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Autore: Riku_Lucis_Caelum    30/03/2019    1 recensioni
E se ci fosse qualcosa che abbiamo dimenticato?
O meglio, "qualcuno"...
Questa è la storia di una principessa di un regno caduto.
Spero possiate apprezzare questa storia e il personaggio che sono andata a creare, gli intrecci e le sue relazioni. ^^
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Era ancora a Lestallum, non voleva lasciare quel posto ne aveva la forza di farlo. Suo padre era morto e se non lo avesse visto andare via con i suoi occhi, con le notizie che giravano, avrebbe pensato che anche la notizia sul decesso del fratello potesse essere vera.
Erano passati almeno un paio di giorni e iniziava ad annoiarsi di stare in stanza e poi ormai era sera e c’era parecchia vita per strada.
Dal balcone vedeva le strade piene di gente e in mezzo a quella folla notò loro quattro. Di uscire non se ne parlava, anzi, doveva andare via prima di farsi nuovamente male.
Il braccio iniziava a pizzicare, era il segnale che erano troppo vicini.
Si vestì in fretta e furia e mise tutto in uno zaino poi, scese dalle scale di servizio facendo il percorso più lungo per aggirarli, ma fu inutile.
La guardia reale la vide, un'ombra nera correre via e le sembrava la stessa ragazza che avevano visto il giorno della partenza.
- Torno subito…- disse lui mentre si dirigeva a passo svelto all’inseguimento della giovane donna.
Quando giunse nella piazza era immerso nel caos più totale, c’era così tanta gente e così tante ragazze ma lei era diversa da tutte quelle che erano là.
Quella ragazza era diversa.
Fu quando gli balenò in testa quel pensiero che la vide. Lo stava guardando a qualche metro di distanza. Aveva il cappello nella mano e lo teneva  davanti alle labbra.
Sembrava quasi che in quell’istante il tempo si fosse rallentato e le persone, fossero scomparse. Poi la avvertì, quella nostalgia era come un pugno nello stomaco, faceva così male e non capiva perché lo provasse in sua presenza, non la conosceva, eppure le era mancata così tanto.
Non sapeva nemmeno il suo nome ma voleva urlarle di non andare via.
Rimase pietrificato a guardarla mentre lei lenta abbassava il cappello mostrando il viso. Era così simile a Noctis da dare i brividi.
Era surreale.
Scattò veloce in avanti riuscendo ad afferrarle il polso prima che lei tentasse qualsiasi mossa.
- Non sai nemmeno chi sono… nh?- domandò la giovane mentre guardava la mano di lui stringerla.
Non sapeva che rispondere. Lei aveva perfettamente ragione eppure, ora quella sensazione era più palese. Nostalgia, rimpianto, tristezza e desolazione.
Quella voglia di stringerla a sé per non farla fuggire.
- So che non voglio lasciarti andare…- rispose lui che non avrebbe allentato mai la presa.
Lei sorrise dolcemente sollevando lo sguardo e incrociando così, gli occhi ambrati di lui. Era maturato tanto ma era sempre lo stesso passionale di sempre.
- Ma dovrai farlo… - mentre lo diceva allungò una mano sfiorandogli la guancia, carezzando appena quella cicatrice.
L’ultima cosa che vide di lei fu un sorriso e poi, si rese conto di stringere solo il nulla.
La ferita sembrava bruciare e aveva preso a sanguinare impregnando le bende. Era solo un'illusione eppure aveva subito i danni da quel contatto.
Evidentemente le regole era più severe di quanto credeva, non poteva aggirarle.
Era un monito, un castigo.
Lo guardava da lontano, stringeva il pugno amareggiato mentre lei, si mordeva il labbro inferiore soffocando quel dolore che bruciava più della ferita.


Qualche anno prima…
Passava sempre più tempo da sola, ormai le scartoffie erano la sola compagnia e l’armeria era lo sfogo delle sue frustrazioni. Era scesa a farsi la sua solita sudata serale come ormai faceva da un paio di settimane, aveva rotto diversi fantocci, lacerato un sacco da boxe e spaccato un paio di armi d’allenamento.
Era frustrata, delusa e sfogava tutto contro gli oggetti inanimati.
Nonostante fosse la sua guardia, lei e Gladio si incrociavano sempre di meno e non era solo perché andava a trovare Noct.
Addosso aveva un odore diverso.
Quando avvertiva quel profumo le ribolliva il sangue ma lei non era il tipo di persona che si sfogava sugli altri, per quanto fossero poi colpevoli, si teneva tutto dentro e lo sfogava in modi più costruttivi anche se al momento erano più che altro “distruttivi”.
- Hey, che combini qui sotto da sola?- era seduta in terra quando lui la trovò.
Piegò la testa all’indietro notando la guardia che le si avvicinava con le braccia incrociate, non si aspettava di trovarlo lì a quell’ora visto che ormai era solito fare più tardi.
- Tu piuttosto… è notte fonda e sei a zonzo?- le disse freddamente la principessa mentre si alzava e si asciugava la fronte con la maglietta scoprendosi la pancia.
La guardia effettivamente non è che avesse troppe scusanti per essere in giro a quell’ora visto che poi, da come era abbigliato si capiva che era appena tornato. Non era con la divisa d’ordinanza e sapeva benissimo che non era  stato da Noctis.
Addosso aveva quell’odore dolciastro.
- Nh… lascia perdere…- aggiunse poi lei cercando di distogliere lo sguardo.
Lo sentiva addosso a lui quel maledetto odore che stava iniziando ad odiare.
Non ce la faceva a sopportarlo, non ce la faceva a sopportare quella situazione, era difficile persino guardarlo in faccia e fingere che non le importava nulla.
Fece per andarsene, superandolo senza nemmeno guardarlo ma lui a quanto pare non era troppo d’accordo e la afferrò per un braccio senza stringere troppo.
- Cosa c’è?- mugolò voltandosi a guardarlo.
Lo fissava dritto in viso, quello sguardo tanto dolce non era mai stato tanto gelido, era la prima volta che lo guardava così. Lo strattonò costringendolo a mollare la presa poi si voltò andandosene dalla stanza senza dire niente, a testa alta e senza mostrare il suo dolore.
Non avrebbe fatto la ragazzina gelosa, infondo lui non era suo.
Lo aveva sempre saputo.
Guardia e principessa nulla di più eppure, faceva dannatamente male.


Quel fine settimana era scappata di nuovo da Noct ma questa volta era stata lei a chiederlo.  Voleva ridurre al minimo la possibilità di incontrarlo, le faceva solo male, voleva stare con il fratello e magari giocare alla console con Prompto.
Aveva bisogno di essere una ragazza normale per qualche giorno e soprattutto di stare lontana dal palazzo.
- Allora io vado… ci vediamo intorno alle 14…- disse Noctis seduto sul gradino di parquet mentre si allacciava le scarpe.
-Si a dopo… - si abbassò poggiando le mani sulle spalle del fratello, posando un bacio dolce tra i capelli di lui per poi risollevarsi.
Non ci voleva un grande intuito per accorgersi che era affranta e non erano solo le solite preoccupazioni. Era qualcosa che non gli diceva e non poteva nemmeno obbligarla a farlo.
Si alzò in piedi e salutandola con la mano scappò via dalla porta. Era presto e di rimettersi a dormire non le andava, tanto non ci sarebbe nemmeno riuscita.
Si sedette sulla sedia vicino alla cucina a bere il caffè latte sospirando afflitta.
Si sentiva stupida ma che poteva farci?
Si mise una mano sul volto mentre sentì girare la chiave nella toppa.
Era Ignis, aveva una busta in mano come l’ultima volta però, lei questa volta non si alzò, rimase seduta a guardarlo con la testa poggiata sulla mano e il gomito sul marmo del ripiano.
Fece tutto il rito del cambio di scarpe e ripresa della busta, seguito costantemente dagli occhi di lei.
- Sua altezza, cosa la impensierisce?- domandò lui mentre si avvicinava al ripiano della cucina.
Lei si era voltata, lo seguiva con lo sguardo e non aveva intenzione di distoglierlo.
- La mia immaturità… - disse la giovane principessa con un sorriso triste dipinto in volto.
Lui la guardava e dentro moriva. Vederla così lo faceva stare male all’inverosimile, poteva immaginare cosa la affliggesse, non era difficile.
- Non siete immatura… - borbottò mentre dalla busta tirava fuori un contenitore rotondo col coperchio.
Lo aprì svelando una torta, era praticamente perfetta sembrava di una pasticceria ma lei sapeva che l’aveva fatta tutto da solo.
Era coperta di panna e glassa bianca, probabilmente dentro era al cioccolato. Lo conosceva e sapeva che si divertiva a prepararle le cose che le piacevano.
Con un dito sfiorò il bordo della torta raccogliendo della panna e la portò alle labbra.
Il giovane cercava di non guardarla ma era davvero impossibile.
Quanto era bella.
Quello sguardo dolce e profondo, i capelli neri come la notte e le labbra carnose quanto bastava da essere appetitose. Invidiava qualsiasi cosa fosse stata così fortunata da sfiorarle.
La principessa lo vide ancora, come quella volta. Il bagliore del desiderio ardere nel profondo degli occhi del giovane.
Allungò una mano togliendogli gli occhiali, posandoli sul ripiano. Ignis era bello, era sciocco dire il contrario. Aveva quello smodato rispetto per lei e poi, quella brama. La vedeva ogni volta che lui le posava gli occhi addosso, fin da ragazzini era stato così e forse sarebbe stato quasi meglio innamorarsi di lui che la desiderava così tanto.
La giovane gli carezzò la guancia, il suo sguardo era affranto e Ignis non poté non notarlo. Strinse i denti trattenendo la rabbia e posò delicato una mano su quella di lei.
- Non piangere… - mugolò lui mentre la ragazza  cercava con tutta se stessa di trattenere le lacrime.
Lui sapeva quanto era forte, non la vedeva mai piangere. Forse era la donna più forte che conosceva e odiava vederla così sapendone poi il motivo.
Era furente, avrebbe voluto spaccare la faccia a quel bellimbusto ma probabilmente l’avrebbe fatta soffrire.
Il ragazzo si piegò sulla cucina quanto bastava perché le sue labbra si posassero sulla fronte della ragazza. Lei chiuse gli occhi, le labbra le tremavano ma non avrebbe pianto, non poteva essere debole.
Sentì le labbra di lui lentamente scendere verso la punta del naso, sulla guancia poi avvertì il suo respiro sulle labbra e voltò la testa scendendo di corsa dalla sedia.
Era di spalle, poggiata alla parete del corridoio, affianco alla stanza di Noct. Non poteva credere che Ignis potesse arrivare a tanto, che lei potesse arrivare a tanto e ora come ora, non era abbastanza in se per resistergli.
Due braccia la strinsero da dietro per la vita con dolcezza, le mani poggiavano sul ventre di lei, mentre la testa del ragazzo era sulla sua spalla, i capelli le solleticavano appena il collo e lei si mordeva il labbro inferiore.
Lui non riusciva a starle lontano, forse era crudele approcciarsi a lei a quel modo in quel momento di debolezza ma, odiava vederla star male, avrebbe fatto tutto per lei.
- Basta una parola e andrò via… - mugolò il giovane.
Ci fu solo il silenzio mentre lei stringeva le mani di Ignis che aveva sul suo ventre.


Le mani di lui erano tiepide, delicate e dolci, la stringeva possessivo per la vita tenendola seduta sulle sue gambe a cavalcioni. Dolci baci a fior di labbra che mai avrebbe creduto possibile poterle dare, quella pelle liscia e calda che aveva bramato e desiderato per anni ora poteva toccarla.
La ragazza stringeva tra le mani la camicia del giovane, tremava e rabbrividiva mentre si rendeva conto di quanto tutto fosse surreale e dannatamente dolce.
Gli voleva bene da sempre ma non credeva di poter arrivare a questo.
Stretta tra le sue braccia in quella stanza che aveva un odore tanto famigliare.
- A che pensi? – le sussurrò il ragazzo sulle labbra mentre le mani percorrevano la schiena da sotto la maglietta.
Le mani si posarono sul viso di Ignis, con dolcezza gli accarezzava le guance e lo vide chiudere gli occhi e non riuscì a non sorridere nel vederlo tanto rilassato a quelle semplici carezze.
Era così diverso da Gladio, comprenderlo era complicato però una cosa ora la capiva mentre la stringeva a sé e le posava di nuovo le labbra sulle sue.
L’amava più di quanto lei lo avrebbe mai potuto amare.
Un morso sulle labbra abbastanza forte da ridestarla ma non troppo da farle male, lui se ne era accorto, lo aveva capito che ora non era più là con la testa ma stava pensando ad altro.
Le sorrise per poi spostarle le mani un po’ più su da dove si teneva aggrappata.
Non c’era bisogno che le dicesse nulla, era una chiara e silente richiesta.
Un bottone alla volta, lentamente gli apriva la camicia, scoprendo quel corpo che mai avrebbe immaginato tanto tonico. Probabilmente non era la sola che in segreto si allenava. Una volta completamente aperta le posò una mano sul torace, caldo e liscio e lui non faceva una piega, stava fermo e la guardava in viso.
Percorse la linea tra i pettorali fino alla pancia fermandosi poco prima dell’ombelico, cercava di razionalizzare quella situazione ma nella sua mente c’era solo caos, rammarico e rimpianto.
Senza preavviso la strinse forte, la maglia l’aveva sollevata abbastanza perché la sua pelle toccasse quella del ragazzo che la teneva in braccio.
- Smetti di pensare ad altro…- mugolò lui dandole un piccolo morso sulla spalla.
Quel morso non faceva male, riusciva ad essere delicato anche in quello, gli passò le mani tra i capelli tirando appena all’indietro per fargli piegare la testa e poterlo guardare.
Lo baciò profondamente mentre col suo corpo lo spingeva giù facendo cadere lui sul letto e lei, su di lui.


Era seduta sul divano a mangiare una fetta di torta quando Noctis tornò a casa, c’era anche Prompto con lui e come la vide corse verso di lei saltando sul divano.
- È buona? – domandò il biondino, se avesse avuto una coda probabilmente avrebbe scodinzolato.
Lei per risposta, ne prese un po’ con il cucchiaino avvicinandolo alle labbra del ragazzino, premette appena facendogliele schiudere e fargliela così assaggiare.
- Che ne dici? – mugolò lei mentre piano gli toglieva il cucchiaino ormai vuoto dalla bocca.
Lui mugolava il suo assenso facendo si con la testa mentre masticava a bocca chiusa, poi la vide prendere altra torta e mangiarla dallo stesso cucchiaio e avvampò.
Non ci aveva pensato ma, era come un bacio indiretto.
- È passato Ignis vedo… - disse il principe mentre tagliava una fetta di torta per se e l’amico.
- Nh… ti ha cambiato le lenzuola…- disse mentre guardava davanti a se e continuava a mangiare il dolce.
Quel piccolo appunto gli suonò abbastanza strano, le aveva cambiate il giorno prima e gli sembrava surreale che Ignis preciso com’era se lo fosse dimenticato.
Portò la torta all’amico e poi tutti e tre seduti sul divano la mangiarono assieme.
Voleva non dirlo ma gli uscì spontaneo.
- Perché le ha cambiate? Erano pulite… - mugolò prima di infilare in bocca un po’ di dolce.
Ci fu silenzio, mangiavano tutti e tre ma Prompto avvertiva qualcosa, come una sorta di tensione ed era strano visto come andavano sempre d’accordo.
- Si sono sporcate…- la giovane principessa disse solo quello e riprese a mangiare.
Non chiese di più, sapeva che non le avrebbe dato delle risposte e poi, l’adulta tra loro era lei, non doveva sempre essere così protettivo e apprensivo.
Nonostante l’iniziale gelo, presto l’atmosfera cambiò e fu anche grazie all’amico di suo fratello. Giocarono insieme alla console e si prendevano in giro.
Passarono un bel pomeriggio e alla fine Noct si ritrovò entrambi addormentati nel salotto. La sorella sul divano e Prompto seduto a terra con la testa poggiata dove riposava lei.
A vederli così beati gli scappò un sorriso.
Svegliarli era quasi un peccato, ma non gli andava di lasciarli da soli, così prese tre coperte, qualche cuscino e una volta sistemati i due ghiri si mise a dormire in terra nel salotto con loro due.

P.s.
finalmente l'ho caricato, chiedo scusa per metterci sempre così tanto ma, ho praticamente la mia esistenza che mi rema contro. Detto ciò spero appreziate questo capitolo, ho cercato di non essere esplicita ^^ come sempre commenti e critiche sono bene accetti. Ci vediamo al prossimo capitolo 
 
   
 
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