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Autore: Thilwen    04/05/2005    12 recensioni
“Mio padre è chiuso ad Azkaban”. Questo è ciò che sussurra Draco Malfoy fra le ombre, consapevole che nulla potrà mai essere come prima, che il suo status sociale è stato rovesciato, che tutto ciò in cui ha sempre creduto non è più esule dai dubbi. Vale la pena rischiare la vita, finire in un inferno come Azkaban, per inseguire ideali che, tutto sommato, non sente propri? Tocca quindi a Draco occuparsi di se stesso e della madre, di tentare di riportare a galla la nave naufragata dall’ambizione paterna, solo e, soprattutto, consumato da una passione impossibile, fuori dalla sue mire, nata dal bisogno di amare e di essere amato.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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NOTA DELL’AUTRICE: Mi è stato fatto presente che il mio lavoro ha qualche analogia con la fanfictionHarry Potter e al Profezia dell’Unicorno” di nisi corvonero.  Io posso affermare in tutta sincerità che tutto ciò è puramente casuale, in primo luogo perché non ho mai letto la sua fanfiction, in secondo luogo perché non ne avrei avuto modo visto che gran parte del mio lavoro è stato scritto fra agosto-settembre del 2004 ed in seguito completato a gennaio, quando, a quanto ho avuto modo di vedere, nisi corvonero ha iniziato a postare i primi capitoli.

Mi dispiace che ci sia stato questo malinteso e spero che questa mia nota possa chiarire tutto. Non so quali siano le analogie fra i due lavori, ma appena avrò tempo m’impegnerò a leggere “Harry Potter e la Profezia dell’Unicorno”.

L’unica cosa dalla quale posso aver preso spunto scrivendo questa fanfiction, tralasciando i brani citati ad inizio di ogni capitolo, sono stati i testi delle canzoni del mitico Marco Masini che ho ascoltato ininterrottamente durante il mio lavoro. Approfitto di questa nota per citarlo e ringraziarlo d’esistere.

 

- - - - - - - - - -

 

Parte Quarta: Primavera

 

Capitolo XV- Il colore del contrasto.

***

Libertas, quae sera, tamen respexit interim,

candidior postquam tondendi barba cadebat;

respexit tamen et longo post tempore venit.

 

La libertà, benché tardi, si volse tuttavia a guardarmi,

dopo che radendomi la barba cadeva più bianca;

così si voltò e, dopo lungo tempo, venne.

 

(Virglilio, Bucolica I, 27- 29)

 

-È davvero troppo strano, Draco.-

Severus Piton scuote il capo da sopra di un suo stomachevole miscuglio.

Il suo studio mi sembra un ripostiglio fetido  e rivoltante. Vorrei fuggirne a gambe levate e respirare l’aria dalla bocca di Ginny.

-A cosa si riferisce professore?- chiedo stupidamente sistemandomi sulla sedia di fronte a lui.

Piton sbuffa, portandosi i capelli unticci dietro le orecchie, il naso adunco sulla pozione.

-Smettila per favore di chiamarmi professore, mi sembra una presa in giro- sbotta di malagrazia, io alzo gli occhi al cielo –Non mi hai chiamato professore per tanti anni mi spieghi perché dovresti farlo adesso che sono il tuo tutore?-

-Non ti prendevo in giro, Severus- gli rifilo senza troppi complimenti la mezza bugia –visto che adesso sei mio professore credevo che per par condicio-

-Ora non siamo in classe!- puntualizza con una nota isterica.

-La par condicio non deve essere necessariamente limitata all’ambiente scolastico…- inizio, ma la sua voce m’interrompe scocciata.

-Dì un po’, non è che stai iniziando a frequentare un po’ troppo Zabini?-

Rido amaramente –Lui non si limiterebbe a queste profane provocazioni, inizierebbe con qualche tirata filosofica del tipo…-

-Le conosco, grazie- mi blocca con un cenno fermo della mano. Più volte è capitato che Blaise finisse richiamato nell’ufficio di Piton, per una svariata gamma di motivi, e di solito chi ne è uscito peggio è stato il professore – La discussione qui è un’altra. Tuo padre è evaso da quasi tre mesi…-

-… e non c’è traccia di lui- concludo con uno sbuffo esausto –Meglio così, no?- gli chiedo.

Piton tiene gli occhi scuri sulla pozione, stringe le labbra rimescolandola vigorosamente.

-Non necessariamente, Draco- la sua voce giunge lenta, pensierosa –non necessariamente. Temo stia organizzando qualcosa di complesso, qualcosa d’improvviso, qualcosa di…- si blocca, scuote la testa –Non lo so. Non credo abbia desistito dal portarti sui suoi passi. Sei il suo unico figlio, il suo unico orgoglio, il suo unico erede. Ciò che desidera di più al mondo è averti al suo fianco.-

Annuisco in silenzio, il mio entusiasmo smorzato. Finalmente le cose iniziano ad andare bene, addirittura da qualche settimana Pansy ha capito che è meglio se pensa a qualcun altro,  e Piton deve oscurarmi il cuore con i suoi tenebrosi presentimenti?

-Magari è scappato.- dico dopo un breve silenzio. I suoi occhi bui si alzano una prima volta sul mio volto con una smorfia interrogativa –Sì, insomma, in effetti è sempre stato un… voltagabbana.- deglutisco dopo l’ultima pesante affermazione –L’aver provato Azkaban non deve essergli per nulla piaciuto.  Può essere andato via, lontano, per non essere più ritrovato e vivere alla giornata ed in pace per il resto della sua vita.-

Vedo Piton sbiancare ed alzarsi dalla sedia con le labbra dischiuse dallo stupore –Quanti anni hai Draco?- mi domanda scioccato.

Io mi porto una mano alle labbra consapevole delle stupidaggini dell’ultimo minuto –Diciassette e due mesi- rispondo con voce incrinata.

-Ed allora mi spieghi cosa sono questi discorsi da bambino di sei anni, per di più imbevuti d’ottimismo gratuito?- si risiede, tentando di riprendere il controllo dei suoi nervi. –Ti spiego alcune cose che forse di sono sfuggite. Numero uno, se tuo padre è uscito da Azkaban è perché l’Oscuro Signore l’ha voluto fuori. Numero Due, tuo padre non è il tipo da fare la vita da fuggitivo. Numero tre- si blocca, si preme il braccio dove il marchio nero tormenta il suo presente – una volta che sei penetrato fra le sue cerchie non potrai mai, mai Draco, uscirne fuori. Da solo, fuggitivo, ricercato.-

Annuisco in silenzio sentendomi vagamente in colpa.

-Non c’è stato nulla di strano ultimamente?- chiede freddamente.

-No, nulla. Tutto come sempre. Né  messaggi, né strani avvenimenti. Nulla - dico con un sospiro.

Piton riprende a mescolare la pozione restando ingarbugliato nella matassa dei suoi pensieri.

-Posso andare?- domando a mezza voce.

Annuisce e mi fa un cenno di saluto. Io non me lo faccio ripetere due volte e repentinamente mi dirigo verso la porta.

Poggio appena la mano sulla maniglia che sento la sua voce stanca –Draco?-

Mi volto. I pozzi bui dei suoi occhi sono fermi su di me e m’indagano dentro come a volermi spogliare.

-Si può sapere che stai combinando con Ginny Weasley?-

Boccheggio come se fossi in apnea –Ginny Weasley? Che potrei combinare con Ginny Weasley?- dico non riuscendo a tenere la voce ferma.

Lui aggrotta le sopracciglia e mi fa cenno d’uscire.

Proprio fuori dalla porta ho l’impressione d’aver visto un’ombra di sorriso sulle sue labbra.

.

 -Sei una stupida- mormoro assaggiando quella sua pelle lentigginosa.

Sorride –Cos’è questa storia?-

La mia mano le accarezza i seni –Solo una stupida può andare contro tutti e tutto pur di stare con me…-

Lo dico senza crederci veramente, un po’ per scherzo, un po’ per l’ennesimo riflusso di coscienza.

-Allora mi stai dando della stupida perché ti amo?- mi morde le labbra dolcemente.

-Sei sveglia Weasley, non si direbbe a vederti- scosto l’oro rosso dei suoi ciuffi da quegl’occhi di cielo –Adesso non fare troppo storie e dammi un bacio.-

Ci baciamo, ancora una volta, sotto le fronde del nostro albero, lievemente riscaldati da quel sole timido oltre i veli di nuvole.

Restiamo abbracciati accarezzandoci e guardando il nulla, perdendoci nel vuoto delle nostre esistenze troppo piene di noi. Potrei restare così per sempre, disperdendomi in quest’infinto senza gravità, scivolando  oltre me dentro la donna che amo.

Eppure questo piccolo angolo di paradiso non ci appartiene, l’abbiamo rubato a quel dio al quale non ho mai creduto, quel dio che tutti ritengono buono, ma che non ci darà la grazia di mantenerlo.

Ce lo porterà via, puntandoci contro il dito ed aspettandosi che chineremo il capo davanti alla sua onnipotenza.

Ginny non può essere mia. Anche se adesso c’illudiamo di appartenerci per sempre qualcuno, o qualcosa, verrà a strapparci via l’uno dall’altra. Lei non è fatta per me, non è nata per essere mia.

Finirà per sposarsi con un uomo che la rispetta  (e da quando il rispetto e l’amore sono sinonimi?), un uomo corretto, onesto, privo di guai. Sua madre le intreccerà fra le fiamme dei capelli una ghirlanda di fiori, sorridendo, e la donerà  al suo campione. E la mia Ginny finirà per scivolare fra lenzuola troppo fredde, in un orgasmo senza amore, come quelli che troppe volte ho provato. Le si svilupperanno dei bei fianchi  a furia di fare l’amore con foga per dimenticarsi del buio. Farà tanti figli ingrassandosi come la madre, vedendoli crescere e fuggire dal suo nido.

Forse, in quel momento, sola davanti ad una finestra imbiancata di neve,  spazzolando i suoi capelli non più infuocati, forse mi penserà, di nuovo. E magari sorriderà.

-A cosa pensi?- la sua bocca mi bacia il mento. Trattengo un brivido al pensiero di quella bocca su di un’altra pelle.

-A niente- la stringo forte, inalando il suo profumo.

La bacio la fronte, gli occhi, le labbra –Ho solo paura che tutto questo possa finire, che ti portino via da me…-

Incrocia le sue dita con le mie, mi bacia il collo –Mi hai rubato l’anima. Non possono strapparmi da te.-

La bacio con passione incontenibile, le mani impigliate fra i suoi capelli, la mente impegnata a correre via –Troviamoci un aula  vuota, il ripostiglio delle scope….qualunque cosa, Ginny- la ansimo a fior di labbra.

Lei ride divertita –Ripostiglio delle scope? Certo che tu sai come conquistare una ragazza…- mi sgancia i pantaloni con le sue dita tremanti –Imboscati qui, tanto, non ci vede nessuno….-

 Le mangio la bocca di baci incastrandola sotto il mio peso e finendo sotto la sua gonna con carezze audaci.

Ci amiamo, mentre il sole vergognoso  nasconde i suoi raggi dietro i monti ed il cielo stinge l’azzurro nel rosso.

Ansimiamo sui nostri corpi semi-svestiti, respirando attraverso i nostri baci, scambiandoci i sensi, sussurrando promesse fra le labbra, perdendoci negli specchi dei nostri occhi.

Raggiungiamo l’Empireo volteggiando come idee, evanescenti ed imperiture, inafferrabili ed inarrestabili, vibranti e violente.

Ci ritroviamo in un abbraccio appiccicaticcio, gli occhi vacui, le anime soddisfatte, i corpi stremati.

-Devo andare via, prima che Ron noti la mia assenza- le bacio la mandibola senza sciogliere il mio abbraccio ferreo.

-Posso uccidere tuo fratello?- le domando in un mormorio.

-No, poi finisci ad Azkaban- il suo dolce cinismo mi solletica.

-Posso sempre evadere- dico con cruda ironia. Resto qualche secondo in silenzio. –Certo che tuo fratello ti verrebbe a cercare anche dentro le mie mutande- le faccio notare. Poi scoppio a ridere - Sai cosa  mi ha detto durante pozioni l’altro giorno? - Mi tiro su ed imito la sua voce –“Malfoy, avvicinati a  mia sorella che, ti giuro, farò in modo che tu diventi incapace di popolare il mondo con i tuo bastardi”.-

Scoppiamo a ridere entrambi, ormai il suono delle nostre risate unite è musica quotidiana.

 La bacio dolcemente, accarezzando le sue rotondità, poi mi fermo appoggiando il capo sul suo seno.

-Come batte in fretta il tuo cuore- le dico con un sorriso.

-Il cuore batte troppo in fretta per tutti. Ti ritrovi vecchia senza accorgertene- la sua voce e lontana, triste.

-Iniezioni d’ottimismo-  commento sarcastico.

Riprendiamo a baciarci mentre le ombre avviluppano il modo, mentre il nulla si confonde col tutto, mentre non riconosco il suo odore dal mio, il suo sapore da me.

Sentiamo dei passi e delle voci ben note. Mi stacco con un brontolio ed un sospiro.

-Ti mando una cartolina da Azkaban- le sussurro trattenendo una risata alla sua espressione sgomenta.

-Non posso crederci- contiene a stento l’ira –mi sono venuti a cercare, come se fossi incapace di badare a me stessa! -

Ci alziamo sistemandoci alla buona i vestiti.

Usciamo dal nostro nascondiglio mentre il trio è a pochi metri da noi.

Ci gettano tre espressioni diverse che io catalogherei come: stupita, irata, scioccata. Altresì Granger, Potter, Weasley.

-Ginny….che ci fai con lui?- borbotta il fratello indicandomi come se fossi un animale raro.

-Scommetto che aspettavi di trovarmi con lui, Ron, altrimenti non saresti venuto a cercarmi- gli ringhia contro con freddezza.

-Ginny…- la Granger tenta di farsi venire qualcosa da dire, ma poi tace.

-Mando una lettera alla mamma- Weasley si avvicina di qualche passo con voce isterica –stanne certa che la metterò al corrente del tuo comportamento…-

-Stai facendo un grosso sbaglio- la mezzosangue parla a voce bassa, come se volesse far ragionare un bambino capriccioso –Lui è….beh, lui è Malfoy…-

-So benissimo chi è!- irrompe lei – Siete voi che non lo sapete.-

Cerca la mia mano con la sua, l’afferra intrecciandola alla mia.

L’unico a stare in silenzio è Potter. Guarda fisso me, gli occhi verdi annebbiati di rabbia, stretti a fessura dietro le lenti tonde.

-Fossi in voi due- prendo parola io, con la mia voce strascicata trasudante d’ironia- mi preoccuperei dei vostri problemi, non di quelli altrui. Ginny è abbastanza grande  per scegliere da sola il suo ragazzo. E comunque deve piacere a lei, non a te, Weasley.-

L’abbraccio da dietro e la sua rabbia si scioglie sul mio corpo, affondo al testa sul suo collo e guardo il trio attraverso la tenda rossa dei suoi capelli.

No, non guardo il trio, guardo Potter, nascondendo il ghigno vittorioso sul mio volto, godendomi della sua espressione ferita e crucciata.

Io ho vinto. Ginevra Weasley è mia, solo mia. Lui non avrà mai un centimetro della sua pelle, un suo respiro,  un suo tocco.

-Non finisce qui- Weasley si rivolge ad entrambi, con gli occhi sbarrati e l’espressione da ebete trascinandosi una scandalizzata Granger. Si  sciocca troppo facilmente quella ragazza, prima o poi dovrò farle conoscere Blaise, tra loro potrebbe nascere un certo feeling…

Potter li segue in silenzio, senza gettarci un ulteriore sguardo. Ha capito anche lui che la sua sconfitta è irrevocabile, senza rivincita.

 Sa perdere quel ragazzo.

Ma forse questa è l’unica qualità dei perdenti.

Li osserviamo con un sorriso soddisfatto andare via.

Ci stacchiamo, ci guardiamo in faccia. Scoppiamo a ridere.

-Hai visto che faccia ha fatto tuo fratello “Ma non finisce qui!”-  le dico fra le risate.

- Ed Hermione, gli occhi fuori dalle orbite! Se sapesse…- scuote la testa.

-Se un giorno dovessi raccontarle i retroscena della nostra storia non esitare ad invitarmi. Non vorrei mai perdermi quella sua faccia scioccata!-

Restiamo per un po’ a fare battute, fino a quando non sentiamo il freddo della notte premerci addosso.

-Dobbiamo tornare al castello, Draco- mi fa notare lei –è tardi.-

Annuisco, osservando Hogwarts illuminata da mille luci. –Tu va avanti, il mondo non è ancora pronto per vedere una Weasley ed un Malfoy camminare mano nella mano…-

Mi dà un bacio e fugge via, rincorrendo la sua ombra ed i suoi sogni, assaporando quel lieve aroma di gioia posatole sulle labbra.

Io resto a guardarla, fino a quando non sparisce oltre la porta d’entrata del castello.

Poi scuoto la testa, muovendo un passo per incamminarmi.

Ma un fruscio alle mie spalle mi fa bloccare il gesto ed un respiro.

Mi volto con circospezione ed il cuore in gola.

Una sagoma nera è apparsa fra gli alberi. È un uomo alto dal lungo mantello scuro ed un cappuccio abbassato sugli occhi.

Getto qualche passo indietro, vedendolo avanzare sul mio cammino quietamente.

Il mio cuore batte furiosamente fino a rompermi la gabbia toracica, la paura annebbia i miei pensieri, la confusione violenta la mia anima.

L’uomo si cala il cappuccio alle spalle. Anche al buio vedo i lunghi fili biondissimi dei suoi capelli spiccare e gli occhi grigi baluginare.

-Una Weasley- la sua voce è melliflua, allusiva, lontanamente vicina – che pessimi gusti figliuolo.-

Vorrei fuggire, ma non riesco a muove un passo. Qualcosa che non è la paura mi tiene bloccato al mio posto.

Scuote il capo –Mi deludi, Draco.-

Vedo la sua bacchetta abbagliarmi.

Mi sento scivolare a terra come un peso morto.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

 

Chiedo umilmente perdono ai gentilissimi lettori. So bene che avevo promesso questo capitolo una settimana fa, ma per una serie di motivi che non sto a spiegare ne sono stata impedita. Chiedo venia, prometto che non succederà mai più, anche perché devo postare solo altri due capitoli…

Allora, si rivede un vecchio e caro amico? Per tutti quelli che si chiedevano che fine avesse fatto… come sempre spunta sul più bello! Allora, che succederà nel prossimo ed ultimo capitolo? Cosa vorrà mai Lucius? Come reagirà Draco? Chi vincerà questo faccia afaccia? E, soprattutto, ci sarà un lieto fine? OK, basta, mi sono dilungata troppo con le scemenze!

Ci vediamo fra qualche giorno, voi nel frattempo, recensite!

 

Mi scuso con tutti coloro che si aspettano una mia recensione, non ho potuto leggere nulla nell’ultimo periodo. Mi rifarò appena avrò un po’ di tempo e lascerò tutti i commenti arretrati, promesso!

 

Ed adesso le risposte alle ultime recensioni (premessa: non le ho rilette, se vedete scritta qualche idiozia fate finta di nulla, per favore!)

 

Gioia: La scorsa volta non avevo visto il tuo commento… ho fatto penitenza, mi sono chiusa le mani nel forno e le orecchie nel frigo (OK, lo ammetto, ho esagerato, non è vero). Sono tornata da Praga, non preoccuparti, anche tutta intera (più o meno, credo d’aver lasciato un po’ di senno sull’aereo!), questa gita è stata bella, spossante e…. beh, te lo scrivo appena posso via e-mail, d’accordo? Scusa se non mi sono fatta sentire, sono un po’ nei casini! Ti voglio bene, grazie!

 

Tink: Poesia pura… non esagerare! Scrivendo questa ff il mio più grande timore era che il mio stile narrativo potesse annoiare qualcuno, a quanto pare è stato questo a sedurre di più i lettori e per me è la cosa più importante. Quanto a Lucius… vedremo nel prossimo capitolo, che dici? Grazie, grazie mille per il tuo commento!

 

Iago: L’amore frega tutti, non solo Draco. Ci facciamo grandi costruzioni su come deve essere la persona d’amare, designando le caratteristiche che deve avere e quello che non possiamo accettare; alla fin fine c’innamoriamo di persone completamente diverse. Grazie  mille per il commento, credo che anche tu e vega abbiate postato un nuovo capitolo, prometto di andarlo a cercare il più in fretta possibile e commentarlo, mi spiace di non averlo ancora fatto! Grazie

 

Kyomi89:  Cosa succederà di preciso si scoprirà nel prossimo capitolo, ma come puoi aver capito il vecchio Lucius non approva pienamente il comportamento del figlio… d’altronde, non credo ci fosse qualcuno che  s’aspettava che arrivasse con un mazzo di fiori pronto a pianificare le nozze! Grazie mille!

 

sisschi: Grazie per i complimenti, sono felice di essere stata capace di dare emozioni forti. Fin dall’inizio mi ero ripromessa di fare dire a Draco Ti Amo, ma con un tramonto come sfondo ed il canto di putti dorati mi sembrava troppo OOC, così come una dichiarazione preparata… doveva essere romantica, dolce, eppure da Draco Malfoy…così è spuntata! Grazie per la recensione!

 

Byakko: Sono felice ti sia piaciuta, il calare del  tuo abbraccio è arrivato attraverso le recensioni! Sì, era da qualche capitolo che si attendeva quest’evento… è stato una faticaccia scriverlo! Grazie!

 

Patty: Ho preferito descrivere sensazioni piuttosto che azioni, o dovrei dire le sensazioni dietro le azioni? Sì, di solito queste scene sono descritte in maniera diversa, ma io sono fatta così! Per assurdo direi che questo capitolo somiglia al X (il capitolo della morte di Narcissa). Si parla di emozioni, di ciò che sfugge ad ogni interpretazioni. Grazie per il commento!

 

Yeran: Ogni riferimento alla poesia mi manda in giubilo! Grazie! Sono raggiante al pensiero di quanto vi sia piaciuto questo capitolo, quello che mi scrivete nelle recensioni è per me importantissimo, mi aiuta ad accrescere la mia (bassa) autostima ed a rendermi sicura di me! Grazie, davvero, grazie!

 

Lollo: Grazie, lollo, come sempre la tua recensione arriva puntuale! Grazie davvero!

 

Florinda: Meglio tardi che mai, no? Grazie per il commento!

 

Manuel Lanhart: Leggendo le prime righe della tua recensione mi era passato per testa che potevi anche essere tu… e non mi sono sbagliata. Ho avuto diversi problemi nelle ultime settimane e spero di riuscire a rispondere alla tua e-mail fra breve… anche se al pensiero delle decine d’interrogazioni che mi attendono mi sale un groppo alla gola… se ne esco viva mi farò sentire! Grazie per aver lasciato un commento anche qui, sono felice che tu abbia inviato i tuoi lavori anche su ff dove spero vengano recensiti come meritano! Appena posso passo a farti un salutino! Leggi gli altri miei lavori e lascia un commento, mi farebbe estremamente piacere!Grazie tantissimo!

 

  
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