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Autore: OmbraAla    11/04/2019    0 recensioni
Tom Riddle crollò sul pavimento con banale solennità, il corpo fiacco e rattrappito, le mani bianche vuote, il volto da serpente inespressivo e ignaro. Voldemort era morto [...] Il sole sorgeva alto su Hogwarts e la Sala Grande ardeva di vita e di luce ma… fu un attimo. [...] Harry Potter cadde al suolo con gli occhi chiusi, le mani che ancora stringevano le due bacchette.
Quali saranno le sorti dell'Eroe del Mondo Magico? Fine o nuovo inizio?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Severus, Ron/Hermione
Note: Lime, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO XXXVIII:

Tutto ciò che richiesero Harry e Severus fu di ritornare ad Hogwarts, nel minor tempo possibile e con tutta la segretezza necessaria.

Non volevano creare ulteriori scompigli, soprattutto all’interno delle mura scolastiche e, sopra ogni cosa, desideravano chiudersi alle spalle la porta delle stanze private del Professore per lasciare fuori tutto quello che era capitato in quei mesi.

Esaudendo la loro richiesta più che lecita, Kingsley permise ai due maghi, seguiti dalla cerchia di amici più stretta, di utilizzare la Metropolvere che li avrebbe fatti giungere ad Hogwarts, materializzandoli nell’ufficio della Preside.

In una manciata di secondi, i loro corpi furono avvolti da fiamme verdi, e si ritrovarono immediatamente dall’altra parte del Regno Unito.

« Per Merlino, cosa… » esordì la McGranitt che, certamente, non si aspettava un’invasione di quel genere.

« Professoressa… » disse Harry, avanzando verso la donna.

« Potter... – sussurrò la strega, spostando lentamente i suoi occhi dall’uno all’altro, - Severus… Che – che sta succedendo? »

Hermione e Ron sorrisero. Non avevano mai visto la McGranitt così confusa e così stupita.

« E’ tutto finito, Professoressa, siamo liberi. Severus è libero » disse Harry, prendendo la mano dell’altro nella propria.

La donna spalancò gli occhi.

In quei pochi attimi, non aveva pensato affatto ad un’eventualità del genere.

Aveva pensato che fossero scappati, che avessero trovato un modo qualsiasi di far evadere Severus da Azkaban, che fossero latitanti e stessero cercando asilo politico presso la scuola, e tante altre cose che, a pensarci davvero, non potevano avere molto senso.

« Severus » sussurrò la strega, avvicinandosi all’altro.

Come se fosse stata la cosa più naturale al mondo, Minerva McGranitt abbracciò Severus Piton.

Mai, in tutti quegli anni di carriera condivisi, si erano lasciati andare a manifestazioni d’affetto di quel tipo.

C’era sicuramente della forte stima tra loro, ma nessuno dei due aveva mai avuto intenzione di mostrare all’altro quel sentimento che affondava le sue radici più profonde nel rispetto reciproco.

D’altro canto, Severus non si ritrasse. Sciogliendo la stretta di mano con Harry, avvolse tra le sue braccia la donna, con profondo affetto.

Naturalmente i presenti, Harry compreso, erano esterrefatti. Non si sarebbero mai aspettati una reazione del genere, da nessuna delle due parti.

Ricomponendosi con la consueta austerità, Minerva si sciolse da quel breve abbraccio.

« Credo che vogliate riposare, adesso. Andate senza trattenervi oltre, avremo modo di festeggiare adeguatamente. Di qualsiasi cosa avrete bisogno, non esitate a contattarmi. Sarò da voi » disse la donna, guardando ancora con orgoglio gli uomini e le donne che le erano di fronte.

Con un cenno del capo, Harry e Severus si congedarono, imitati dagli altri.

Giunti alla fine delle scale del Gargoyle di pietra, gli amici di Harry decisero di lasciare i due maghi da soli.

Avevano bisogno di non avere nessuno intorno per un po’.

Difatti, Harry tirò fuori il Mantello dell’Invisibilità e lo pose sul loro capo, coprendoli completamente.

Quasi con urgenza, corsero per i corridoi, arrivando ai sotterranei, per poi giungere, finalmente, alle stanze private del più grande.

Severus si irrigidì sul posto.

« Se tu ci sei, ci sono anch’io » sussurrò Harry.

Chiudendo gli occhi, il Professore girò la maniglia della porta e la aprì.

Immediatamente, l’odore di Pozioni invase i due uomini, ancora fermi sull’uscio.

Li ricoprì come se fosse una cascata ristoratrice: entrambe avvertirono che ogni cellula del loro corpo stava godendo di quella sensazione che, più propriamente, li faceva sentire a casa.

Severus fu il primo ad entrare ed Harry, toltosi il Mantello, richiuse la porta alle loro spalle.

Vide l’uomo, immerso totalmente nella contemplazione del proprio appartamento. Con gli occhi ancora chiusi, respirava a pieni polmoni l’aria che sapeva di una tranquillità finalmente ritrovata.

Il Professore si girò lentamente verso il ragazzo che, volontariamente, era rimasto dietro di lui.

Lo trovò meraviglioso.

Non attendendo oltre, corse verso di lui e lo avvolse in un abbraccio che lasciava poco spazio all’immaginazione: pressò con il proprio torace il corpo dell’altro, costringendolo ad indietreggiare fino a farlo aderire con la schiena perfettamente al muro.

Portò con una lentezza estenuante le braccia del ragazzo sopra la sua testa e, guardandolo lascivamente, lo baciò stuzzicandolo e facendolo gemere di piacere.

« Devo interpretarla come una detenzione per non aver rispettato il coprifuoco, Professore? » chiese Harry, con quel poco di lucidità che gli era rimasta.

« Non solo. La detenzione durerà più di una settimana per averla beccata al di fuori del perimetro della scuola, con indosso il Mantello dell’Invisibilità e per essere stato coinvolto nel Processo di un famigerato criminale » rispose l’uomo, continuando a baciarlo e a toccarlo.

« Famigerato criminale? Non frequento persone di questo tipo, lei dovrebbe saperlo » controbatté il Grifondoro, rispondendo agli impulsi che erano scatenati dal tocco del più grande.

Stanco di essere pressato contro il muro, allontanò, anche se riluttante, Severus dal proprio corpo.

Lo guardò, aveva ancora indosso la divisa che gli era stato imposto di indossare ad Azkaban.

Non si sarebbe mai più permesso di vederlo in quello stato.

Senza troppe parole, afferrò l’uomo e lo condusse nel bagno.

Con un tocco di bacchetta, la grande vasca si riempì e tutt’intorno comparvero delle candele profumate.

« Cos’ha in mente, Signor Potter? Un bagno non varrà come scusa… » esordì l’altro, provocandolo apertamente.

« Stia zitto » rispose a tono Harry.

Con una delicatezza mista ad un urgenza impellente, il ragazzo liberò l’uomo dai propri abiti.

Severus lo lasciò fare.

Quello era il momento che, più di tutti, li avrebbe riuniti.

Harry si prese un momento per fissare il compagno.

Era splendido. Nella sua totale nudità, Harry non poté fare altro che ammirarlo.

Severus si sentì esposto come poche volte in vita sua era capitato.

Sapeva di non essere il canonico prototipo di bellezza né, in passato, gli sarebbe importato diventarlo.

Ma adesso era diverso: con i chili persi, il corpo ricoperto di tagli e troppo deperito per la detenzione, la cicatrice dovuta al morso del serpente e, più di tutto, il braccio destro marchiato con quel tatuaggio, simbolo di morte e disperazione, si sentì inadeguato agli occhi di Harry.

« Posso sentirti pensare » disse il ragazzo avvicinandosi piano all’uomo.

Severus si lasciò toccare il torace, senza pronunciare una sola parola.

« Guardami, - disse il giovane, prendendo il volto dell’altro tra le mani, - sei la cosa più bella che potesse capitarmi… Deve esserti chiaro questo »

L’intensità di quel verde, ricordò a Severus la notte in cui, alla rimessa delle barche, la luna rifletteva negli occhi di Harry. Anche allora si era sentito destabilizzato nei confronti del ragazzo, ma aveva lasciato che sentimenti parlassero in sua vece.

« So di non essere abbastanza, Potter. Sarebbe stupido ignorare la realtà dei fatti » rispose l’uomo allontanandosi leggermente.

Harry gli sorrise, con uno sguardo indecifrabile, pensò Severus.

Tenendo gli occhi fissi sul Pozionista, il Grifondoro avanzò nuovamente.

« Ti amo » gli sussurrò baciando le imperfezioni impresse sul corpo del più grande.

In maniera del tutto non intenzionale, qualche lacrima sgorgò dagli occhi di Severus che, invano, tentò di nascondere.

Harry giunse a baciare il volto dell’altro, asciugando con le sue labbra le lacrime che erano scese.

« Ti amo, - disse ancora il giovane, - te lo ripeterò fin quando non avrai capito che, per me, sei perfetto così »

Severus gli sorrise, come poche volte gli era capitato di fare.

Lo baciò a lungo.

« Spogliami » gli sussurrò il mago più giovane.

Senza attendere oltre, l’uomo scostò dalle spalle gli indumenti di colore nero che, ancora, avvolgevano il corpo del ragazzo.

Lo fece come se stesse maneggiando la cosa più fragile e preziosa del mondo: temeva di poterlo scalfire in qualche modo.

Richiamato alla realtà dal tocco di Harry, entrò nella vasca, come la prima volta in cui si erano uniti.

Ora, pensò Severus, non c’era e mai ci sarebbe stato più il timore di non sentire l’odore della pelle di Harry, di vedere i suoi occhi verdi annegare nel piacere, di assaporare quelle labbra che, ormai, erano diventate indispensabili per respirare.

Adesso e per tutti i giorni che gli sarebbero rimasti, avrebbe amato il ragazzo con tutto sé stesso.

Senza paura.

Senza restrizioni.

Senza condizioni.

Solo loro: l’Eroe e l’Anti – eroe (che tanto “anti” non era più) e nessun altro.

  
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