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Autore: Vals Fanwriter    21/07/2009    1 recensioni
Chi di voi ha mai provato a immaginare come sarebbe stata la scuola della "next generation" dei nostri eroi? Arrivano James, Rose, Albus, Scorpius e tutta la new generation! Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 - La punizione

            E così eravamo finiti in quell’assurda situazione. Non appena era terminato il colloquio, papà mi aveva avvicinata e mi aveva sussurrato un “buona fortuna” per niente confortante. Intanto Neville sorrideva, compiaciuto del lavoro svolto. Probabilmente ricordava perfettamente di quando papà era stato messo in punizione e aveva dovuto pulire la sala dei trofei al secondo anno. La situazione non mi rassicurava affatto. Avremmo dovuto passare non si sa quante serate in punizione con Malfoy. E a proposito di Malfoy, prima che cominciasse la nostra prima avventura, sentii la discussione, se così si può chiamare, che ebbe col padre. Infatti fu solo il signor Malfoy a parlare.

            “Se volevi fare il bullo, non dovevi farti beccare.” gli sussurrò.

            Solo questa frase, poi Draco Malfoy girò i tacchi, con l’intenzione di andare via da quel posto, nel quale probabilmente non si trovava per niente a proprio agio. La signora Malfoy, invece, prima di andare via, abbracciò velocemente il figlio.

            “Cerca di comportarti bene d’ora in poi.” gli disse, lasciandolo andare, e, solo quando Scorpius assentì impercettibilmente, lei lo salutò con un cenno della mano, per poi seguire la sua metà. Probabilmente anche la frase del signor Malfoy aveva lo stesso significato di quello della moglie. Pensai che era proprio dal signor Malfoy che aveva preso Scorpius. Forse meno tronfio, da come papà me lo aveva descritto.

            Pochi secondi e anche papà, mamma, lo zio Harry e la zia Ginny ci salutarono e, quando rimanemmo soli col prof, notammo che il suo sorriso non si era ancora affievolito.

            “Andiamo nella Sala dei Trofei.” disse gioviale.

            Notai allora che lo sguardo di Malfoy era pieno di risentimento. Non voleva affatto passare una serata con noi.

            Pochi minuti dopo il professore ci lasciò nelle mani del vecchio Gazza, che era ben felice che dei nuovi domestici fossero stati reclutati dal corpo studentesco.

            “Impareranno la lezione.” commentò non appena il prof gli ebbe spiegato la nostra situazione.

            “Non ne dubito.” gli rispose, poi girò i tacchi e andò via “Buona fortuna!”

            Non appena fu lontano, Gazza assunse un’espressione sadica.

“Consegnatemi le bacchette.” sogghignò.

            “Cosa!?” fece James, terrorizzato all’idea.

            “Olio di gomito, ragazzi. Olio di gomito.” esclamò il vecchio a mo di spiegazione.

            Consegnammo di malavoglia le nostre bacchette. Era la fine. Nemmeno un miracolo ci avrebbe permesso di riuscire a terminare il lavoro. Non ce la potevamo fare.

            Una volta che le bacchette furono scivolate nella tasca dei pantaloni di Gazza, questo aprì la porta che conduceva alla Sala dei Trofei e ci spinse dentro ad uno ad uno.

            “Verrò a riaprirvi alle due.” disse, chiudendosi la porta alle spalle e girando rumorosamente la chiave nella toppa.

            Mi voltai. C’erano centinaia – ma che dico? – migliaia di trofei su altissimi scaffali di legno. Sentii James invocare “O santissimo Merlino”. A quanto pareva non ero l’unica ad essere rimasta scioccata. Il viso di Al era molto più spaventato di quando aveva visto suo fratello picchiarsi con Malfoy. Invece la serpe guardava con disgusto ogni singolo scaffale.

            In un angolo vi erano quattro spazzoloni, quattro stracci e un secchio.

            “Ci conviene dividerci il lavoro.” dissi io “Io e Al ci occuperemo degli scaffali più bassi. Mentre tu, James, e Malfoy di quelli alti.”

            “Perché io devo pulire gli scaffali in alto??” chiese James.

            “Perché Al è più piccolo ed io sono una donna, perciò penso che tocchi a voi due.” spiegò la giovane Grifoncina.

            “Io non farò proprio niente.” disse Malfoy, incrociando le braccia al petto.

            Ed ecco che di nuovo la rabbia mi montava dentro.

            “No, mio caro.” cominciai a mo di ordine, poi indicai gli arnesi che avremmo dovuto utilizzare “Vedi quelli? Sono quattro spazzoloni e quattro stracci. E si dia il caso che tu faccia parte delle quattro persone che sono immischiate in questa punizione. Quindi tu ci aiuterai a pulire!”

            Sottolineando la parola quattro ogni volta, avevo fatto in modo che lui capisse quanto ero decisa a costringerlo a pulire quel putiferio. Intanto James aveva inutilmente cercato di soffocare dei risolini.

            “Non devo sottostare agli ordini di nessuno.” continuò a dire, tuttavia, testardamente.

            James bloccò le risate e cominciò a parlare anche lui.

            “E’ colpa tua se siamo in questa situazione, quindi è tuo dovere aiutarci.” disse mio cugino.

            “No! La colpa è vostra!” ribatté la serpe “Se non vi foste immischiati, quel dannato Paciock non si sarebbe precipitato a soccorrervi e a quest’ora sareste in Sala Grande ad abbuffarvi!”

            “Poco probabile visto che noi non ti avremmo mai lasciato far del male a quel ragazzo, che per altro non ti aveva fatto niente!”

            “Sta’ zitto! Sei intervenuto solo perché stavo per picchiare Lenticchia e non perché ti importasse qualcosa di quell’altro.”

            Lenticchia?! Ma come si permetteva? Decisi di aspettare prima di sferrargli un altro pugno, che avrebbe compromesso ancora di più la mia situazione scolastica.

            “Senti chi parla!” parlò intanto James “I tuoi amici se la sono svignata appena hanno potuto, senza neanche avvertirti del prof che arrivava.”

            Okay … Però questo era sleale …

            “James …” lo chiamai per farlo smettere.

            “Mi sa che tu sei più solo di una specie in via d’estinzione! Altro che capo banda!” continuò a deriderlo mio cugino.

            Scorpius intanto digrignava i denti.

            “James, basta così …” tentai di zittirlo, ma lui continuò.

            “Fai solo la parte del grande capo, ma in realtà sei solo un pulcino senza cresta o, per meglio dire, una serpe senza veleno.”

            Ecco James aveva esplicato ciò che pensavo io dalla sera precedente. Una serpe senza veleno … Era proprio quella la perifrasi più adatta. Peccato per il pugno che ne seguì.

            James finì a terra, con una mano sulla guancia dolorante. La lotta stava per ricominciare. Mio cugino si alzò e prese la rincorsa.

            Jamie, no!!!” gli gridai io, al che lui si fermò, voltandosi a guardarmi “Non ricominciate!”

            James diede ascolto alle mie parole e aspettò che fossi io a fare la mossa successiva.

            “Non mi importa di ciò che è successo, di come Malfoy mi sta provocando o della sua relazione con i compagni Serpeverde.” annunciai solennemente “Ora dobbiamo metterci al lavoro e sperare di riuscire a finire prima delle vacanze di Natale. Non so voi, ma io intendo tornare a casa per le vacanze.”

            Scorsi gli occhi di Malfoy, mentre pronunciavo quelle parole. Erano lucidi, come se stesse per piangere, come se ciò che aveva detto James fosse la verità. Intanto stringeva ancora i denti e respirava pesantemente, furioso più con sé stesso che con noi altri.

            Quando ebbi finito di parlare mi diressi verso gli spazzoloni, afferrai il tutto e cominciai a distribuirli ad ognuno di noi. Arrivata a Scorpius, misi a terra il mio spazzolone e il mio straccio e gli porsi i suoi.

            “Scaffali superiori.” gli ordinai.

            Quella fu la sua prima resa. Afferrò i suoi arnesi, recuperò una sedia su cui salire e cominciò a lavorare in silenzio. Soddisfatta, mi misi anch’io a lavorare insieme ai miei cugini, che seguirono il mio esempio. C’erano così tante ragnatele che mi sorse il dubbio che quel posto non veniva lucidato da quando papà era stato messo in castigo. Non fu brutto come mi aspettavo. Non facevo pulizie in maniera babbana, da quando ero andata a trovare il nonno e la nonna a casa: mamma mi aveva costretta a non usare la magia. Ma ciò che non mi rendeva del tutto serena era il silenzio che dominava. Malfoy era sceso dalla sedia e si stava dirigendo verso il recipiente pieno d’acqua per bagnare il suo straccio. Alzai gli occhi verso James, su una sedia a qualche centimetro da me. Stava giocherellando con un trofeo che sembrava di vetro. Ne lucidava un lato e ogni tanto lo lanciava e lo riafferrava per lucidarne l’altro.

            “James, fa’ attenzione con que …” lo avvertii, ma neanche il tempo di dirlo che il trofeo stava già cadendo a terra, o meglio, sulla mia testa.

            Chiusi gli occhi e caddi a terra trascinata da qualcuno. Quando sentii lo sfracellarsi al suolo del vetro, i miei occhi si aprirono in uno scatto. Gli occhi di ghiaccio di Malfoy mi fissavano seri. Involontariamente le mie braccia si erano andate a cingere intorno al suo busto. Un minuto di sguardi intensi, finché la voce di mio cugino non mi riportò alla realtà.

            Rosie!!!” mi chiamò, strappando violentemente Malfoy dalle mie braccia “Stai bene?”

            Mi abbracciò forte – secondo la mia idea – sia perché era preoccupato, sia per proteggermi dalla serpe. Al contrario di prima le mie braccia restarono inerti e, con un’espressione disperata, sospirai.

            “Starei meglio, se non avessi fatto cadere quel trofeo … Ora chi lo sente Gazza?” dissi.

            “Dai, ci inventeremo qualcosa!” rise lui, lasciandomi andare e aiutandomi ad alzarmi.

            Il suo sguardo però si volse subito verso Malfoy e non era per niente amichevole.

            “Ehm … Continuiamo a pulire, forza!” dissi io, per non far scattare di nuovo la rissa “E stavolta stai attento.” lo pregai infine.

            Possibile che dovevo fare la parte della balia? Bastava un nonnulla perché scattasse l’inferno. Avrei dovuto ringraziare Malfoy per il suo gesto. Ma quando? Non appena fosse venuto Gazza ad aprirci? No. Era meglio a lezione, in modo che James non potesse origliare. Del resto, bastava che ci vedesse parlare perché si arrabbiasse come una belva. Avevo il sospetto che papà gli avesse promesso chissà quanti galeoni in cambio di protezione nei miei confronti. Intanto mi domandavo anche il perché del gesto di Malfoy. Insomma, se lui mi avesse sferrato un pugno, io non credo l’avrei aiutato. Ma allora perché? La risposta era così ovvia che mi sfuggiva di mente, perciò mi concentrai sui trofei, sperando che quella serata passasse in fretta. E fu così, il tempo passò così veloce, che, in men che non si dica, sentii la grossa chiave di Gazza girare nella toppa, facendo ancora più rumore di prima.

            “Ora basta! Continuate domani!” disse con un sorriso ebete stampato in faccia.

            Ci consegnò le bacchette e poi, felici della fine della serata, ci fiondammo letteralmente fuori dalla stanza, in direzione dei nostri dormitori, grati che ci fosse un letto ad attenderci.

            Intanto Gazza gridava …

            “Avete rotto un trofeo, maledetti mocciosi!!” diceva, ma con un reparo lo rimise in sesto in fretta.

 

to be continued

Salveee! Gli esami si sono conclusi e ho pensato di rimboccarmi le maniche. Infatti, come qualcuno avrà notato, ho pubblicato una nuova fic su Harry Potter: Full Moon.

Voglio subito passare ai ringraziamenti, poiché la giornata è stata dura (fare la baby sitter a cugini piccoli è terribile).

Grazie a coloro che hanno recensito: kakka , kikidabologna , altovoltaggio , lovy_cha , Pan_Tere94 , Kimly.

Grazie alle 15 persone hanno messo la fic tra le preferite e le 3 persone che l’hanno messa tra le seguite.

Ora vi lascio ai vostri affarucci, augurandovi sogni d’oro.

Buona notte!

Vale-chan

   
 
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