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Autore: Neko    21/07/2009    4 recensioni
Voglio raccontarvi una storia. La mia e quella di una persona a me cara. voglio parlarvi delle ingiustizie che i capi di un villaggio commettono su esseri senza difese. della lotta di una persona che per 15 anni non ha conosciuto altro che dolore e che era all'oscuro di cosa volesse dire vivere una vita normale. Voglio dirvi come è riuscito, con grande capacità, a lasciarsi il passato alle spalle e a diventare la persona che ora è apprezzata da tutta Konoha
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 14: come un uccello in gabbia.

 

“Sakura Haruno, sarai rinchiusa nelle prigioni di Konoha!”

Quelle parole mi paralizzarono.

Su tutte le punizioni che credevo avessero potuto darmi, non avrei mai pensato a niente del genere.

È vero che chi mette a rischio la sicurezza di Konoha finisce in prigione, ma io non ne avevo nessuna intenzione…volevo solo aiutare un amico.

A niente valsero i miei tentativi di spiegazione.

Dalla mia bocca non usciva niente di sensato, dato l’agitazione che mi si era creata addosso.

Tsunade cercò di impedire che avvenisse la mia reclusione, ma hokage o no…era messa alle strette se gli anziani decidevano una cosa.

Mi vidi circondare da tre ambu.

Mi immobilizzai in quell’istante. Mi stavano trattando come una criminale.

A momenti non riuscivo nemmeno a capire dove mi trovavo, il perché e nemmeno chi fossi talmente, il mio cervello stava andando in tilt.

Poteva davvero capitarmi tutto ciò?

A quanto pare si, ma di cosa mi sorprendevo poi? Avevano imprigionato un bimbo di un solo anno, sai quanto poteva importare loro, se a finire in quel luogo orribile era una ragazza come me.

“conducete questa ragazza nelle prigioni ed evitate che qualcuno la possa venire a salvare!” ordinò nuovamente l’anziana che mi aveva condannata.

Mi sentii spingere verso l’uscita dell’ufficio. Non furono per niente delicati, per loro ero solo una che meritava di marcire in quel luogo.

“Non c’è bisogno che la trattiate così, vi seguirà senza fare troppe storie!” cercò di difendermi Tsunade, ma a poco servì. Quegli ambu continuavano a spingermi, come se fossi un cane o avessero fretta di rinchiudermi per andare a fare chissà che cosa.

Lentamente vidi l’edificio imponente diventare sempre più grande, fin quando fui costretta ad alzare la testa per riuscire a scorgere la fine della  costruzione.

Mi domandavano dove mi avrebbero messa, se nei sotterranei o in una cella abbastanza in alto da poter vedere ancora il sole.

Avevo paura di non poter più vedere quel disco che rallegrava le nostre giornate.

Non sapevo per quanto sarei rimasta li dentro.

Avrei anche potuto finire i miei giorni in quella cella squallida.

“Finalmente” arrivammo a destinazione. Le porte della mia prigione si aprirono, per essere rinchiuse subito dopo alle mie spalle.

Mi guardai in giro. Era leggermente più decente rispetto alla cella in cui Naruto aveva vissuto per anni. Almeno c’era un letto dove dormire…anche se è meglio sorvolare sulle condizioni in cui era, e c’era anche un piccolo gabinetto. Qui la privacy non si sapeva proprio cos’era, dato che uno doveva andare in bagno sotto gli occhi di tutti.

Mi veniva da piangere, ma trattenni le lacrime. Non volevo dare soddisfazione a nessuno.

Feci l’unica cosa che mi era possibile, mi andai a sedere sul letto, nell’unico angolino dove arrivava un po’ di sole, in attesa di qualcosa che mi avrebbe tirato fuori di li.

Sempre se qualcosa sarebbe arrivato.

La sera arrivò e con lei anche il buio.  La cella era a malapena illuminata dalle fiaccole sparse nella prigione.

Avevo paura.

Lo so, non si addiceva a una kunoichi come me, ma era così e non mi vergogno nel dirlo.

I ninja devono essere in grado di nascondere i propri sentimenti.

Al diavolo quella stupida legge, anche i ninja sono esseri umani, non delle macchine fredde che non sanno cosa vuol dire avere emozioni.

Se ninja significava essere quello, allora la prima cosa che avrei fatto una volta uscita da quel buco…sarebbe stato riconsegnare il mio copri fronte.

Mi venne portata la cena, ma non la toccai nemmeno. Non perché l’aspetto era orribile, ma perché in quel momento il mio stomaco era chiuso come…come…insomma non avevo fame e la notte non fu tanto diversa. Non chiusi occhio, rendendo così la mia situazione più orribile di quella che era.

Come aveva fatto Naruto a viverci per 15 anni? Io dopo nemmeno un giorno ero esasperata.

Passai la mia più brutta settimana di vita li dentro.

Tsunade e Kakashi, gli unici a sapere cosa mi era accaduto, vennero a trovarmi per infondermi un po’ di coraggio. Mi portarono anche delle cose, per rendere il mio soggiorno meno mostruoso, come una coperta per il freddo, dei libri da leggere e qualcosa di decente da mangiare. La mia disperazione era tanta, da arrivare a leggere i tanto amati libri di Kakashi.

Non vi sto nemmeno ad accennare cosa ci sia scritto l’ha dentro.

Tsunade mi avvertì di aver detto ai miei genitori, che mi aveva affidato urgentemente una missione, per la quale non ero riuscita ad avvertirli, ma quanto poteva reggere quella scusa? Non mi era mai stata affidata una missione tanto lunga prima d’ora.

Inoltre mi informò che non era ancora riuscita a convincere gli anziani a farmi alleviare la pena.

Non volevano sentire ragioni. Io ero nel posto che meritavo.

Nonostante quello mi promise che avrebbe continuato a lottare.

Chiesi anche di Naruto e loro mi dissero che stava bene, ma che non gli avevano detto la verità, per non agitarlo. Per il momento passava del tempo con i miei amici e qualche volta stava con Jiraya, il quale aveva insistito per conoscerlo un po’.

 

Esattamente la notte dell’ottavo giorno della mia permanenza in prigione, mi sentii chiamare.

“Sakura, Sakura!”

Ero girata sul mio letto con la faccia rivolta verso il muro e non udii subito il mio nome.

“Sakura!”

Mi voltai per vedere chi c’era.

Non c’era molta luce e per quel motivo non riconobbi subito la persona che era giunta fino a lì, ma la sua siloutte era riconoscibile anche ad occhi chiusi.

Solo una persona aveva quei capelli ribelli.

Naruto, cosa ci fai qui!”

“libero te!” mi disse.

Sussultai.

Tsunade mi aveva detto di non aver detto lui niente. Come sapeva che mi trovavo li?

Tsunade e Kakashi detto me che tu via per missione! Io creduto prima, poi capito bugia!” mi disse

“con occhi di Kyuubi letto loro chakra. loro detto me no vero!”

“E hai letto che io mi trovavo qui?”

Naruto scosse la testa.

“ho cercato! Io sento tuo odore e seguito fino qui. Come fanno cani!”

Mi sorpresi. Possibile che grazie alla volpe a nove code, avesse un olfatto più sviluppato di un essere umano normale?  Ovviamente si e in quel momento fui contentissima di quella sua abilità.

D’un tratto vidi i suoi occhi diventare rossi.

Mi spaventai, non capivo il motivo di quella apparizione.

“Tu triste qui! Io libero te!”

Lo vidi infilare un dito nella serratura della porta e aprirla agilmente con un artiglio.

Naruto, come sai fare queste cose?” gli chiesi sorpresa.

Kyuubi dice me. cosa non buona liberare prigioniero…lui contento che io faccia male e lui aiuta me!”

Le sorprese quella sera non sembravano voler finire e anche se non dovevo essere grata per una cosa del genere, perché come aveva detto Naruto certe cose non si fanno, in quel momento avrei baciato la volpe.

Naruto, se gli ambu ci vedono, rinchiuderanno anche te!”

“Messo a nanna tutti nemici! Cattivo, ma…ehm...”

…Necessario per aiutarmi! Ma come hai...aspetta, Kyuubi!”

Naruto mi sorrise e prendendomi per mano mi condusse fuori dalla prigione e ci andammo a nascondere nella foresta che circondava la struttura.

Ansimavo per la corsa.

Ero finalmente libera, ma per quanto? Una volta scoperto che ero fuggita, mi avrebbero cercata, catturata e poi buttato la chiave della mia cella per sempre.

“Ora torni a casa?” mi chiese ingenuamente Naruto.

I-io vorrei,ma…se mi trovano…” cominciai col dire, ma una voce ci sorprese alle spalle.

Naruto non sembrò spaventarsi, come se si fosse accorto della presenza di qualcuno già da un po’.

Mi chiesi come mai non mi aveva detto niente, ma quando scoprii chi era, capì che non l’aveva fatto perché non considerava l’uomo una minaccia.

“Eccoti dov’eri Naruto! Sai che non dovevi farlo?” disse l’uomo seriamente.

Jiraya! Io no sbagliato, lei buona. no posto giusto per lei quello!” disse Naruto in mia difesa.

“Sono pienamente d’accordo con te, ma se si venisse a sapere del tuo gesto, bhe non so cosa ti farebbero” disse l’uomo.

“prigione anche io. no importa. Va bene prigione per me, ma Sakura no! io no vedere lei soffrire!” disse Naruto facendomi commuovere. Non potei fare a meno di abbracciarlo e scoppiare a piangere.

Naruto non capì il perché del mio atteggiamento e mi guardò confuso.

“Detto qualcosa di male?”

Scossi la testa “No, no…assolutamente, ma vedi…io non posso permettere che tu finisca in prigione per causa mia. Io devo starci per qualche tempo, tu invece…probabilmente non ti farebbero più uscire!” dissi alzandomi e allontanandomi un po’ e andando ad “ammirare” la prigione.

“è giusto che io ritorni li e non ti crei altri problemi, Naruto!”

Gli dissi sorridendo leggermente. Lui mi guardò con uno sguardo triste.

“ci rivedremo presto, te lo prometto!” dissi avviandomi e senza voltarmi indietro. Non volevo vedere il suo sguardo.

Non potei fare molti passi che mi sentii chiamare nuovamente.

“Ehi ragazzina!” mi disse Jiraya

Mi voltai a guardare il sennin stupita.

“Sakura, giusto? Dimmi vuoi davvero tornare li dentro?”

Sgranai gli occhi, mi sembrava una domanda talmente stupida.

“Io devo partire per un viaggio che durerà qualche annetto, volevo portarci Naruto, dato che ho sentito che gli anziani non sono molto d’accordo a lasciarlo a piede libero…non so mi chiedevo se…poteva interessarti e venire con noi!”

D-d’avvero?” dissi incredula a quella proposta.

“Si,il tempo necessario per far sbollire la situazione qui, che ne dici?” mi chiese

“Ma l’hokage…e-e i miei genitori?”

“Tu vai a casa e racconta tutta la verità ai tuoi, se poi hai dei problemi, verrò a parlarci io, nel frattempo andrò a fare qualche chiacchiera con Tsunade, sperando che sia tanto ubriaca per dirmi di si!”

 

Non mi lasciai sfuggire l’occasione. Avevo la possibilità di non tornare più in prigione, di stare con  Naruto e di girare il mondo e apprendere un sacco di cose nuove…cosa chiedere di più?

Andai a casa e anche se con fatica, spiegai l’intera situazione a mia madre e mio padre.

La prima scoppiò a piangere al solo pensiero di non rivedermi per anni, mentre il secondo cercava soluzioni alternative per farmi uscire da quel casino.

Non si arrivò a capo di niente, ma continuava a rifiutarsi di volermi lasciare andare.

Per fortuna l’intervento di Jiraya fece si, che mio padre si arrese e augurandomi buona fortuna mi diede il consenso di partire.

Alla fine l’unico vero problema era stata Tsunade.

Non che lei volesse lasciarmi a marcire in galera, ma se scappavo da Konoha sarei potuta essere considerata una munkerin, anche se la mia testa non aveva la minima idea di tradire il villaggio.

Dopo aver menato per un po’ Jiraya, per la sua assurda idea, anche la donna non mi ostacolò e disse che si sarebbe occupata lei di risolvere la situazione, li a Konoha, già abbastanza compromessa.

 

  
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