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Autore: astria_morningstar    28/03/2019    0 recensioni
"Chi è quella biondina in panchina?" chiese Lev a Kuroo. Il ragazzo si voltò e rimase di sasso. In panchina seduta a fasciarsi un polso c’era la sua Zeze. Non era cambiata di una virgola, era sempre bellissima. A loro si erano intanto avvicinati Bokuto e Terushima curiosi di vedere a chi si riferisse Lev
"Quella è Azrael Sawamura, noi la chiamavamo l'indovina" disse Bokuto anche lui senza parole. Lev non fu soddisfatto della risposta cosi continuò a chiedere informazioni. Anche lui intrigava quella piccoletta
" L'indovina? Sembra simile al soprannome dello spilungone rosso della Shiratorizawa, solo che lei non incute terrore come lui". Kuroo e gli altri risero. Bokuto senza staccare gli occhi dalla ragazza rispose all'amico.
"Oh no mio caro Lev, lei è anche peggio del Guess Monster".
Genere: Azione, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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“Hey Ushijima!”. Il sottoscritto si voltò verso la voce che l’aveva chiamato. Era Satori che si stava affrettando a raggiungerlo. Una volta al suo fianco gli rivolse uno dei suoi sorrisi e ripresero a camminare in silenzio. Dopo 5 minuti abbondanti erano giunti all’interno del loro solito caffè dove andavano a studiare. Si sedettero al solito tavolo e ordinarono la solita spremuta d’arancia.

“Wakatoshi credi che l’allenatore abbia fatto bene a metterci in mezzo a quel ritiro?”. Il moro lo osservò e poi con la sua solita freddezza rispose.

“Si potremmo studiare ancora più da vicino i nostri avversari”. In realtà Wakatoshi trovava ridicolo un torneo misto. Non ci sarebbero mai state ragazze così forti da riuscire a difendere ed attaccare bene quanto loro. Lui però parlava per loro. La femminile della Shiratorizawa era forte, ma la ragazza scelta per giocare con loro era semplicemente una sbruffona senza alcuna particolare abilità e che gli ronzava attorno come una mosca. Sospirò rumorosamente e iniziò ad osservare i clienti del caffè. A quelle ore c’era sempre meno gente e coloro che occupavano i tavoli erano per lo più studenti. In quel momento fu risvegliato dal rumore del campanello all’entrata del locale. Dalla porta entrò una figura femminile che attirò subito la sua attenzione. Indossava una maglia rosso fuoco e un paio di skinny neri strappati qua e là. Ai piedi aveva delle semplici scarpe da ginnastica. Poi la guardò in viso e la riconobbe subito. I capelli biondissimi tagliati all’altezza del mento, il piccolo piercing al naso e i grandi occhi chiari ora coperti da un paio di occhiali. Era lei. Era la ragazza che lo aveva minacciato al parco. Lei non l’aveva notato, aveva preso qualcosa al bancone e ora si stava sedendo ad un tavolo vicino alla vetrata. Dalla tracolla nera tirò fuori un pc e delle cuffie. Wakatoshi era rimasto letteralmente incantato dalla sua bellezza. Era vestita semplicemente e aveva solo un filo di rossetto rosso.

“Ma guarda un po’chi c’è”. Anche Tendo era rimasto affascinato da quella ragazza. Ma aveva subito come l’amico la guardasse come se fosse incantato. Era raro vedere Wakatoshi fissare una ragazza, anzi rarissimo. Per lui le priorità erano altre. La ragazza stava sorseggiando quello che doveva un caffè quando si voltò verso i due ragazzi che la osservavano. Subito li riconobbe e per poco non si strozzò. Perché mai quei due la stavano fissando come due cani che fissano il loro osso? Azrael gli rivolse un’espressione confusa e i due si voltarono dall’altra parte. Wakatoshi notò che poco dopo le scappò un piccolo sorriso. “Era veramente carina”, pensò. Azrael lasciò perdere i due ragazzi finì di sistemare i nuovi schemi di gioco e poi ripose il pc nella tracolla. Prese tutte le sue cose ed usci dal caffè. Da lontano Wkatoshi notò che aveva lasciato un quaderno sul tavolo, così spontaneamente si alzò lo afferrò e corse fuori. La vide ferma poco più avanti cercare qualcosa nella borsa.

“Cercavi forse questo?”. Azrael alzò di scatto la testa e notò il suo amato blocco da disegno. Lentamente risalì con gli occhi il braccio dello sconosciuto fino ad arrivare al suo volto. Ushijima Wakatoshi. Si prese un paio per osservarlo più attentamente. Il volto scolpito e leggermente abbronzato. I capelli biondo cenere erano leggermente scompigliati e ora da così vicino riuscì a notare il bellissimo colore dei suoi occhi. Erano un misto di marrone e giallo, sembravano due pietre d’ambra. Si rese conto che la situazione stava diventando imbarazzante così prese in fretta e furia il blocco da disegno e lo ripose nella borsa. “Grazie” disse freddamente. Wakatoshi e le fece un mezzo sorriso, poi si girò e rientrò nel caffè. Azrael rimase lì impalata. Ushijima Wakatoshi le aveva sorriso. Wow cosa rara per l’uomo di ferro, però gli donava. Velocemente scosse la testa e riprese a camminare. “Gli donava?! Scherziamo!” pensò portandosi una mano sulla fronte. Guardò l’ora sul suo orologio e si rese conto che era in ritardo. Doveva andare a casa di Tsukki per rivedere insieme gli schemi, poi sarebbero arrivati anche gli altri. Stava camminando a testa bassa quindi non notò il ragazzo che le stava venendo addosso. Infatti i due si scontrarono violentemente.

“Zio Tooru stai bene?”. Il sangue le si gelò nelle vene. Lentamente guardò il ragazzo davanti a sé. I capelli marroni sempre scompigliati erano più lunghi di prima. Gli occhi color nocciola erano nascosti dalle lenti degli occhiali da vista. Era vestito con la tuta dell’Aoba e teneva in spalla un borsone da palestra.

“Si si tranquillo sto benissimo”. Poi la guardò. Tooru nell’istante in cui si guardarono per poco non cadde a terra. La riconobbe subito anche se era cresciuta molto dall’ultima che si erano visti. I capelli ora erano corti e al naso aveva un piercing. Le solite lentiggini erano leggermente aumentate, ma rimaneva sempre lei. Azrael Sawamura. Notò però la sua espressione fredda. Non fece in tempo a dirle nulla che lei avevo già imboccato un’altra via quasi correndo. Cosa ci faceva lì? Quando era tornata? Aveva mille domande per la testa ma nessuna risposta. Quando aveva visto la sua espressione così fredda qualcosa dentro di lui si era spezzato. Quella che era la sua migliore amica, la sua prima cotta vera e proprio, ora lo guardavo con disprezzo. Quei pensieri lo avevano accompagnato tutta la notte. Notte trascorsa insonne, per lei.

Azrael arrivata da Tsukki era parecchio scossa. Prima Ushijima, poi Tooru. La giornata non le poteva andare peggio. Suonò il campanello di casa Tsukishima. Poco dopo il suo amico le aprì la porta.

“Ciao Kei” disse lei entrando e levandosi le scarpe.

“Ciao anche a te piccolo uragano. Tutto bene ti vedo un po’ scossa?”. Si guardarono un’istante e poi Azrael sputò il rospo. Mentre finivano di sistemarsi in camera del ragazzo lei gli aveva raccontato che giornata assurda aveva avuto.

“Amica mia la sfiga ti assiste sempre eh”. La bionda lo guardò malissimo e gli tirò un cuscino che Tsukki schivò prontamente. “Ehi tigre ritira gli artigli e tira fuori il computer”.

“Agli ordini capo”. Così iniziò il lungo pomeriggio di studio di schemi assurdi. Saranno state su per giù le 5 quando sentirono il campanello di casa Tsukishima suonare ripetutamente.

“Vado io” disse Kei. Lei intanto si era nuovamente persa nei suoi mille pensieri. Era così presa che quando il fratello la salutò nemmeno se ne accorse.

“AZE!”. Subito la ragazza lanciò la montagna di fogli sulle sue gambe in aria. Tutti i presenti scoppiarono in una fragorosa risata mentre lei cercava di mantenere la calma. Una volta sistemato il casino, tutta la squadra decise i vari schemi da utilizzare. Alla fine ne aveva trovati 4 che si poteva fare senza uccidere nessuno. Naturalmente lei e Kei non avevano detto nulla sul loro schema segreto, volevano fosse una sorpresa per tutti. La serata si completò con una cena a base di sushi e gelato. Lei e il fratello tornarono a casa per le 22.

“Che hai sorellina? E’ da prima che ti vedo strana”. Non poteva proprio nascondere nulla al fratello. Sospirò e iniziò a spiegare anche a lui la sua assurda mattinata. Alla fine Daichi la abbracciò come solo lui sapeva fare e lei ricambiò subito, ne aveva proprio bisogno.

“Ti prometto sorellina che qualsiasi cosa farai ti sosterrò sempre. Dopotutto è quello che fanno i fratelli”. Le rivolse un occhiolino ed entrò in casa. Azrael sorrise e si voltò a guardare la luna. Quella sera era piena e brillava nel cielo notturno, limpido e di un blu scuro bellissimo. Amava guardare la luna, la rilassava e quella sera le serviva perché sapeva che avrebbe passato la notte in bianco non solo a pensare come avrebbe affrontato il viaggio del giorno successivo ma anche a preparare quella dannata valigia.

“Speriamo di non dimenticare nulla, mia cara amica luna, ci si vede domani sera”.

   
 
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