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Autore: Cris_Mar    01/04/2019    1 recensioni
Harry si ritrova con il cuore colmo di speranza: la guerra è finita, non senza lasciare ferite profonde e nonostante il dolore, è arrivato il momento di andare avanti, di ricominciare.
Dopo la fine tanto agognata di tutti i processi, che lo hanno costretto per mesi a rivivere tutto l'accaduto, può finalmente costruirsi una vita tutta sua.
E decide di iniziare da dove tutto è finito: Hogwarts
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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I start from you.

Capitolo 5

4.1 - If you don't play, you'll never win

La festa di Halloween fu un vero successo. Soprattutto perché nemmeno l'accenno di un sospetto aveva sfiorato il corpo docente e gli allievi avevano fatto baldoria, indisturbati, fino a notte fonda.
Nemmeno la mattina dopo, quando più di metà della scolaresca aveva saltato la colazione, a favore di una bella dormita, i professori avevano trovato la faccenda insolita.

Per molte settimane la festa fu il principale argomento di conversazione, nonostante fosse passata da un pezzo: probabilmente perché era stata piena di sorprese e avvenimenti.
Nacquero  milioni di pettegolezzi, che si ingigantirono col passare del tempo.
Nessuno venne risparmiato, men che meno il Salvatore Del Mondo Magico, su cui si amava fare gossip.
A settimane alterne gli veniva affibbiato: un possibile ragazzo segreto, una tresca con qualcuno e cuori spezzati qua e là.

Eppure, tra tutte queste sciocchezze, non venne fuori neanche un pettegolezzo isolato sulla sua performance con Draco Malfoy.
Sembrava che nessuno si fosse accorto dell'accaduto, nessuno li avevi notati o riconosciuti.
Persino Drew non aveva visto chi fosse il ragazzo che Malfoy aveva preferito a lui, nè aveva collegato le cose quando lo aveva visto passare l'intera serata insieme a Harry, sotto gli occhi di tutti.

Tutto ciò in realtà, andava a vantaggio di Harry, che non menzionava mai la faccenda. Se Draco la accennava, tergiversava e alla fine cambiava argomento.
Il tutto sembrò finire nel dimenticatoio, quando Draco decise di lasciar perdere e di non dare al quel bacio più importanza di quanta ne avesse in realtà.

Superato l'imbarazzo dei primi giorni, passarono molto tempo insieme serenamente e riuscirono a stabilire un rapporto d'amicizia vero e concreto.


'Non puoi sperare che io tifi per te! È la prima partita della stagione, Grifondoro contro Serpeverde! Sono un Serpeverde e sono anche un ex giocatore! Non essere ridicolo!' lo canzonò Draco mentre lo accompagnava negli spogliatoi, prima della partita.
Harry scosse la testa: 'Chi ha detto che spero che tu lo faccia? No, no, io non spero, io lo so!'
Draco gli schiaffò una mano sulla fronte con poca delicatezza:
'Forse hai la febbre, non dovresti giocare in queste condizioni!'

Il fracasso dell'intera scolaresca che scendeva al campo di Quidditch cominciò a farsi sentire e Harry spinse via la mano del Serperverde.
'Quando vinceremo, cerca di fingere in maniera convincente la delusione. Ah! Ho detto a Ron e Hermione di conservarti un posto accanto a loro!'
Draco strabuzzò gli occhi: 'Cos- Solo perché adesso andiamo d'accordo, non significa che cominceremo a passare il tempo libero insieme! Dovrei guardare la partita con Blaise e Theodore!'
Harry si avviò negli spogliatoi.
'Allora sbrigati e conserva i posti anche per loro!' gli urlò, con una risata.

Erano passati appena dieci minuti dal fischio di inzio, quando Harry avvistò il boccino che svolazzava vicino agli anelli avversari.
Il Cercatore di Serpeverde era un principiante e quando Harry scattò in avanti gli ci volle un po' per accorgersi che si era mosso, preso com'era a guardarsi intorno.
Ma Harry, questo non lo notò nemmeno: si era lanciato verso le porte e, mentre accelerava, diede una spallata a Drew Telley che per tutta la partita non aveva fatto altro che commettere fallo su tutti, compreso lui, in maniera davvero disonesta.
Drew ululò una protesta, quando per l'impatto lasciò cadere la Pluffa. Ginny la intercettò un secondo dopo e la lanciò nell'anello centrale prima che Harry cocludesse la partita acciuffando il Boccino, cosa che avvenne un paio di secondi dopo.

 La folla esplose di gioia, la squadra urlò di entusiasmo ed Harry fece un giro di trionfo accanto alle tribune.
Lanciò un'occhiata eloquente a Draco, passandogli di fianco: quest'ultimo non si era alzato in piedi come Ron e Hermione, ma applaudiva, al contrario di Blaise e Theodore che, alla sua destra, sbuffavano e chiedevano a Ron di smettere di urlare.



Negli spogliatoi, Harry si fermò a riflettere su come si erano capovolti i suoi rapporti con i Serpeverde, solo nell'arco di qualche mese.
Cominciava a pensare che tutto quell'odio passato, fosse stato quasi imposto dalle famiglie Purosangue, che indirizzavano i propri figli in una certa direzione.
Invece adesso Ron andava in giro con Blaise Zabini e Theodore Nott, battibeccando sul Quidditch, Hermione aiutava Blaise in Aritmazia, Neville aveva dato un paio di dritte a Theodore a lezione di Erbologia e lui e Draco erano buoni amici.
Certo, Blaise era un gran vanitoso e Theodore si era dimostrato leggermente sadico, ma preso atto di ciò, erano riusciti a vedere oltre e a costruire un rapporto amichevole.

Quando Harry finalmente tornò al Castello, Draco sedeva in Sala Grande con Blaise e gli fece cenno di raggiungerlo.

'Mi inviti al tuo tavolo in pieno clima post partita, non te lo perdoneranno mai!' lo prese in giro, sedendosi accanto a lui.
Draco alzò gli occhi al cielo e gli disse di fare silenzio:
'Piuttosto, senti questa: Blaise ha incontrato un Corvonero pazzo, che dice di aver avuto uno scambio interessante con te, mesi fa. E che ora, ha intenzione di provarci con me. Tutto questo per un unico motivo' e gli diede una pacca sulla spalla, trattenendo una risata: 'Così potrà, finalmente, vantarsi di essere riuscito ad amoreggiare sia col Diavolo, che con L'Acqua Santa'
Harry si appoggiò al tavolo, per niente colpito.
'Io sarei l'Acqua Santa? Chi sarebbe questo esaltato? No! Non dirmelo: lo stesso che disse in giro di avermi portato a letto, quando a malapena era riuscito ad infilarmi la lingua in bocca a forza?'
Blaise annuì, divertito. 'Proprio lui, sembra che dare adito a scandali sia il suo scopo della vita. Dicevo a Draco di stare attento, perché è talmente agguerrito da poter decidere di saltargli addosso nei corridoi, davanti a tutti! Sarebbe una gran bella scena'
Harry storse le labbra, invece Draco scoppiò a ridere: 'Beh, poco male, non ho mai disdegnato una pomiciata e ho sopportato scandali peggiori. E poi Blaise, non dicevi fosse un bel tipo, grosso e tutto il resto?'
'Si beh, è enorme. Non so bene se corrisponda ai tuoi gusti, sai io non ho occhio per gli uomini. Perchè non chiedi a Potter, piuttosto' commentò Blaise, con una scrollata di spalle.
Draco alzò le sopracciglia in maniera scettica: 'Come se il problema fosse questo e non che credi che nessuno sia degno della tua magnificenza! Le ragazze che frequenti durano meno dei ragazzi che frequento io!' detto ciò, si voltò verso Harry, con sguardo eloquente: 'Allora, Harry? Com'è questo Corvonero?'
Harry sembrava piuttosto scocciato della piega che aveva preso la conversazione e rispose con veemenza.
'Tanto grosso quanto idiota, ecco com'è!'
Draco scoppiò a ridere:  'Beh, non è esattamente di queste sottigliezze che mi interessa, in fondo devo solo divertirmici un po'! Come con quell'idiota di ieri sera! Diglielo anche tu, Blaise!'
Blaise rise con lui ma Harry li interruppe, quando si alzò di scatto: 'Sai che ti dico? Fai un po' come ti pare Draco, già, fatti chi ti pare!'

Draco batté le palpebre, allibito, e spostò lo sguardo da Harry a Blaise, senza capire: 'Cosa ho fatto?'
Blaise era scioccato quanto lui, così continuò: 'Cavolo, hai appena vinto una partita, credevo fossi di buon umore! Che hai?' disse, quando Harry sbuffò.
Ma Harry scavalcò la panca su cui erano seduti, senza rispondere.
'Ma cos... che ti prende? Dove vai?'
Harry sventolò una mano, stancamente: 'Lascia perdere, sono stanco'
E si allontanò, senza spiegazioni, lasciando Draco di stucco.



'Insomma, Harry! Sei così nervoso, ultimamente!' sbottò Hermione, mentre sedevano al tavolo della colazione.
Harry rispose con un grugnito e Ron scosse la testa: 'Non so cosa ti prende, ma deve essere successo qualcosa dopo la partita'
'Non mi è successo proprio niente, mi sono solo alzato col piede sbagliato' borbottò alla fine, spingendo via il piatto intatto.
Hermione sbuffò scettica: 'Certo, per questo ci hai fatto una scenata anche ieri sera'

Poi, mentre si riempiva il calice di succo di zucca, saltò su e prese a sventolare un braccio.
Harry alzò gli occhi e si rese conto che Hermione stava richiamando l'attenzione del trio di Serpeverde.

'Buongiorno, ragazzi' esclamò Hermione, compiaciuta.
Ron colse al volo le sue intenzioni: 'Vi dispiace sedere tra la plebaglia stamattina? Abbiamo un mistero da risolvere'
Theodore sbadigliò, scocciato, si sedette con l'aria di fare una grande concessione e Blaise lo imitò.
Draco si sedette di fronte a Harry, dandogli un calcio sotto il tavolo: 'Stai ancora dormendo?'
Hermione scosse la testa: 'No, è solo di pessimo umore, senza un apparente motivo'
'Piantala, Herm' disse lui, in risposta.
Blaise diede una gomitata a Draco, con sguardo compiaciuto: 'Ancora, Potter? Sul serio?'
Harry alzò lo sguardo su di lui e si strinse nelle spalle: 'A volte anch'io non sopporto la vista di altre persone, Zabini'
Ron li guardava, senza capire e Theodore scosse la testa, più confuso di lui.



'Andiamo, non puoi pretendere di startere con quella faccia tutto il giorno senza dare spiegazioni!' disse Draco, quando uscirono dalla prima lezione e Harry non dava cenno di voler aprire bocca.

Intanto Hermione lo salutò, diretta ad Aritmanzia insieme a Blaise e Ron gli disse che lo avrebbe aspettato in Sala Comune insieme a Neville, Seamus e Dean.
'Draco, che fai?' chiamò invece Theodore, in attesa.
Draco gli fece cenno di andare: 'Ci vediamo in Sala Comune'

Harry camminava spedito, senza una meta precisa e Draco faticava a stargli alle calcagna.
'Dove stai andando?' urlò Draco alle sue spalle, esasperato.
Harry non rallentò: 'Lontano da te!' borbottò, infilandosi dietro un arazzo, percorrendo una scorciatoia.
Draco non poteva credere alle sue orecchie, ma non cedeva.
'Sei impazzito completamente?!' disse, nervoso.

Camminarono e camminarono, salirono scale e spintonarono studenti nei corridoi.
 Ad un certo punto incrociarono il Corvonero di cui avevano parlato la sera prima, che alla vista di Draco spalancò gli occhi.
 'Malfoy! Draco Malfoy? Aspetta un momento, devo parlarti!'
Ma Draco non era certo dell'umore giusto per un incontro del genere:
'Levati dai piedi!' disse, superandolo, prima che Harry mettesse troppa distanza tra loro.

Raggiunsero il settimo piano ma Harry non sembrava ancora soddisfatto, forse aveva intenzione di fare su e giù per tutta Hogwarts finché Draco non si fosse stancato.
E in effetti Draco si stancò, ma non lo lasciò in pace, anzi, spiccò una corsa, lo agguantò per le spalle e lo sbattè al muro.

'Mi hai fatto passare la pazienza, idiota!' gli urlò ad un soffio dal naso.
Harry voltò il viso, in modo da non guardarlo in faccia.
'E allora perché continui a pedinarmi?'
Draco lo spinse un'altra volta contro il muro, solo per fargli male: 'Perchè, razza di decerebrato, è da ieri che non mi rivolgi più la parola! E, per quanto ci abbia pensato, c'è solo un motivo che potrebbe spiegare il tuo comportamento! Uno solo'
Harry continuò a fissare il corridoio deserto alla sua destra, in silenzio. Ma la sua espressione non era più inferocita, come qualche minuto prima. Sembrava solo voler scappare dalla verità.
Draco però, non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.
'Blaise me lo ha ripetuto una decina di volte ieri sera, non volevo crederci. Ma non c'è altra spiegazione, te ne rendi conto? Non ho mai dato importanza al tuo scarso entusiasmo, quando si tratta di parlare della mia vita privata, ma ieri mi hai mandato al diavolo solo perchè ti stavo raccontando di avere intenzione di baciare qualcuno! Non è normale, non è qualcosa che succede tra amici, non posso aver frainteso'

All'improvviso Harry cominciò a divincolarsi e Draco fu costretto a trattenerlo di peso.

'Lasciami andare! Non ho intenzione di fare questa conversazione, va bene? Sono arrabbiato, mi passerà e tutto tornerà come prima!'
Draco restò esterrefatto: 'Che stronzata è questa? Affrontiamo la faccenda!'
Harry smise di divincolarsi, sospirando. Si lasciò cadere a terra, trascinando Draco con se: 'Non c'è niente da affrontare... Siamo amici. Non voglio che le cose cambino per... per una stupidaggine...'
Draco si passò una mano sulla faccia e scosse la testa.
'È per questo che mi hai praticamente imposto di non parlare di quello che è successo alla festa? Ti è mai passato per l'anticamera del cervello, di provare a sentire quello che pensavo io a riguardo?' disse cercando il suo sguardo.
Harry però guardava il pavimento, testardo, come se guardarlo dritto in faccia lo avrebbe costretto ad affrontare la realtà.
'Per sapere cosa? Che era assurdo, che dovevo lasciar perdere? L'ho già fatto, Draco, a cosa serviva discutere in maniera penosa di quanto fossi patetico? Io sono Potter e tu sei Malfoy, è così che la pensi, non sono uno stupido. So che ho raggiunto il massimo che io possa sperare con te, non voglio rovinare anche questo'

Per un momento calò il silenzio e Harry pensò di alzarsi ed andarsene, convinto di aver già detto troppo, arrabbiato con se stesso.
Prima che potesse farlo però, Draco gli afferrò il volto con violenza, costringendolo a voltarsi verso di lui:
'Quindi fai questo per me? Beh, non è giusto! Hai ragione, non vorrei fare questo discorso ma cosa dovrei fare? Dovrei farmi star bene che tu non voglia più rivolgermi la parola finché non ti sarai calmato, tutte le volte che mi sentirai parlare di altri ragazzi? Se davvero siamo amici, dovresti fidarti di me. Sono stato un crudele e un vigliacco in passato, ma sto cercando di cambiare. Non sottovalutarmi, non scapperò, non questa volta'

Il discorso rimbombò nei corridoi e nella testa di Harry, che riconobbe le proprie reticenze nelle parole di Draco.
Aveva imparato a volergli bene, a divertirsi del suo atteggiamento spocchioso e a prenderlo in giro. Ma era altrettanto consapevole di quanto fosse difficile per il Serpeverde affrontare i propri sentimenti, qualsiasi essi fossero.
Aveva deciso di sotterrare quelle sensazioni che aveva provato, inevitabilmente, sempre più forti, vivendolo così da vicino, perché sapeva che Draco avrebbe preferito finire ad Azkaban piuttosto che parlare a cuore aperto.
Ma ora, proprio Draco Malfoy, gli stava assicurando che non sarebbe scappato, che avrebbe messo la loro amicizia davanti alla sua maschera di perfetta indifferenza.

'D'accordo... Se davvero vuoi parlarne, mi sta bene. Ti ho già spiegato che ho ben chiaro come la pensi' cominciò Harry, finalmente più tranquillo, con le spalle poggiate al muro dietro di lui.  'Avrei due o tre motivazioni valide per confutare tutti i tuoi dubbi, a partire dal fatto che non mi è mai importato niente di quello che dice la gente. A meno che i tuoi dubbi siano altri... a meno che quello che ho sentito, l'ho sentito solo io'
Draco sospirò e si prese qualche minuto, per raccogliere il coraggio:
'Credo sia stato piuttosto evidente il fatto che quello che è successo tra noi alla festa non mi sia per niente dispiaciuto ma... con questo non voglio dire che mi... mi piaci o... Salazar, come siamo arrivati a questo punto?  Vedi io non sono mai stato il tipo che crea legami, in quel senso... Fino a qualche anno fa ero convinto di sapere per filo e per segno come sarebbe andata la mia vita, quindi ero sicuro che il mio modo di fare mi avrebbe aiutato a vivere serenamente il futuro. Certo, le cose sono cambiate, ma non ho mai pensato di cambiare il mio comportamento... Insomma, tu hai smesso di cedere alle attenzioni di ragazzi sconosciuti dopo appena tre giorni di tresche, io invece non ho mai nemmeno considerato di potermi impegnare seriamente in una relazione! E poi Harry, sul serio, sei il Salvatore del Mondo Magico, saresti un pazzo a farti vedere in atteggiamenti intimi proprio con me! Sarebbe il caos e non ho nessuna voglia di affrontarlo.'

Harry aveva ascoltato con attenzione tutte le parole che Draco aveva tirato fuori a fatica, eppure qualcosa gli sfuggiva.
'Hai elencato i motivi per cui potresti non essere giusto per me, e lo capisco, ma non è quello che voglio sapere' commentò, dopo qualche riflessione. ',Draco, non mi importa sapere quanto sarebbe assurdo, quanto sarei criticato o perfino quanto ti preoccupi di non essere all'altezza. Non è qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci al momento: ora siamo io e te, e l'unica cosa che ti sto chiedendo e che non mi hai ancora detto, è se anche tu senti quello che sento io'

Draco trattenne il respiro.
Non riusciva a pensare con la sua consueta freddezza, in un momento come quello.
Si era messo da solo in quella situazione: aveva avuto la prova che Harry Potter aveva un specie di cotta per lui, quando gli aveva fatto una scenata di gelosia in piena regola ed aveva scelto di non ignorarlo, bensì di affrontare la realtà, convincerlo di quanto fosse assurda e preservare la loro amicizia.
Non aveva immaginato di dover parlare di propri sentimenti nei confronti dell'altro.
Invece eccolo lì, sul bordo di un baratro da cui non era pronto a saltare. Senz'altra via d'uscita, perchè aveva promesso che non sarebbe scappato.
'Io non...' disse, debolmente, per poi tacere di nuovo.
Harry gli piaceva, lo sapeva bene.
Era sempre stato ossessionato da lui, nel bene e nel male.
Aveva accolto l'avvicinamento di Harry con più piacere di quanto avesse mai confessato.
Aveva vissuto il loro primo bacio con più emozione di quanto avesse espresso ed aveva seriamente creduto di essere ricambiato, dopo il loro secondo bacio alla festa di Halloween, fino a quando Harry non aveva cominciato a fingere che non fosse successo nulla.
Poi aveva scoperto la verità. Tuttavia, aveva creduto che Harry fosse d'accordo con lui sul fatto che quella follia, non sarebbe mai potuta andare oltre.
Invece, Harry sembrava pronto a ignorare tutti i problemi, se solo lui gli avesse chiesto di farlo.
Ma era impossibile per lui metterli da parte.

Stava in silenzio, arreso alle drastiche differenze che c'erano sempre state fra loro: Potter e Malfoy, Eroe e Vigliacco, Prescelto e Mangiamorte. Nulla di più opposto.
No, non poteva arrendersi alle sue debolezze, doveva conservare la sua maschera, vivere senza legami.

Harry lo fissava intensamente, leggendo la sua espressione incrinata, ascoltando il suo cocciuto silenzio e già consapevole del suo rifiuto.
Eppure, all'improvviso, sorrise: 'Non sei più bravo a mentire, Draco. Non con me'
Draco imprecò sotto voce e si strofinò gli occhi appannati: 'Non posso. Sei un buon amico Harry, è giusto che le cose continuino così'
'Perchè?' chiese Harry semplicemente, avvicinandosi di una spanna.
Draco lo guardò severamente, intimandogli con gli occhi di non avvicinarsi ulteriormente.
'Perchè è così, è inutile rischiare per una cosa così inverosimile come me e te!'
Harry parve solo più sicuro di se stesso. Questo perché, con il Serpeverde, aveva imparato ad ascoltare oltre le parole:
'Draco, chi non rischia non vince'

Si avvicinò alle sue labbra con lentezza. Per la prima volta non tentò in alcun modo di rubargli quel bacio, ma gli concesse tutto il tempo per tirarsi indietro o per spingerlo via.
Ma Draco non lo fece. Non lo aveva mai fatto: quella non era forse la dimostrazione che loro due, insieme, non erano poi così assurdi?
Riassaporò le sue labbra con una familiarità disarmante, come se non avesse fatto altro da quel giorno di Ottobre ad Hogsmeade.
Draco gli passò una mano fra i capelli, avvicinando ancora di più i loro visi.
Come sempre, il bacio sembrò durare un secondo infinito, perché nessuno dei due pensava a nient'altro appena cominciavano a sfiorarsi.
E così, Harry seppe che finché Draco lo avesse baciato in quel modo, non gli sarebbe servita nessuna dichiarazione plateale, nessuna conferma più evidente di quella che gli dava stringendolo sempre più vicino.

4.2 - And the darkness inside you, can make you feel so small, but I see your true colors shining through


Erano passati molti giorni, da quando Harry aveva avuto la prova di piacere a Malfoy. Il che, non solo gli aveva nettamente migliorato l'umore ma gli aveva anche fornito un chiaro obbiettivo da raggiungere: convincere Malfoy che non fosse un pazzo a pensare che avrebbe funzionato.
Draco infatti, si comportava come al solito ed era convinto che quei loro momenti - brevi e nascosti - fossero una piacevole parentesi, nulla più di quello: dargli maggiore importanza era fuori discussione.

Harry approfittava di quel baci, di quelle carezze, per dimostrare a Draco quanto fosse evidente che stessero bene insieme ma, dopo qualche giorno, sembrò non essere più sufficiente:
Draco apprezzava moltissimo i loro incontri, ma allo stesso tempo si convinceva che quelle brevi soddisfazioni erano abbastanza, che viversi qualche minuto di nascosto e poi tornare alla vita di tutti giorni fosse la soluzione più consona alla loro inadeguata attrazione.

Quindi Harry si accontentava solo momentaneamente, mentre studiava un modo per fargli cambiare idea.



'Sono giunto alla conclusione che Potter soffra di disturbo di personalità multipla' disse Theodore, mentre sedevano tutti in biblioteca per un tema di Trasfigurazione particolarmente difficile.
Ron annuì pensieroso: 'È un'idea interessante'
Neville si guardò intorno, confuso: 'Cosa mi sono perso?'
Ginny si strinse nelle spalle, con la testa poggiata sulle spalle di Dean: 'Se ho capito bene, pare che Harry qualche giorno fa fosse furioso col mondo. Il che non si direbbe, vedendo il sorriso ebete con cui va in giro oggi'
Harry alzò gli occhi al cielo: 'La smettete di dire stupidaggini? Già è difficile decifrare quello che Hermione sta cercando di dirci senza che voi vi mettiate a chiacchierare!'
Ron grugnì: 'In effetti, Ginny, non ho ancora capito cosa tu ci faccia qui!'
Ovviamente Ron era infastidito dal fatto che dovesse sorbirsela appiccicata al fidanzato - che se ne restava in silenzio proprio per evitare quei litigi infiniti - più che dalla sua effettiva presenza in quella ora di studio.
Sua sorella lo guardò, offesa e si impettì in una maniera che ricordava molto la signora Weasley.
'Prima di tutto Ron, io sto dove mi pare! E poi, per tua informazione, martedì a lezione di Trasfigurazione tratteremo lo stesso argomento che voi avete cominciato ieri, sai i programmi del Settimo anno sono identici sia per me che per te'
Hermione tirò un calcio a Ron per zittirlo, e continuò a scribacchiare.
Draco sbuffò: 'Ti ci vuole ancora molto, Granger?'
Hermione scosse la testa, in silenzio.
Blaise tirò fuori uno sguardo scettico: 'Continuo a pensare che tutto questo sia una perdita di tempo, perché lei dovrebbe capirci più di noi?'
Ron finse uno sguardo pensieroso: 'Non lo so, proprio non mi viene in mente... oh! Forse per lo stesso motivo per cui le tocca darti una mano in Aritmanzia!'
Blaise fece per rispondere, ma fu interrotto da Seamus che li aveva appena raggiunti, seguito da Mandy ed Hanna Abbott, che si sedette accanto a Neville.
'Avete già cominciato? Hermione ti scoccia avere qualche ascoltatore in più? Ho pensato che Mandy capirà più in fretta di me e così potrà passare l'intera giornata a spiegarmelo'
Hermione, finalmente alzò la piuma dal foglio di pergamena e si guardò intorno:
'Beh, direi che possiamo cominciare'
Draco si raddrizzò. 'Era ora, qui gli animi stavano cominciando a riscaldarsi. È chiaro che non possiamo stare tutti insieme troppo a lungo senza saltarci al collo'
'Noi due no di certo' gli sussurrò all'orecchio Harry, in tono lascivo.



La Stanza delle Necessità era il luogo principale in cui Harry e Draco si davano appuntamento.
Dopo le prime reticenze nei confronti della festa, Draco aveva messo da parte l'idea macabra che aveva di quella stanza: probabilmente perché il loro nascondiglio aveva l'aspetto di un piccolo salottino privato, pieno di luce e calore.

Harry era steso su un divano spazioso, con Draco sopra di lui, intento a baciarlo con passione.
I loro respiri si confondevano l'uno con l'altro, mentre diventavano sempre più affannosi.
Draco gli infilò una mano sotto la camicia e con l'altra cominciò a sbottonargli i pantaloni.
Harry si irrigidì a disagio e Draco gli sbuffò sulle labbra: 'Rilassati'
Riprese a spogliarlo, ma Harry sembrava di ghiaccio.
'Non sono sicuro di...'
Draco gli tappò la bocca con un altro bacio, questa volta irruento, quasi disperato. Harry lo ricambiò con trasporto e quasi si lamentò, quando Draco si allontanò di colpo.

'Mi sai facendo impazzire, lo sai sì?' lo accusò, con espressione esasperata.
Harry si tirò su, in imbarazzo. 'Mi dispiace'

Era un problema ricorrente, negli ultimi tempi: Draco si lasciava trasportare, quindi voleva di più ma Harry si tirava indietro.
Questo penalizzava anche la sua causa, perché Draco usava questa sua insicurezza per ribadire che non erano fatti per stare insieme: Harry gli aveva spiegato che il problema non era lui, piuttosto il fatto che fosse completamente inesperto e che si facesse prendere da nervosismo.

'Ti dispiace! Ma insomma, è palese che vuoi farlo quanto lo voglio io!' gli disse Draco frustrato, indicando il cavallo dei suoi pantaloni con un gestaccio.
'Non ho mai detto il contrario!' ribattè Harry, arrossendo.
Draco si coprì gli occhi con le mani, imprecando:
'Non puoi dire una cosa del genere, baciarmi in quel modo e poi respingermi!'
Harry sospirò: 'Non ti sto respingendo Draco, è una cosa importante per me! Forse... forse sono frenato dal fatto che tu continui a ripetere che tra noi non andrà mai avanti'

Draco si alzò di scatto e cominciò a sistemarsi la cravatta e ad infilarsi per bene la camicia nei pantaloni.
'Questo vuol dire, che hai intenzione di continuare a pomiciare e a provocarmi, ma che non faremo mai sesso, a meno che non ti dichiari amore eterno?! Sei un dannato ipocrita!'
Harry si alzò in fretta dal divano prima che l'altro uscisse dalla stanza e lo afferrò per un braccio:
'Questo significa che non riuscirò a lasciarmi andare, finché mi sentirò come tutti i ragazzi con cui sei andato a letto fino a un mese fa! Draco, continui a ripetere che per ora va bene così, ma fino a quando penserai che tutto questo è sbagliato? Cosa succederà tra un mese? Ti alzerai una mattina e mi dirai che non è il caso di continuare?'

Sembrò averlo messo in difficoltà, perché Draco evitò il suo sguardo e non rispose.
Era come se le parole di Harry lo soffocassero.
Harry mollò la presa sul suo braccio e fece un passo indietro. Era convinto che fosse meglio lasciargli digerire le sue parole con calma e quando Draco si voltò ed uscì dalla stanza, senza una parola, mise a tacere quella parte di sé che un po' si pentiva di averlo messo con le spalle al muro.




'Harry? Harry!'
Si voltò quando la voce di Hermione lo chiamò insistentemente, nonostante avrebbe di gran lunga preferito ignorarla.
Lei e Ron gli andarono incontro, uscendo dalla Sala Grande.

'Dov'è Malfoy?' chiese Ron, toccando involontariamente un tasto dolente: era diventato talmente naturale vederli insieme che non aveva potuto fare a meno di notare la sua assenza.
Harry non fece in tempo a trovare una scusa convincente che Hermione indicò a Ron con un cenno l'entrata dei sotterranei:
'Eccolo lì. Malfoy?' chiamò, facendosi sentire.
Harry si voltò di scatto ed in effetti Draco era a qualche passo da loro.
Era chiaro che avrebbe preferito non trovarsi di fronte a lui, così all'improvviso, e quando si avvicinò non gli rivolse nemmeno un accenno di sguardo.
'Andavate in biblioteca? Non riuscite a staccare nemmeno di domenica pomeriggio?' chiese vagamente, con la sua perfetta maschera indecifrabile in bella vista, indicando la borsa piena di libri della Grifondoro.
Ron alzò gli occhi al cielo: 'Che domande! Non lo sai che abbiamo ancora da fare il tema per Lumacorno e quello per Vitious?!' esclamò, scimmiottando il tono di voce di Hermione, che gli rifilò un'occhiataccia scocciata.

'Piuttosto Harry, c'è qualcosa che non va?' osservò Hermione, perplessa dal silenzio cupo dell'amico, quando cominciarono a salire le scale.
'No, niente che non va!' rispose in fretta, fissando ostinatamente dritto di fronte a sé.
'Non saranno pene d'amore le sue?' ridacchiò Ron e Hermione ci riflettè seriamente.
'Ah si!' esclamò all'improvviso, tanto che Draco la guardò preoccupato. 'Ti ricordi quando l'altra sera lo trovammo nel passaggio per il secondo piano, con quel ragazzo alto che non la smetteva di presentarsi?'
Harry si fermò sulle scale, interdetto e gli altri lo superarono, così gli urlò dietro: 'Cosa? Non era niente! Stavamo solo parlando!'
Ron annuì vivacemente:
'Ah-ha! Appartati solo per parlare? Sembra proprio che tu ci stia nascondendo qualcosa! Che ne dici Malfoy, tu non lo hai beccato con quello spilungone?'
Draco si strinse nelle spalle: 'Non ne so assolutamente nulla, a quanto pare lo ha nascosto per bene anche a me'
'Non ti ho nascosto proprio niente! Stavo salendo al secondo piano e mi ha fermato sulle scale' si affannò a spiegare Harry, per quanto non fosse ancora convinto che Draco lo meritasse, dato che lo stava palesemente ignorando.
'Mi ha chiesto di fare due chiacchere e quando ha cominciato a blaterare sul fatto che mi stimasse molto per ciò che avevo fatto, ho cercato di togliermelo di torno! Poi sono arrivati Ron e Hermione e ha cominciato a fare la stessa cosa con loro che, se non fossero così impegnati a scovare il mio presunto ragazzo segreto, lo ricorderebbero!'
Ron si sgonfiò come un palloncino, mentre Hermione alzò gli occhi al cielo:
'Presunto, come no! Forse non sarà quel tizio strambo, e me ne rallegro, ma qualcuno c'è!'

Draco non commentò e non diede segno di aver ascoltato le sue parole.
Camminava davanti a tutti, apparentemente non interessato alla conversazione. In più era privo di espressione, difficile capire se fosse infastidito o se non gliene importasse effettivamente nulla.
Forse, dato che si era mai considerato realmente impegnato con Harry, per lui era normale che potessero capitare "incontri" con altre persone.

'Non c'è nessuno Herm' ringhiò Harry alla fine, furioso al solo pensiero. 'Anzi, ti dirò di più, c'era fino a qualche ora fa ma, a quanto pare, lo pensavo solo io'
Ron, che per un secondo aveva pensato di poterlo finalmente prendere in giro, si incupì e si scambiò uno sguardo preoccupato con Hermione.
Draco diede segni di irrequietezza, quando la sua postura si irrigidì, ma non si voltò e continuò a salire le scale in fretta: ancora una volta sembrò che le parole di Harry lo facessero sentire soffocato.
'Sei sicuro di non volerne parlare?' chiese Hermione, ora titubante, perché si era resa conto di averlo punzecchiato, senza capire quanto fosse scosso in realtà.
'Non importa' bofonchiò Harry, stringendosi nelle spalle.

Draco si fermò di scatto, cogliendo al volo l'occasione quando vide Theodore camminare nella direzione opposta alla loro: 'Oh, ecco dov'era! Devo parlargli, mi sa che per stavolta dovrete studiare senza di me!' disse velocemente.
Ron grugnì il suo entusiasmo e Hermione gli prese la mano, trascinandoselo dietro: 'Se finiamo presto avremo tutto il pomeriggio libero!'

A Harry ribollì il sangue dal nervosismo, perché non sopportava di dover aspettare che il Serpeverde smettesse di fingere che non esistesse.
Stava succedendo esattamente ciò che all'inizio aveva cercato di evitare: Draco si era spaventato di fronte alla verità, non riusciva ad esprimere sinceramente i suoi sentimenti, positivi o negativi che fossero, e preferiva ignorarlo.
Preferiva scappare, nonostante gli avesse dato la sua parola che non lo avrebbe fatto. Ed ora non potevano considerarsi né amici, né amanti, né nemici.
Così quando Draco gli passò accanto, scendendo le scale, lo afferrò per la spalla:
'È già la seconda volta che scappi. Ti avevo creduto, quando dicesti che non lo avresti fatto' gli sibilò piano all'orecchio.
Detto questo continuò a salire come se nulla fosse, ma Draco lo richiamò indietro: 'Harry!' disse, con tono ben udibile.
'Oh no!' disse Ron, guardandolo in fondo alle scale. 'Anche oggi sarò l'unico costretto a studiare in biblioteca!'
Hermione sbuffò la sua impazienza: 'Beh, Harry, allora ci vediamo più tardi. E, per favore, non farti abbattere da un idiota che non vede ciò che ha tra le mani, chiunque sia. Tu meriti tanto, nessuno più di te'
Harry annuì e poi scese le scale, dove Malfoy lo aspettava, sul piede di guerra.

'Che vuoi?' chiese, incrociando le braccia al petto.
Draco sembrò avere una gran voglia di picchiarlo:
'Non sto scappando, solo non mi andava di assistere alla tua seduta di psicoanalisi con la Granger mentre ero costretto a fingere che non ci fosse niente che non andava!'
'Nessuno ti ha chiesto di fingere!' sbraitò Harry. 'A me non importa niente che i miei amici vengano a sapere la verità! Né che lo scopra la stampa, facendone una notizia di prima pagina! Tu invece di che cosa hai paura davvero? Dello scandalo o di perdere le tue due o tre scopate facili a settimana?'
Draco imprecò sonoramente e avanzò riducendo la loro distanza a due millimetri.
'Cosa cazzo stai dicendo!? Non sono io che mi sono fatto beccare appartato con un altro, facendo chissà cosa, mi pare!'
'Cosa? Adesso ti interessa? Quando ti ho spiegato che con quello smidollato non è successo nulla, non mi è sembrato ti importasse molto!' gli urlò Harry in faccia.
'E poi non sei tu, quello che dice che tra noi non c'è e non ci sarà niente? Non sei tu quello che preferisce scoparsene uno diverso ogni giorno, piuttosto che tirare fuori le palle per stare con chi vuole veramente!? Non sei tu, Draco?!'
'NO!' urlò Draco, dandogli una spinta.
'Non hai mai capito niente!' e lo spinse ancora una volta.
Harry gli afferrò i polsi, furibondo, per impedirgli di farlo ancora. Ma Draco era più fuori di sé di quando lo fosse lui, e continuò ad avanzare fino a sbatterlo contro il muro alle sue spalle: 'Da quando abbiamo iniziato a vederci di nascosto, non ho mai neanche pensato di stare con qualcun altro!' continuò, mentre cercava di liberarsi i polsi.
'Certo, però in realtà non significa niente, vero?' sputò Harry, stringendo più forte.
Draco gli disse di tacere.
'Quando dico che tra noi non andrà avanti, lo faccio perché so che succederà! Perché, prima o poi, capirai di star sprecando il tuo tempo con la persona peggiore che potessi trovare!' spiegò, tentando di ferrargli un pugno sul petto con le mani ancora immobilizzate.
'Non mi alzerò una mattina e ti dirò che mi sono stancato di te, perché lo farai tu!'

Harry lo osservava, mentre pian piano la rabbia lasciava posto allo sbigottimento e la presa ferrea sui polsi di Draco si allentava.

'E scusa, se non voglio che quando arriverà quel giorno, l'intero Mondo Magico mi guardi con ancora più ribrezzo di quanto non faccia già'
'Ma Draco...! Non sai quello che dici!' disse Harry, debolmente.

Era convito che Draco avesse imparato a convivere con il suo passato da quando era riuscito a conquistare non solo la sua fiducia, ma anche quella dei suoi amici. Invece, si era solo costruito un ulteriore maschera che nessuno aveva percepito.

'Tra di noi le cose sono cambiate! Perché dovrei cambiare di nuovo idea su di te?'
Ma Draco scosse la testa: 'Riesco già ad immaginare i loro commenti: Malfoy, il fallito che credeva di poter imbrogliare Harry Potter! Oppure penseranno che ti abbia lanciato la Maledizione Imperius!'
Harry scosse la testa e impedì che Draco continuasse a farneticare, afferandogli il volto.
'Draco! Non ti lascerò! Hai capito?' ripeté.
Ma Draco pareva impossibile da convincere: si allontanò da lui, guardandosi intorno, per accersarsi che nessuno avesse assistito al loro breve litigio.
Poi continuò: 'Come fai a saperlo? Se anche non lo facessi per ciò che sono, magari un giorno litigheremo talmente tanto da non volerci più vedere. Ed il risultato sarà lo stesso, nessuno perdonerà l'uomo che farà soffrire il grande Harry Potter!'

Harry sospirò. Finalmente consapevole di tutte le paure di Draco, fu facile capire quale fosse l'unica cosa da fare.
Si guardò in fretta intorno e lo tirò via dal corridoio, vide un aula vuota alla sua destra e ci si tuffò dentro, costringendo Draco a seguirlo.

'Che stai facendo?' disse quest'ultimo, in tono stanco, quando Harry sigillò la stanza e lanciò qualche altro incantesimo non verbale.
'Mi assicuro che nessuno ci veda o ci senta' spiegò, prima di sedersi su uno dei banchi abbandonati. Gli fece cenno di sedersi vicino a lui e Draco lo fece con titubanza.
'Cos'altro c'è da dire?' chiese
'Per quanto riguarda l'ultima cosa che hai detto,' cominciò Harry, incrociando le braccia: 'è il rischio di ogni relazione, non sapere se durerà. Ma, io credo che per ogni storia, ci sia la possibilità di arrivare ad un certo punto - quando ci si innamora davvero - in cui qualsiasi problema si possa risolvere. Quando ormai è impossibile immaginare un futuro in cui l'altro non è presente, si mette al primo posto l'affetto reciproco, piuttosto che l'orgoglio. Io non so se tra noi sarà possibile, ma possiamo provarci... ad arrivare a quel punto'
Draco sospirò: 'Non capisci? Se ci proviamo e poi le cose non vanno? Siamo sempre allo stesso punto'
Ma Harry lo interruppe subito: ' Prima di tutto, anche nel caso ci lasciassimo, non permetterei a nessuno di trattarti da appestato per colpa mia. Chiarirei la faccenda, sai che lo farei. Ma se hai bisogno di tempo per fidarti di me, per adesso possiamo continuare a non farci scoprire. Se ho la certezza che tu mi vuoi davvero, non mi importerà continuare a vederti di nascosto. Ti ho chiesto più certezze, ma non voglio certo obbligarti a finire sulla bocca di tutti'

Cadde il silenzio mentre l'idea di Harry prendeva forma nella mente di Draco: gli stava chiedendo di ammettere semplicemente che ciò che stava succedendo fra loro non era solo un capriccio momentaneo, non di gridarlo ai quattro venti.

'Hai bisogno di certezze solo perché non ti accorgi di quello che hai sotto il naso!' brontolò Draco, alzando gli occhi al cielo.
Harry sorrise: 'Questo che vorrebbe dire? Che sono stato stupido a pensare che non ti interessassi davvero?'
Draco strinse le labbra: 'Beh, più o meno...diciamo di si'
Harry scoppiò a ridere: 'Proprio non ce la fai a dirlo direttamente?'
Draco non rispose, palesemente in imbarazzo.
Harry annuì, senza smettere di ridere: 'Non preoccuparti, ho letto tra le righe: cavolo, una vera e propria dichiarazione d'amore!'
Draco gli diede una spinta e Harry rise ancora più forte.
Allora Draco lo afferrò dietro la testa e gli tappò la bocca con un bacio.

'Era ora che facessi tu la prima mossa' disse Harry, tra un bacio e un altro.
'Sta zitto' intimò Draco, facendolo ridere di nuovo.
   
 
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