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Autore: dama_di_notte    02/04/2019    1 recensioni
ciao ragazze ho dato un occhiata a questa ff di anni e anni fa, ed ho trovato una valanga di ORRORI, la sto ricomponendo.
fatemi sapere kissoni:*
“Mi sei mancata” sussurrò tra i miei capelli
E fu li che feci la cosa più ovvia che mi venne in mente, lo baciai…e lui ricambiò quel bacio che sapeva di desiderio di passione, diciamolo sapeva solo d’amore.
Le nostre lingue si intrecciavano senza freno, mi accarezzava mi stringeva a lui come se avessi potuto scomparire o dissolvermi, con il cuore impazzito nel petto e senza fiato, ansimanti camminammo lungo il corridoio d’ingresso dove con foga mi posizionò tra lui e il muro, continuando ad accarezzarmi e baciarmi, e farsi sentire su di me. Lo trascinai per mano in camera mia, senza mai staccarmi da lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro personaggio, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte vorrei staccare la spina da tutti, dagli amici, dal karatè e soprattutto dai miei pensieri che inevitabilmente sono sempre per lei.
Forese è la giusta punizione per un vigliacco come me, se fossi stato più uomo e meno orgoglioso oggi avrei potuto…
"Aky cosa farai tra due settimane per le vacanze?" 
"Non lo so Nat se ne sta occupando Fuka per tutti" 
"Capisco, io invece dopodomani parto con la famiglia di Kayto andiamo allo loro casa in montagna, resti con papà"
"Va tranquilla"
Tempo addietro la notizia di avere casa per me  mi avrebbe fatto saltare dalla sedia per correre al cellulare e dirle CORRI DA ME, avremo passato giornate interminabili stretti sul mio letto nella mia camera.
Non era solo fare l’amore che ci teneva uniti, le coccole le infinite chiacchierate sui nostri amici, o semplicemente parlare del suo lavoro.
Una cosa è certa, non abbiamo mai parlato di noi
SBAGLIATO!
Avrei potuto guardarla negli occhi mentre era ancora mia e dirle
-Sai Sana darei la vita per te-
Perché alla fin fine è quello che sto facendo…
“Scusami Aki, ma hai mai pensato di ricambiare profumo? Di ritornare a quello al cocco di tanto temo fa?”
“Nat! Quando mai in tuta la mia vita avrei usato un profumo al coc…”
Cazzo! Natsumi sa!
“No dai dicevo così per dire, quel profumo sembrava renderti felice, scusami, devo scappare a stasera”
Vorrei piantarmi due dita negli occhi, da quanto tempo ne sarà a  conoscenza?
Magari Nat, quanto vorrei che quel profumo riempisse ancora casa nostra, e invadesse me e le mie lenzuola.
Se fossi un uomo migliore correrei a riprenderla in ogni angolo, o meglio ancora non l'avrei persa restandomene come un imbecille a guardare la sua auto andar via..
Sana ha un audi Q5 bianca con vetri fumé, l'ho talmente odiata era un chiodo fisso nei miei pensieri e proprio perché sono masochista l'ho comprata praticamente identica.
 
I giorni passarono in fretta tra una litigata con Tsu e le urla di Fuka mi sono già rotto i coglioni prima del tempo, siamo accanto alle auto mentre accendo una sigaretta Take imposta sul mio navigatore di bordo l'indirizzo di questo piccolo alberghetto appena fuori città.
Abbiamo 2 auto quella di Take e Fuka che con se portano Tsu e Aya e nella mia Gomi, Hisae e rullo di tamburi udite udite nientemeno che… papà.
La vacanza più indicibile del mondo...
Mi aveva implorato di portarlo con me Visto che Nat era in montagna con il fidanzato,  
 
Percorriamo vari km con mio padre che canta a squarciagola le sue canzoncine e mi ricorda tanto qualcuno; dopo quasi un ora mi ritrovo in una stradina tortuosa eppur non so come mi è familiare, proseguiamo ancora per qualche metro quando scorgo quello che è il nostro "ALBERGO" pianto il piede sul freno inchiodando di brutto, perdo un battito quando una volta sceso il polverone causato delle ruote, ciò che scorgo dall'altro lato è Misako che corre verso la mia auto, gridando l'ultimo nome che avrei mai voluto sentire... SANA!!!
Cazzo proprio la stessa macchina dovevo prendere, e cazzo proprio l'albergo di sua nonna? 
Cazzo Fuka che mi hai combinato.
Mio padre esce dall'auto di corsa verso Misako e la saluta con gioia, i ragazzi scendono maledicendomi per la frenata, faccio retromarcia voglio andare via e subito, alzo gli occhi dal volante e Misako mi guarda con un gran sorriso, sto tremando...
"Akito tesoro credevo fossi Sana perdonami, dai vieni"
Oh Misako se solo potessi gridare che la vorrei anche io, quasi come incantato da lei, avanzo parcheggiando l'auto accanto a Take, scendo e la abbraccio, e come un flashback tutto di lei percorre  la mia mente…
L'albergo della nonna di Sana è cambiato nell'arredamento: all'ingresso sono posizionati dei confortevoli divani rosso e oro in pelle, di forma rettangolare posizionati su un enorme tappeto peloso color avorio che fa mostra di se occupando gran parte dell'area accoglienza; dal lato opposto, il bancone della reception anch'essi è caratterizzato da un morbido tessuto rosso e vellutato, a concludere si notano degli straordinari lampadari con pendenti di cristallo richiamando un aria romantica e accogliente, il tutto in uno stile tra il classico e lo shabby, nei miei ricordi era davvero molto diverso.
"Akito perdonami, non avevo idea che questo posto appartenesse alla signora Kurata, sul sito ho visto foto di Sana, d'altronde le vedo ovunque, ma mai avrei immaginato che fossero ricordi di famiglia, scusami"
"Non importa ormai siamo qui Fuka"
Do fiato alla bocca, ma tutto ciò a cui penso è che mi trovo in questo maledetto posto pieno di ricordi d'infanzia, e vorrei solo che lei fosse con noi, che fosse qui con ME! Che non avesse deciso di restare accanto a lui e che non avesse scelto come sempre la sua carriera e il salvaguardare la sua immagine mettendo me all'ultimo posto, c'è sempre stato altro prima di me.
La rimprovero spesso, ma la realtà è una soltanto, noi siamo indiscutibilmente la coppia destinata a sfiorarsi nel tempo, se fossi più uomo in questo stesso momento, andrei da lei e le direi senza indugio quali sono i miei sentimenti, senza tremare o imbarazzarmi davanti ai suoi occhi, ma la dura realtà è che sono un fifone e raccolgo ciò che merito.
Non ho dimenticato i suoi occhi il giorno che mi venne a confessare della convivenza, erano pieni di speranza e di paura, sembravano gridare "CHIEDIMI DI RESTARE. "  
Sarebbe bastato così poco, se solo non avessi avuto così paura di lei e soprattutto di me, che muoio ad ogni suo sguardo, perdendo a ogni suo sorriso un battito e mandando a puttane tutta la coerenza che possiedo.
Lei bella potente ricca, ed io un piccolo allenatore che possiede una palestra in città, cosa potevo offrirgli rispetto a Brayan?
Ricordo che per il suo compleanno le regalò un anello di brillanti che nemmeno dopo 3 anni di lezioni potrei permettermi.
Chi voglio prendere in giro, la amo, ma oltre questo cose le offro?
Che cazzo sto diventando?
Di questo passo impazzirò giovane, vigliacco, e giovane.
Mi consegnano la chiave della stanza, la 207, inutile dire che sono da solo,  considerando che le tre coppiette felici hanno deciso di trasformare questa vacanza in una luna di miele.
Poggio tutto su un bel letto che sembra essere tre piazze, troppo, troppo grande solo per me, sopra c'è un bel baldacchino di veli ai lati i comodini bassi con i faretti a circondarli ,romantico, schifosamente è maledettamente romantico ed esageratamente deprimente.
Metto la tuta e vado a correre aspettando il pranzo...
 
“Cosa guardi Misako?”
“Niente mamma perché?”
“Stavi fissando il nostro giovane ospite”
“Si, bhe vedi mamma, è un amico di Sana…”

   
 
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