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Autore: Sherry93    28/03/2019    2 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 36

Seduta sulla poltrona di fronte al camino, leggevo il libro e i vari fogli strappati che Solas aveva recuperato dalla biblioteca imperiale. Alla fine erano le informazioni che aveva omesso, nulla di più e nulla di meno. Sbuffai e mi accasciai contro lo schienale, rimasi a fissare per qualche minuto le fiamme che si sprigionavano intense dal focolare, quando percepii uno sguardo. Rivolsi l’attenzione a Banal’ras che mi fissava con un lieve sorriso. Erano stati giorni un po’ frenetici, Cassandra e Dorian lo tenevano d’occhio, sfoggiando sguardi truci quando erano nella stessa stanza. Lui manteneva una maschera d’indifferenza e non prestava loro attenzione, se non strettamente necessario. Parlava quasi solo con Solas e sfoggiava senza esitazione la curiosità che aveva nei miei confronti, e anche se facevo finta di nulla, sapevo che il mio lupo parlava con lui nella Dissolvenza. Informazioni di cui non voleva mettermi al corrente. Mi dava fastidio? Indubbiamente, era come se in qualche modo lo allontanasse da me. Avrei sempre avuto fiducia in Solas, lo sapevo, ma Banal’ras aveva risvegliato quella parte di lui che odiavo e amavo allo stesso tempo. Ormai lo conoscevo abbastanza bene da capire quando mi mentiva o non diceva le cose come stavano. Non mi piaceva questa situazione, ma l’avevo messa in conto da quando avevo scoperto che era Fen’harel, non avrei mai preteso che cambiasse, se no non mi sarei neanche innamorata di lui. L’unica conclusione a cui ero arrivata, è che stava per fare qualche pazzia delle sue e quando avrei scoperto il tutto sarebbe stato tardi.

-Vi vedo scettica- affermò il Capo spia di Dirthamen

-E io invadente- replicai fissando quelle iride ambrate. Il sorriso si allargò -Non si vede tutti i giorni la donna che ha fatto impazzire il Temibile Lupo-

Sospirai, ancora con questa storia? Si divertiva a punzecchiare entrambi, ma io ero il suo passatempo preferito. -Non penso sia questo che vi sorprenda e lo sappiamo entrambi-

-Devo ammettere che siete una delle elfe più belle che mi sia capitato di conoscere e che abbiano accompagnato Solas, ma non mi sarei mai aspettato che sarebbe arrivato a sposarsi, con qualcuno poi che non fa parte neanche dell’Antico Popolo-

-Conosco i difetti di Solas e li amo come anche i suoi pregi-

-Li amate o li sopportate? O il sesso concilia il tutto?-

Sbattei le palpebre più volte, ma a che gioco stavamo giocando? -È amore. Se volessi solo del sesso potrei farlo con chiunque per ottenere qualche momento di estasi. Ma per quel che mi riguarda l’attrazione fisica è secondaria anche se non guasta. Mi piace ed eccita il suo spirito sempre così pericolosamente vicino a un demone dell’orgoglio-

-Mmm… deduco che vi piaccia stare sotto… è sempre stato un dominatore- perché stavamo parlando di ciò? -Adoro fidarmi ciecamente di lui-

-Anche se questo porta alla sofferenza?- ribatté immediatamente, studiandomi.

Dove voleva andare a parare? -Mi state chiedendo che se facesse qualcosa senza dirmelo, di tale proporzione catastrofica come suo solito, se lo perdonerei ancora? Dovete darmi più dettagli delle vostre discussione notturne per questo- conclusi con fare innocente.

Ridacchiò -Solas ve ne ha parlato?-

-No, ma penso di conoscerlo un po’ e ho imparato a notare i cambiamenti nel suo modo di fare da quando siete qui. Mi piacerebbe che si confidasse con me, ma si vede che vuole rimanere colui che caccia da solo…- risposi rassegnata e con una vena triste nella voce che non sfuggì all’elfo che sorrise -Cambiare le abitudini di millenni non è facile, ma posso sicuramente dire che siete l’unica, non solo come donna, ma come persona e spirito, a cui si sia mai appoggiato così intimamente- per la prima volta si stava comportando in modo gentile, non sapevo che rispondere -Da un lato lo conoscete meglio voi, di quanto abbia mai fatto io in millenni- abbozzai un sorriso -Ma questo lo porta anche ad avere dei riguardi verso di voi che non avrà mai con nessun altro. Vi possono non piacere, ma farà di tutto per tenervi al sicuro, anche da lui-

Ero basita, non mi aspettavo quel tipo di sostegno da lui -Ma serennas…- chinò leggermente il capo -Dovere, posso dire che è sempre stato incasinato e influenza anche gli altri, intelligente, ma incasinato-

Risi -Lo amo proprio per questo- in risposta fece un lieve sorriso che rese la cicatrice più evidente, notando il mio sguardo se la indicò -Questa è un regalo-

Un tocco caldo passò sulla mano che tenevo sul bracciolo della poltrona e venni tirata in piedi. Il libro e i fogli caddero sparsi in terra. Solas posando l’altra mano sulla vita e mettendosi agilmente alle mie spalle si sedette tirandomi giù con lui. Scioccata per quell’entrata in scena così veloce lo fissai interrogativa, lui si limitò a guardare Banal’ras in un tacito scambio d’intesa. -Ti viene istintivo? Mythal il vostro lupacchiotto sta marcando il territorio- ridacchiò per poi alzarsi e andarsene. Girai il viso verso Solas che chinò la testa e appoggiò la fronte sulla mia spalla -Perdonami-

-No, a qualunque cosa si riferiva il tuo amico, è meglio che tenga da parte tutto il perdono che ho a disposizione, oltre alla mia pazienza e fiducia per non ucciderti davvero quando sarà il momento- si limitò a sorridere, tirarmi meglio contro di lui e ad accarezzarmi un fianco. Alzai una mano posandogliela sul viso -Vuoi tirare giù il Velo?- domandai, rimase in silenzio per un po’ e infine rispose -No, non ancora, non è il momento-

-E non mi vuoi dire nulla perché...- alzò il viso e mi fissò con profondo affetto -Ti fermerei- affermai. Abbassai lo sguardo, mi sta chiedendo una fiducia illimitata, sono in grado di dargliela?

-So che...- mormorò, ma gli coprì la bocca con la mano zittendolo -Hai preso una decisione, non dirmi nulla. Solo… resta vivo, qualunque cosa sia- mi scostai da lui senza guardarlo e mi chinai a prendere il libro e i fogli, posandoli sulla poltrona adiacente.



Passarono alcuni giorni dove un senso di… non lo so… gli sorridevo e lo baciavo solo lievemente. Si era alzata tra di noi una barriera che non avevamo mai affrontato prima. Non avevamo litigato ed era in qualche modo peggio questa situazione.

-Che ti prende?- chiese alla fine Cassandra da parte a me sul divano, avendo notato il mio comportamento

-Cosa?- non so se mi andava di parlarne

-Come cosa? Lo stai evitando! Sembra un cane bastonato che sta aspettando il permesso di avvicinartisi!- esclamò esasperata. Perplessa la guardai per poi lanciare un’occhiata a Solas che stava parlando con Banal’ras sulla poltrona vicino al camino. -Avete litigato?- domandò.

-Io… no, non abbiamo litigato. Solo che sta combinando qualcosa di sicuramente pericoloso e mi ha chiesto di fidarmi di lui. Io mi fido, ma sembra che lui non mi voglia dare fiducia e ho paura- spiegai in qualche modo abbattuta. Mi posò una mano sulla spalla e sospirò -È rimasto il solito bastardo...- borbottò

-Cassandra…- la richiamai, ma aveva ragione e mi dava fastidio comunque però che lo insultasse. Prima che potessimo dire altro venimmo interrotte -Uno spirito della Fede vero? In un corpo umano, molto interessante- prese alla sprovvista fissammo Banal’ras, che guardava rapito la Cercatrice. Lei impreparata a quell’attenzione ci mise un attimo di troppo a rispondere -E allora? Qualche problema?- ringhiò. L’elfo per nulla intimorito fece scivolare lo sguardo su di lei mettendola veramente in difficoltà, la vidi arrossire leggermente -No, no, trovo che sia molto affascinante- impercettibilmente il tono era cambiato, non era solo curiosità. Basita passai lo sguardo da uno all’altro, la mia amica sbuffò disgustata e si alzò ignorandolo. Banal’ras elargì un sorrisetto divertito guardandola allontanarsi, per poi seguirla. Io… a che cosa ho appena assistito!? Mi ripresi da quella strana situazione e rilessi velocemente la lettera che era arrivata quella mattina da Leliana, mi avvisava che tra qualche giorno ci saremmo riviste, infatti dovevo parlare anche con lei delle mie intenzioni. Alzai lo sguardo in cerca del mio lupo, stava bevendo the. Sospirai profondamente e restai ad osservare le facce disgustate di cui faceva sfoggio ad ogni sorso, non potei fare a meno di sorridere. Dopo quelle buffe espressioni ritornava però serio e fissava la tazza assorto. Non avevo mai assaggiato quella bevanda preparata da lui, alzò il viso e mi sorrise, istintivamente rimisi gli occhi sui fogli, ma poi li rialzai vedendo che stava prendendone un lungo sorso, tossì, riguardò il contenuto e ne stava per bere ancora, ma mi alzai velocemente bloccando quel suicidio. Gliela sfilai di mano e me la portai alle labbra, assaporai il liquido caldo e tremendamente amaro, non gli aggiungeva nulla per renderlo bevibile -Dimmi che lo bevi così apposta, se no penso che potresti aggiungere un po’ di zucchero, vhenan- dissi schifata e appoggiai la tazza ormai vuota sul tavolino affianco. Restava a fissarmi con quella faccia da lupacchiotto che mi faceva sciogliere e contro il forte impulso di esaurire le distanze tra noi mi diressi sul balcone, pioveva e nell’aria c’era parecchia umidità. Restai ad ascoltare il rumore della città. Dei passi. -Il restare da sola è cosa rara- proferii

-Ma non più gradevole, se non si ritrovano volti amici- Banal’ras mi si era messo di fianco e guardava di fronte a sé -Da’len ho chiesto di voi a Solas, ma mi ha cordialmente invitato a farmi gli affari miei. Un comportamento non da poco da lui, solo con la precedente Mythal aveva un rispetto simile, ma era chi si era preso cura di lui quando era solo un bambino- Rimasi in silenzio -Mi domando come abbiate conquistato la fiducia di quell’uomo così diffidente e non più intenzionato a trovare qualcuno con cui legarsi, quando l’avevo visto l’ultima volta-

-State insinuando che abbia ingannato il Dio degli Inganni?-

-No, che lo abbiate cambiato più di quanto pensavo si potesse fare…-

Lo interruppi -Non ho cambiato nulla. L’ho posto davanti ad una scelta, non si cambiano le persone, chi lo crede è solo un folle. Non lo cambierei mai, mi piace così com’è, ci siamo adattati a vicenda-

-Allora è stato fortunato-

-Sono io fortunata ad aver trovato lui-

Ridacchiò e lo guardai seccata, che aveva da ridere? -Siete la seconda persona che ho udito dire così su di lui e la prima… diciamo che non ero stato invitato nella conversazione- silenzio -Forse però non vi ha detto tutto…- aggiunse

Sospirai spazientita -A cosa vi riferite?-

-Mythal è la Dea dell’amore, della vendetta e anche della maternità… non a caso ha questa caratteristica che segna un nuovo inizio-

Ridacchiai -Ho voglia di avere figli? Sì, molto, anche Solas, ma non posso sempre assecondare i miei desideri, se no l’altro giorno sareste finito di sotto-

-Non intendevo solo quello. Quando ne avrete, diventerete a tutti gli effetti Mythal, quello che si prova è unico e vi cambierà più di qualunque altra donna-

-Non intendo parlare della mia natura ad un estraneo- risposi fermamente

-Certo che no…-

-Ditemi… ci considerate persone?- non volevo restare oltre su quell’argomento privato

Abbozzò un sorriso -È per quello che ho detto qualche giorno fa?-

-Per quello, e perché non siete il primo elfo antico con cui ho avuto a che fare-

-Solas ha cambiato opinione, non vedo perché non lo possa fare anche io a tempo debito- mi osservò -Mi piace parlare con voi, ora vi lascio alla vostra solitudine-

Assentii con un cenno del viso. Dea della maternità… sospirai profondamente… perché non ci penso già abbastanza da sola, ci mancano anche le interferenze esterne… che stress, sbuffai. Mi appoggiai al muro e restai ad ascoltare la pioggia che cadeva, chiusi gli occhi. Altri passi, restai in ascolto, ma non mi mossi. Una presenza al mio fianco. Un rumore metallico. Delle gocce mi bagnarono il viso, riaprii gli occhi e trovai Solas di fronte a me, le mani una a destra e una a sinistra del mio viso. Sorrideva.

-Che cosa…?- lo osservai ed era fradicio, la testa e le spalle completamente bagnate. Come…? Alzai lo sguardo, la grondaia aveva… ceduto? -Che tempismo vhenan, suppongo sia fredda-

-Abbastanza…- mormorò. L’acqua continuava a colargli addosso, ma non si muoveva. Sospirai e alzai una mano prendendogli un polso, per poi volerlo tirare all’interno per dargli un cambio d’abito. Ma teneva le braccia puntate contro al muro e non era intenzionato a muoversi, incatenai le nostre iridi -Ti ammali così, poi come fai a fare le tue pazzie?-

-Sei ancora arrabbiata- affermò. Abbozzai un sorriso, non me lo aveva neanche chiesto, ne era convinto. -No, vhenan. Sai che non riesco ad avercela con te a lungo- si fece più vicino, così che l’acqua dall’alto gli finisse sulla schiena -Vhenan! Ti ammali così!-

Negò con il viso -Non importa- vidi l’acqua impregnare anche i pantaloni -Perché mi eviti? Anche a letto mi stai lontano, mi dai sempre la schiena, ti alzi sempre prima di me...- concluse triste. Senza che riuscissi ad evitarlo mi si appannò la vista -Perché!? Mi hai chiesto di fidarmi e io l’ho sempre fatto, ma tu non lo stai facendo con me e ho paura. Perché se non mi dici nulla e sai che ti fermerei, vuol dire che rischierai di morire! Vero?- esclamai sull’orlo delle lacrime. Come se la sua condizione a causa del Lyrium rosso non fosse già abbastanza preoccupante -È vero- a quelle due parole le lasciai andare rigandomi le guance, scioccata -Allora non so cosa tu ci faccia ancora qui. Ti ho chiesto più volte di portare parte di questo tuo peso, ma si vede che preferisci Banal’ras. Pensavo che quando hai deciso di legarti a me comprendesse anche questa fiducia, ma ho preteso troppo- rimase a fissarmi -Questa cosa la devo affrontare da solo, anche Banal’ras non mi accompagnerà fino in fondo. E se avrò successo ti porterò quello che ti serve per trovare una cura… non voglio però separarmi da te prima del previsto-

E io non voglio che ti faccia ammazzare! Tenni per me quel pensiero, avrei voluto tanto urlargli controMi asciugai le lacrime e misi pollice e indice agli angoli degli occhi -Fai quello che devi, ma non puoi pretendere che sia d’accordo- gli presi una mano e lo tirai con forza via dal balcone

-Toh, due lupacchiotti bagnati, fredda?- domandò con tono divertito Banal’ras. Lo ignorai e trascinai Solas in camera -La grondaia, devo pensare che centri il tuo amico?-

-Che voleva farmi fare un bagno?- intanto si stava togliendo la maglia e poi i pantaloni, gli passai un asciugamano. Mi presi un attimo per osservarlo, le spalle, il petto, il ventre… sospirai e distolsi lo sguardo. -Ha parlato della maternità riferita a Mythal, mettilo al corrente che non servono aiuti esterni per quello, sei molto più passionale di quel che crede-

Sorrise lievemente -Sarà fatto-

-Si sta intromettendo, è una cosa che riguarda solo noi. Centra con l’eventualità che non potresti tornare?- domandai nervosa, solo il pensiero mi faceva sentire male. Si stava infilando i pantaloni per poi allacciarseli e rialzò il viso verso il mio. Aspettai una risposta, intanto non riuscivo a fare a meno di studiarlo anche se lo avevo visto piacevolmente altre volte. Mi morsi la lingua nel trattenermi a elargirgli un complimento. La ferita sul fianco non rovinava per nulla la visione. È bellissimo. Lanciò l’asciugamano sul letto -Non sarai a tutti gli effetti Mythal, finché non avrai almeno un figlio. Si spiegherebbe in parte il desiderio che hai-

Ero seccata -Pensa che mi diverta a negarmi ciò? A negarci un figlio?- Si fece più vicino e posò le mani sui miei fianchi -A me non fa piacere, ma ne soffro perché tu per prima ne soffri, e so che stai male più di quanto potrò mai provare io- rispose dolcemente. Lo abbracciai non riuscendo a stargli lontano oltre e posai il viso sulla sua spalla -Quando?- se ne sarebbe andato? No. No! Non lo accetto! -Se è a causa del Lyrium rosso tornerò indietro ed eviterò che ti colpisca...- venni zittita da un lieve bacio -Anche senza questo imprevisto, è una cosa che avrei dovuto comunque fare, vhenan…- incatenai le iridi alle sue -E a tempo debito saprai quando partirò-

-E se ti chiedessi di mollare tutto, lo faresti?- domandai disperata. Un bagliore rosso si risvegliò in quel bellissimo grigio e mi sorrise dolcemente -Davvero me lo chiederesti?-

-Sì, se servisse a qualcosa, ma faresti comunque di testa tua e otterrei solo delle bugie in più- in tutta risposta sorrise. Gli posai le mani sul petto e mi staccai da lui -Non hai freddo? Vestiti- replicai con tono piatto -Con te, neanche un po’- due passi avanti e mi aveva di nuovo avvolto le braccia sui fianchi -Smettila, vai a complottare con il tuo amico- Rifiutato e deluso, sciolse lentamente l’abbraccio e si rivolse verso l’armadio aprendolo, notai un rivolo di sangue nascere dalla ferita. Senza dire nulla mi avvicinai silenziosa alle sue spalle e sfilai il coltellino che tenevo infilato nella manica. Tagliandomi il palmo. Misi la mano sulla ferita livida, a quel contatto ebbe un brivido -Vhenan!! no!!- urlò e tento di scostarsi, ma con un incantesimo lo bloccai. Percepii il mana aumentare violentemente nel tentativo di contrastarmi. Per mettere fine a quel suo fare protettivo nei miei confronti, attraverso la ferita gli negai la sua fonte di potere, con una mano afferrò l’anta del mobile per sorreggersi. Io con il braccio libero gli avvolsi la vita da dietro per sostenerlo -Vhenan...- mormorò terrorizzato. Passai in ogni vena, in ogni tessuto sostituendo il suo sangue con il mio e guarendo i danni. Spinsi all’esterno il sangue corrotto che si cristallizzò all’istante frantumandosi a contatto con il pavimento. Gli ridetti l’accesso al suo mana e richiusi la ferita e la mia. Tremavo per lo sforzo nell’aver fatto tutto così velocemente rimanendo appoggiata a lui, le forze vennero meno, non pensavo fosse così devastante, scivolai in ginocchio -Ora direi che...- venni afferrata per le spalle con forza. Era oltremodo furioso e terrorizzato -Sei impazzita!? Ti avevo pregato di non farlo!- urlò -Direi che a stupidaggini siamo pari...- sussurrai e non riuscii a restare sveglia.



-Smettila di agitarti! Sta bene e anche tu, non ti ha guarito, ma ha annientato il problema. Non avevo mai visto una cosa del genere e soprattutto ti ha fregato. È proprio la donna giusta per te, da’len-

Un ringhio -Non scherzare!-

Banal’ras ridacchiò -Vi lascio soli e calmati se non vuoi essere picchiato da quanto sei nervoso, deve riposare- non so come si era accorto che ero sveglia e udii la porta aprirsi e richiudersi. Il materasso affianco a me si mosse e il mana di Solas mi avvolse protettivo e una mano grande e calda strinse la mia. Percepii il suo respiro vicino l’orecchio -Non lo fare mai più- e mi abbracciò -Se no cosa mi fai?- lo sfidai -Ho preso le mie precauzioni, come tu starai prendendo le tue quando te ne andrai...- mi strinse contro di lui. Aprii gli occhi, invece lui teneva chiusi i suoi, osservai quei magnifici tratti del viso così particolari e tesi, non si era ancora messo una maglia -Prenderai freddo-

-Non con te- mormorò e in effetti era bollente -Come ti senti?- mi chiese

-Bene e tu?-

-Bene, ma non dovevi farlo!- un ringhio sommesso vibrò dal petto largo contro il mio seno. Sorrisi -Ti amo anche io. Ora hai ancora più tempo, purtroppo dubito di aver tolto tutti i residui...- restò per parecchio in silenzio, pensavo si fosse addormentato -Ma… la maglia beige...- lo interruppi -È a lavare-

sempre a lavare!?- domandò e si mosse fissandomi rapito

-Sempre e stai bene con tutto, a parte il tuo inseparabile zaino…-

-Ce l’hai con il mio zaino? Devo nasconderlo prima che sparisca anche lui-

Ridacchiai -Lavalo, magari acquista un aspetto meno trasandato-

questo il suo scopo- replicò orgoglioso

Lo fissai divertita -Quando dovevi fare l’eretico… mandalo a riposo quel povero zaino-

-E se lo faccio, le mie cose dove le metto?-

-Te ne regalo uno nuovo piuttosto, non mi sorprenderei di trovare macchie di sangue su quello di adesso-

Sbuffò sconsolato -Zaino nuovo?-

-Nuovo- risposi

-Va bene, ma per adesso quello vecchio rimane dov’è-

Sorrisi -Non lo tocco, ma almeno dagli una pulita, vhenan- si rimise vicino, esaurendo le distanze tra noi il più possibile -Non farlo più- disse deciso -Non prometto nulla- infatti non mi sarei tirata indietro dal ritentare. Rivolsi lo sguardo al suo fianco, non presentava più un colore violaceo, ma ora era più rosa, anche se ancora infiammato per il mio intervento. Appoggiai il palmo della mano sentendo che era rovente, bisbigliai un piccolo incantesimo per dargli sollievo. Sospirò profondamente e posò le labbra sulla pelle del mio collo -Non farlo più, se ti perdo non so cosa farmene di questo mondo…- sussurrò. Restai in silenzio -Se mi perdi, finirai quello che hai iniziato, continuando ad essere il mio Dio della Ribellione-

-Finché sarà necessario, poi la fine arriva per tutti- disse semplicemente. Stava dicendo che… -Non osare, sei meraviglioso, ci sarà sempre qualcuno che avrà bisogno di te-

-Sai perché si pratica l’uthenera? Si è stanchi di vivere e il mondo non ti dà altro per cui andare avanti. Un’eternità a cui solo tu puoi mettere fine, non sono il primo e non sarò l’ultimo-

-Mi avevi detto che gli spiriti ritornano… aspettami di nuovo- mi strinse e abbozzò un sorriso -Io… io ti aspetterei...-

-Se sopravvivo al dolore...- si alzò su un gomito e mi accarezzò il viso, prese possesso della mia bocca dolcemente insinuandosi con la lingua. Feci scivolare una mano sulla sua nuca, accarezzandogli un orecchio e rise contro le mie labbra -Sei bellissimo, lo sai?- alimentai quel suo orgoglio smisurato -Grazie, ma tu di più- rimise le labbra contro le mie e un brontolio insistente provenne dal mio stomaco. Mi bloccai -La donna giusta per me e che mi ha fregato ha speso parecchie energie, come anche il suo paziente che mangerebbe lei di baci ora-

Bussarono alla porta e senza tanti preamboli si spalancò. Cassandra venne decisa verso di noi e Solas si scostò prontamente rischiando di prendersi un pugno -La farai ammazzare! Tutto perché sei un idiota!- il mio lupo non fece in tempo a rispondere che intervenne un’altra voce -Spirito della Fede, aspetterei il consenso di entrare la prossima volta. Rischi di ritrovare la tua amica alquanto impegnata-. Lei si voltò seccata e imbarazzata verso di lui -Tu chiudi quella bocca! E smettila di seguirmi! Ho un nome!- sbottò esasperata. Banal’ras si avvicinò a lei -Le sei fedele, è nella tua natura proteggerla- le iridi d’ambra le tracciarono il viso, con fare fiero la mia amica non si tirò indietro e lui mostrò un sorriso che diede vita alla cicatrice -Uno spirito ardente…- mormorò compiaciuto, fulmineo prese le braccia alla Cercatrice, che si ritrasse per poi reagire, con qualche movimento calcolato l’elfo gliele bloccò dietro la schiena. Cassandra infuriata cercò di dimenarsi, ma arrossì violentemente alle parole che Banal’ras le stava sussurrando all’orecchio.

-Togliamo il disturbo, continuate pure- esclamò e uscirono. Poco dopo sentimmo qualche oggetto rompersi nella stanza affianco e ci guardammo perplessi. -Il tuo amico sta...- non ci credevo -La trova molto interessante, in tutti i sensi- basita rimisi l’attenzione sulla porta chiusa, udivo rumori di un litigio piuttosto acceso -Ha un modo tutto suo di corteggiare una donna… anche se devo dire che quando l’ha presa a quel modo, pensavo sarebbe stato ucciso. Vedere Cassandra avere quella reazione… cosa le avrà detto?- ero curiosa. Solas rise -Non ti preoccupare, niente di sconcio, non è il tipo. Le avrà rivoltato contro quello che lei gli ha urlato poco prima, e la Cercatrice è più dolce di quel che vuol far intendere, e lui l’ha capito- continuai ad attendere quella rivelazione e sorrise divertito -Conoscendolo sarà stato qualcosa tipo “chiuderei volentieri la mia bocca con la tua”-

-Oh… molto diretto… ma avevo capito che gli umani non gli vanno a genio-

-Infatti, ma la Cercatrice è diversa avendo uno spirito della fede. Posso assicurarti che sta facendo sul serio, visto che ora se lo può permettere- spiegò -Cosa intendi?-

-Le spie di Dirthamen sottostavano a regole ferree, venivano scelte tra le migliori Sentinelle e ricevevano un addestramento particolare. Tra le tante regole, che lo stesso Dirthamen seguiva, il coinvolgimento emotivo era vietato. Se vieni preso e torturato, non puoi avere punti deboli e essere ricattato, l’unico a cui sei fedele è il tuo dio-

-Una vita di solitudine...- conclusi

-Purtroppo sì-


Yen alla fine è riuscita a fare di testa sua! Tra tutte e due si fanno una bella concorrenza XD Solas fa i suoi piani pazzi, che chissà quando metterà in moto. Banal'ras l'ha risvegliato dalla tranquillità  in cui si stava crogiolando. E con Cassandra... bhe, non so voi, ma per adesso mi sta piacendo l'imbarazzo che la nostra spia elfica le provoca XD 

   
 
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