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Autore: Corvonero_mancata    06/04/2019    0 recensioni
Piccoli dialoghi immaginari tra i fratelli Weasley e il gemello più amato di tutta la letteratura fantasy, in un percorso che vi porterà a scoprire che anche voi, senza di lui, non sapete proprio vivere.
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1) Bill Weasley
2) Charlie Weasley
3) Percy Weasley
4) George Weasley
5) Ronald Weasley
6) Ginny Weasley
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Buona lettura!
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sono mesi che non dormo, sai? 
D’altra parte come potrei, con la tua ultima risata ancora impressa nella mente? Come potrei rintanarmi sotto le coperte ignorando il letto vuoto nella stanza accanto, chiudere gli occhi senza vedere la tua smorfia indisponente, sprofondare nel silenzio privo dei tuoi sussurri? 
Come potrei, Freddie, svegliarmi la mattina con la certezza di non avere i baffi disegnati a matita, o una palude davanti alla porta, o una Pasticca Vomitosa sul comodino, accompagnata da un biglietto falsamente firmato dalla mamma? Come potrei fare colazione senza i suoi rimproveri, e le tue battute, e i tuoi scherzi, e le tue prese in giro?

Come potrei dormire fingendo di non sentire il macigno che mi opprime il petto?

Non posso farlo, semplicemente non posso. Mi manchi troppo, fratello. 
Ogni ora, ogni secondo, ogni minuto della giornata speso convivendo con la tua assenza. 
Ovunque ci sono tracce del tuo passaggio, dai Tiri Vispi alle bacchette finte disseminate in cucina, dalle trappole per gnomi in giardino al capanno delle scope, dove la tua giace inutilizzata, senza che nessuno abbia il coraggio di prenderla. Sono come dei cartelli indicatori, che mi ricordano costantemente quel frammento di battaglia che ti ha strappato alla vita, portandoti lontano da me. Crudeli, concisi, inevitabili. 

Quando litigo con Hermione ti penso, sai?
Mi vengono in mente le tue allusioni e tutte quelle volte in cui, sentendoci discutere, ridevi sotto i baffi e alzavi gli occhi al cielo, paragonandomi a un “Troll ottuso” nonostante le mie sorde proteste. Protestavo che di ragazze non potevi saperne più di me, tu che non avevi mai amato nessuna, e mi sbagliavo. 
Non ti conoscevo allora, eppure eri mio fratello. Eri lì, nella mia vita, una certezza che ho fatto presto a dare per scontata. 
Come i miei sentimenti per Hermione, quelli che tu avevi capito, quelli che ti avevo confessato in segreto. 

L’ho baciata, sai? L’ho baciata il tremendo giorno in cui la sorte ha distrutto Hogwarts, prima che le speranze scemassero, prima che tutto crollasse. Ironico, non credi? Mi ha reso felice, poi ha fatto a pezzi la felicità. La mia, la tua. 
Quella di George, perché l’ha privato dell’unica persona che potesse occupare il posto al suo fianco. L’ha lasciato senza di te, con il silenzio dopo una battuta, con la mano alzata in attesa di un cinque, con gli occhi lucidi per le lacrime invece che per le risate. È stata ingiusta. 

Ma non posso farci niente. Tu diresti di vivere, giusto? Di farmi meno problemi, perché ormai non ci sei più e non devo sprecare il tempo che mi separa dalla morte crogiolandomi nel dolore. Non posso abbandonarmi, hai ragione tu. 

Dovrei trarre il massimo da ciò che mi resta, così da poterti raccontare molto quando ci incontreremo. 
Non riesco, però. Non da solo, almeno. 

Ci provo, sai? Tento di farmi forza e poi mi ricordo che sono scappato quando Harry e Hermione avevano più bisogno di me, allora è impossibile smettere di pensare che avrei meritato io di prendere il tuo posto, io di morire, non tu.
Tra Ron e Fred, anch’io non mi sceglierei: sono sempre stato il fratello più noioso, banale, inutile. Un codardo, in confronto a te. 

Non te l’ho mai detto, fratello, ma ho sempre voluto assomigliarti. Far ridere gli altri, essere di buona compagnia, tener viva la speranza, accendere il buonumore, sfidare le regole, architettare piani ingegnosi, consolare la mamma, fronteggiare la Umbridge, rischiare la vita apertamente contro i Mangiamorte. 

Ci ho provato, è vero. Mi definiscono un eroe. Salvatore.. ma io scuoto la testa. 
Mi rifiuto di essere chiamato tale, perché non ho salvato la persona più importante: te. 

Ho capito una cosa, però: non devo barricarmi nella disperazione. Sto aiutando George, e Percy, ed Harry, e Ginny. Anche Hermione, con i suoi genitori. E la mamma, che non smette mai di piangere. E papà, che non dice niente ma sente la tua mancanza come tutti noi. 
Persino la zia Muriel chiede di te, ogni tanto. Poi si dimentica che non ci sei più e ti cerca, invano. Vedi, Freddie, hai lasciato il segno. 

Adesso capisci perché non riesco a dormire? È impossibile farlo, se la tua stella brilla sopra di me. 
   
 
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