » gli fece eco Rose. « Magari mandare al diavolo tutto e fuggire in Australia ad allevare mostri ».

Risero entrambi.

« D'accordo allora. Vedrò di venirti a trovare in Australia ». 

Rose, finalmente, sembrò convincersi in favore del pomiciare.

 

***

 

Svegliarmi nel mio vecchio letto, sotto le travi sporgenti della mansarda, fu un'esperienza del tutto particolare. E per particolare intendo che balzai giù dal letto maledicendomi sottovoce per essermi ubriacata ed aver dormito nel letto di qualche sconosciuto (E ora cosa cavolo racconto a Thomas?), battei la testa sul tetto spiovente, inciampai sul mio vecchio baule di Hogwarts e finii distesa a pelle di leone sul pavimento, realizzando troppo tardi di trovarmi in Gran Bretagna. 

« Maledizione » borbottai, rialzandomi. 

Se non altro – ricordai in quel momento, dopo aver ripercorso gli eventi del giorno precedente – mia madre non mi aveva ancora ammazzata né incarcerata in cantina. 

«Prima di tutto, sappi che ti farò impiantare un localizzatore dentro al cranio » aveva detto la sera prima, venendomi incontro con aria minacciosa.

Rassegnata al peggio, avevo risposto: « In effetti, credo di essermelo meritata... »

« In secondo luogo... » aveva aggiunto mia madre e, a sorpresa, mi aveva stretto in un abbraccio privo del benché minimo intento lesivo. « Mi sei mancata. Fatti abbracciare, ma guarda quanto sei cambiata ».

« Oh... » avevo balbettato, incredula. « Tutto qua? Cioè, non vuoi uccidermi? »

L'espressione raggiante di mia madre era stata rapidamente sostituita da una smorfia omicida.

« Certo che voglio ucciderti, e lo farò. Ma sono contenta di rivedere mia figlia dopo tutto questo tempo. In fondo... » aveva aggiunto, abbassando la voce per assicurarsi che Electra e Draco non la sentissero dalla cucina. « Posso capire perché non sei voluta tornare. Ho sempre temuto che se tu e Scorpius vi foste lasciati la nostra situazione familiare sarebbe diventata alquanto inappropriata, ma sinceramente pensavo che avreste retto... insomma... »

« Mamma... » avevo sibilato, implorante. 

« Giusto, scusa. So che te lo sei lasciata alle spalle. Allora, ce l'hai un uomo in Australia? »

Normalmente avrei cercato una scappatoia davanti a quella domanda, ma, visto e considerato che mia madre sembrava essere l'unico membro della mia famiglia a non desiderare un ritorno di fiamma tra me e Scorpius, ero stata più che felice di rispondere. 

« Più o meno... »

« Cosa vuol dire più o meno? »

« Beh, ci frequentiamo da un paio di mesi... » Avevo risposto, evasiva (per quanto fossi felice che la discussione non vertesse sul mio ex, non sentivo il bisogno di fornire una relazione troppo dettagliata sulla mia vita sentimentale. Principalmente perché il maggior pregio di Thomas era quella cosa che faceva con la lingua, e non credevo che mia madre fosse interessata a quel tipo di dettagli). « Non è una cosa molto seria... Però, uhm... Sì, mi trovo bene con lui ».

« Come si chiama? » 

« Mark » avevo mentito. 

Mentire, sempre mentire, e davanti all'evidenza negare fino alla morte. 

« Sembra un bel nome » aveva commentato mia madre.

Per tutta risposta avevo alzato gli occhi al cielo, esasperata, cercando di scacciare la sensazione di essere di nuovo un'adolescente sottoposta ad interrogatorio. 

« Mamma... »

« Scusa. È che sono contenta per te. Merlino, mi sembri così cresciuta. Così... matura ».

« Beh... »

Se lo diceva lei. Non era quello che aveva detto Thomas l'ultima volta che lo avevo piantato in asso per un'Acromantula (in mia difesa, avevo il ciclo e l'Acromantula stava davvero male). 

« Tralasciando la parte in cui ti sei data alla macchia, certo » si era corretta mia madre.

« Perché, tu ci parli con papà? » avevo ritorto. 

« Ogni tanto... » era stata la sua, alquanto evasiva, risposta. Poi, facendomi l'occhiolino, aveva aggiunto: « Sai, ci facciamo gli auguri a Natale e a Pasqua... »

Tutto sommato – conclusi, massaggiandomi il bernoccolo che mi stava spuntando sulla fronte – avrebbe potuto andare molto peggio. All’alba del mio secondo giorno sul suolo britannico, potevo dire di essere ancora viva e fisicamente integra e di aver evitato con successo quasi ogni forma di contatto con Scorpius. O, per meglio dire, era stato lui ad evitare di avere a che fare con me, e non aveva fatto particolari tentativi di nascondere il proprio disappunto nel rivedermi. 

Cafone. 

Sbadigliai e, imprecando tra i denti, trascinai i piedi giù dalle scale per andare procacciarmi qualcosa da mangiare. Il mio breve tragitto terminò ben prima di arrivare alla cucina: nel corridoio al piano di sotto la porta della camera di Scorpius era socchiusa, e né lui né mio cugino si stavano preoccupando di parlare a voce bassa. 

« Pensavo avessi da fare al Wizengamot oggi? » stava dicendo Albus. 

« Volevo parlare con mio padre di alcuni dettagli del funerale » rispose Scorpius. La sua voce suonava seccata, e molto più pomposa di quanto ricordassi. « Albus, suppongo che tu sappia cosa diavolo ci fa Rose qua? » aggiunse con tono accusatorio. « Ha detto di essere stata invitata al funerale ».

La risposta di Albus, in effetti, non suonò esattamente come quella di un uomo innocente e del tutto estraneo alla faccenda. 

« E allora? »

« Mi sono occupato personalmente degli inviti, e di sicuro lei non era inclusa nella mia lista! » sbottò Scorpius. 

« Oh, beh. In effetti, ora che mi ci fai pensare, potrei aver accidentalmente... »

« Al, sei sempre stato un buon amico » lo interruppe Scorpius. « Ma hai veramente esagerato con la tua fissazione per me e tua cugina. Lo trovo irritante, oltre che estremamente irrispettoso della mia vita e delle mie scelte. È il funerale di mio nonno! Come ti sei permesso di... ».

« Oh, Scorpius, piantala di fare il coglione. Fa parte anche lei della famiglia. E poi mi sembrava avessi detto che di Rose non te ne importa più niente, no? »

Nonostante per anni il pensiero di Scorpius mi avesse suscitato tutt'al più una blanda ma cortese repulsione, e nonostante Thomas fosse decisamente molto più creativo a letto, quelle parole riuscirono ad infastidirmi non poco. Va bene, potevamo esserci lasciati, ma odiarmi al punto di non volermi al funerale di suo nonno, quando ci sarebbe stato tutto il resto della famiglia, mi sembrava un filino esagerato. 

Scorpius sbuffò in modo fin troppo ostentato. 

« Credi che non sappia che vuoi farci tornare assieme? »

« E quindi? » ribatté Albus, spavaldo e privo della benché minima vergogna. 

Prima o poi qualcuno lo avrebbe fatto finire al San Mungo con una fattura ben piazzata – pensai, e dovetti ammettere che la cosa non mi dispiaceva troppo. Per meritarlo, se lo meritava. 

«E quindi » disse Scorpius, strascicando le parole con quel modo di fare altezzoso che non era mai stato suo. « Nel caso ti fosse sfuggita la tizia bionda che da cinque anni a questa parte mi porto dietro, io sto per sposarmi con Cynthia ».

« Credimi, sono sicuro che l'intera Gran Bretagna ne è al corrente » rispose Al con abbondante e velenoso sarcasmo. « Quindi perché ti preoccupi di Rose? »

« 'Fanculo, Al ».

« Persone mature che si lasciano e si comportano da adulti, volume primo » gli urlò dietro Al, mentre Scorpius mi spalancava la porta sul naso. « Credo che dovresti leggerlo! »

Ammutolirono entrambi quando si accorsero della mia presenza. Scorpius si arrestò bruscamente a pochi centimetri dal mio naso, e per un paio di istanti restammo entrambi immobili, come congelati, senza guardarci in faccia. In effetti, anche volendo, da quella distanza mi sarebbe stato piuttosto difficile farlo, visto e considerato che i miei occhi arrivavano a stento all'altezza delle sue clavicole.

Tossicchiai ed entrambi facemmo un passo indietro, imbarazzati da quell'improvvisa vicinanza. O più che altro disgustato, per quanto l’espressione gelida di Scorpius lasciava intendere. 

Visto da vicino, il suo volto non era tanto diverso da come lo ricordavo. Aveva cambiato occhiali – ora ne portava un paio di corno, dalla montatura rotonda, che gli davano un'aria molto più snob e ricercata – ma gli occhi, verdi e caldi, erano gli stessi. I capelli erano più corti e tirati indietro da un'abbondante quantità di lacca, in pieno stile Malfoy, lasciando scoperto un viso dai tratti che, a confronto con la corporatura ora molto più robusta, sembravano un po' troppo delicati. Sotto al mantello da viaggio indossava giacca, panciotto e cravatta. Sperai per lui che stesse davvero andando al Wizengamot, vestito in quel modo. 

Scorpius ricambiò brevemente il mio sguardo, soffermandosi sul pigiama sgualcito e sui piedi scalzi.

« Oh, Rose » disse Albus, con il sorriso nervoso di chi si è appena fatto sorprendere con le mani nel calderone. « Pensavo fossi uscita. Hai dormito fino a quest'ora? » aggiunse, incredulo.

Sbirciai l'orologio, rendendomi conto che era l'1 passata.

« Uhm... jet lag? » 

In realtà quando non lavoravo tendevo ad alzarmi più o meno a quell'ora anche in Australia, ma non ritenni importante informarlo di quel dettaglio. Che senso aveva essere una persona adulta se non potevo andare a dormire ed alzarmi quando mi pareva, per la miseria. 

Al e Scorpius mi stavano fissando con due identiche espressioni colpevoli, probabilmente chiedendosi quanto avessi sentito della loro conversazione, con la sostanziale differenza che Scorpius sembrava alquanto irritato dalla mia presenza mentre Albus era semplicemente desolato.  

« Beh, uhm... » dissi, facendo del mio meglio per stamparmi in faccia l'espressione casuale di chi non ha visto né sentito niente, e – soprattutto – non ci è rimasta male. « Stavo andando a fare colazione ».

Decisamente, non ci ero rimasta male – mi auto-convinsi, mentre voltavo le spalle ai mie due vecchi compagni di scuola e mi fiondavo giù per le scale. Cioè, non che mi facesse piacere sentire Scorpius Malfoy che parlava di me come se fossi la causa di tutti i mali del mondo, dopo che, tra parentesi, io non avevo fatto assolutamente nulla per meritare un tale trattamento. A parte forse fargli le corna con Daniel. Ma lui questo non lo poteva sapere. E comunque, stando alla versione dei fatti di Draco, anche lui si doveva essere dato da fare mentre ero in Australia. Il che non avrebbe dovuto crearmi problemi perché, come si diceva giustappunto, anche io avevo fatto la scema con Daniel. Così come non avrebbe dovuto turbarmi il fatto che Scorpius mi odiasse, dal momento che l'esistenza e le opinioni del mio ex mi erano totalmente indifferenti, e non avevo il benché minimo motivo per restarci male se mi detestava e non provava più nulla al di fuori dello schifo nei miei confronti. E poi non eravamo più due adolescenti. Eravamo due persone adulte e mature (lui era anche parecchio cafone), quindi tutto a posto. Non c'era bisogno che nessuno ci restasse male. Difatti io non ci ero rimasta male. Assolutamente no, che idea ridicola, perché mai avrei dovuto. 

Appellai una tazza ed accesi il fuoco sotto al bollitore con un colpo di bacchetta. In mia assenza nessuno aveva rimpiazzato la Nutella, perciò dovetti accontentarmi di una mela ed un paio di biscotti secchi. Me ne ficcai uno intero in bocca, masticando senza ritegno. 

Io e Scorpius ci saremmo ignorati per un paio di giorni e poi sarei tornata in Australia e mi sarei fatta una solenne scopata con Thomas per non pensarci più. Non c'era nessun motivo per restarci male. Assolutamente nessun motivo. Aveva tutto il diritto di odiarmi se la cosa lo rendeva felice.

Visto che il primo biscotto non era stato grande abbastanza da soffocarmi, decisi di passare al livello successivo ficcandomene in bocca due contemporaneamente. 

C'era un qualche motivo biologico per cui Scorpius era diventato così figo – mi chiesi, sputacchiando pezzi di biscotto mentre cercavo le bustine del tè – o era solo il proverbiale fascino dell'erba del vicino?

 

***

 

Quella sera rimasi a casa per badare ad Electra. Per dirla tutta, avrei preferito andare a farmi un giro per Diagon Alley o prendermi una Burrobirra con qualche vecchio amico di scuola, ma dopo la reazione tutt'altro che entusiasta di Scorpius alla mia presenza sentivo l'impellente bisogno di rendermi utile. (Una vocina piuttosto ragionevole mi aveva fatto notare che avevo diritto tanto quanto ne aveva Scorpius – e più di Cynthia – di stare in quella casa, ma per qualche motivo continuavo a sentirmi un'intrusa. Ah, già, probabilmente perché avevo latitato nell'Emisfero Australe così a lungo che metà dei miei parenti avevano dimenticato che faccia avessi...)

« Ne sei sicura, Rose? » aveva chiesto Draco, meno di un'ora prima, scoccandomi un'occhiata vagamente preoccupata. « Forse non è stata una buona idea prenotare al ristorante, non vorrei che Electra si sentisse abbandonata, e poi deve cenare... »

Da quello che avevo potuto intuire della dinamica genitoriale (e che Electra sembrava aver capito fin troppo bene), Draco era l’Auror buono, mentre Hermione era l’Auror cattivo. In presenza di mia madre Electra era stata niente meno che affettuosa ed impeccabile nei miei confronti, mentre davanti a Draco – che sembrava troppo invaghito di lei per rimproverarle alcunché – non si era fatta scrupolo ad ignorarmi con sdegno. Una cosa era certa: poteva anche avere sei anni e mezzo, ma mia sorella aveva un QI cinque volte più alto del mio. 

« Ma figurati, godetevi la vostra serata » avevo risposto con un gesto noncurante della mano. « Sono perfettamente in grado di badare ad Electra: di solito mi occupo di Creature Magiche, cosa vuoi che sia una bambina. E poi so cucinare » avevo aggiunto, vagamente offesa dalla diffidenza del mio patrigno. Insomma, vivevo da sola da anni, che diamine. 

Certo, Electra non sembrava nutrire una grande simpatia nei miei confronti, ma era pur sempre una bambina, cosa poteva andare storto? E comunque ero una persona adulta e affidabile. 

Draco, che a quanto pareva non condivideva la mia opinione di me stessa, aveva necessitato di un'altra mezz'ora per lasciarsi convincere ad abbandonare la sua preziosa figlia. Con riluttanza, aveva seguito mia madre all'ingresso e l'aveva aiutata ad infilarsi il mantello.

« Hermione, ma sei sicura... » aveva bisbigliato, credendo che non lo sentissi.

« Ma certo, Draco » aveva risposto lei. « Sarà un'ottima occasione perché Rose ed Electra si conoscano un po' meglio ».

« Non avrà i capelli rossi quando torni, te lo prometto! » gli avevo urlato dietro mentre lui e mia madre ruotavano su se stessi e si Smaterializzavano con un Pop.

Dopo aver controllato che fossero spariti, mi ero concessa un sospiro di sollievo. Avevo davvero temuto che Draco avrebbe deciso di mandare a monte la cena per restarci tutti allegramente tra i piedi. Durante il mio eremitaggio in Australia avevo sviluppato una tolleranza sorprendentemente bassa per la mia famiglia. 

« Allora » dissi, riemergendo dalla cucina dove avevo passato l'ultima mezz'ora a divorare qualsiasi cosa mi capitasse a tiro (ero nervosa, ok? Stare in quella casa mi metteva a disagio). « Cosa ti va di fare? »

Electra aveva spento la televisione ed ora era distesa sul tappeto, intenta a colorare quello che sembrava un libro per bambini. Alzò a stento gli occhi su di me, e solo per rispondere: « Disegnare? » con evidente sarcasmo. 

« E cosa disegni di bello? » chiesi.

Electra scosse la testa, esasperata, e rispose con la sua irritante vocina infantile: « Beh, non lo vedi? Un drago ». 

Mi sedetti vicino a lei e dovetti fare un certo sforzo di volontà per ricordarmi che quell'irritante esserino era mia sorella e che quando era una poppante in fasce le avevo persino voluto bene. Maledizione, era l'unico membro della famiglia a cui avessi mandato un regalo per ogni Natale e compleanno da quando vivevo in Australia. 

« Che bello » commentai, osservando il drago mezzo colorato che sbatteva pigramente le ali al centro della pagina. « È un Petardo Cinese? »

Electra scrollò le spalle.

« Non mi piaccioni i draghi ».

« In Australia non ce ne sono. Però a Makulu abbiamo delle Iguane sputafuoco che... » L'occhiata infastidita che ottenni in risposta fu abbastanza eloquente da convincermi a tacere. « D'accordo, non ti piacciono i draghi » conclusi. 

Electra continuò imperterrita a colorare di verde il suo drago (resistetti all'impulso di precisare che i Petardi Cinesi in realtà erano rossi con il ventre giallo). 

« Scorpius lavora all'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia » ritenne necessario informarmi, dopo alcuni minuti di silenzio.

« Uhm, sì, lo so... » borbottai. Albus si era già premurato di aggiornarmi su tutte le più recenti attività e conquiste personali del mio ex. « E tu da grande sai già cosa vuoi fare? »

Electra rispose senza esitazione: « L'avvocato, come Scorpius ». 

« Wow, che bello » mentii. 

Ti pareva. 

Electra continuò a deturpare il Petardo Cinese senza degnarmi di uno sguardo. 

« Scorpius si è diplomato con i voti più alti del suo anno » aggiunse, compiaciuta. 

Giurai che se non avesse chiuso la bocca avrei trasfigurato il suo libro in un Petardo Cinese in carne ed ossa.

« Oh, sì, Scorpius è sempre stato molto bravo » commentai, sforzandomi di suonare non dico allegra, ma se non altro meno acida di una Polisucco scaduta da due anni. 

« È il fratello migliore del mondo » convenne Electra. « Anche Cynthia è un avvocato » continuò, imperterrita nel suo apparente intento di distruggermi moralmente e fisicamente. « E ogni volta che viene a trovarmi mi porta dei regali bellissimi ».

Se non ricordavo male, il mio ultimo regalo di Natale era stato un drago di peluche che ruggiva e spiccava il volo quando cercavi di accarezzarlo. Forse – pensai, con un certo sgomento – mi stavo lentamente ma inesorabilmente trasformando in Hagrid. Sbirciai le caviglie nude che spuntavano da sotto i pantaloni del pigiama e decisi che appena tornata in Australia mi sarei fatta una ceretta total body. Thomas avrebbe apprezzato. A ben pensarci, in quel momento Thomas sembrava l'unica persona sulla faccia della terra ad apprezzarmi. Il che, considerando che probabilmente mi apprezzava solo quando ero svestita, non era una gran consolazione. 

Mi ritrovai a pensare a Scorpius, che alla mia età stava traslocando in una casa a Londra con la sua futura moglie, andava a lavoro in giacca e cravatta e nel tempo libero probabilmente si dedicava a cavalcare Ippogrifi nel parco di Malfoy Manor (ero piuttosto sicura di aver sentito Draco lamentarsi perché gli Ippogrifi sarebbero stati a piede libero durante il funerale. Per qualche motivo Malfoy Senior sembrava avere una seria fobia nei confronti di quelle creature). Io d'altro canto, alla veneranda età di ventiquattro anni, avevo investito i miei risparmi in un microonde Babbano, dopo essere giunta alla conclusione che la spesa settimanale di pasti pronti al supermercato Babbano e la bolletta elettrica erano un peso minore che leggere il manuale Incantesimi in Cucina che mi aveva regalato mia madre due anni prima. Cambiavo uomo ogni sei mesi (nel senso che ci uscivo tre volte e poi per cinque mesi e mezzo la mia unica frequentazione erano le Iguane della riserva) e mi ritenevo fortunata se la mattina riuscivo ad Appellare una maglietta pulita dall'armadio. 

Ripensai alle ultime parole che mi aveva rivolto mio padre, tanti anni prima, al Ministero dei Trasporti. La mia Passaporta per l'Australia sarebbe partita di lì a mezz'ora, e mia madre era appena sparita per accompagnare Electra in bagno, mentre Scorpius e Hugo si occupavano di sistemare i miei bagagli. Draco, trovandosi da solo tra due Weasley, aveva pensato saggiamente di dileguarsi per comprare una copia della Gazzetta del Profeta. 

Mio padre aveva approfittato del momento per prendermi in disparte e, dopo essersi assicurato che fossimo soli, mi aveva chiesto: « Rose, sei sicura di quello che stai facendo? »

« Sì » avevo risposto, sperando di suonare convinta. 

« Non devi per forza diventare un Auror, se non è quello che vuoi » aveva aggiunto. « Hai mille altre possibilità, qua in Gran Bretagna ». 

« Lo so ». 

Non mi ero nemmeno sforzata di spiegarmi. Avevo avuto quella conversazione così tante volte nell'ultima settimana da aver perso qualsiasi velleità di far valere il mio punto di vista. Ero maggiorenne e non mi serviva il permesso dei miei genitori per accettare un lavoro. 

« So che ora ti sembra tutto una figata. L'Australia, andare a vivere per conto tuo, la borsa di studio... » aveva detto papà. Almeno lui non sembrava arrabbiato o deluso da me. Dovetti ammettere che, in effetti, sembrava solo genuinamente preoccupato. « Insomma, capisco se te ne vuoi andare di casa. Ma sai che da me e Hugo c'è sempre posto... »

« Papà... » avevo iniziato, alzando gli occhi al cielo.

« Lo so, lo so » si era affrettato a dire lui, prima che potessi interromperlo di nuovo. « Quello che sto cercando di dire è che anche io alla tua età non vedevo l'ora di avere dei soldi miei e fare quello che mi pareva, ma a volte non è così semplice. All'inizio ero più che felice di lavorare con George mentre i miei amici sgobbavano sui libri. Ma poi Harry, Hermione e tutti gli altri cominciarono a diplomarsi, a lavorare al Ministero della Magia e, insomma, poi lo sai come è andata... »

« Hai mollato il lavoro da George e ti sei iscritto al corso Auror » avevo completato per lui. 

« Si, beh... » mio padre era sembrato sul punto di obiettare alla mia ricostruzione dei fatti, ma poi doveva essersi reso conto che le cose non erano andate molto diversamente da come le avevo descritte. « Capisco che tu non voglia essere il ventesimo Auror in famiglia, Rose, davvero. Ma ci sono tante altre possibilità. Vuoi davvero essere in qualche postaccio sperduto dall'altra parte del mondo, fra qualche anno, quando i tuoi amici qui cominceranno a diplomarsi e lavorare e mettere su famiglia? »

Sul momento, la preoccupazione di mio padre mi era sembrata francamente ridicola. Seduta sul pavimento della mia vecchia casa con Electra che mi narrava le meravigliose gesta di Scorpius, però, quelle parole cominciarono a suonare come una profezia. 

Decisi di alzarmi e andare a cucinare qualcosa, prima che Electra riuscisse a farmi suicidare. 

« Allora, hai fame? » chiesi. « Ti va un toast al formaggio? »

Electra scrollò le spalle e decisi di prenderlo per un sì. Avevo appena acceso il fuoco sotto alla griglia quando lo schiocco di una Materializzazione proprio fuori dalla porta di casa mi annunciò che io ed Electra non eravamo più sole. Ciabattai all'ingresso mentre la porta si apriva, rivelando una giovane donna alta e vestita in modo fin troppo elegante per la situazione.

« Oh, ciao... Cynthia, giusto? » dissi, facendo del mio meglio per suonare amichevole e del tutto casuale. 

La fidanzata di Scorpius squadrò la mia mano tesa per un paio di secondi di troppo, prima di stringerla con l'aria di chi è stata costretta a ripulire la gabbia di uno Snaso senza guanti. 

« Rose ». 

Fu una magra consolazione constatare che vista da vicino, tutto sommato, non era esattamente una Veela. Aveva un paio di occhi neri e due folte sopracciglia scure – mi resi conto che probabilmente si Trasfigurava i capelli per averli di quel biondo platino – sopra ad un volto dalla mandibola squadrata. Le labbra, carnose e ben sagomate, erano esaltate da un rossetto viola. 

Mi chiesi perché si prendesse la briga di indossare quei tacchi, quando anche senza doveva essere alta almeno un metro e settanta. Soprattutto, mi chiesi come fosse in grado di camminarci sopra senza sembrare una Banshee. 

Tossicchiai, a disagio. Cynthia non sembrava intenzionata a fare conversazione, perciò dissi: « Io ed Electra ci stavamo facendo la cena. Posso offrirti una tazza di tè? »

« Non ti disturbare, sono solo venuta a prendere un fascicolo per la successione » mi liquidò la futura signora Malfoy. Poi, cambiando tono in modo così repentino che per poco non mi venne un colpo, si rivolse ad Electra: « Tesoro, come stai? Ti hanno lasciata sola con Rose? »

Electra abbandonò immediatamente il suo libro di figure per trotterellarle incontro.

« Mamma e papà sono andati a cena fuori » spiegò, lasciandosi abbracciare.

« E tu e Rose cosa mangiate di buono? » s'informò Cynthia.

Electra represse una smorfia disgustata.

« Toast ».

Oh, per l'amor del cielo, a quale bambino sulla faccia della terra non piacciono i toast al formaggio?

Con un movimento quasi impercettibile della bacchetta Cynthia fece comparire un pacchetto di Cioccorane, che Electra afferrò al volo. 

« Allora dopo il toast puoi mangiare queste » disse, facendole l'occhiolino. « Ora torna a disegnare, ci vediamo dopo, va bene? »

Electra fece come le era stato detto, insolitamente obbediente. 

« Ok ».

« Sicura che non vuoi una tazza di tè? » insistetti, rendendomi conto che per tutto quel tempo ero rimasta impalata in mezzo al soggiorno come una suppellettile dalla dubbia utilità. 

« No, grazie » Cynthia cominciò a frugare nella borsa di pelle di drago che portava appesa ad una spalla. « A proposito, non hai idea di dove potrebbe essere il fascicolo? Scorpius non ricorda dove lo ha lasciato ». 

« Non lo so... Prova in camera sua? » proposi.

Incerta su quale fosse il mio ruolo in quella situazione, e con la spiacevole sensazione che Cynthia fosse molto più a suo agio di me in casa mia, la seguii al piano di sopra. 

In effetti non sembrava simpaticissima, ma d'altronde chi lo sarebbe stata di fronte alla ex nonché sorellastra del proprio fidanzato? Ero sicura che Draco avesse esagerato su di lei. 

« Congratulazioni per il fidanzamento, comunque » dissi, mentre Cynthia frugava nei cassetti della scrivania di Scorpius. « Sono molto felice per voi ». 

Cynthia non si degnò nemmeno di rispondere.

Simpatica.

« Hai intenzione di presentarti anche al matrimonio? » chiese, voltandomi le spalle. 

Stavo ancora tentando di decifrare il senso di quella domanda e di decidere cosa ci si aspettasse che rispondessi, quando Cynthia provvide a fugare ogni dubbio.

« Presentarti qui senza invito con la scusa del funerale di Lucius è stata davvero una trovata meschina. Scorpius è già abbastanza turbato per la perdita di suo nonno senza che tu peggiori la situazione. Avresti potuto avere più tatto ».

Punto primo, l'invito l'ho ricevuto eccome. Che poi me lo avesse spedito Albus con l'inganno, aggiungendolo alla pila degli inviti all'insaputa di Scorpius, era un altro discorso. In ogni caso, non avevo la minima intenzione di assumermi la responsabilità per la follia di mio cugino e di chiunque altro disapprovasse l'unione tra Cynthia e Scorpius. Anzi, per quanto mi riguardava non vedevo l'ora che si sposassero, così forse Albus mi avrebbe lasciata in pace. 

Di tutta questa elaborata serie di argomentazioni, l'unica cosa che mi uscì dalla bocca fu: « Non mi sembrava che Scorpius e Lucius fossero tanto legati... »

Cynthia si voltò per lanciarmi uno sguardo sdegnoso, ed i capelli accuratamente pettinati seguirono il movimento della sua testa danzando nell'aria. 

« Non lo erano ai tempi in cui Scorpius frequenteva Hogwarts. È da un po' che non giri da queste parti, Rose».

« Beh » replicai, furibonda. « Mi dispiace, ma ormai sono qui, e ho preso una Passaporta dall'altro emisfero per venire a trovare la mia famiglia, quindi credo che ci resterò. Qualunque cosa pensi Scorpius, gli voglio bene e spero che sia felice, ma la mia vita non ruota attorno a lui ».

Cynthia finalmente trovò il fascicolo che stava cercando e lo infilò nella borsa. 

« Oh, ne sono sicura » rispose con sarcasmo più tagliente di una lama. 

Poi, così com'era venuta, se ne andò. Non aveva nemmeno avuto la decenza di uscire di casa per Smaterializzarsi. 

Cafona.

« Rose? » Fui riscossa dalla voce di Electra, che mi chiamava dal piano di sotto. « C'è puzza di bruciato ».

« Oh, merda! »

   
 
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