Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    10/04/2019    2 recensioni
Come sappiamo, le avventure della fata Kaleia non si sono certo concluse, e come in una sorta di piccolo intermezzo, si nota che le tradizioni natalizie hanno fatto il loro ingresso nel mondo delle fate. Forse ne hanno sempre fatto parte, o forse tale cambiamento è dato dalla loro vicinanza con la comunità umana, ma comunque sia, godetevi la lettura.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Human-traditions-in-the-Fairy-Woods
 
 
Capitolo XX
 
Red il viaggiatore
 
Il tempo passava, il vento fischiava, e il freddo arrivava. Con esso l'inverno, e l'atteso Natale. Ormai non mancava molto, e pensandoci, Kaleia non riusciva a smettere di sorridere. Lei e il suo Christopher convivevano da tanto, e innamorata com'era, sospirava nel guardarlo negli occhi e pensare a quanto fosse stata fortunata, e a come ogni giorno con lui sembrava essere il primo. Lo amava, lo amava davvero, ed era certa che i suoi sentimenti non sarebbero mai cambiati per nessuna ragione. Secondo alcuni, il suo innamoramento rasentava la follia, ma a lei non importava. A loro non importava. Calmo e tranquillo come sempre, Christopher non lo diceva mai ad alta voce, o se capitava, soltanto a lei, ma anche lui non provava che amore, e ogni volta che quelle famosissime due parole abbandonavano le sue labbra, entrambi finivano per ridere e sorridere, mentre l'altra, avvampando, ricambiava. La sempre uguale risposta della ragazza era l'ormai conosciuto preludio di baci dolci, caldi e teneri, dati nel silenzio della casa in cui vivevano. Ovvio era che con una gatta, una volpe e uno scoiattolo, tutti e tre stranamente gelosi, i due non fossero mai soli, ma sicuri che alcune abitudini fosse radicate e dure a morire, non ci badavano, cogliendo l'occasione per regalare agli amici animali una o più carezze. Comodamente seduta sul divano di casa, Kaleia restava a guardare le fiamme del camino ancora acceso danzare davanti a lei, prima che la calda e grigia cenere decretasse l'arrivo del sipario per ognuna di loro, di passo in passo eccellenti ballerine. Silenziosa, non diceva una parola, e di tanto in tanto, accarezzava alternativamente Willow, Red e Bucky. Rispettivamente la gatta, la volpe e lo scoiattolo di casa, tutti ormai vicini ad addormentarsi. Era strano a dirsi, ma a quanto sembrava, il freddo dell'inverno li spingeva ad accucciarsi in qualunque angolo della casa e dormire per ore intere, facendo ogni notte, o in ogni pisolino, chissà che strani sogni. Un intero branco di conigli da inseguire anche se solo per gioco, una miniera di ghiande da scoprire e scavare, o chi lo sapeva, una stanza o un campo pieno di giocattoli da colpire e inseguire fino ad avere le zampe dolenti e il fiato corto. Semplici e buffi esempi che Kaleia si divertiva a dare o darsi da sola, e che quando accadeva, la facevano ridere. A gambe accavallate, sentiva di non avere nessun problema al mondo, e mentre il tempo continuava a muoversi, il fuoco si spense. Tutt'altro che infreddolita, la fata non si mosse, e in silenzio, rimase ferma dov'era. Portando avanti una sinfonia di dolci fusa, la gatta le dormiva in braccio, e lei non voleva svegliarla, o almeno non subito. Abbassando lo sguardo, si fermò ad osservare il suo sonno, sospirando di sollievo nel vederla sbadigliare e aprire lentamente gli occhi. "Ben svegliata, micia. Dormito bene? Sognato qualche topo?" le chiese, scherzosa. Per tutta risposta, la gatta miagolò debolmente, e lasciando finalmente il suo grembo, si accomodò sul cuscino del divano lì accanto. "Secondo round?" azzardò allora la fata, sempre più divertita. Silenziosa, Willow si limitò a guardarla, e con una sorta di stanco sorriso dipinto sul muso, parve annuire, poi tornò ai suoi sogni. Affatto sorpresa, Kaleia si alzò dal divano, e rimettendosi in piedi, si spazzolò al meglio la veste con le mani. Data la stagione, Willow stava sicuramente mettendo il pelo invernale, e nonostante il nero non fosse esattamente il suo colore, Kaleia non ci badò, e lasciando il salotto, si incamminò verso la sua stanza. Fra un passo e l'altro, un guizzo di memoria le saltò in mente, e voltandosi indietro, diede un ultimo sguardo al tappeto del salotto. L'amico dal pelo rosso riposava ancora, e sdraiato su un fianco, agitava la coda e muoveva le zampe. A quella vista, Kaleia si lasciò sfuggire una risata, e riprendendo il proprio cammino, raggiunse la sua stanza. Aprendo la porta, la scoprì vuota ma in ordine, proprio come l'aveva lasciata. Christopher era fuori per alcune ultime compere natalizie, e lo stesso valeva per Sky, che andando alla ricerca di pace, quiete e solitudine, aveva raggiunto il lago, da poco ghiacciatosi a causa del freddo. Non sapeva pattinare, ma quel pensiero non la toccava minimamente. Alcuni le avrebbero dato della pazza, ma a lei piaceva restare ferma nel mezzo di quella fredda lastra, e a occhi bassi, osservare il costante e continuo andirivieni degli unici pesci che riuscivano a sopravvivere nella massa d'acqua appena oltre. Non erano in tanto, ma ghiaccio o meno, per loro c'era speranza, e questo la faceva sorridere. Sedendosi sul letto, Kaleia aprì lentamente uno dei cassetti del proprio comò, stringendo il pugno in segno di vittoria quando trovò ciò che stava cercando. Un piccolo astuccio foderato di prezioso e soffice velluto, e al suo interno, un orologio. Nulla di troppo sofisticato, ovvio, ma secondo Kaleia, il regalo perfetto per il suo fidanzato. Per quanto ne sapeva, non sarebbe tornato prima di qualche ora, complice la vera adorazione di sua sorella per le decorazioni natalizie e gli accessori di ogni genere, nonchè i regali, che ogni anno sceglieva per sè stessa e per coloro che amava. a quel pensiero, la fata lasciò che un'idea le balenasse in mente. Prendendo in mano quella piccola scatola, la nascose nel pugno chiuso, e tornando in salotto, fissò lo sguardo sul divano vuoto, occupato solo dalla cara amica Willow. Addormentata, sembrava fare le fusa anche nel sonno, e acciambellata come al solito, si godeva il riposo e la vita. Accanto a lei, l'amico e compagno di giochi Red riposava a sua volta, e pur non volendo svegliarlo, Kaleia mosse un singolo passo in avanti. Nello spazio di un momento, questo si rivelò falso, e aprendo gli occhi, la volpe fu la prima a svegliarsi, ringhiando perchè disturbata e già in allerta. "Buono, Red. Sono io." Lo rassicurò lei, avvicinandosi ancora e inginocchiandosi al suo fianco. Notandola, l'animale si calmò istantaneamente, e felice di vederla, le leccò il viso con dolcezza. Lasciandolo fare, la fata gli accarezzò il pelo color del fuoco, poi sorrise. "Pronto per un viaggio, bello?" gli chiese, già immensamente divertita dalla mansione che presto gli avrebbe affidato. A quelle parole, la volpe si sedette, e nei suoi grandi e vivaci occhi marroni la fata non lesse altro che un sapiente miscuglio di determinazione e divertimento. Sorridendo ancora, la fata si allontanò sparendo dal salotto per qualche minuto, e una volta pronta, tornò indietro. Stavolta stringeva una sorta di piccola bandana di colore rosso, abilmente modificata per somigliare a un fagotto da riempire di piccoli oggetti. Poteva sembrare strano o infantile, ma quella che per altri era una sciocchezza, per Christopher e Kaleia era una tradizione iniziata già molto tempo prima, e che, ne erano sicuri, sarebbe andata avanti e rimasta viva per gli anni a venire. Ogni volta, il caro veniva usato come tramite per uno dei due, così che l'altro, lontano o impossibilitato a raggiungere la propria dolce metà, ricevesse comunque il regalo che quella piccola sacca conteneva. Perdendosi nei propri ricordi, Kaleia quasi perse il contatto con la realtà, ma riuscendo a tornare in sè, si avvicinò alla volpe per legargli quel pezzo di stoffa attorno al collo. Calmo e paziente, l'animale non si mosse, e già in piedi sulle quattro zampe, guardò la padrona con gli occhi che brillavano di felicità. "Posso andare? Posso? Cosa devo fare?" sembrava chiederle, felice ed eccitato. "Va bene, Red. Devi portare questo a Christopher, capito? Christopher." Gli spiegò la ragazza, insistendo sul nome del ragazzo perchè l'animale capisse davvero. Quasi istintivamente, l'animale parve annuire, e con una sorta di sorriso stampato sul muso, si voltò verso la porta di casa ancora chiusa, sedendosi nell'attendere che venisse aperta. Esaudendo il suo desiderio, Kaleia rise nel vederlo correre via da lei verso il villaggio degli umani, e richiudendo la porta, si dedicò di nuovo al rilassante piacere della lettura. Lenti, i suoi occhi si mossero di riga in riga, poi di pagina in pagina, e così, il tempo parve fermarsi e cessare di esistere. Intanto, Red si aggirava per la foresta, e guardandosi intorno, iniziò a notare i tetti delle case, e a quella vista, il sorriso che aveva sul muso parve allargarsi. Fra un passo e l'altro, annusava alternativamente l'aria e il terreno, sicuro di ciò che stava facendo, e di essere con ogni attimo più vicino al suo obiettivo. Lento, il tempo scorreva come sempre, e lui era concentrato, ma all'improvviso, qualcosa lo distrasse. Lontano, in direzione del lago, qualcuno lo stava chiamando, e il suo nome risuonava ovunque, portato dal vento. Ligio al dovere e all'ordine ricevuto da Kaleia, Red cercò di ignorare quella voce, ma quando questa insistette, facendosi perfino più forte, le sue zampe si mossero quasi da sole, e senza volerlo, si ritrovò sulla riva di quello specchio d'acqua, ora ridotto ad una distesa ghiacciata. Distratta dai propri pensieri, Sky quasi lo ignorò, ma improvvisamente, un ramo alle sue spalle si spezzò, e voltandosi, lo vide. Era stata lei a chiamarlo, e lui aveva obbedito. "Red, amico mio!" chiamò, felice di vederlo. Contento quanto o forse più di lei, l'animale le si avvicinò e abbaiando festoso, finì per piantarle le zampe sul petto, facendole le feste. Colta alla sprovvista, Sky scivolò e cadde all'indietro, ma per fortuna non si fece alcun male. Il vento e il freddo erano parte della sua natura, e rialzandosi, notò un particolare. La bandana di Red. Incuriosita, aguzzò la vista, e nello spazio di un momento, il piccolo astuccio di velluto le saltò agli occhi. "E questo cos'è?" chiese, rivolgendosi al diretto e peloso interessato. Guardandola, la volpe mantenne il silenzio, e voltandosi nella direzione opposta, ruppe il silenzio con un uggiolio e un latrato, accompagnato da segni d'impazienza. La folta coda seguiva la linea della schiena, ma il corpo tremava, e con ogni istante, il suo uggiolare diventava più intenso. "Cerchi il tuo padrone, vero? Mi dispiace, ma non è ancora tornato. Sta tranquillo, glielo darò io." Rispose Sky, intuendo il volere dell'animale e provando istintivamente pena per lui. Al contrario della sorella, ormai sempre più esperta fata della natura, lei non era capace di parlare con gli animali, e quella conversazione, se così poteva essere chiamata, era stata dettata dall'istinto. Fidandosi, Red agitò la coda con entusiasmo, e saltandole ancora addosso, si sporse quanto bastava per leccare il viso dell'amica. "Va bene, palla di pelo, va bene! Ora calmati, e torna a casa, avanti." Commentò allora Sky, esasperata da quell'esagerata manifestazione d'affetto. Ignorandola, Red si limitò ad abbaiare, e voltandosi fino a darle le spalle, si incamminò verso la propria tana di mattoni. Prima che potesse farlo, la voce di Sky lo distrasse ancora. "No, aspetta." Lo pregò, protendendo una mano in avanti e sperando che l'ascoltasse. Drizzando le orecchie, Red non si fece attendere, e in un solo istante, tornò a guardarla. "Ascolta, ora che puoi, porta questo a Noah, e salutami Kaleia. Ci vediamo dopo, furbacchione." Gli chiese poi, dando voce a un desiderio che portava nel cuore da tempo, e che da sola non sarebbe mai riuscita a realizzare. Avrebbe voluto, ovvio, ma se una parte di lei tendeva a erigersi attorno mura di insofferenza e pungente sarcasmo, un'altra era costantemente insicura, proprio come una bambina. Era quella la ragione per cui consegnare il suo regalo a Noah di persona era letteralmente impossibile. Per sua fortuna, la strana tradizione messa in moto dalla sorella tempo prima sembrava essere la soluzione al suo problema, o almeno così pensava. Ormai lontano, Red era pronto a svolgere il suo secondo incarico, e proprio quando credette di essere vicino a completarlo, un fischio e un odore interruppero il flusso dei suoi pensieri. La voce era quella della sua padrona, e l'odore conosciuto, ormai registrato nei meandri della sua mente e nel suo portentoso tartufo. Così, con la rosea lingua fuori dalla bocca, si lanciò verso la fonte di quel delizioso profumo, e prima di rendersene conto, fu di nuovo a casa. In piedi davanti al forno acceso, Kaleia stava preparando dei biscotti, e vedendolo tornare, si abbassò per accarezzarlo, poi notò il contenuto del suo fagotto. Era diverso, e non certo qualcosa che si aspettava. Conosceva il suo Christopher, e lo amava, ma per quale ragione avrebbe dovuto regalarle un portafogli? Non lo sapeva, e in quel momento non era affatto sicura del motivo, ma in quel momento, ogni cosa fu per lei chiara come il sole. "Red..." chiamò, tutt'altro che orgogliosa. Sicuro di aver sbagliato, l'animale evitò il suo sguardo, sicuro che questo non potesse inseguirlo, e come spesso accadeva in quei casi, l'ennesimo uggiolio ruppe il silenzio. "Ti sei lasciato distrarre, vero?" azzardò, fermandosi a guardarlo e sostenendo il suo sguardo triste. Con la coda fra le zampe, Red rimase in silenzio, e quasi strisciando in terra, fece per allontanarsi. Guardandolo sgattaiolare via in quel modo, Kaleia abbozzò un dolce sorriso, e scuotendo la testa per un attimo, dimenticò la sua rabbia. Sì, il suo amico aveva sbagliato, ma che importava? Nulla, ecco cosa. "Dai, non fa niente!" lo rassicurò, scoppiando a ridere nel richiamarlo a sè. A quelle parole, Red si voltò verso la padrona, e saltandole praticamente addosso, la finì di dolci e appiccicose leccate. Baci umidi e pieni di bava, che lei accettò senza proteste. "La prossima volta, però, furbastro mio, faresti meglio ad ascoltare, d'accordo?" gli ricordò, immensamente divertita. Per tutta risposta, Red abbaiò, e nel farlo, agitò ancora la coda. Sorridendogli, Kaleia lo lasciò andare per la sua strada, e sdraiandosi sul tappeto, Red si preparò a rilassarsi accanto al fuoco acceso, ma solo dopo aver educatamente chiesto un solo biscotto come ricompensa. Quella sera, Kaleia e il suo ragazzo, finalmente rincasato, si rilassarono sul divano, sicuri di amarsi e di poter finalmente scambiarsi i regali nella maniera giusta in quello che con il prossimo sorgere del sole sarebbe stato il giorno di Natale. Lontano da casa per decisamente troppo tempo, Christopher abbracciò e baciò la fidanzata, poi le chiese dettagli sulla sua giornata, e sorridendo nell'accettare quei baci e quell'affetto, Kaleia non esitò a raccontargli la  piccola e divertente disavventura della loro volpe. Red, il caro amico viaggiatore. 
 
Una buonasera ai miei carissimi lettori. Come avrete capito, questa è la ventesima storia della raccolta con i nostri amici umani e magici come protagonisti, e ora che ne mancano appena sei, è sempre più vicina alla conclusione, ma intanto spero che questa piccola avventura della volpe Red vi sia piaciuta. Grazie come sempre del vostro supporto, e al prossimo racconto,
 
Emmastory :)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory