Giugno 1789

Mia madre  piange, che mio fratello, Luigi Giuseppe,è diventato un angelo.


Adesso sono io il delfino.



Parlano degli Stati generali...il corteo era pieno di cavalli e colori.
Una specie di fiume, non di acque ma di persone.
che fare?

1791, manco a scappare siamo stati buoni, la prigionia incalza, gli assalti della folla, incubi e prigionia, mio padre morto, sulla ghigliottina, io, suo erede sono cenci e polvere.
 

Mi hanno portato via una notte di luglio.


 Era l’autunno del 1793 quando ho firmato delle carte,
quando mi hanno interrogato.


I giorni passano e i tamburi rullano.
A ottobre hanno ucciso la donna Capeto.
L'austriaca.
Un tempo Maria Antonietta di Francia.
Mia Madre. 



Alle volte mi portano a passeggiare sul tetto della torre del Tempio.
Vedo i tetti di Parigi.
Il profumo di tigli e dell'estate giunge fino  qui. 


I tamburi rullano.
Dicono che ora vi è la Repubblica.
Ma prima sarei stato Re.

Stracci e percosse e vino.
Il 27 marzo 1795 ho compiuto dieci anni.
Ho fissato i tetti di Parigi.
 

Conto i passi e sogno la liberazione.

Bianchi cavalli e prati e giardini superbi con rose e giacinti.
Sotto il segno del drago

Parlano di scrofola.
Febbre e negligenza senza rimedio.
Così sia..



Antichi frammenti di sapere e mitologia e latino bussano alle porte della memoria, come la febbre devasta alta il mio corpo..
Sono immobile..
Da fuori il profumo delle rose.

Un tempo ero chiamato duca di Normandia.
Il secondo figlio di Luigi XVI.
Poi il delfino.
E poi RE quando mio Padre è volato in Cielo.
Mia madre in segreto mi chiamava il suo piccolo re.
Sorrido.
Ho fatto solo finta di dimenticare.
LA MIA ULTIMA DIFESA NEL LUNGO ASSEDIO.

È il sette giugno 1795.
Starò bene e guarderò dai tetti..
non ho dimenticato.. io sono un RE
E sarò libero.

 


Louis-Charles morì nel mese di giugno 1795, il giorno otto, di scrofolosi, in base all’esame autoptico condotto dal Dottor Pelletan, che ne asportò il cuore.
Il medico rimase allibito per tutte le cicatrici che aveva il ragazzo.



Alla notizia della sua morte, lo zio paterno, il conte di Provenza, si proclamò re con il nome di Luigi XVIII.
Fiorì la leggenda che fosse sopravvissuto e vi furono molti falsi  Delfini.
 
Il cuore asportato subì molte peripezie e smarrimenti, fu finalmente posto in un’urna di cristallo a Saint Denis, la Basilica ove riposano i RE Borbone, chiesa ove furono traslati nel 1815 i resti  mortali di Luigi XVI e Maria Antonietta.


 Solo in anni recenti, con l’analisi del DNA mitocondrico, che si trasmette in linea materna, eseguito in due diversi laboratori si appurò che il cuore era di Luigi Carlo.



L’8 giugno 2004 i realisti francesi hanno organizzato la cerimonia funebre del cuore, vicino ai resti dei genitori del piccolo Re.