Epilogo
Esme
volse lo sguardo verso Astrid, scostando appena gli
occhiali da sole mentre camminavano lungo quello stesso viale che
avevano
percorso innumerevoli volte durante le ultime sette estati.
-
Riesci a credere che non torneremo a Ilvermorny quest’anno?
È così strano pensarci. –
-
Già, tu sarai impegnata a girare per il mondo con Desmond e
io … -
-
Tu sarai chiusa in un’officina a riempirti di sporco e
grasso con indosso terribili vestiti da uomo – concluse per
lei l’amica,
sorridendo a metà tra il divertito e l’incredulo.
Non
riusciva proprio a capire come Astrid potesse desiderare
di passare un anno intero immersa in un’officina puzzolente e
circondata da
omoni che l’avrebbero guardata dall’alto in basso.
-
Lo sai che ho sempre amato i motori. –
-
Altra cosa assolutamente inspiegabile, ma ormai ho
rinunciato a cambiarti e mi faccio andare bene così come sei
– asserì,
prendendola a braccetto e dirottandola verso una di quelle vetrine
estremamente
costose a cui in condizioni normali Astrid non si sarebbe mai fermata
nemmeno
per sbaglio.
Eppure,
proprio come aveva detto Esme, entrambe avevano ormai
imparato a rassegnarsi e adattarsi alle rispettive
personalità agli antipodi.
Caos
esitò un attimo prima di scendere dall’auto che li
aveva
condotti ai margini della proprietà di casa Powaqa e il
gesto non sfuggì a
Jackson, che gli battè una mano sulla spalla e gli sorrise
incoraggiante.
-
Tranquillo, se non ti lasci spaventare dal numero e dalla
confusione sei già a buon punto. –
-
Non è quello che mi spaventa, ma a quanto ho capito quella
che porta i pantaloni in famiglia è nonna Powaqa
…. E se non dovessi piacerle?
–
-
Winnie il tuo ragazzo se la sta facendo sotto -, intervenne
Joaquin sghignazzando, - ti consiglio di tenergli la mano mentre
entrate in
casa. –
La
ragazza si voltò verso il terzetto, le mani sui fianchi e
un’espressione risoluta, - Cosa gli avete detto per
spaventarlo? –
Sorrisero
con fare angelico.
-
Assolutamente nulla. –
-
Certo -, Winona sbuffò roteando gli occhi, - come se le
vostre
facce angeliche potessero mai fregarmi. Coraggio, Caos, ti assicuro che
la
nonna non ha mai mangiato nessuno. –
Jackson
si sporse verso Joaquin, mormorando: - Finora. –
Arthur
strinse a sé Marcus, chinandosi a baciarlo
un’ultima
volta prima di lasciarlo libero di afferrare la sua valigia.
-
Spero davvero che quest’anno finisca il prima possibile,
l’estate è volata ed è così
ingiusto che tu debba tornare in Gran Bretagna per
altri nove mesi. –
-
O forse solo tre – replicò Marcus mordicchiandosi
il labbro
inferiore.
-
Tre? –
-
Se tornassi per le vacanze di Natale sarebbero solo tre
mesi. –
Arthur
si aprì in un sorriso smagliante prima di stringerlo e
baciarlo nuovamente con passione.
-
Sembra proprio che abbiamo un piano, pulcino. –
-
Non smetterai mai di chiamarmi in quel modo? –
-
Assolutamente no, non ti resta che rassegnarti all’idea.
–
*
Diana
sgranò gli occhi davanti alla sagoma alta e affascinante
di Baron, che si stagliava sull’ingresso di casa sua.
Non
era possibile, l’aveva persino seguita lì a Londra.
-
Sei ufficialmente uno stalker, spero che tu lo sappia. –
-
Mi hanno detto di peggio -, replicò scrollando le spalle, -
ma io preferisco definirmi come molto motivato ad ottenere quello che
voglio. –
-
E sarebbe? Portarmi sull’orlo di una crisi di nervi?
–
Le
sorrise sghembo.
-
Non era esattamente dove avrei voluto portarti, ma potrei
anche accontentarmi per il momento. –
-
Se era un’allusione sconcia giuro che … -
Baron
alzò le mani in segno di resa.
-
Frena, frena, tigre. Non stavo insinuando nulla di osceno,
intendevo solo dire che sono qui per portarti a quel famoso colloquio
per lo
stage che ti avevo promesso a San Valentino. –
Diana
lo osservò con fare dubbioso.
-
Va bene, ma ho bisogno di prepararmi come si deve … vuoi
entrare? –
-
Cominciavo a perdere la speranza che me l’avresti mai
chiesto. –
Khendra
emise un trillo deliziato che attirò all’istante
l’attenzione di Edward.
Il
ragazzo si sporse dalla cucina per osservare la sua
fidanzata e si arrischiò a domandare: - Cosa è
successo? –
-
Reina e Liam andranno a vivere insieme non appena termina
l’anno, lui glielo ha appena chiesto. –
-
E tu hai pensato bene che ciò meritasse un urlo da spaccarmi
i timpani? –
-
No, volevo solo distrarti dalla cucina in realtà, sei
pessimo ai fornelli e io vorrei mangiare qualcosa di commestibile come
ultima
cena prima del mio rientro a scuola. –
L’afferrò
per i fianchi, tirandola verso di lui e
solleticandola senza pietà.
-
Sei tremenda. –
Scott
rimase in silenzio davanti alle occhiate inquisitorie
dei fratelli di Brooklyn. Sapeva che non c’era nulla di
peggiore che l’esame
dei membri maschi della famiglia e da quello che Diana le aveva
raccontato quei
due non erano affatto dei tipi quieti e pacati.
-
Allora la smettete di fissarlo e vi decidete a dire cosa ne
pensate? – sbottò d’un tratto Brook, che
sembrava conoscerli abbastanza bene da
aver capito già cosa stessero pensando.
-
Diciamo che ci fidiamo e ce lo facciamo andare bene –
iniziò
uno dei gemelli.
-
Ma se sgari scappare dal paese e cambiare identità non
sarà
sufficiente a salvarti la vita – concluse l’altro.
Bene,
minacce di morte … quei due dovevano aver studiato la
parte del fratello maggiore iper protettivo nello stesso posto in cui
era
andato Caos.
-
A ogni modo … benvenuto in famiglia, Scott –
conclusero
all’unisono, abbracciandolo uno dopo l’altro e
lasciandolo poi libero di
affrontare la matrona di casa.
Quando
Loki entrò in casa e vide sua madre e quella di Izzy
confabulare sedute sul divano, chinandosi di tanto in tanto a osservare
ritagli
di giornale, seppe già che c’era qualcosa che non
andava.
Così
quando salì al piano superiore ed entrò nella
stanza
della sua ragazza diede voce alle sue perplessità.
-
Cosa stanno combinando quelle due? –
-
Sono su di giri da quando hanno scoperto che stiamo insieme,
si vedono già consuocere pronte ad accudire una vagonata di
nipotini. –
-
Ma se ci siamo appena diplomati. –
-
Vallo a dire a loro, continuano a dire quanto sia bello
essere dei genitori giovani ed energici. –
Loki
si lasciò ricadere sul letto accanto a lei e le cinse i
fianchi attirandola a sé per poi baciarla.
-
Sai -, sorrise malizioso, - per sfornare nipotini è sempre
meglio allenarsi con largo anticipo. –
Spazio
autrice:
Salve!
Siamo
giunti anche al termine di questa storia e come sempre io sono ancora
tremendamente legata a ogni singolo personaggio e mi rincuoro pensando
che ho
ancora modo di scrivere di loro tramite la raccolta di OS (che per la
cronaca
uscirà qualche minuto dopo questo capitolo). Ovviamente
tutto questo non
sarebbe stato possibile se non fosse stato per voi, che avete creato i
vari OC,
perciò un sentito grazie a tutti i partecipanti ma anche a
chi ha letto,
recensito, inserito nelle preferite, nelle ricordate o nelle seguite.
Ci
sentiamo
prestissimo con la prima OS della raccolta e tra un paio di settimane
con il
sequel.
Buon
weekend.
XO
XO,
Mary